Oggi Park Chan-wook compie 60 anni. L'ho scoperto solo 2-3 settimane fa e ho deciso di spararmi una maratona della sua Filmografia, rivedendo così i Film suoi che già avevo visto e recuperando, nei limiti del possibile, quello che ancora non avevo guardato. Già che ci sono provo anche a costruire una bozza di playlist: una retrospettiva approfondita come quelle che ho fatto in anni passati sarebbe ardua per me ora (e con così relativamente poco tempismo) da elaborare ma almeno ne approfitto per riallenarmi un attimo in questo tipo di lavoro. Non escludo, comunque, in un futuro prossimo o, più probabilmente, lontano di costruire qualcosa di più gustoso riguardante il Cinema di questo grandissimo Autore coreano, da me amato fin da subito per il suo magnifico Senso estetico, tra Immagini dai Colori accostati in modo che non saprei descrivere meglio di 'pittorico' (i viola e i verdi tipici di "Oldboy" si trovano in molte altre sue Opere) ma anche capace di usare bene vari tipi di Bianco e Nero, senso non lineare ma mai casuale del Montaggio e scelte musicali (frequenti valzer) azzeccatissime. Anche nei contenuti il suo Cinema è fonte di profonda soddisfazione per me, con storie che aprono parecchi spunti di riflessione sul senso (o l'assenza di senso) della Violenza in generale e della Vendetta in particolare, sul significato di Famiglia, sull'Identità (personale, ma anche nazionale, sessuale...), sulla spiritualità, su varie tematiche socio-politiche (guerra, iniquità del capitalismo, patriarcato eccera), e così via. Inoltre è uno di quegli Autori che riesce quasi sempre a commuovermi in modo sincero e genuino, e di questo me ne sono reso conto in particolare proprio durante la mia maratona. Proporrò per ogni film visto (non solo i lungometraggi) dei commenti brevi e così, brutalmente, vi auguro buona lettura.
Con Lee Seung-cheol, Na Hyeon-he, Song Seung-hwan, Bang Eun-hee
달은... 해가 꾸는 꿈 Debutto alla regia del ventinovenne Park Chan-wook (che firma anche la sceneggiatura insieme a Yong-tae Kim), "Daleun... haega kkuneun kkum" (The Moon Is... The Sun's Dream, a quanto pare traduzione corretta) è un dramma sentimentale del 1992 con contaminazioni noir-gangster: come il film successivo, non pare abbia avuto grande successo. Siamo di fronte ad un lavoro decisamente molto acerbo, con un certo sovraccarico di atmosfera melodrammatica (specialmente nella Musica, che per certi versi dà l'impressione di voler seguire l'esempio del Cinema di John Woo) e un cast non scadente ma nemmeno esaltante, ma Park già dimostra di star costruendo la sua Poetica, specialmente nel rifiuto di un montaggio lineare con abbondanza di flashback (sia lunghi sia rapidissimi), inoltre condisce il tutto con intriganti scelte stilistiche come soggettive, un effetto vertigo e affascinanti giochi cromatici, il tutto dando importanza a Fotografie, Video e Cinema. Non imperdibile ma molto interessante.
Con Lee Kyoung-young, Kim Min-jong, Chung Sun-kyung
3인조 Nel 1997 esce "Saminjo" (Trio), 2° film diretto e scritto da Park Chan-wook: il concept 'folle' iniziale viene stravolto durante la lavorazione dal cambio di casa di produzione, e il risultato finale viene rimpianto dal Regista. Fin dai primi minuti in effetti avevo avuto la netta impressione che questo fosse un netto passo indietro per l'Autore: la commistione tra commedia e azione non funziona benissimo e anche soffermandosi sui due generi autonomamente il lato ironico non è molto brillante cadendo spesso nella stupidata mentre quello adrenalinico è avversato forse da scarsità di mezzi ma a mio avviso soprattutto da una non ancora sviluppata capacità del Regista in questo senso. Inoltre, la narrazione si sfilaccia, i personaggi non riescono a fare veramente presa, le musiche sembrano attaccate a caso e alla lunga ci si stanca. Non è però tutto da buttare, qualche inquadratura interessante c'è, il cast non è male, la non linearità parkiana si trova anche qua e la chiusura è efficace.
Con Hak-rak Choi, Ju-bong Gi, In-bae Ko, Sun-mi Myeong
심판 Nel 1999 Park Chan-wook dirige e scrive il corto "Simpan" (Judgement). Potrebbe sembrare paradossale, ma a differenza dei due lungometraggi precedenti del Regista ('The Moon Is... The Sun's Dream' e soprattutto 'Trio') è in questo lungometraggio che non solo l'Autore dimostra una maggiore maturità e confidenza stilistica ma inizia a far sentire realmente la sua Poetica, sia a livello estetico, con un uso elegante e preciso di Musiche classicheggianti e una Fotografia visivamente intrigante con un Bianco-e-Nero azzeccatissimo (e un'intrigante svolta a colori), sia a livello narrativo, con un'ironia nera decisamente più riuscita rispetto a 'Trio' e una premessa (il corpo di una ragazza, tra le vittime di una catastrofe, viene reclamato sia da una coppia sia da un addetto delle pompe funebri) da tragedia sociale tipica delle migliori successive Opere di Park Chan-wook. Insomma, lo consiglio.
Con Yeong-ae Lee, Byung-hun Lee, Kang-ho Song, Tae-woo Kim
공동경비구역 JSA Nel 2000 esce "Gongdong gyeongbi guyeok JSA" (Joint Security Area), terzo lungometraggio diretto da Park Chan-wook (che co-sceneggia ispirandosi ad un romanzo di Sang-yeon Park): è il primo successo di pubblico e di critica del Regista, che così inizia a veder lanciata la sua carriera. Visto di recente insieme ad un mio carissimo amico di vecchia data e poi rivisto dopo 5 giorni in un cineforum (la prima visione in realtà l'avevo fatta proprio in preparazione alla seconda), nutrivo buone aspettative che possono definirsi pienamente soddisfatte: io, pur sospettando e sperando in una risoluzione del delitto da cui parte la narrazione vicina alle effettive motivazioni, non mi aspettavo una scelta di montaggio così marcatamente non lineare, con tanto di macro-flashback che spezza in due l'indagine e alcune reinterpretazioni à la Rashomon delle ipotesi. Tra spunti di riflessione politico-esistenziale (in particolare riguardanti la divisione della Corea, l'umanità , interpretazioni grandiose del Cast ed estetica visiva e sonora già in linea con la futura Poetica di Park, l'Opera mi ha stupito pure in positivo. Instant Cult imperdibile o quasi!
Con Kang-ho Song, Ha-kyun Shin, Du-na Bae, Ji-Eun Lim, Bo-bae Han
복수는 나의 것 Nel 2002 esce "Boksuneun naui geot" (Mr. Vendetta, letteralmente però si tradurrebbe con 'La vendetta è mia'), primo capitolo della Trilogia (appunto) della Vendetta: alla sua uscita in sala non incassa benissimo e ottiene un'accoglienza contrastante dalla critica, ma riceve diversi premi e col tempo credo sia stato un attimo rivalutato. Rispetto ai successivi Oldboy e Lady Vendetta questo pare sicuramente più contenuto esteticamente, forse anche per questioni di budget, e la non linearità cara all'Autore sembra qui quasi inesistente (in realtà ci sono un po' di passaggi in cui si alternano la preparazione di certi eventi e il loro avvenimento). Per me però il Film è tutt'altro che non riuscito: Park Chan-wook utilizza al meglio le risorse a propria disposizione per costruire un'Opera tragica sulla Vendetta, di cui si mostrano le conseguenze auto-distruttive, il tutto giocando già con un uso preciso dei Colori e toccando inoltre politicamente le diseguaglianze sociali nel sistema capitalistico. Magari non è un Capolavoro ma per me un Gioiellino imperdibile.
올드보이 Secondo capitolo della Trilogia della Vendetta di Park Chan-wook e ispirato alla serie manga di Minegishi Nobuaki, "Oldboy" fa il botto al box office, viene accolto assai calorosamente dalla critica (e da persone cineaste come Tarantino) e incassa diversi premi, tra cui il Grand Prix a Cannes, diventando con gli anni uno dei più celebrati Film (non solo coreani) del terzo millennio con due remake (uno non ufficiale bollywoodiano e uno ufficiale hollywoodiano: tra i due mi ispira di più il primo che pare una tamarrata). Da me adorato fin dalla primissima visione, con immediato ripasso pressoché integrale, ad ogni revisione (tra cui una gustata alla massima potenza, ovvero in una sala cinematografica) cresce ulteriormente l'apprezzamento per la sua magnifica Forma, dalla straordinaria Messa in Scena psicologica alla brillante Gestione degli Ambienti al Montaggio dal Ritmo impeccabile eccetera. Grandioso tutto il Cast, in particolare Choi Min-sik, e di titanico Impatto emotivo la Colonna Sonora. "Oldboy" è una Tragedia che studia temi importanti come la ricerca intrinsecamente dolorosa della Conoscenza, l'auto-annichilimento insito nella brama di Vendetta, la misteriosità dell'Amore e così via. Uno dei più grandi Capolavori del nuovo Millennio e tra le Opere da me preferite in assoluto!
Regia di Chan-wook Park, Kwang-su Park, Jae-eun Jeong, Jin-pyo Park, Kyun-dong Yeo, Soonrye Yim
Con Jong-hak Baek, Jeong-su Byeon, Ae-Yeon Jeong, Jin-hee Ji, Se-dong Kim, Ji-hyeon Lee
믿거나 말거나 찬드라의 경우 Corto contenuto nell'antologico "If You Were Me" (commissionato da un ente umanitario e riguardante tematiche relative alla discriminazione) e ispirato ad una storia vera, "Never Ending Peace and Love" è un deciso passo indietro estetico per Park Chan-wook rispetto al coetaneo "Oldboy" e c'è un po' troppa retorica qua e là, ma la tematica sociale trattata (immigrazione) è piuttosto intrigante, la scelta di alternare sostanzialmente soggettive a rotture para-documentaristiche della quarta parete è accattivante e il bianco e nero non è male. Non imperdibile ma piuttosto interessante.
Regia di Fruit Chan, Takashi Miike, Chan-wook Park
Con Bai Ling, Pauline Lau, Tony Leung Ka Fai, Meme Tian, Miriam Yeung Chin Wah
컷 Diretto e scritto dal coreano Park Chan-wook, "Cut" è l'episodio di mezzo dell'intrigante antologia 'Three... Extremes'. Il Corto inizia con un piano sequenza metacinematografico anticipatore per certi versi del finale, ma la narrazione si avvia quando il regista, tornato a casa, viene rapito, legato e riportato al set, identico a casa sua, da un uomo che lo obbliga a scegliere tra le dita della moglie pianista e l'uccisione di una persona innocente. Il movente del rapitore dà spazio ad una intensa e decisamente brillante riflessione socio-psicologica: la colpa del regista è di essere al contempo ricco e 'buono', mentre lui è costretto dalla povertà ad essere 'cattivo', e in questo si avvicina al recente Filmone di Bong Joon-ho 'Parasite'. Finale semi-onirico e disturbante, scenografia e fotografia di un'eleganza tipica dell'Autore, musiche ben scelte e interpretazioni intense rafforzano la qualità di quello che son sempre più tentata come persona cinefila di reputare un piccolo capolavoro.
친절한 금자씨 Nel 2005 esce "Chinjeolhan geumjassi" (Lady vendetta, ma la traduzione più corretta sembra che sia 'Gentile Geum-ja'), capitolo finale della Trilogia della Vendetta di Park Chan-wook: il Film è in competizione a Venezia ma non vince, però viene accolto bene dalla critica. Alla prima visione mi colpì notevolmente. Per la seconda visione nella maratona parkiana non sapevo bene se riguardare la versione 'normale' a colori o puntare su quella 'fade to black and white', perciò ho deciso di farmi inspirare dall'introduzione del Regista e ho così puntato sulla seconda: togliendo man mano (in modo però non automatico, e inserendo degli squarci di colore nel finale per alcuni oggetti particolari) i Colori, Park simbolicamente spoglia anche il Film del rancore della Protagonista, arrivando alla fine non tanto ad una 'purezza' quanto ad un alleggerimento. Confermo che, sia a colori sia in 'graduale bianco e nero' quest'Opera è per me un Capolavoro tanto nell'Estetica quanto nei contenuti (complessi e non manichei), magari un pelino sotto ad "Oldboy" ma di poco per me, e i vari rimandi ai capitoli precedenti della Trilogia impreziosiscono l'intensità emotiva generale insieme ad un Montaggio squisitamente non lineare, delle Musiche coinvolgenti e un Cast grandioso.
Con Su-jeong Lim, Rain, Hie-jin Choi, Byeong-ok Kim, Yong-nyeo Lee, Dal-su Oh, Ho-jeong Yu
싸이보그지만 괜찮아 Nel 2006 Park Chan-wook torna nelle sale cinematografiche con "Ssa-i-bo-geu-ji-man-gwen-chan-a" (I'm a Cyborg, But That's OK), che oltre a dirigere co-sceneggia insieme a Chung Seo-kyung (fidata collaboratrice a partire dal precedente 'Lady Vendetta') e produce: il film viene accolto generalmente bene dalla critica ma, probabilmente a causa del drastico cambio di genere dell'Autore, va maluccio al botteghino. Un po' di stanchezza ha lievemente offuscato la mia attenzione durante la (prima) visione intorno a credo tre quarti di durata e nel complesso mi è parso un passo indietro di Park Chan-wook rispetto alla Trilogia della Vendetta. Detto ciò però, soprattutto sul Finale questo (presunto?) passo indietro mi è parso comunque un ottimo Film in cui l'Autore reinventa sé stesso in chiave più ironica ma sempre conservando il suo gusto estetico (qui presente soprattutto nella colonna sonora valzereggiante del fidatissimo Jo Yeong-wook) e la sua attenzione per la genuinità dei sentimenti e delle relazioni tra personaggi, tutti ottimamente interpretati. Lo consiglio, dunque, e lo rivedrei volentieri.
Con Eriq Ebouaney, Kang-ho Song, Ha-kyun Shin, Ok-bin Kim, Dal-su Oh, Mercedes Cabral
박쥐 Nel 2009 esce "Bakjwi" (Thirst: la traduzione più corretta sarebbe 'Pipistrello' ma stavolta forse trovo più azzeccato il titolo internazionale), Lungometraggio diretto, co-sceneggiato e prodotto da Park Chan-wook ispirandosi vagamente a "Thérèse Raquin" di Émile Zola: progetto a lungo ambito dal Cineasta, il Film viene accolto bene da pubblico e critica, vincendo inoltre qualche premio tra cui quello della Giuria a Cannes, ed esiste una versione estesa (che poi è quella che ho visionato io nella mia maratona parkiana). Non sapevo cosa aspettarmi da questo vampire movie se non una versione peculiare del cinema vampiresco, e così è stato: ho un po' di indecisione riguardo a quanto effettivamente mi abbia convinto e/o a quanto mi abbia eventualmente deluso, ma la sua unicità narrativa e stilistica mi ha indubbiamente affascinato, le interpretazioni del Cast e in particolare della coppia interpretata da Song Kang-ho e Kim Ok-vin sono grandiose, anche stavolta le Musiche del solito Cho Young-wuk sono intriganti e l'Estetica visiva ha sempre quell'eleganza pittorica tipica di Park Chan-wook. Ci sono anche complessi spunti di riflessione su temi come fede e Dubbio, egoismo e istinto di sopravvivenza, sacralità e dissacrazione, impulsi (sessuali) e via dicendo: insomma, un gioiellino che spero di rivedere.
파란만장 Diretto, scritto e prodotto da Park Chan-wook insieme al fratello Chan-kyong Park (usando insieme lo pseudonimo 'PARKing CHANce') alla loro prima collaborazione artistico-professionale, "Paranmanjang" (Night Fishing, ma letteralmente a quanto pare significherebbe 'Sconvolgimento'), il corto è girato interamente con iPhone 4 e questo impoverisce un bel po' esteticamente l'opera, ma l'esperimento tecnico è portato avanti dai due Autori in modo intrigante, soprattutto nell'alternanza tra Colore e Bianco e Nero (cosa tutt'altro che insolita per il Regista di 'Lady Vendetta') e la vicenda messa in scena presenta un rovesciamento assai spiazzante, portatore di interessanti spunti di riflessione esistenziali sulla vita e la morte. Un cast in parte e delle Musiche ipnotiche rafforzano questo piccolo lavoro sperimentale.
출어람 Park Chan-wook, dopo aver 'collaborato' a "60 Seconds of Solitude in Year Zero" (film collettivo proiettato in un solo evento pubblico, in realtà però il contributo dell'Autore coreano si è sostanzialmente limitato a riciclare una clip da "Cut"), nel 2012 torna a collaborare, con lo pseudonimo in comune PARKing Chance, con il fratello Chan-kyong Park realizzando il corto "Day Trip". Commissionato dal marchio di abbigliamenti Kolon Sport per il 40° anniversario del "Way to Nature Film Project", il film mette in scena un viaggio montano di una ragazza e del suo maestro, con traguardo le vicinanze di una cascata in cui la coppia si eserciterà in una performance pansori. Molto interessante e suggestiva l'atmosfera creata soprattutto dal paesaggio e dal canto tradizionale, ottime le interpretazioni di Song Kang-ho e dell'esordiente Jeon Hyo-jeong, enigmatico e carico di possibili stimoli riflessivi (spirituali) il finale: non imperdibile ma tutto sommato lo consiglio.
STOKER Nel 2013 Park Chan-wook 'espatria' un attimo negli usa firmando la regia di "Stoker", thriller-horror scritto da Wentworth Miller 'salvato' dall'oblio delle sceneggiature non prodotte: la critica lo considera sostanzialmente minore rispetto ad altri Lavori dell'Autore ma tutto sommato non lo stronca. Lo puntavo da parecchi anni (mi sa da quando è uscito) ma senza mai riuscire a capire bene cosa aspettarmi (il Titolo mi suggeriva qualcosa di legato al vampirismo), ma col tempo un po' avevo coltivato il timore che la trasferta hollywoodiana di Park Chan-wook potesse essere un po' deludente, anche se in maniera lieve. Il risultato finale, invece, non solo non ha deluso la mia persona, stupendomi pure, ma anzi ha colpito molto positivamente la mia anima cinefila la constatazione di come esteticamente l'Autore abbia conservato il suo tocco, tenendosi il fidato Chung-hoon Chung alla direzione della Fotografia, mantenendo un gusto non lineare nel montaggio, adottando Musiche classicheggianti (qui di Clint Mansell), dirigendo con perizia le straordinarie interpretazioni del Cast e proponendo intriganti riflessioni su relazioni sociali e dilemmi esistenziali. Un altro Gioiellino!
고진감래 Nel 2014 esce "Go-jin-gam-ra" (Bitter, Sweet, Seoul): anche questo è un lavoro che Park Chan-wook ha prodotto e diretto insieme al fratello Chan-kyong Park sotto il comune pseudonimo PARKing CHANce. Rispetto alle precedenti loro collaborazioni, questa è molto più lunga (un'oretta intera) e si tratta di un documentario ottenuto selezionando materiale da migliaia di video inviati da diverse persone di Seoul, tutti poi montati insieme per creare un film unitario. Tra i lavori estranei ai lungometraggi di finzione realizzati in solitaria da Park Chan-wook, questo mi è parso di gran lunga il migliore e più interessante, a causa della sua natura di Mosaico umano affascinante ed emozionante, un Gioiellino che riguarderei anche subito!
Con Jack Huston, Daniel Wu, Ottaviano Blitch, Antonio Bracciani, Tony Chung
A ROSE REBORN Sempre nel 2014 Park Chan-wook realizza "A Rose Reborn". Commissionato dalla marca di vestiti lussuosi Zegna, il lavoro ha un'estetica visiva e sonora accattivante e un messaggio (ecologista, ma anche di alternativa a stili di vita classisti) che su carta parrebbe intrigante. Purtroppo questo messaggio è portato avanti in maniera banalotta e sostanzialmente è una greenwashata/taralluccievinata, la sceneggiatura è un viavai di cliché e anche il cast non pare convintissimo. Interessante, ma di fatto è uno spottone di 20 minuti per vestiari che odierei indossare.
Con Jung-woo Ha, Min-hee Kim, Jin-woong Jo, Tae Ri Kim
In streaming su FilmBox+
아가씨 Ispirato al romanzo "Fingersmith" di Sarah Waters, già portato in tv e a teatro, "Ah-ga-ssi" (Mademoiselle in italia, The Handmaiden nel mondo) è un Film del 2016 diretto, co-sceneggiato e co-prodotto da Park Chan-wook: acclamato dalla critica e a quanto pare ben accolto anche dal pubblico, il Film riceve diverse nomination e premi, ma le scene di sesso hanno creato qualche (leggera?) controversia. Fin dalla prima visione in sala, in ritardo di due anni rispetto all'uscita ma in anticipo di un anno abbondante rispetto all'effettiva distribuzione italiana, mi aveva colpito notevolmente sia per l'estetica sempre suggestiva (nelle Immagini, nei Suoni, nel Montaggio) e riconoscibile di Park Chan-wook sia per la forza provocatoria inserita nella storia d'amore raccontata, e ad ogni revisione si rafforza la mia ammirazione per quest'Opera e per gli spunti di riflessione, esistenziali e politici (espliciti e nascosti), presenti. Un Capolavoro per me: in questo periodo sto leggendo anche il romanzo da cui il Film è tratto e, tolte le inevitabili differenze dovute al cambio di ambientazione (dall'England vittoriana alla Korea occupata dalle forze giapponesi), pare abbastanza fedele.
Con Park Chan-wook, Florence Pugh, Gennady Fleyscher, Clare Holman, Daniel Litman
Tag Poliziesco, Storia corale, Crimini, Intrighi, Gran Bretagna, Anni duemiladieci
THE LITTLE DRUMMER GIRL
Nel 2018 Park Chan-wook firma la regia della miniserie "The Little Drummer Girl". Tratta dall'omonimo romanzo di John le Carré (che appare in un cameo e, come il Regista e altre persone, svolge anche il ruolo di produttore esecutivo), l'opera, chemette in scena un intreccio spionistico il cui perno è il conflitto israelo-palestiniano, viene accolta bene dalla critica. Vista interamente nel giorno del compleanno di Park Chan-wook: inizialmente sembra che la morale sia sicuramente filo-israeliana, con qualche legger(issim)a simpatia per le sorti palestinesi, ma più si va avanti e più (come accadeva nel Capolavoro di Spielberg "Munich") il confine tra 'giusto' e 'sbagliato' si confonde, mettendo in luce gli orrori subiti dal popolo palestinese, i metodi spregiudicati del Mossad, anche il ruolo apparentemente 'indifferente' ma fortemente colpevole del paternalista mondo occidentale (UK in primis), il tutto legandosi a tematiche esistenziali molto vicine alla Poetica del Cineasta come l'identità e la sua ardua ricerca, i rapporti tra generi diversi, la finzione (qui legata alla Recitazione) e il suo legame con la verità eccetera. Il formato seriale-televisivo annacqua la Forza parkiana (sarebbe interessante provare a costruire un cut più cinematografico) ma come mini-serie per me è ottima e lo Stile dell'Autore di "Oldboy" si fa sentire.
일장춘몽 Nel 2022, prima dell'uscita di 'Decision to Leave', Park Chan-wook torna a dirigere un corto con iPhone (13 stavolta: sicuramente l'intento della multinazionale apple era dimostrare quanto bene filma il loro telefonino): "일장춘몽" aka "Life Is But a Dream". Co-sceneggiato e co-prodotto da Park Chan-wook insieme al fratello Park Chan-kyong (che però qui non co-dirige), sostanzialmente è un divertissement commerciale, ma realizzato con grande stile soprattutto nel festone psichedelico finale. Tutt'altro che imperdibile ma a mio avviso simpatico.
헤어질 결심 A sei anni di distanza da "Ah-ga-ssi" (e con la pandemia di covid nel mezzo), Park Chan-wook torna nel 2022 nelle sale cinematografiche dirigendo, co-sceneggiando e producendo "Heojil kyolshim" (Decision to Leave, la traduzione più corretta sembra che sia 'Decisione di rompere'): candidato alla Palme D'Or a Cannes, il Film fa vincere (nello stesso Festival) il premio per la miglior regia a Park e ottiene un'ottima accoglienza di critica, riuscendo pure a guadagnare bene al botteghino. Visto al cinema con alcuni amici dopo averlo atteso per diversi mesi, subito dopo la visione sentivo il bisogno di metabolizzarlo e rivederlo al più presto ma la seconda 'necessità' non ha avuto modo di concretizzarsi. Contando di riguardarlo nell'immediato futuro, dico intanto che mi è parsa l'ennesima Opera artistica profonda e brillante del grande Autore coreano il quale, ancora una volta, usa i codici del Noir e del Thriller per mettere in piedi una Tragedia romantica ed esistenziale magnifica tanto nelle Immagini quanto nei Suoni, impreziosita da una Coppia protagonista decisamente in parte.
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