• Quaglia (Coturnix coturnix).
Qui viene di primavera la quaglia, occupa i campi e i prati, ma più al piano che al monte, e vi colloca il nido. Nell'autunno rivola a climi più temperati.
Le vaste pianure di Colico, giustamente famose per cacce e uccellagioni, abbondano di quaglie, e talvolta in un sol giorno può uccidere venti e più un buon cacciatore. Ma le quaglie quivi una volta più abbondanti sono da alcuni anni molto diminuite per la vergognosa caccia che loro si fa nei tempi del nido colle cantajuole, col quagliere e con una rete, che per altro si usa con maraviglioso diletto, conosciuta col nome di Copri-erba.
[...] Colico è una immensa uccellaia, e lungo l'anno e più di autunno vi concorrono, sto per dire, da tutte le parti del mondo gli abitatori dell'aria dal più piccolo uccellinuzzo al voluminoso pellicano. A ciò maravigliosamente contribuisce, con esempio forse unico nelle Alpi italiane, la qualità del terreno, che oltre all'essere esteso e feracissimo, si spiega in lame e paludi, o in campi coltivati, praterie e boschi; e oltre ciò la positura geografica dello stesso terreno che cade appunto dove si rannodano in un solo centro i tre grandi avvallamenti del Lario, dell'Adda, e della Mera che propinquo a Chiavenna riceve dalla Spluga il Liro, altro insigne avvallamento. Il Lario in due rami spartito mette al fertil piano della Lombardia, e gli altri avvallamenti finiscono ai più elevati gioghi delle Alpi Retiche. Il settentrione per più strade si unisce per tal modo al mezzodi dell'Europa, e Colico è il centro della unione.
Le paludi diseccate dai benemeriti Sacco e Rousselin, l'abassamento del lago pei lavori sotto a Lecco, e il taglio che si farà dell'Adda presso al forte di Fuentes, ponno del resto slontanare da Colico molti degli uccelli di stazione. Noi di ciò non dobbiamo dolerci, perché viene migliorato il clima e la coltivazione dei campi. Fu dei nostri tempi asciugato nella Valcuvia uno sterminato paludaccio, detto il Carreggio, e già popolatissimo di trampolieri di uccelli di e acqua, la qual cosa non si era potuto ottenere ai tempi feudali o delle cacce riservate; e adesso, oltre a non esservi attuose come pel passato le febbri, vi si raccoglie negli anni buoni tanta quantità di grano turco, che basta a tre dei vicini villaggi.
Intorno al 1600 era feconda di fiere e di uccelli la pianura che giace tra mezzodi e ponente della città di Como. "Tutto questo paese", scrive Roberto Rasca, "è ornato di ameni colli, apriche spiagge, pianure grandi, di selve, boschi, fiumicelli, d'animali selvaggi, come lepri, cavrioli, cervi e uccelli d'ogni sorta." [...] Scomparvero i caprioli e i cervi, e scarso vi è l'uccellame. Narra il Giovio, che all'età sua, cioè verso il 1500, i monti di Palanzo, Lemna e Molina albergavano armenti di cervi. Leggiamo le parole di lui: - Per quos (i detti monti) pastoribus sæpissime agmina cervorum occurrunt. [...] Ora di cervi il territorio comasco non può mostrare che quelli che il marchese Carcano alimenta nel dovizioso parco di Anzano.
• Germano Reale (Anas platyrhynchos).
Arriva a stuoli numerosi sul fine di autunno, e non è raro vedere lunghi tratti dei nostri laghi popolati da lei. È il tipo dell'Anatra comune e di tutte le sue varietà. Nidifica nelle tre Pievi. L'inverno del 1825 sarà sempre memorabile negli annali della caccia. Un'immensa turba di anatre si affollò sui piani di Colico, e alcune, probabilmente logorate dal digiuno, si lasciarono prendere dal bracco anziché spiegare il volo. L'unico mezzo di cacciarle è l'archibugio. Si tentarono le reti e l'amo, ma con infelice riuscita.
Aveva nell'Almanacco già stampato queste parole quando il sig. don M. Taroni mi scrisse in data 19 gennaio 1845 che nel presente inverno si è tentata con buon esito la caccia del Germano reale mediante le reti denominate Altane, le quali servono alla pesca della Trota. "Queste reti", prosegue egli, "per la prima volta nello scorso dicembre furono poste dai pescatori di Gera orizzontalmente sopra i canneti delle paludi di Colico, del piano di Spagna e del lago di Mezzola ove vanno a posarsi le Anatre in cerca di cibo. In questa stagione sono da noi numerosissime, e colle Altane se ne pigliarono fino a due dozzine in una sola volta. Eccovi gli effetti del secolo del Progresso anche per la caccia..."
[Recensione.]
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