Libr(iccin)i A(ni)mati - 56: “Coleotteri Rossi (e altri Insetti dello stesso Colore) - Diario Entomologico” di Tommaso Lisa (2021) - Fra Entomologia ed Etimologia.
"Il mio diario inizia in un museo, con l'ecfrasi di un quadro."
Giovanna Garzoni (Ascoli Piceno, 1600 - Roma, 1670) - "Natura Morta con Piatto di Fichi, Gelsomini e Pere (e Insetto)" [1652 ca. (1642 ca. - 1660 ca.)] - Palazzo Pitti (Piano Nobile: Galleria Palatina e Appartamenti Reali e Imperiali) - Cliccare sull'immagine per ingrandirla.
Tutto il bene possibile a proposito della poetica scientifica di Tommaso Lisa l’avevo già espresso scrivendo di “Memorie dal Sottobosco (un Coleottero dei Funghi)”: quelle notazioni sono da considerarsi qui ribadite per questo coevo (2021) e parimenti - anzi ancor più - piccolo “Coleotteri Rossi e altri Insetti dello stesso Colore - Diario Entomologico”.
Lo spunto di partenza per questo diario entomologico da campo e poi da semi-lockdown (in barba alle restrizioni), redatto a partire dal 12 ottobre 2019, ma il cui corpo principale si sviluppa dal 10 febbraio al 1° luglio del 2020, è ovviamente totalmente arbitrario e “anti”-scientifico [sarebbe come decidere di organizzare una playlist composta da film che contengano una pallette monocromatica (casi rari ed estremi) o un pattern ricorrente incentrati sul colore rosso: che assurdità!], ma a parte questa premessa un po’ naif, il resto dell’agile e però denso volumetto è composto, come sempre, da un profluvio appassionante di osservazioni tassonomico-filosofiche, sistematico-naturalistiche e biologico-umanistiche di pregevole stimolo intellettivo.
Nella bibliografia vengono citati, in ordine alfabetico, i nomi immancabili, tra i quali Marco Belpoliti, Jorge Luis Borges, Roger Caillois, Piero Calamandrei, Giorgio Celli, Gerald Durrell, Jean-Henri Fabre, Ernst Jünger, Primo Levi, Osip Mandel'štam, Vladimir Nabokov, Fredrik Sjöberg, Mario Sturani, Wendy Williams… Oltre a Carlo Linneo.
Degli esemplari affrontati e descritti (fra i quali, in ordine sparso, Pyrrhidium sanguineum, Pyrochroa serraticornis, Pyrrhocoris apterus, Lygaeus equestris, Graphosoma lineatum italicum, Rhynocoris iracundus, Morimus asper, Stictoleptura cordigera e rubra, Stenurella bifasciata e melanura, Ragonycha fulva, Cryptocephalus sp., Lilioceris lilii, Chrysomela populi (ma non la rossia che, a dispetto del nome, è nera con due fasce rosse ai lati e alla base delle elitre), Trichodes apiarius, Luciola lusitanica, Oedipoda germanica, Lycaena phlaeas, tityrus e dispar, Catocala sp., Euplagia quadripunctaria, Zygaena purpuralis e filipendulae, Crocothemis erythraea, Sympetrum sanguineum, eccetera eccetera, e una Citroen C3 Picasso rossa) gl’invidio la Lycaena virgaureae, il Cucujus cinnaberinus e soprattutto il Purpuricenus Kaehleri, che ad oggi non ho, mai, incontrato.
Le splendide illustrazioni interne e di copertina sono di Sabrina Luoni. In controcopertina è presente una tabella dei rossi a cura di Luca Massenzio Palermo.
Questa play-list(a), composta da 42 titoli, non conterrà Schindler’s List, Dario Argento, NWR, Luca Guadagnino, American Beauty, le Fabuleux Destin d'Amélie Poulain, Matrix…
Colophon. Tommaso Lisa - "Coleotteri Rossi e altri Insetti dello stesso Colore - Diario Entomologico" - Edizioni Danaus, Palermo, 2020 [112 pagg. (e 2 o 3 refusi di troppo), 15.00 €]. * * * ¾
Con Anne Wiazemsky, François Lafarge, Philippe Asselin
04 Marzo.
Non è forse corretto parlare di fatica, in termini antropomorfi, ma questa crisalide indubbiamente compie sforzi fisici utili al suo accrescimento. Chissà se i tentativi di uscire dalla forma in cui è costretta, divincolandosi, le procurino qualche piacere o piuttosto qualcosa di simile al dolore. Dopo un anno trascorso a rodere legna sotto la corteccia s’è trasformata nella pupa color del miele che ho sotto gli occhi. Farà mostra di sé, fiammante, nell’arco breve di qualche giorno, la forma stabile dell’insetto adulto, adatta all’accoppiamento ed infine alla morte.
Sono giorni di timore per il diffondersi della pandemia di Covid ma anche di trepidante attesa entomologica. Il freddo dell’inverno sta cedendo il passo ai tepori primaverili…
La pandemia di Covid è una conseguenza indiretta della deforestazione, dell’inquinamento da CO2, degli allevamenti intensivi e della spoliazione del territorio. Giungono quotidianamente notizie di milioni di ettari di foreste arse, di alberi diventati tizzoni incandescenti e infine cenere e fumo. Incendi alimentati dalla siccità e dalle temperature superiori alla media. Le immagini usate dai giornalisti per raffigurare queste catastrofi somigliano a ex voto caricaturali: nidi carbonizzati, carcasse spolpate, volpi e lepri incenerite, agghiaccianti come calchi pompeiani. I ghiacci artici e i ghiacciai alpini si stanno sciogliendo, come pure il permafrost, col rischio che si liberino dalle profondità degli oceani o dal sottosuolo della tundra ingenti quantità di metano da antichi giacimenti. Il surriscaldamento globale diventa un processo irreversibile. L’allarme rosso della pandemia è forse solo un avvertimento di una catastrofe di dimensioni più grandi. Queste pagine sono forse un modo per esorcizzarla.
Grazie alla quarantena ho tempo per documentarmi e fare ricerca, approfondendo ciò che più mi interessa, libero dai vincoli della necessità. Soddisfare la curiosità è il più alto valore dell’esistenza.
Tutto, prima o poi (anche questa scrittura), muore e ritorna nel circolo della vita. Polvere come concime per nuova esistenza. Se ricordassi tutto, lo so, se l’oblio non distruggesse le forme, non mi muoverei neanche di un passo… È indubbio che, scrivendo, mi muova in una direzione, per opporre in qualche modo resistenza, per dilazionare nel tempo lo sfacelo, così come i corpi essiccati dei coleotteri stanno nella teca entomologica nella quale li ho riposti dopo averli preparati stesi con gli spilli.
Veniva in passato definita una “malattia del doloroso bramare”, inconsolabile desiderio di prossimità verso una forma, un colore, un profumo. Una traccia. Perciò, per lenire tale dolorosa angoscia, cerco delle pratiche per convivere con questi insetti, allevandoli, tenendoli nei terrari. Non li vedo certo per la prima volta! Non è la meraviglia della scoperta, è l'opposto dell'emozione del neofita. Piuttosto è come assistere al ritorno di un amico dopo una separazione, l'incontro a seguito d'una lunga assenza. Qualcosa di simile a un dantesco, struggente “esilio purgatoriale”. La folgorazione della scoperta appartiene alla lontana infanzia. Ma già allora avevo la sensazione di ricordare, non di scoprire. Si manifestava anche allora non un disvelamento, bensì una reminiscenza. […] Adesso quella sensazione è amplificata, elevata al quadrato, messa in abisso.
Con Bert Svenhujsen, Jacques Bonnaffé, Barbara M. Messner, Germain Pengel, Yannick Pengel
05 Maggio.
Alla stessa maniera della tela di ragno e degli alveari, mi domando in quale maniera le istruzioni di montaggio di queste microstrutture, culle a forma di sigaro, vengano trasmesse di generazione in generazione e come si siano evolute, in base a quali stimoli del contesto. Se sia il contesto a determinare il comportamento, oppure (e in che misura) la genetica a trasmettere le competenze elementari per realizzare tali piccole imprese. Riformulo la domanda in maniera ostinata più volte dentro di me, sapendo che è destinata a non avere una risposta attendibile.
L’istinto ancestrale di cacciatore-raccoglitore mi ha spinto a riempire un barattolo di cetonie, selezionando accuratamente solo quelle di colore rosso bronzato che ho incontrato sul ligustrino e i fiori di sambuco durante la passeggiata giornaliera. Che senso ha tenerle, adesso, col loro cupo ronzare nel vetro, accalcate una sull’altra? →
→ La soddisfazione è stata nel cercarle, nello sceglierle e nel coglierle come ciliegie. Ma dato che non posso mangiarmele, svito il coperchio e… liberi tutti.
Con Jirí Lábus, Jan Budar, Kamila Magálová, Jaromír Dulava, Ivana Uhlírová
13 Giugno.
Ecco le mie “cacce entomologiche”! Ma in quell’istante di repleto idillio, lungi da ogni speculazione, all'ombra d'una quercia, disteso sul prato, un intenso profumo di tannino si sprigionava dalla legna sotto il sole. Gustando un calice di vino rosso Amarone mi sono specchiato nella loro chioma riccia, così simile alla mia, e li ho osservati aprire e chiudere le elitre, in preda entrambi - io e loro - ad un sottile sconforto, l'ansia preventiva della catastrofe: la loro, nella legna da ardere, la nostra come società. La mia infine, come individuo. →
Con Mackenzie Davis, Himesh Patel, Matilda Lawler, David Wilmot, Nabhaan Rizwan
Tag Fantascienza, Storia corale, Distopia, Lotta per la sopravvivenza, Mondo, Futuro
→ Et in arcadia ego... Non v'è dubbio che in tempi relativamente brevi ogni cosa si ridurrà in cenere, a partire da questo stesso ricordo. Ho scoperto che per tale condizione esiste una parola, “solastalgia”, la nostalgia del conforto. È un termine recente - coniato nel 2013 dal filosofo australiano Glenn Albrecht - usato nell'ambito della psicologia per descrive il malessere che c'accompagna quando l'ambiente vitale è stato violato, distrutto. I cambiamenti umani accelerano su scala esponenziale: siamo in mezzo - o alla fine, o entrambe - di una pandemia, uno di quegli eventi che innescano processi di trasformazione non sempre immediatamente percepibili.
Tag Commedia, Storia corale, Vita vissuta, Famiglia, Grecia, Anni '30
22 Giugno.
Una calda estate di molti anni fa, sull'isola greca di Corfù, laddove il naturalista Gerald Durrell trascorse la sua infanzia assieme alla bizzarra famiglia, fui testimone dello scoppio di un grande incendio che devastò buona parte del territorio. […] →
→ Ricordo con strazio un uliveto rosso di fiamme, giacché il fuoco sospinto dal vento era sceso assai rapidamente dal crinale della collina giù fino alla costa, mangiandosi tutto, come il Nulla de La Storia Infinita. →
→ Era un focolaio di vaste proporzioni. Lasciammo l'albergo, dove le maniglie delle porte scottavano al tatto per l'alta temperatura, scapicollandoci fuori più in fretta possibile, scortati dai pompieri. Vidi la scena riflessa nello specchietto retrovisore, mentre stavamo filando a gran velocità. Un asino era rimasto legato a un olivo, mentre tutt’intorno era già rosso e arancio in turbini di spicole. La pianta avvampò in un istante con uno schiocco così forte da sovrastare il raglio.
Titolo originale Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom
Regia di Kim Ki-duk
Con Oh Yeong-su, Kim Ki-duk, Kim Young-min, Seo Jae-kyeong
In streaming su CG Collection Amazon channel
25 Giugno.
“...morte: sì, cara…”
Ho nostalgia.
Rimarrei qui anche sotto la pioggia, anche di notte, come un tronco contorto d’ulivo o un sasso di galestro, aspettando l’estate, l’autunno, l’inverno e poi di nuovo la primavera.
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