Libr(iccin)i A(ni)mati - 55: “Nine Last Days on Planet Earth” di Daryl Gregory (2018) – La Vita, ovvero: Tempus Fugit, Accelerando (l’Oceano - o lo Stagno - dei Giorni).
Daryl Gregory, classe 1965, autore di romanzi - tra i quali “Pandemonium”, “the Devil’s Alphabet”, “AfterParty”, “We Are All Completely Fine”, “SpoonBenders” e “Revelator” - e racconti - tra i quali “Second Person, Present Tense”, il meraviglioso “Damascus” e “Glass” - narra con questa breve opera incentrata s’un’invasione (?) aliena vegetale e lenta, un’avanscoperta inseminatrice atta a terra… o, meglio, a xeno… formare il Pale Blue Dot terzo in orbita attorno a Sol, periodo di tempo lungo il quale si srotola parallela ed intrecciata ad esso la vita di LT, da bambino e figlio a bisnonno, passando per i ruoli di marito, padre, ricercatore e divulgatore scientifico e Segretario del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America, della Vita intesa come una Successione di Fibonacci: le esperienze fondamentali sono concentrate nell'infanzia formativa, per poi diradarsi via via, man mano e passo passo sempre più (difficilmente, quindi, potrebbe esserci un "decimo" giorno: il salto temporale verso il futuro sarebbe troppo grande per la vita di un essere umano).
1975. Panspermia d’avanscoperta.
1976. L’uomo-felce (Slow-Mo) in vaso.
1978. Nuvole di sterpi e rotolacampo, schiena nuda, scapole in evidenza.
1981. Code di drago.
1986. Uccelli Giardinieri della Papua Nuova Guinea e assenza di impollinatori.
1994. Figlia (padre).
2007. Padre (figlio).
2028. “Abbiamo un Mangiatore!”
2062. Luce radente.
Lo schema (e l’evidente significato ch’esprime) è palese: tra un evento importante e l’altro passa prima un anno, poi due, poi tre, poi cinque, poi otto, poi tredici, poi ventuno, e poi trentaquattro. (E in mezzo a questa sequenza progressiva ce n’è un’altra, che si ripete identica: uno, due, tre, cinque, otto, tredici.) Tempus fugit, accelerando.
Colophon. Daryl Gregory - “Nine Last Days on Planet Earth” - 2020 - Tor.com [“Nove Ultimi Giorni sul Pianeta Terra”, Edizioni Zona 42, Modena (collana 42 Nodi), 2020 - traduzione di Stefano Ternavasio, 80 pagg. (tre refusi sono un po’ troppi), 9.90 €, brossura cucita a filo refe con copertina a quattro ante].
Pensò di parlare con loro. Avrebbe potuto spiegare loro delle cose. Per esempio che la velocità del gioco era un caso; all'inizio gli alieni scendevano piano, poi diventavano sempre più veloci man mano che venivano eliminati, non perché fosse stato programmato a quel modo, ma perché con il diminuire del carico il processore poteva soltanto accelerare. Spiegare cose era l'unico modo per fare chiacchiere che conoscesse. Le altre forme di conversazione erano un mistero.
Aveva vissuto l'adolescenza nella paura dell'ira di suo padre. Il potere, aveva imparato, non si otteneva sfogando la rabbia, ma dimostrando di riuscire a contenerla a stento. Per vincere dovevi esigere terrore, costringendo i tuoi cari ad aspettare in un silenzio tanto lungo che avrebbero desiderato l'esplosione.
Il tempo stesso era diventato diverso. Guardò Christina tra le braccia di Doran e pensò: Ti conoscerò per il resto della mia vita. Il futuro si era spalancato, la sua vita da una settimana alla volta d'improvviso si estendeva per decenni. Se la immaginava al primo giorno di scuola, al ballo di fine anno, al suo matrimonio. Vide un barlume di lei che teneva in braccio un bambino minuscolo come era lei in quel momento.
Anche suo padre si era sentito così, quando lui era nato?
Tempo geologico, tempo vegetale, tempo animale... e dentro a quello, un'altra ruota ancora, più piccola, che gira veloce. iI corpo di suo padre era diventato un contenitore di cellule che vivevano e si replicavano e mutavano a rapidità spaventosa.
Tramite un processo simil-Lamarckiano, i figli di LT, e i figli dei suoi figli, avevano ereditato la sua tendenza più irritante. Nel giorno del Ringraziamento non facevano il giro del tavolo elencando le cose per cui erano grati, bensì prendevano i turni per spiegare cose gli uni agli altri.
Niente rendeva LT più felice. Era tutto ciò che voleva al mondo: essere circondato dalla sua famiglia, che parlava e parlava.
Com'era successo? Com'era arrivato così lontano da casa? Voleva rifare tutto da capo. Voleva la spalla di Doran accanto a sé, e una minuscola Christina tra le braccia. Voleva Carlos sulle sue spalle allo zoo nazionale. Tutto quanto, tutto quanto un'altra volta.
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