Sono tantissimi i film in uscita, ma si dubita che la quantità possa da sola richiamare spettatori. Lo si spera tuttavia perché il mese di novembre - come già è stato per ottobre e settembre - è andato proprio male e gli occhi sono ora puntati su dicembre e sulle feste. Non saranno però ancora necessariamente questi i titoli che vedrete nelle feste: l'arrivo di Avatar 2 - il 14 - spazzerà via come uno tsunami molti titoli in sala: si prevedono oltre 1000 schermi per lui, ovvero almeno tre volte quelle di Vicini di casa, la commedia che risulta la meglio distribuita tra i film elencati sotto e che ha circa 380 schermi. Le altre nuove uscite che avranno buona o sufficiente diffusione sono l'anime One piece film: Red (300 schermi), il terzo episodio della commedia francese Non sposate le mie figlie (272), il brutale thriller Una notte violenta e silenziosa (225), The woman King (192). Tutti gli altri sono sotto le 50 sale, alcuni anche molto sotto. Non è dato ancora sapere quanti schermi avrà il Pinocchio di Guillermo Del Toro, in uscita domenica, che comunque è destinato a finire tra pochissimi giorni su Netflix e pertanto avrà un'uscita nelle sale limitata.
Tra i tanti modi per raccontare un artista e il rapporto con il suo pubblico, Marco Spagnoli ha scelto di viaggiare, fisicamente, attraversando l'Italia da nord a sud per ricostruire il rapporto che Battiato, artista siciliano trasferitosi giovane a Milano per poi ritornare a fine carriera nell'isola, ha avuto con le culture dei luoghi che ha abitato e per scoprire come a sua volta si sia fatto ovunque motore di processi culturali.
L'opera del grande artista fiorentino inquadrata all'interno del suo contesto: la Firenze rinascimentale delle botteghe e dei Medici. Ma anche l'analisi dell'oblio in cui cadde il grande pittore della Primavera e della Nascita di Venere e la sua riscoperta ad opera dei pre-raffaelliti, destinata a generare un culto mai sopito.
La storia dell'irripetibile - o quanto meno non ancora ripetuta - stagione calcistica 1990-1991 della Sampdoria che, guidata da Vialli e Mancini, arrivò a vincere i l suo finora unico scudetto.
Sono esistite davvero la amazzoni del Dahomey, regno africano che durò tre secoli, fino al'900, in quello che è oggi il Benin. Erano donne guerriere in pianta stabile, soldatesse imponenti, un cero corpo d'armata. È a loro che si rifà il film storico diretto da Gina Prince-Bythewood, interpretato da una trasfigurata Viola Davis (premio Oscar nel 2017 per Barriere, di Denzel Washington) nei panni di una comandante di un gruppo di Agojie (questo il loro nome) che libera delle donne destinate alla schiavitù e si attira le ire di un regno yoruba confinante fiancheggiato dagli schiavisti europei, scatenando una guerra.
Siete mai stati invitati a un'orgia? O a uno scambio di coppie o quelle cose lì? Be' nemmeno i personaggi interpretati da Claudio Bisio e Vittoria Puccini, ma la proposta arriva e arriva per di più dai nuovi vicini di casa. Sarà la svolta che riporterà eccitazione nella loro imbalsamata vita sessuale? Per saperlo - se la domanda davvero vi stuzzica - dovrete andare oltre la trama e il trailer della commedia di Paolo Costella. Noi di più non sappiamo, davvero.
Un po' come quelli che mettono le loro foto di quando erano ragazzi su Facebook, Valeria Bruni Tedeschi ridipinge se stessa e i suoi giorni da studentessa al Théatre des Amandiers di Nanterre, quando imparava recitazione sotto la direzione di Chereau. Erano gli anni '80 e tutto sembrava pieno e gioioso nelle vite di questi futuri attori: l'operazione della memoria intende riattivare quel sentimento di vitalità e speranza verso il futuro, ripercorrendo momenti e storie.
E con questo fanno 15. Sono i film della serie anime One Piece, prodotti dalla celebre Toei Animation e basati sul manga omonimo. Questo in particolare è diretto da Goro Taniguchi - che ha una lunga carriera di serie animate per la tv alle spalle - e porta con sé un bel po' di primati. In Giappone è stato il maggior incasso di tutti e 15 ed è anche stato il maggior incasso del 2022. Non solo, perché è il 9° maggior incasso di tutti i tempi in Giappone e negli USA: insomma un successone, che gli appassionati italiani attendono con una certa apprensione.
Giunta alla sua terza puntata la commedia francese di Philippe De Chauveron, capitanata come sempre da Christian Clavier nel ruolo del capofamiglia, si contamina con Ti presento i miei, con l'aggravante che la famiglia numerosa e riunita in festa è mutlietnica e che quindi i genitori dei generi arrivano da ogni parte del mondo, con annessi problemi di differenze culturali e anche con qualche incompatibilità geo-politica.
David Harbour, forte della rinnovata popolarità ottenuta grazie a Stranger Things, è il protagonista di questo "thriller (babbo)natalizio" nel quale il panciuto e barbuto rossovestito si trova a dover affrontare una banda di rapinatori che hanno attaccato una famiglia. Non fatevi ingannare: il film è realmente violento e non per bambini.
Titolo originale Last Stop before Chocolate Mountain
Regia di Susanna della Sala
Sulle rive del Salton Sea, un lago artificiale nella California del Sud letteralmente scappato di mano all'uomo e diventato tossico, tra fanghi velenosi, pesci morti, baracche abbandonate e in rovina e distese di sale, la comunità di quelli che hanno deciso di non scappare da quello che negli anni '50 doveva essere un luogo di villeggiatura mostra segni di resilienza affidandosi alla creatività.
È un thriller psicologico ambientato in un futuro distopico il film di Alberto Mascia con Stefano Accorsi e Caterina Shulha. È un'opera prima che si lancia - con un certo coraggio che per fortuna sta tornando a prender piede nel cinema italiano - nel genere. Il presupposto è fantascientifico, ma non richiede troppa tecnologia e troppa scenografia: i criminali detenuti vengono addormentati in un sonno profondo, diventando inoffensivi. Ma sullo sfondo di questo presupposto la storia che seguiamo davvero è quella del personaggio principale, psicologo carcerario, e la vicenda che lo interessa e che coinvolge la donna che ama.
Nonno e nipote, passato e futuro, montagna e città: il nuovo film di Daniele Vicari si muove tra queste dicotomie raccontando la storia di un nonno, montanaro del centro Italia e uomo "fuori dal tempo", che va per la prima volta a Bruxelles, dove è migrato il figlio, e scopre di avere una nipote adolescente di cui dovrà prendersi cura. Un incontro-scontro generazionale dove in ballo sono anche due visioni del mondo, del nostro mondo. Lui è Michele Placido, lei Angelica Kazankova, tredicenne esordiente.
Chissà se lo sapevano Guillermo Del Toro e Robert Zemeckis di essere entrambi al lavoro sulla fiaba di Pinocchio. Ovviamente la domanda è retorica e la risposta è sì: fatto sta che il primo, interamente in stop motion, arriva nelle sale adesso (ma lo troverete presto come strenna natalizia su Netflix a partire dal 9 dicembre), mentre il secondo, targato Disney e che mescola animazione e attori veri, se ne è già andato quatto quatto su Disney+ senza passare dalle sale. La storia è inutile raccontarla, anche se il taglio che offre Del Toro, ambientando per altro il tutto nell'Italia fascista degli anni '30, offre alcune significative differenze rispetto alla storia originale di Collodi.
Come già in Hannah, il suo precedente lavoro che godeva della presenza di Charlotte Rampling, anche questo film di Pallaoro, presentato in concorso a Venezia è un ritratto femminile: quello di Monica, interpretata da Trace Lysette, che torna alla famiglia, da cui si è da lungo allontanata, per riconciliarsi con la madre malata e in fin di vita. Il motivo della lontananza è la trasformazione di Monica, che era ragazzo ed è divenuto donna (come l'attrice, del resto).
Tratto dall'opera teatrale La classe di Vincenzo Manna, il film di Massimiliano d'Epiro, ambientato a Bari, esaspera programmaticamente la tensione sociale raccontando di un istituto scolastico particolarmente difficile dove arriva un professore nuovo che incontra una situazione estrema e degenerata, resa ancora più difficile dalla presenza nelle vicinanze di un campo profughi.
Con Bouli Lanners, Michelle Fairley, Julian Glover, Clovis Cornillac
È una sorta di giallo psicologico il film del belga Bouli Lanners (anche attore) affiancato qui da Tim Mielants. Ambientata nelle Ebridi, in Scozia, è la storia di un uomo che ha avuto un infarto cerebrale e che ha perso del tutto la memoria, persino sulla sua identità, e che viene accompagnato nella ricerca del suo passato da una donna che dice di essere stata la sua amante.
Opera (molto) drammatica di Marco Amenta, che ha già girato diversi documentari e un film di fiction (La siciliana ribelle) sempre nella (o sulla) sua Sicilia, raccontata con verità e mai in modo convenzionale. È così anche per questa storia, che intreccia il racconto di una coppia e la situazione emergenziale dei profughi che arrivano (vivi o morti) sulle coste dell'isola e che ci colloca tra melò e noir.
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