Mi sono imbattuto qualche giorno fa nella miniserie (un lungo film di otto ore, in verità) “We are who we are” coproduzione internazionale Sky Atlantic e HBO distribuita due anni fa e diretta da Luca Guadagnino senza sapere praticamente quasi nulla della trama, degli attori, dei credits, approccio con cui mi accingo oramai quasi abitualmente ad ogni visione cinematografica e non.
Con stupore riconosco fin dal primo episodio che è Chioggia il luogo nel quale Fraser, un quattordicenne americano, si trasferisce con le due madri da New York in una base militare americana nel suolo italiano. Entrambe sono in servizio nell’esercito, e una delle due è il nuovo comandante. All’aeroporto di Venezia trovano ad accompagnarli Jennifer, la moglie di un colonnello: Fraser legherà con sua figlia Caitlin e conoscerà il suo gruppo eterogeneo di amici, statunitensi ma anche locali (che parlano un dialetto veneto ma non chioggiotto). Ma scoprirà anche i primi impulsi per un giovane e attraente militare (etero?).
La serie dista con tutta evidenza anni luce da quanto è (fu?) il teen-drama di produzione americana (proprio niente a che vedere con le produzioni WB e CW alla “Gossip Girl” e neanche quelle 2.0 alla “Riverdale” per capirci) e meno che meno con quella italiana (Ludovico Bessegato di “Skam Italia” o “Prisma”, estroso nello stile e credibile nei dialoghi è infatti anche cultore delle prassi del genere). Qui Guadagnino si prende i tempi più liberi per muovere e far conoscere i suoi personaggi (soprattutto i due protagonisti: col senno di poi si scoprirà che per alcuni dei comprimari rimane davvero poco spazio). Segue il ritmo dei suoi adolescenti, accelera nella rabbia verso i genitori, nel desiderio di vedere luoghi e posti nuovi, di soddisfare le pulsioni sessuali (è il trionfo della fluidità, of course), e rallenta quando li vediamo riposare in una barca sulla laguna o delusi da obiettivi impossibili. Le scelte di regia sono spesso inusuali, trama e sceneggiatura sono poco strutturate (quasi impercettibili, scelta rischiosissima a livello commerciale, e infatti poco premiata dal pubblico), la fotografia è sensuale, la colonna sonora imprevedibile.
Chioggia, dunque. Un pittoresco borgo marinaro nella laguna di Venezia. Città nel sud della regione Veneto mediamente lontana dai grossi capoluoghi di provincia, luogo ideale per esprimere isolamento. E qui viene ricostruita la fittizia caserma Pialati, base militare che è già di per sé mondo a se stante, un non-luogo in grado di generare un forte senso di straniamento proprio secondo le intenzioni degli sceneggiatori.
E dalla caserma i protagonisti si muovono verso il mare (Isola Verde e Sottomarina di Chioggia), piuttosto che nel centro storico della città. Qui viene ambientato quello che secondo me è il migliore episodio della serie, il secondo, durante una rivisitazione storica tradizionale che è quella del Palio della Marciliana, e dove è possibile vedere tutti i luoghi della città adornata a festa, dal Corso del Popolo alle calli, al Ponte Vigo, al Ponte di Sant’Andrea.
C’è anche la trasferta, che è a Jesolo (non a caso la località balneare più trendy del litorale) dove i protagonisti raggiungono una villa temporaneamente non abitata al fine di organizzare una festa trasgressiva.
E’ un po’ curioso riconoscere i propri luoghi come protagonisti di una serie o di un’opera, sicuramente genera interesse capire come ne avviene la messa in scena, quanto incidono nella storia, ma anche semplicemente se sono tele(cine)genici piuttosto che riconoscibili. Vi è capitato? Naturalmente è una playlist aperta.
Luca Guadagnino sceglie Chioggia quale luogo non-luogo dove viene ricostruita una base militare americana nella quale si trasferiscono da New York i protagonisti della serie.
Con Caterina Murino, Cosimo Fusco, Ingrid García Jonsson, Silvia Alonso, Nico Romero
Alex De La Iglesia ambienta a Chioggia parte delle scene di interni nello storico palazzo Mascheroni-Lisatti (ma non solo, nel trailer è visibile Riva Vena) nel suo ultimo thriller-horror
Con Monica Guerritore, Lorenzo Lena, Gianfranco Manfredi
In streaming su Amazon Prime Video
Totalmente ambientata nella cittadina lagunare una delle opere cult anni 80 del padovano Salvatore Samperi. Il sedicenne Emilio (il bellissimo Lorenzo Lena) abita lì in una dimora storica da solo con la governante fino all’arrivo della sorella.
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