Ci scommettiamo: nonostante i tanti nuovi titoli, la prima posizione - lunedì prossimo, quando esamineremo i risultati del botteghino - sarà comunque appannaggio ancora di Black Panther: Wakanda Forever che non accenna a frenare la sua corsa e che cede solo un paio di centinaia di sale. Ma dietro sarà lotta perché tra i ben quindici film che vedete elencati qui sotto ce ne sono diversi che aspirano a un risultato e che hanno titoli e sale per conseguirlo. Si tratta in primis del secondo Diabolik dei fratelli Manetti, che ha dalla sua quasi 400 schermi (anche se forse è un po' condizionato dai risultati non scintillanti del primo), dell'originale The Menu (324 schermi) e di un reboot di Belle & Sebastian (279), che per quanto ritrito ha certo la capacità di attrarre un pubblico familiare. C'è poi Il principe di Roma, con bel cast italiano, che avrà 270 schermi: un test per la commedia italiana che negli ultimi tempi - fatta eccezione per La stranezza - ha fallito molte, troppe prove.
Per quanto riguarda il cinema d'autore - mettendo da parte l'arrivo del film di Iñarritu che avrà una minima visibilità visto che tra poco sarà su Netflix - l'indicazione riguarda titoli che hanno purtroppo davvero poco spazio. Parliamo di Princess, opera seconda di un regista italiano ha molto convinto al suo esordio, di Incroci sentimentali, di Claire Denis, e - se lo trovate ancora - del lavoro di Bogdanovich dedicato al grande Buster Keaton.
La tragica disavventura dell'alpinista britannico Tom Ballard che al vertice di una carriera di successo come alpinista si è recato nel 2019 in Pakistan, insieme all'italiano Daniele Nardi, per affrontare la vetta del Nanga Parbat finendo per scomparire in una tempesta di neve. I loro corpi non sono mai stati recuperati.
Nelle sale del circuito Nexo Digital arriva il secondo capitolo della serie reboot, denominata Progressive, dell'adattamento anime dei romanzi illustrati di Reki Kawahara.
"Ho perso l'occasione di dire a Buster Keaton che era un genio, ora lo dico al mondo intero". Peter Bogdanovich, 83eenne, firma la regia di questo documentario dedicato al grande maestro del cinema muto (che quasi incontrò nel 1965, poco prima che morisse) per realizzare un tributo a un autore di cui non si mette mai abbastanza in luce quanto importante fu il suo contributo come regista. Più che un semplice lavoro biografico, questo è un lavoro di analisi dell'opera, una lezione magistrale di storia del cinema.
Il film che Iñarritu ha portato allo scorso Festival di Venezia è questo film prodotto da Netflix (che quindi - ça va sans dire - potrete presto vedere in streaming): si è detto che è il suo 8 e 1/2 (affermazione da prendere con le pinze) e racconta la storia di Silveiro, giornalista dedito alla causa della sua gente, che torna in Messico per ricevere un premio. Rivivrà passato e ricordi. Molti - va detto - lo hanno aspramente criticato e premi non se ne sono visti.
Ritratto del fotografo italiano Luigi Ghirri, che diede un grande contributo alla fotografia del territorio. Proiezioni itineranti in un numero esiguo di sale.
Secondo appuntamento con il Diabolik dei fratelli Manetti, dopo la prima apparizione dell'anno scorso. Tornano Miriam Leon nei panni di Eva Kant e Mastandrea in quelli di Ginko, ma c'è una grande cambiamento: il personaggio di Diabolik non è più affidato a Luca Marinelli ma a Giacomo Gianniotti (la causa? ufficialmente impegni contrattuali di Marinelli, ma qualcuno parla anche di dissapori tra l'attore e i registi). Non è un sequel, precisano i Manetti: ma un nuovo episodio a sé stante (come a dire, anche se non avete visto il primo, date una chance a questo). Nel cast anche Monica Bellucci, nel ruolo di Altea.
Titolo originale Belle et Sébastien, nouvelle génération
Regia di Pierre Coré
Con Robinson Mensah-Rouanet, Caroline Anglade, Alice David, Michele Laroque
Nel 2018 il film Belle & Sébastien 3 si intitolava, nella versione originale, le derniere chapitre: l'ultimo capitolo. Be' avevamo scherzato. Ora c'è la Next Generation: un po' come nel metaverso dei supereroi, si ricomincia. Saranno contenti gli appassionati delle avventure che comprendono ragazzini e cani, quasi un filone a sé.
È un grande cast di validi nomi italiani quello che affianca Marco Giallini, protagonista nella commedia di Edoardo Falcone che adatta Il canto di natale di Dickens nella roma papalina dell'800. Da Timi a Bevilacqua, da Rubini a Battiston, tra gli altri.
Si è meritato l'Orso d'argento per la miglior regia all'ultima Berlinale il film di Claire Denis con Vincent Lindon e Juliette Binoche. La storia di una coppia, attraversata da una tensione nel momento in cui lei riaccende il proprio desiderio - anche solo immaginario - verso possibilità differenti.
La commedia sentimentale che ha per protagonisti personaggi di una certa età è un genere a sé, che negli ultimi tempi - ma forse è una sensazione? - si è andata popolando, forse nella consapevolezza di un cambiamento degli stili di vita e di una popolazione di pubblico che va invecchiando. Ai molti titoli vi si aggiunge ora questo, ambientato negli anni '50, che ha toni e colori fiabeschi e che ha come protagonista una matura Cenerentola che ha trascurato molto nella vita e che ora, complice un viaggio a Parigi e un desiderio da appagare finalmente, va incontro a una vera e propria trasformazione.
Un ragazzino che va a comprare del fumo e un poliziotto, ma quello strano (e strano forte) è il secondo, bipolare e pronto ad abusare del suo potere, trascinando l'adolescente in una notte allucinata. È il tutto in una notte di Fulvio Risuleo, mostrato nella sezione Orizzonti.
Il secondo film di Roberto De Paolis è stato scelto quest'anno a Venezia per aprire la sezione Orizzonti: segno di un'attenzione e di un interesse che il regista romano si è meritato per la sua opera prima, Cuori puri. Come quello anche questo racconta di una storia di periferia, ma qui il degrado è più forte e crudo, perché Princess è la storia di una giovanissima prostituta nigeriana e i temi che tocca sono ovviamente anche quelli dell'immigrazione, della clandestinità e della tratta di schiave sessuali, ma soprattutto della mercificazione e della ferocia che circonda tutto questo.
Con Raoul Bova, Serena Autieri, Tullio Solenghi, Francesco Pannofino, Ornella Muti
Gli alberi hanno ancora su le foglie, ma si avvicina il Natale. Ce lo ricorda questa prima apparizione di una commedia natalizia, quella diretta da Alberto Ferrari con alcuni volti noti del cinema di casa nostra e addirittura qualche vecchia gloria.
È un horror-thriller, ma ci troverete anche umorismo e una non celata satira sui rapporti di classe: il film di Mark Mylod - con un buon cast capitanato da Ralph Fiennes nei panni di un cuoco di grido (o, se volete, da urlo) - ruota intorno a un menu degustazione per ospiti speciali e selezionati. Con parecchie sorprese.
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