Sono poco meno di mille le sale destinate al nuovo film Marvel Black Panther: Wakanda Forever. Il copione lo conoscete già. Viene da chiedersi se questo sequel - tristemente "impossibile" a causa della morte nel 2020 di Chadwick Boseman che aveva dato vita al personaggio di T-Chalia, la Pantera Nera - incontrerà lo stesso i favori del pubblico. Ma quando le sale sono così tante, la scelta è quasi obbligata. Al tempo stesso lo strapotere del nuovo film di supereroi limita fortemente le sale disponibili per gli altri titoli. Si salvano War - La guerra desiderata (250 sale), The Land of Dreams (207) e Il piacere è tutto mio (174). Tutti gli altri - complice anche al momento la riproposizione del documentario Ennio in 160 sale (solo di giovedì) per celebrare il compleanno del compositore, nato il 10 novembre 1928 - scendono sotto le 100 sale, in molti casi anche molto sotto.
Spiace per alcuni titoli che meriterebbero più visibilità: in primis Boiling Point e Un anno, una notte.
Mancavano da un po' le uscite del lunedì (in sala in genere fino a mercoledì, come in questo caso) di documentari più o meno spettacolari dedicati al mondo dell'arte classica e non. Ritornano con questo lavoro dedicato a Edvard Munch, il pittore norvegese di cui tutti conoscono un solo quadro - ormai un meme - e che tuttavia fu assai prolifico, come testimonia il documentario, girato in occasione dell'apertura a Oslo di un museo tutto dedicato a lui, con oltre 28 mila opere esposte.
Ha 78 anni Gigi Riva ma il suo mito non si è appannato. Del resto è ancora lui l'uomo che ha segnato più goal con la maglia azzurra ed è accreditato di essere stato uno dei più forti giocatori italiani di sempre. In questo documentario però "rombo di tuono", come era soprannominato il capitano del Cagliari e dalla Nazionale, si racconta oltre che come giocatore anche e soprattutto come orgoglioso cittadino sardo, sfidando il suo notorio essere taciturno e riservato.
Torna il personaggio Marvel della Pantera Nera. O meglio non torna: non può tornare. Perché nel 2020 l'attore che lo aveva interpretato - Chadwick Boseman - è tragicamente morto per un tumore. Non potendolo sostituire, si riparte dal lutto: il film praticamente inizia con il racconto della sua morte. Ma le avventure nel regno di Wakanda non sono finite, ovviamente. E se manca giocoforza Boseman, tornano molti degli attori che avevano dare vita ai personaggi principali del film precedente.
Sono passati ventun anni dal G8 di Genova. Ce lo ricorda questo documentario di Collizzoli e Gaglianone che ripercorre quei giorni pieni di speranza e poi di dolore: giorni in cui - va sempre ricordato - si verificò la più grave sospensione dei diritti democratici in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale, come dichiarò Amnesty International. Inoltre, al di là dei fatti criminali perpetrati dalle forze dell'ordine a Diaz e Bolzaneto, resta anche il fatto che i temi che erano sul tavolo sono gli stessi che abbiamo ancora oggi. E sono passati ventun anni.
L'impossibile è alle porte: è guerra tra l'Italia e la Spagna. È la premessa distopica (ma mai dire mai...) della commedia di Gianni Zanasi (scritta nel 2019, quindi in tempi non sospetti) che ci parla di una società alla frutta: "guarda come ci hanno ridotto settant'anni di pace"! dice uno dei personaggi: E poiché lo scenario è surreale, è surreale anche la risposta, con un allevatore di vongole (Edoardo Leo) impegnato insieme a una terapeuta, ma figlia del ministro del difesa (Miriam Leone) a scongiurare che il conflitto dilaghi. Nel cast anche Battiston, nei panni di un rabbioso ex barista che guida un gruppo paramilitare.
Con Alba Guilera, Miko Jarry, Noémie Merlant, Quim Gutiérrez, Nahuel Pérez Biscayart
Una coppia scampata all'attacco terroristico al Bataclan, a Parigi, deve fare i conti con quel macigno nelle proprie vite e con la nuova condizione esistenziale da cui entrambi, volenti o nolenti, non si libereranno mai: quella dei sopravvissuti. Arriva dalla Berlinale il film del catalano Lacuesta, ispirato al libro Paz amor y Death Metal di Ramón Gonzalez (che al Bataclan era davvero). Non un film sull'attentato, però, ma sull'elaborazione privata e pubblica del trauma.
È una scommessa insolita quella di Lotus Production, che produce insieme a Rai Cinema, 3 Marys Entertainment e Leone Film Group: lanciarsi in un musical italiano, ad alto budget e con la regia di un esordiente, Nicola Abbatangelo. L'occhio è rivolto a Hollywood: fotografia, scene e luci dichiarano le intenzioni di questa opera ambientata nella New York degli anni '20, così come il fatto che il film sia stato girato in inglese. Musiche di Fabrizio Mancinelli, aquilano volato a Hollywood.
Il naturale contraltare di Siccità... che la rende anche quasi preferibile. Perché se nel film di Virzì Roma era messa in ginocchio dalla carenza d'acqua, qui invece le (agognate) piogge si accompagnano a strani fenomeni che portano a trasformazioni zombiche nella popolazione. Il secondo film di Paolo Strippoli è un horror (come il primo) ma anche lui ci parla di una società attraversata da una rabbia repressa. E dopo il passaggio nelle sale approderà su Netflix.
È un documentario a modo suo insolito quello di Valentina Bertani che ci porta nella vita di due gemelli - Benjamin e Joshua, ebrei italiani - e che racconta, seguendoli e seguendo la loro vitalità di ventenni, il difficile periodo di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta di due adolescenti con disabilità intellettiva.
Si chiama sex positivity: l'affermazione della sessualità come naturale, benefica, salutare. Positiva appunto. Tutto quello che alla protagonista - un'insegnante di religione in pensione interpretata da una disinibita Emma Thompson - è sin qui stato negato. E lei ora arrivata a 55 anni (ma l'attrice ne ha di più) vuole rifarsi. La soluzione: un gigolò (Daryl McCormack), giovane e sorprendentemente affettuoso e comprensivo, ma con i suoi fantasmi nella vita. L'incontro sarà catartico per entrambi: andasse sempre così con la prostituzione ci sarebbe da farci un pensiero. Dirige l'australiana Sophie Hyde.
Sullo sfondo di quarant'anni di storia italiana - dal 1934 sino alla morte di Moro - ma soprattutto con lo sguardo puntato sulla Sicilia, la storia della crescita, della maturazione e delle scelte di un uomo vissuto nella mancanza del padre, partito per l'America, eppure in un continuo rapporto interiore con lui.
Una prova d'attore, di regia, di tecnica. Girato in un unico piano sequenza, tutto d'un fiato, il thriller con Steven Graham ci porta nel bel mezzo di un ristorante affollato dove - nel retrobottega - si consumano drammi non da poco. Dirige l'attore Pihilip Barantini, anche attore e qui alla sua seconda regia.
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