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2023

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Playlist film (aperta ai contributi)

Michael Clayton

  • Thriller
  • USA
  • durata 119'

Titolo originale Michael Clayton

Regia di Tony Gilroy

Con George Clooney, Tilda Swinton, Tom Wilkinson, Sydney Pollack, Michael O'Keefe

Michael Clayton

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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Ok, dimenticabile

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Passengers

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 116'

Titolo originale Passengers

Regia di Morten Tyldum

Con Jennifer Lawrence, Chris Pratt, Michael Sheen, Laurence Fishburne, Inder Kumar

Passengers

In streaming su Now TV

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Animali notturni

  • Drammatico
  • USA
  • durata 120'

Titolo originale Nocturnal Animals

Regia di Tom Ford

Con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Armie Hammer, Isla Fisher

Animali notturni

In streaming su Netflix

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Picnic ad Hanging Rock

  • Drammatico
  • Australia
  • durata 113'

Titolo originale Picnic at Hanging Rock

Regia di Peter Weir

Con Rachel Roberts, Vivian Gray, Helen Morse, Jacki Weaver, Anne Lambert, Dominic Guard

Picnic ad Hanging Rock

In streaming su Timvision

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Dogtooth

  • Drammatico
  • Grecia
  • durata 94'

Titolo originale Kynodontas

Regia di Yorgos Lanthimos

Con Anna Kalaitzidou, Aggeliki Papoulia, Hristos Passalis, Christos Stergioglou, Mary Tsoni

Dogtooth

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 vedi tutti

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Zombie contro zombie

  • Commedia
  • Giappone
  • durata 96'

Titolo originale Kamera o tomeru na!

Regia di Shin'ichirô Ueda

Con Yuzuki Akiyama, Takuya Fujimura, Ayana Gôda, Takayuki Hamatsu, Manabu Hosoi

Zombie contro zombie

In streaming su Amazon Prime Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Lo chiamavano Trinità...

  • Western
  • Italia
  • durata 117'

Regia di E. B. Clucher (Enzo Barboni)

Con Terence Hill, Bud Spencer, Gisela Hahn, Steffen Zacharias, Dan Sturkie, Farley Granger

Lo chiamavano Trinità...

In streaming su Plex

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

The Lighthouse

  • Drammatico
  • Canada
  • durata 110'

Titolo originale The Lighthouse

Regia di Robert Eggers

Con Willem Dafoe, Robert Pattinson, Valeriia Karaman

The Lighthouse

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Ace Ventura, l'acchiappanimali

  • Comico
  • USA
  • durata 93'

Titolo originale Ace Ventura: Pet Detective

Regia di Tom Shaydac

Con Jim Carrey, Courteney Cox, Sean Young, Dan Marino

Ace Ventura, l'acchiappanimali

In streaming su Amazon Prime Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Yes Man

  • Commedia
  • USA, Australia
  • durata 104'

Titolo originale Yes Man

Regia di Peyton Reed

Con Zooey Deschanel, Jim Carrey, Sasha Alexander, Danny Masterson, Bradley Cooper

Yes Man

IN TV Sky Cinema Comedy

canale 309 altre VISIONI

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Burning - L'amore brucia

  • Drammatico
  • Corea del Sud
  • durata 148'

Titolo originale Beoning

Regia di Chang-dong Lee

Con Ah-in Yoo, Jong-seo Jeon, Steven Yeun

Burning - L'amore brucia

In streaming su Amazon Prime Video

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mi sono imbattuto in Barn Burning, una storia breve di Haruki Murakami. Tutti sono rimasti sorpresi dalla mia scelta: la storia sembra misteriosa ma non succede in realtà nulla. Ho trovato però qualcosa di molto cinematografico in quell'atmosfera di misteriosità: il piccolo mistero del racconto poteva essere estero a misteri più grandi da un punto di vista cinematografico. I vuoti (i pezzi mancanti dei quali non sapremo mai la verità) del racconto alludono al mondo misterioso in cui viviamo, al mondo di cui percepiamo che c'è qualcosa che non va ma in cui non possiamo muovere un dito per capire cosa sia.

Giovani d’oggi … Incapaci di identificare il vero bersaglio verso cui dirigere la loro rabbia, si sentono impotenti. Nonostante il mondo sembri diventato sempre più sofisticato e adatto, un posto all'apparenza perfettamente funzionante, per molti giovani è come se fosse un grande puzzle da risolvere di fronte a cui sentirsi inutili, impotenti. O svogliati, come il protagonista della storia di Murakami, il cui interesse viene risvegliato solo dal mistero.

La serra come oggetto fornisce un'immagine che va ben oltre il suo stesso significato. Ha una forma fisica ma è trasparente e non ha nulla dentro. Una volta serviva a uno scopo preciso ma è oramai divenuta inutile.

Ci sono altre cose che nel mio film trascendono come la serra: la pantomima, il gatto e anche Ben. Chi è Ben? E il gatto è reale? La storia di Haemi è vera? Ciò che non si vede non esiste? A differenza dei testi scritti, i film trasmettono immagini visive … volevo mostrare quale misticismo sta alla base del cinema inteso come medium.

 

peppe comune:

... in “Burning” emerge la capacità propria dell’arte cinematografica di poter parlare attraverso il non visto, di dare una patria legittima a quella forma particolare di fantasia che sa farsi interpretazione concreta ed estatica insieme della realtà. Lo stesso autore coreano dice che “con Burning volevo mostrare quale misticismo sta alla base del cinema inteso come medium”. Ovvero, ci mette di fronte a quel confine prodotto dal fare cinema tra ciò che è vero e ciò che non lo è, tra la rappresentazione di ambienti reali e la realtà di caratteri costruiti ad hoc. Inducendo a riflettere su come non sia indispensabile qualificare univocamente quel confine seguendo le pratiche del visibile, ma definirlo in base al grado di partecipazione cognitiva che sa suscitare in chi guarda.

... Hae-mi e Jon-su seduti al tavolo di un locale ... finge di sbucciare e mangiare un’arancia ... il punto non è “immaginare che l’arancia sia qui, ma dimenticare che l’arancia non ci sia”. Ecco, il film sembra essere percorso da una domanda fondamentale suggeritaci dallo stesso Chang-dong Lee : solo ciò che non si vede non esiste ? E la risposta è insita nel modo in cui l’autore coreano gioca abilmente con quell’illusine cinematografica capace comunque di fornire ad ognuno delle interpretazioni veritiere sullo stato delle cose. ... ci si affida all’immaginazione sul reale nel mentre si vive il rapporto con la realtà. ... attraverso le immagini visive prodotte dal cinema, il pubblico “prende le illusioni vuote e attribuisce loro un significato e un proprio concetto”.  

“Burning” è un film dalla natura sfuggente, intriso di mistero, che vive di cose che non si sa se esistono o se sono esistite per davvero (il gatto di Hae-mi, il pozzo della casa d’infanzia della ragazza, lo stesso talento letterario di Jon-su), di fatti che non è dato capire se sono realmente accaduti o meno (le scorribande piromani di Ben, le storie fantasiose di Hae-mi). 

 

Kurtisonic:

Hae-mi nel primo incontro con Jong-su mima il gesto di sbucciare un mandarino e di mangiarselo, dirà di esercitarsi a farlo ogni giorno, sostenendo che la credibilità e la riuscita di quell'atto non è tanto quello di saperlo fare in modo veritiero, ma che deriva dalla capacità di non pensare che in mano non sta tenendo niente. Lee Chang Dong in realtà sta tracciando il percorso creativo del ragazzo e lungo il film lo spettatore è portato a chiedersi più volte se quello che sta accadendo sia frutto della mente dello scrittore o sia reale. Attraverso il lavoro mentale di recupero del proprio passato e di esplorazione  del presente, Jong-su indaga sul mistero inafferrabile della vita. 

... una commistione visiva e ossessionante sulla memoria e sulla sua ricostruzione.

Badu D Shinya Lynch:

... un'opera sul mistero, su come costruirlo, generarlo e, per assurdo, su come far sì che esso rimanga in superficie: Burning è un film "superficiale", nel senso che, al di là di ogni accezione negativa, come accennato poc'anzi, il mistero rimane in superficie, poiché intenzionalmente ed apertamente irrisolvibile, senza chiavi di lettura; senza bisogno, quindi, di essere stratificato, nonché di diventare potenzialmente districabile; è là, emerso, palese e non va indagato. Il mistero c'è. Non si sa, addirittura, nemmeno bene per che cosa si generi questo senso del mistero, ma, appunto, c'è, prescindendo ogni tipo di analisi psicoanalitica, nonché qualsivoglia sedimentazione del suddetto.

... Burning risulta essere un film anti-lynchiano, in quanto il mistero risulta insinuato, [l'invisibile diventa per il pubblico un qualcosa di percepito, poiché il pubblico non deve più forzare il suo ruolo spettatoriale cercando disperatamente di immaginare che quella cosa ci sia, quanto, piuttosto, deve definitivamente smettere di pensare che quella cosa, ovvero l'invisibile, non ci sia] piuttosto che insinuante [l'invisibile per lo spettatore diviene un qualcosa di percepibile, poiché esso continua in-definitivamente a sforzarsi ad immaginarlo] come, difatti, accade nei film del regista di Mulholland Drive.

Non solo: è giusto precisare che oltre ad essere un'opera sul mistero, risulta essere anche un lungometraggio sull'assenza, nonché sul mistero come assenza.

 

gaiart:

Jean Baudrillard sottolineava il paradosso cui assistiamo da alcuni decenni ... Tutto diventa arte, “tutto è estetico, niente è più bello né brutto, e l’arte stessa sparisce”.
... Virilio con la sua Estetica della sparizione, perchè tutto conduce all'inesistente.

 

laulilla:

... seconda parte del film nella quale gli elementi perturbanti si susseguono, poiché il racconto procede secondo il punto di vista di Jong-su, che certo non sembra capace di volare oltre le apparenze delle cose, come pare suggerire il regista fin dall’inizio. all'inizio, poi... Il punto di vista, d’altra parte, è fondamentale nella ricerca di ogni verità, come ci dice la moderna fisica dei quanti ...

Malpaso:

Il nostro punto di vista è unicamente quello di Jong-su; non ci è dato sapere la verità, ma soltanto la sua verità. ... Burning è uno sguardo umano, quindi parziale e fallace, sull'ingiustizia e la sopraffazione psicologica, sui sentimenti e la loro corruttibilità.

Badu D Shinya Lynch:

... meta-letteraria un'opera cinematografica: Burning è un film su come raccontare una storia, realizzato da uno scrittore, con protagonista uno scrittore che, probabilmente, si perde nel labirinto dei suoi stessi scritti. Insomma, più che film di fantasmi, in questo caso, si tratta di sceneggiatura di fantasmi.

Narrativa fantasmatica.

 

peppe comune:

Eppure, nell’apparente nulla, e oltre la consistenza narrativa del non visto, accadono cose molto concrete, come l’amore di Jon-su per Hae-mi, la disoccupazione giovanile che fa registrare nella Corea del Sud percentuali altissime, le profonde iniquità sociali, la rabbia delle giovani generazioni che vedono morire sul nascere le loro migliori aspettative. È un grande film anche per questo “Burning”, perché insieme a farsi racconto utilizzando la materia Cinema nella sua maniera più pura, sa gettare uno sguardo acuto sullo sfondo sociale del paese. Come spesso accade col grande cinema coreano. 

Malpaso:

... mettere in scena l'irrapresentabile: la rabbia repressa che sale, pronta ad esplodere nel momento in cui la ragione lascia il posto a sentimenti d'amore e rivalsa.

CineMagic23:

Un mistery che come la pellicola si sviluppa lento, quasi impercettibile, che insinua dubbi, insicurezze e che poi esplode ... 

gaiart:

Incapaci di identificare il vero bersaglio verso cui dirigere la loro rabbia, si sentono impotenti. Nonostante il mondo sembri diventato sempre più sofisticato e adatto, un posto all'apparenza perfettamente funzionante, per molti giovani è come se fosse un grande puzzle da risolvere di fronte a cui sentirsi inutili, impotenti. O svogliati, come il protagonista della storia di Murakami, il cui interesse viene risvegliato solo dal mistero.

 

peppe comune:

Hae-mi ... Esprime una leggerezza di spirito che sembra aspirare alla totale dissolvenza, propria di chi preferisce vivere con discrezione anche gli eventi che gli riguardano direttamente. Per questo sembra essere al centro di un rito cerimoniale celebrato in assenza della sua consapevole adesione emotiva.

laulilla:

... un ascensionale movimento di danza, staccarsi dai bisogni più elementari protendendosi con tutta se stessa verso l’alto, verso il cielo.

 

AndreaVenuti:

... Jong-hu non riesce più a contattare Hae-mi, lui ha paura che la ragazza si trovi in serio pericolo e nella ricerca disperata della giovane si reca, in piena notte, nel bel mezzo di una serra vasta e abbandonata. La tensione è altissima e si taglia letteralmente con il coltello, il tutto poi è sottolineato da lente carrellate laterali unite ad una gestione sontuosa del sonoro, caratterizzato da una musica tambureggiante di matrice tribale (elemento che richiama chiaramente la giovane, la quale si era recata in Africa) mixata a rumori di animali diegetici ed extradiegetici generando un effetto overlapping notevole ed complesso.

... il finale; una resa dei conti secca e brutale distinta incredibilmente da un abbraccio fortemente voluto dal probabile criminale, forse contento di essere stato finalmente scoperto e “capito”.

Nota di merito in riferimento all’uso dell’ellissi e del fuori campo, marchio di fabbrica del regista.

 

16.06.2023 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il tocco del peccato

  • Drammatico
  • Cina
  • durata 135'

Titolo originale Tian zhu ding

Regia di Jia Zhang-ke

Con Wu Jiang, Wang Baoqiang, Zhao Tao, Zhang Jiyai, Luo Lanshan, Li Meng

Il tocco del peccato

In streaming su Amazon Prime Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La casa di Jack

  • Drammatico
  • Danimarca, Francia, Germania, Svezia, Belgio
  • durata 155'

Titolo originale The House That Jack Built

Regia di Lars von Trier

Con Matt Dillon, Bruno Ganz, Uma Thurman, Siobhan Fallon Hogan, Sofie Gråbøl, Riley Keough

La casa di Jack

In streaming su Amazon Prime Video

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alan smithee:

… vorrebbe aver studiato da architetto, più che da ingeniere ("l'architetto compone la musica, l'ingeniere la suona solamente) …

E questa sua pratica efferata dell'omicidio fine a se stesso, ben più che la costruzione della casa perfetta ove trascorrere il resto della propria esistenza, diverrà la via per tendere alla perfezione, rendendo questo suo tremendo impulso-passatempo, come un percorso che tende all'arte, e a produrre l'opera perfetta.

 

… il regista danese in piena forma, efferato più che morboso, scientifico, più che compiaciuto.

… evita le provocazioni facili e ruffiane che, ad esempio, caratterizzano e rendono, per molti, come accattivante, stimolante, irresistibilmente attraente e astutamente studiato per stupire il cinema compiaciuto di Aronowski e delle sue opere concepite per suscitare scalpore e facile presa emotiva, sdegno in svendita ed irritazione a pelle.

 

Mulligan71:

… intersecare con visioni personali, frammenti di suoi vecchi film, quadri, riferimenti religiosi e filosofici, tanto per buttare carne sul fuoco, che con lui non sai mai se è fatto tanto per fare, per disturbare, per confondere o se sono funzionali alla pellicola.

 

mm40:

… una pellicola priva di argomenti, montata ad arte solo per disturbare lo spettatore. Certo che non è così: The house that Jack built è uno spaccato sulla psicologia della banalità del male – e indubbiamente tirare in ballo la Arendt non è fuori luogo per un regista che da sempre ama inserire nazisti, lager e olocausto nei suoi argomenti, sebbene non sempre sia stato capace di dimostrare in maniera inequivocabile la propria presa di distanza critica da tutto ciò. Come nel Regno (1994), d’altronde, von Trier qui ci ricorda l’ineluttabile compresenza di Bene e Male nelle nostre vite, facendo il punto con particolare attenzione sul secondo e solleticando gli istinti mortiferi del pubblico, cercando di farlo simpatizzare per un crudele e gelido (quanto, a tutte le apparenze, normale) serial killer.

 

mck:

… così come il jack (cric, martinetto) a mezzo pantografo, l'attrezzo in metaforica personificazione con cui compie il primo “incidente” perpetrandolo in delitto… non è riparabile ripristinandone le funzioni originarie con una saldatura che mostrerà sempre un punto di rottura irrecuperabilmente soggetto alla minima sollecitazione di una inevitabile tensione di snervamento …

 

Matt Dillon (eccellentemente sfruttato seguendo la china che cerca nell'innocuo il demone, o per lo meno il “disturbante”, una falsariga che di recente è stata percorsa, ad esempio, da Steve Carrel in “FoxCatcher” e Jim Carrey in “Kidding”).

 

luglio '23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Niente da nascondere

  • Drammatico
  • Francia
  • durata 117'

Titolo originale Caché

Regia di Michael Haneke

Con Denis Podalydès, Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Nathalie Richard

Niente da nascondere

In streaming su Amazon Prime Video

vedi tutti

****

 

ed wood:

… il rapporto fra realtà e mezzi di riproduzione della stessa; il rapporto fra Occidente e immigrazione; l'indecifrabilità del reale scaturita dall'impossibilità di decodificarne i segni; l'insormontabile muro che si viene a creare fra due soggetti comunicanti.

 

cheftony: 

Il tema principale è assai ricorrente nel cinema hanekiano: “Caché” è un film sul modo in cui ci interroghiamo sul nostro senso di colpa, su come reagiamo alla consapevolezza di avere qualcuno sulla coscienza e su come queste dinamiche inficino i rapporti personali, familiari e professionali. In particolar modo, il protagonista Georges rifiuta ogni responsabilità, nega, si ritiene vittima di una vendicativa persecuzione e continua a gettare il suo passato sotto il tappeto, senza mai fare davvero i conti con i suoi errori e le sue bestialità, ritenute leggerezze degne di essere dimenticate.

 

“C’è sempre una colpa collettiva che può essere collegata ad una colpa personale.” [Michael Haneke]

 

steno79:

… Haneke sferra un nuovo attacco all’ipocrisia borghese, alle false certezze di cui si nutre una casta di privilegiati che preferisce rimuovere (il titolo originale vuol dire appunto “rimosso”, “nascosto”, “latente”) le discriminazioni e le ingiustizie perpetrate ai danni degli individui più deboli e oppressi; tuttavia, qui il conflitto si pone soprattutto nei confronti degli immigrati, con una spaccatura drammatica che lo rende estremamente attuale ai nostri giorni. Alla fine chi è il colpevole? …

 

laulilla:

Il confronto fra i due svela impietosamente chi è ancora una volta la vittima e chi continua a essere il carnefice, con la sua arroganza, con la presunzione di aver capito e con la prepotenza di chi sa di aver dalla sua, in ogni caso, la forza delle leggi e di uno stato cieco almeno quanto lui.

 

Ran08:

… sia qua che nel Nastro Bianco, trovo assolutamente geniale il modo in cui Haneke riesce a fondere vicende private e personali con problemi politici e sociali di ampia portata (il nazismo nel Nastro Bianco, qui il rapporto problematico fra l'Europa con il suo passato imperialista e con le altre culture). Secondo me questo è ciò che il cinema realista deve fare: non espone semplicemente il problema ma riesce a calarlo nel contesto privato attraverso una forma artistica. 

 

… il finale lascia abbastanza intendere che il responsabile dei video sia il figlio di Majid. Alcuni hanno anche azzardato la complicità del figlio di George, aprendo in questo modo un dibattito interessante: la nuova generazione supera il dissidio di quella dei propri padri.

 

steno79:

… la coppia Daniel Auteuil/Juliette Binoche, entrambi di grande precisione interpretativa e perfettamente in grado di restituire le incertezze e la confusione di Georges e Anne, personaggi con cui Haneke non entra mai in empatia …

 

SalvoVit:

Illude lo spettatore, lo devia e lo porta su una strada assurda, facendolo pensare e portandolo alle stesse conclusioni alle quali arriva Georges, mostrandoci quanto noi spettatori siamo facilmente manipolabili e possiamo tranquillamente essere uguali a quell'uomo …

 

La borghesia francese crede di essere libera, di essere capace di (auto)gestirsi, di controllarsi ma Haneke ce la rappresenta come una borghesia debole, che crede solo di essere forte ma che ha bisogno continuamente di nascondersi. La famiglia Laurent, la quale simboleggia la borghesia francese (e non), ha sempre bisogno di sicurezze ed equilibri, nascondendosi continuamente tra i muri della casa(-prigione), tra le pareti di libri, e quindi con (falsa) cultura. I tre non si parlano, sembrano robot ingenui programmati per vivere nel presente non interrogandosi su chi gli sta intorno e su se stessi. I tre non sanno nulla di nessuno di loro, se ne stanno zitti, in silenzio. I problemi non importano si possono ignorare perchè forse è meglio pensare che non ci siano, lo sappiamo...è importante mantenere quegli equilibri che hanno da sempre mantenuto in piedi quei muri, quelle pareti (metaforicamente parlando).

Poi ad un tratto arriva qualcosa (qualcuno?), delle cassette.

… la borghesia è stata aggredita dall'esterno, gli equilibri sono stati spezzati, i muri sono caduti, le sicurezze sono assenti e la borghesia esplode mostrando a se stessa il suo lato più oscuro. I problemi non possono più essere ignorati, le discussioni pacifiche si trasformano pian piano in litigi, l'evasione mentale e psicologica si concretizza, e tutti vanno in cerca di qualcosa che possa ristabilire gli equilibri e ridare quella sicurezza. L'unica ancora di salvezza diventa il passato, forse è lì che si nasconde il segreto, il frutto della salvezza.

 

Tex61:

Georges guarda con distacco al suo passato e più lo percepisce più lo nega; è emblematico come nei primi contatti con Majid gli dia del lei.

… Georges è incapace di reagire come non reagisce di fronte al gesto estremo di Majid in quell’impietrita immobilità …

 

cazzeggiatore del millennio:

Si parte dai dialoghi più banali, quelli soliti, curati nei minimi dettagli, quasi indifferenti tanto tutto è scontato. Si prosegue, s’insinua pian piano il veleno di un personaggio i cui messaggi trasformano questa vita in qualcosa d’insopportabile, atroce. Come chiusi in gabbia, ci si attacca sgretolando le certezze più banali … Certe cose non ce le si dice, persino il rapportarsi alla minima banale domanda è atroce.

 

amandagriss:

Guarda caso quando accade tutto questo? quando il protagonista ha piena stabilità nella sua vita privata e lavorativa, può dirsi soddisfatto, può rilassarsi finalmente, ed è qui che casca l'asino come si suol dire. c’è un fatto scatenante? Il film comincia già dalle cassette

AtTheActionPark:

Si nota come egli abbia cercato di crearsi una barriera, anche culturale [quelle pareti stracolme di libri - che ritornano anche nel set televisivo], per proteggersi.

Certo, la sua è una famiglia che è già sgretolata dalla prima scena (i due litigano fin dall'inizio).

 

Tex61:

… quelle cassette sono la coscienza ignorata, accantonata di Georges e poco conta da dove provengano.

 

AgentCooper:

La videocassetta permette di registrare appunto luoghi, sensazione e contro la nostra volontà può mettere in moto dei sensi di colpa che si erano annidati nel nostro cervello. La nostra memoria può far finta di dimenticare ma attraverso la tecnologia si possono avere delle prove materiali. I sensi di colpa che attanagliano il protagonista sono sempre li celati e alcune scene del film sono li a ricordarcelo.

 

steno79:

… lunghi piani-sequenza dei luoghi in cui si svolge la vicenda, che improvvisamente ci accorgiamo essere immagini riprodotte in VHS …

Peppe Comune:

I diversi piani sequenza usati da Haneke, le immagini delle videocassette e i sogni di George tendono sorprendentemente a coincidere per stile e contenuti tanto che si è indotti a pensare ad un unica matrice che senza soluzione di continuità intreccia il reale, la proiezione che si fa di esso e i sogni che ne riflettono solo la parte disturbante, per farne, evidentemente, tre parti distinte di un unico luogo mentale.

… George è un manipolatore di immagini interviene nel montaggio del suo talk, sa perfettamente cosa significa intervenire in una storia … Ciò che lui è abituato a fare per lavoro è poi costretto a subirlo

… si genera una lineare conseguenzialità narrativa tra ciò che George guarda e fa e quello che altri guardano e fanno per lui …

 

… schema che prevede l'andare avanti e indietro, il concentrarsi su un particolare e l'allontanarsene, come se con un telecomando si stesse intervenendo lungo la linea della vita …

 

ed wood:

è la sua coscienza a produrre quelle immagini. Lo dimostra anche un particolare a mio parere significativo: quei video non sono in digitale, ma in cassetta (come se venissero da un’altra epoca, quella della sua infanzia).

… il protagonista non è solo un conduttore televisivo, ma anche un “manipolatore di immagini” (si veda la sequenza in cui smonta e rimonta una sua trasmissione): ciò testimonierebbe la sua attitudine a proiettare nel mezzo audio-visivo la propria identità.

 

ed wood:

… un’immagine fissa sull’edificio scolastico (moderno orfanotrofio?), che fa seguito al sogno/ricordo con cui il protagonista osserva, da debita distanza, il momento in cui Rashid fu portato via. Il significato è ambiguo …

 

cheftony:

Haneke prende essenzialmente in prestito la struttura base di un thriller e, grazie ad essa, riesce a tenere incollati durante la visione nonostante il ritmo costantemente soffocato (e brillantemente calibrato) e la totale assenza di una colonna sonora

 

laulilla:

Il regista dice esplicitamente che il finale dipende dal tipo di lettura dello spettatore, che non è detto veda chiaramente quello che accade nell'ultima scena del film.

La camera è lontana e presenta un quadro complessivo chiaro, mentre molti particolari, anche significativi rischiano di perdersi, ciò che appunto il regista voleva …

.."poscia, più che il dolor, poté il digiuno", tanto per farti un esempio (dei più celebri) di "voluta enigmaticità", che, accrescendo il mistero, accresce la drammaticità della fine del conte Ugolino.

 

logos:

Ma chi spia non vuole essere spiato, lo sapeva già bene Sartre. Colui che guarda non sopporta di essere guardato …

 

sasso67:

Haneke (a livello tematico ed espositivo, il suo corrispondente asiatico è Ki-duk Kim)

 

marx79:

e se ogni tanto non si riescono a ricostruire esattamente i tasselli del puzzle...e che sarà mai!!Un pò meno di autocompiacimento alle volte ci farebbe pure bene! (Ri)leggete Adorno!

 

lorebalda:

Secondo me il film ripete cose già dette mille volte (sia sul tema delle manipolazioni delle immagini e del loro legame con la coscienza, sia sulla questione razzista), e il tema sociologico del colonialismo mi sembra affrontato con molta superficialità, uno specchietto per le allodole - un altro modo per Haneke di mettersi al riparo da quel che racconta, un altro modo per raffreddare la materia narrativa. Sinceramente, non mi ha mai inquietato: piuttosto ho trovato frustrante [sarà calcolato pure questo?] la facilità rassicurante e lineare con la quale il regista mette in relazione sfera privata e collettiva.

AtTheActionPark:

Però accusare che il film "corra al riparo" non mi sembra adeguata, non facendo Haneke un cinema "viscerale", ma che tende, per sua natura, a distanziarsi dalla materia presa in esame (ma mi sa che su questo discorso c'eravamo già arenati con 'Funny Games').

lorebalda:

Sì, verissimo, Haneke non fa un cinema viscerale: ma in questo caso, a differenza di La pianista, ad esempio, mi sembra che il metodo utilizzato per raffreddare la narrazione sia appunto una bella forzatura, molto facile e 'redditizia'. Non metto in discussione la distanza hanekiana, ma l'appoggiarsi del regista, in Niente da nascondere, su una tematica forte e in fondo accessoria, sviluppata con una certa confusione e superficialità. Ho trovato più coraggiosi La pianista e Funny Games, che [in parte] ci privano di rassicuranti appoggi. Ps: il discorso di Funny Games è diverso [la rappresentazione della violenza, la polemica col cinema americano].

AtTheActionPark:

… anche secondo me il tema sociologico del colonialismo è uno specchio per le allodole (come l'Amore in 'Amour')... se ricordo bene, il tema principale di 'Caché' è la riproducibilità delle immagini e il linguaggio audiovisivo (... se tutto è inganno, non c'è niente da nascondere) …

E forse l'aver inserito il discorso colonialista è stato un po' forzato, da parte di Haneke [il rischio è quello di risultare un po' semplicistico], anche se … era solo un modo come un altro per parlare del "rimosso", in generale. … Scrive, infatti «naturalmente, la questione algerina è nel film, ma sarebbe un peccato ridurre la storia solo a questo. E' un film sulla colpa in generale, sulle colpe personali di ognuno di noi, la storia di un uomo che nasconde la testa sotto la coperta per dimenticare le sue scelte. …

… il discorso metalinguistico … Sì, è vero, Antonioni aveva già raccontato della fallacia dell'immagine [Blow-up]. Trovo, infatti, la stessa inquietudine, che però non è "spettacolare", non è invadente (come potrebbe essere quella di 'Strade perdute', film che con 'Caché' ha molti punti in comune). Haneke ne trae un film, di nuovo, frustrante per lo spettatore. Che gioca continuamente con il sospetto della natura delle immagini osservate dallo spettatore (quante volte, durante il film, ci si chiede "ma è una video-registrazione O LA REALTA'?"). È un gioco al rimpiattino (a mio parere riuscito), destabilizzante, che però - e questo è il punto centrale - non ha nessuna volontà di farsi davvero "inquietante" (il discorso anti-spettacolare/anti-americano funziona proprio su questo binario). La prima sequenza è perfetta... ce lo dice pure il regista stesso: «La strada ripresa dalla videocamera è sempre quella, e quando la voce fuori campo dei due personaggi principali rivela il loro disagio di fronte a ciò che non sono in grado di comprendere, noi scrutiamo il fotogramma in lungo e in largo cercando di trovare qualcosa che non c'è. Cos'è che non va? Forse quella luce accesa? Forse quell'auto parcheggiata? Forse quella porta chiusa? Forse quella lontana discussione, appena percepibile, in distanza?». Ecco, da questo punto di vista, il film mi sembra riuscito e niente affatto banale (o "già visto"). Non può essere un film davvero inquietante, perché, quello di Haneke, è un «cinema della negazione».

lorebalda:

su molti punti non sono d'accordo. Innanzitutto non trovo che Niente da nascondere rappresenti un buon esempio di "cinema della negazione". La frustrazione che mi ha provocato la revisione di questo Haneke non ha niente a che fare con la mancanza di appoggi. Piuttosto, ed è questo il guaio [e mi ritrovo qui con Fornara], Niente da nascondere ci dà pure troppe chiavi interpretative (i binari sono più di due, tutti molto ingombranti). Che cos'è Niente da nascondere? Cinema teorico? Cinema politico? Cinema impegnato? Cinema antiborghese? Cinema a tesi? Sono tutti spunti che il film di Haneke offre [eccoli gli "appigli"], confusamente, senza approfondire. Il 'gioco a rimpiattino' del film è in fondo l'unica cosa interessante e originale, ma [ancora!] il regista non va fino in fondo, non è rigoroso (i flashback e le parentesi oniriche sono di una mediocrità estetica imperdonabile e - va detto - parecchio fastidiosa). Ancora Haneke concede allo spettatore tante giustificazioni, tante chiavi di lettura - tante possibilità di difesa. E non è questo un modo, per il regista, di nascondere [e rendere più accettabili] le sue reali intenzioni - ovvero continuare il 'funny game' del film omonimo? Niente da nascondere non è mai destabilizzante [almeno, non mi ha mai destabilizzato]: è solo frustrante. E un po' confuso. Le dichiarazioni del regista che mi riporti confermano questa mia idea: il film offre tante strade, nessuna sviluppata a dovere, nessuna svolta fino in fondo.

AtTheActionPark:

Flashback e le parentesi oniriche sono estranee al discorso metalinguistico, perché fanno parte, piuttosto, del "binario" patetico sul senso di colpa, che non trovo riuscito.

 

28.07.23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La grande abbuffata

  • Grottesco
  • Francia
  • durata 123'

Titolo originale La grande bouffe

Regia di Marco Ferreri

Con Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Andréa Ferréol

La grande abbuffata

In streaming su CG Collection Amazon channel

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aprile '23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Guida perversa all'ideologia

  • Documentario
  • Gran Bretagna, Irlanda
  • durata 134'

Titolo originale The Pervert's Guide to Ideology

Regia di Sophie Fiennes

Con Slavoj Zizek

Guida perversa all'ideologia

In streaming su Amazon Prime Video

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agosto '23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Caro diario

  • Commedia
  • Italia
  • durata 95'

Regia di Nanni Moretti

Con Nanni Moretti, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller, Moni Ovadia, Jennifer Beals

Caro diario

In streaming su Now TV

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**** 27.08.23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Guida perversa al cinema

  • Documentario
  • Gran Bretagna, Austria, Paesi Bassi
  • durata 150'

Titolo originale The Pervert's Guide to Cinema

Regia di Sophie Fiennes

Con Slavoj Zizek

Guida perversa al cinema

In streaming su Amazon Prime Video

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26.08.23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Midsommar - Il villaggio dei dannati

  • Horror
  • USA
  • durata 140'

Titolo originale Midsommar

Regia di Ari Aster

Con Florence Pugh, Jack Reynor, Will Poulter, William Jackson Harper, Vilhelm Blomgren

Midsommar - Il villaggio dei dannati

In streaming su Amazon Video

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aprile ‘23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La grande bellezza

  • Drammatico
  • Italia, Francia
  • durata 150'

Regia di Paolo Sorrentino

Con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Carlo Buccirosso, Iaia Forte

La grande bellezza

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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marzo(?) ‘23

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Oppenheimer

  • Biografico
  • USA, Gran Bretagna
  • durata 180'

Titolo originale Oppenheimer

Regia di Christopher Nolan

Con Kenneth Branagh, Florence Pugh, Cillian Murphy, Emily Blunt, Josh Hartnett, Jack Quaid

Oppenheimer

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 altre VISIONI

**1/2

 

da doppiozero del 28.08.23

 

… il grande cinema possa anche riuscire a rivelare l’invisibile. … i film del regista inglese sono riusciti nell’impresa di farci visualizzare la più misteriosa e intangibile delle dimensioni, il tempo. … Oppenheimer riesce in prima battuta a farci percepire la forza invisibile e misteriosa della natura, quella da cui è ossessionato il “padre della bomba”: atomi, particelle, come segni da decodificare e interpretare (come il Sanscrito, da cui lo scienziato riprende la frase che pronuncia al momento della detonazione: «sono diventato Morte, il distruttore di mondi»). Immagini astratte, pulviscoli, il fuoco, la pioggia che fa cerchi in una pozzanghera, immagini che hanno a tratti un sapore quasi malickiano. Mostrare l’invisibile e rendere evidente ciò che è latente sembra quasi una dichiarazione d’intenti del film, il cui protagonista, nelle prime battute sottolinea come siano nate nello stesso tempo storico la fisica quantistica, la psicoanalisi e l’arte astratta, discipline orientate al disvelamento della natura. Un disvelamento che è però per lo più mortifero, giacché un senso di morte incombe su tutto il film, di gran lunga il più cupo e pessimista di Nolan. Tanto che, per osservare il mistero che si fa immagine, come nella scena della detonazione, è sempre necessario un diaframma, forse il diaframma del cinema.

/non mi è sembrato/

 

… soprannome di “American Prometheus”, ruba alla natura la sua potenza primordiale e la regala all’uomo, dandogli il potere, mai avuto prima, di autodistruggersi.

 

30.08.23

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Shiva Baby

  • Commedia
  • USA
  • durata 71'

Titolo originale Shiva Baby

Regia di Emma Seligman

Con Dianna Agron, Molly Gordon, Polly Draper, Fred Melamed, Jackie Hoffman, Sondra James

Shiva Baby

In streaming su MUBI

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****

Dall'intervista per MUBI alla regista

regista: gli shiva sono cerimonie paradossali, ritrovi familiari per la chiacchiera quando qualcuno è stato da poco sepolto

intervistatrice: sulla bisessualità della protagonista, non sembra esserci competizione tra l'attrazione per l'amante maschio e quella femmina. regista: vero, la bisessualità della protagonista non è conflittuale. Volevo con la bisessualità darle solo un'occasione per farsi fregare una volta in più, perchè quello che le importa è il potere e non si chiede chi le piaccia o a chi tenga di più

31.08.23

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Essere John Malkovich

  • Grottesco
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 113'

Titolo originale Being John Malkovich

Regia di Spike Jonze

Con Cameron Diaz, John Cusack, John Malkovich, Catherine Keener

Essere John Malkovich

In streaming su Amazon Video

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31.08.23

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Lazzaro felice

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 130'

Regia di Alice Rohrwacher

Con Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Tommaso Ragno, Luca Chikovani, Nicoletta Braschi

Lazzaro felice

In streaming su Rai Play

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Il giardino dei Finzi Contini

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 93'

Regia di Vittorio De Sica

Con Lino Capolicchio, Dominique Sanda, Fabio Testi, Helmut Berger, Romolo Valli

Il giardino dei Finzi Contini

In streaming su Rai Play

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inizio Ottobre '23

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Strange Way of Life

  • Cortometraggio
  • Spagna
  • durata 60'

Titolo originale Extraña forma de vida

Regia di Pedro Almodóvar

Con Pedro Pascal, Ethan Hawke, Manu Ríos, Jason Fernández, Pedro Casablanc, José Condessa

Strange Way of Life

In streaming su MUBI

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metà ottobre

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Paprika

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 90'

Titolo originale Paprika

Regia di Satoshi Kon

Paprika

Uscita in Italia: 17 feb 2025

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metà ottobre

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Re Granchio

  • Drammatico
  • Italia, Francia, Argentina
  • durata 90'

Regia di Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis

Con Gabriele Silli, Maria Alexandra Lungu, Mariano Arce, Dario Levy, Jorge Prado, Daniel Tur

Re Granchio

In streaming su Rai Play

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Il sacrificio del cervo sacro

  • Drammatico
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 109'

Titolo originale The Killing of a Sacred Deer

Regia di Yorgos Lanthimos

Con Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Sunny Suljic, Denise Dal Vera

Il sacrificio del cervo sacro

In streaming su Amazon Video

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31.12

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Hair

  • Musicale
  • USA
  • durata 115'

Titolo originale Hair

Regia di Milos Forman

Con John Savage, Treat Williams, Beverly D'Angelo, Annie Golden, Dorsey Wright, Don Dacus

Hair

In streaming su Amazon Video

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da Edna Alice Rebecca

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