2001. Odissea nello spazio
- Fantascienza
- Gran Bretagna
- durata 141'
Titolo originale 2001: A Space Odyssey
Regia di Stanley Kubrick
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter
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Avviciniamoci dunque a questa soglia, l'orizzonte. Cosa succede sull'orizzonte di un grande buco nero, al di là della materia che vortica in maniera così violenta e diviene così incandescente da essere visibile a una griglia di aste di ferro [la Giostra di Jansky; Ndr] a trentamila anni luce di distanza?
Ci sono voluti decenni per comprendere cosa succede sull'orizzonte. Einstein non è l'unico a non averci capito nulla. Fisici e astrofisici sono rimasti confusi a lungo. Solo nella seconda metà del secolo scorso si è cominciato a comprendere gli orizzonti. Ancora oggi ci sono diversi colleghi che si confondono.
Andiamo dunque a vedere.
In uno scritto intitolato "il Sogno", Keplero, il primo a capire come girano i pianeti intorno al sole, racconta che sua madre lo portava a spasso per il sistema solare volando a cavallo di una scopa, per fargli vedere sole e pianeti da vicino.
La madre di Keplero è stata processata per stregoneria. Ma nel caso vi chiedeste se fosse stata davvero una strega: al processo, difesa dal figlio, è stata assolta.
Keplero voleva andare a vedere. Andare a vedere, questo è la scienza. Andare a curiosare dove non siamo mai stati. Usando matematica, intuito, logica, immaginazione, ragionevolezza. In giro per il sistema solare, nel cuore degli atomi, dentro cellule viventi, nelle convoluzioni dei neuroni del nostro cervello, oltre l'orizzonte dei buchi neri... Andare a vedere con gli occhi della mente.
* * *
Sulla terra, chiamiamo «orizzonte» la linea lontana oltre la quale non vediamo più. Se però saliamo su una nave e navighiamo verso quella linea, la possiamo attraversare: possiamo andare oltre l'orizzonte. Attraversandola non succede nulla di particolare. Svaniamo dalla vista di chi ci guarda dalla costa, senza che questo comporti alcuno speciale accadimento sulla nave (una festa, in alcune tradizioni marinare).
Questo è vero anche per l'orizzonte di un buco nero. Viaggiando su un'astronave possiamo avvicinarci all'orizzonte quanto vogliamo. Raggiungerlo. Attraversarlo. Non ci succede nulla di particolare. I nostri orologi ticchettano al loro ritmo normale, le distanze intorno a noi continuano a essere normali.
Quello che succede quando entriamo dentro l'orizzonte del buco nero è che da lontano i nostri amici non ci vedono più. Siamo oltre l'orizzonte. Come per la nave svanita oltre l'orizzonte sul mare. Se dopo aver attraversato l'orizzonte del buco nero proviamo a mandare un raggio di luce all'indietro, verso l'esterno, per farci vedere, il raggio di luce non esce. È impigliato all'interno del guscio dell'orizzonte. Non raggiunge più i nostri amici lontani. All'interno dell'orizzonte la forza di attrazione della gravità è così forte che ricaccia in dentro perfino la luce.
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