Prima di tutto una nota tecnica. Abbiamo deciso di non rilanciare in home community questo appuntamento tutti i giorni, dunque se siete interessati ad avere questo genere di informazioni, la cosa migliore è che voi teniate sotto controllo la pagina playlist dello speciale su Venezia 2023.
Detto questo, scivoliamo subito tra le notizie che arrivano dalla Mostra immergendoci nelle recensioni che sono arrivate tra ieri sera e oggi, inziando da Ferrari di Michael Mann che, come riporta Alan Smithee inizia male, facendo storcere il naso a molti spettatori e rimandando - anche a causa della presenza del medesimo protagonista, Adam Driver, molto preso nel ruolo - inesorabilmente al pacchiano, ma non pessimo, Gucci di Ridley Scott, girato solo un paio d'anni prima. Poi però, la sensazione sfuma e una volta "ingranata la marcia", si fa forte di riprese tecnicamente eccezionali come solo da un mago virtuosista come Mann e da pochi altri colleghi è lecito aspettarsi, se non pretendere. Qui la recensione di Ferraricompleta.
Passando ad un altro titolo molto atteso, il DogMan di Luc Besson, del quale EightAndHalf dice con estrema franchezza che per quanto possa apparire un generatore automatico di provocazione gratuita, è un prestigiatore che dissimula con abile mestiere, un regista che lavorerebbe con taglio e fino certosino al set piece più improbabile che esista facendolo credere possibile... (continua) Similmente anche Roberto Manassero del settimanale Film Tv sostiene che al regista interessa ricamare il ritratto umanissimo di un personaggio complesso, delineandone il commovente percorso di riscatto e realizzazione personale. Costruisce così un appassionante, (in)verosimile racconto dominato da un Caleb Landry Jones da premio. Occasione con cui vi propongo di dare un'occhiata alle recensioni publicate fino ad ora che potete leggere qui, in un articolo che fungerà da raccoglitore di tutti gli interventi del settimanale sui film in Concorso. Per vostra comodità l'articolo è strutturato con un indice in alto così dovrebbe essere abbastanza semplice, quando le recensioni diventeranno numerose, andare direttamente al contributo più recente.
Raddoppiando e sovrapponendosi all'uscita cinematografica di Asteroid City, prevista per il 14 settembre, Wes Anderson è presente alla Mostra di Venezia con The Wonderful Story of Henry Sugar, di cui EightAndHalf dice, insieme a moltre altre cose, La sfacciataggine poser di Wes Anderson è ormai maniera, ma se si piega su se stessa come un origami riesce, con la buona volontà, a diventare un cigno. Qui la recensione di The Wonderful Story of Henry Sugar
Il film segnalato come una bella sorpresa dal direttore artistico della Mostra Alberto Barbera nello spezzone di intervista pubblicato qui, ossia Stolen del Karan Tejpal, si distingue per lo stile di regia serrato e frenetico, come dimostra l’elaborato piano sequenza della prima aggressione della folla, ripreso dall’interno dell’abitacolo dell’auto (...) e funziona meglio come thriller e action e nella sua rappresentazione della violenza che come dramma sociale. Qui la recensione integrale di Stolen.
Non è tutto, perché la Mostra offre anche quest'anno molto di più rispetto alla programmazione di decine e decine di pellicole provenienti da ogni angolo del mondo, come la sezione Venice Immersive dell’Isola del Lazzaretto Vecchio, raggiungibile con tre minuti di navetta a un passo dal Lido. Una gita fuori porta, per la sezione del Festival dedicata alle esperienze tridimensionali di realtà virtuale sulla quale EightAndHalf ci offre un primo sguardo.
Aspettando le prime recensioni del molto atteso Povere creature! di Lanthimos, vi diamo appuntamento a domani con la giornata Quattro.
La metropolitana di Kharkiv, Ucraina, offre a due bimbi riparo dalla guerra. Nuovamente in coppia dopo alcuni lavori in solitaria, i registi narrano una storia sotterranea del conflitto.
Con Adonyi-Walsh Gáspár, István Znamenák, András Rusznák, Rebeka Hatházi
In streaming su iWonder Full Amazon channel
Orizzonti
Uno studente innamorato della sua migliore amica alle prese con l’esame di storia. Che in Ungheria è materia che scotta, diciamo così. Il regista dell’acclamato Bad Poems (2018) torna con un film che ripercorre le lotte studentesche degli anni recenti.
Lo sport parla la lingua dei vincitori. Ma la sua storia è piena anche di esclusioni, emarginazioni, sconfitte. Dalla parte di chi era destinato a perdere in partenza.
Anche Wes raddoppia: dopo Asteroid City, in Concorso a Cannes 76 e in uscita in Italia il 14/9/2023, è pronto anche questo mediometraggio (primo capitolo di tre di un progetto antologico) in cui l’autore re-incontra Roald Dahl dopo la splendida stop motion di Fantastic Mr. Fox. Tratto dalla serie di racconti Un gioco da ragazzi e altre storie, il film arriverà su Netflix (che ha un accordo con gli eredi dello scrittore britannico) il 13/10/2023. Cast di star, come d’abitudine: Benedict Cumberbatch, Ralph Fiennes, Ben Kingsley.
Assente dallo schermo dal flop di La torre nera, il regista danese ritrova, per il suo debutto a Venezia, il connazionale Mads Mikkelsen, già protagonista del buon Royal Affair. Di nuovo in panni storici: qui interpreta il capitano Ludvig Kahlen, soldato caduto in disgrazia che nella Danimarca del Settecento risponde alla chiamata di re Federico V, intenzionato a reclutare uomini per domare e coltivare l’inospitale brughiera, rendendola fruttuosa (e dunque tassabile per il sovrano).
Con Isabelle Huppert, August Diehl, Tsuyoshi Ihara
Giornate degli Autori
Come la Parigi di Strange Birds, anche la Kyoto di Sidonie au Japon gravita in un tempo sospeso fra tradizione e modernità: vi è immersa Isabelle Huppert, scrittrice in lutto pronta a rifiorire.
Promette di dividere, il nichilistico esordio nel lungo di Parroni: una «esperienza sensoriale che aspira a diventare il manifesto di una generazione perduta», nelle parole del direttore Alberto Barbera. In sala dal 14/9/2023.
La produzione britannica firmata Lanthimos, con un supercast che prenota candidature agli Oscar, è una delle più attese al Lido. Tratto dall’omonimo romanzo di Alasdair Gray, il film è una science fiction dai toni surreali che narra di Bella (Emma Stone), una giovane donna riportata in vita dal dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe). Desiderosa di conoscere il mondo, la donna si sottrae al controllo dello scienziato, per fuggire con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato privo di scrupoli. In sala dal 25/01/2024.
Ramazzotti debutta dietro la mdp per raccontare una famiglia disfunzionale e due genitori carnivori. Cast notevole: Sergio Rubini, Max Tortora, Anna Galiena e Matteo Olivetti (La terra dell’abbastanza).
Cast internazionale per il quinto film di Costanzo, che torna al grande schermo a nove anni di distanza da Hungry Hearts (nel mezzo, due stagioni di L’amica geniale): dentro il set faraonico (in tutti i sensi) della Cinecittà anni 50, su cui si ritrova catapultata una giovane comparsa romana, si incrociano Lily James, Willem Dafoe, il Joe Keery di Stranger Things e Alba Rohrwacher nei panni di Alida Valli. Un Babylon italiano? In sala dal 14/12/2023.
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