Ci sono film che stanno andando bene nelle sale: In primis La stranezza e Black Adam (e il primo, in particolare ha ora più sale di quante ne aveva all'esordio). Anche per questo tra i dieci titoli in arrivo ce ne sono solo tre che avranno più di 100 schermi a partire da oggi e forse solo due "competitivi": L'ombra di Caravaggio, con 379 sale e Bros con 250. La maggior parte degli altri viaggia in una forbice compresa tra le 40 e le 20 sale.
Tra i road movie potrebbe essere identificata una sottocategoria speciale, cui certamente questo film di Corrado Ceron appartiene: quella dei viaggi della memoria, peregrinazioni che si muovono nello spazio ma che sono guidate da un percorso a ritroso nel tempo. È di questo genere infatti il viaggio che la protagonista del film - interpretata dalla Sandrelli - intraprende, a bordo del furgone di quella che un tempo era la sua orchestra. Perché lei era una leggenda del liscio, niente meno. La accompagna una giovane - Silvia d'Amico - per la quale il viaggio sarà una sorta d'inizazione.
Programmaticamente pubblicizzato come la prima commedia con cast interamente gay prodotta da una major (la pellicola è targata Universal), il film di Nicholas Stoller vuole (furbescamente?) segnare il cambio di passo del cinema mainstream, proponendo una storia romantica e leggera dove gli orientamenti sessuali non sono più determinanti.
Continuano a tornare, Hitler e Mussolini, e questo già suggerirebbe una bella seduta collettiva di psicoanalisi. Nella commedia di Leonid Prodvsky almeno la cronologia non è surreale: siamo nel 1960, in Colombia, e Polsky - sopravvissuto alla Shoah - crede di riconoscere nel suo nuovo e misterioso vicino tedesco il Fürher. Ne nascerà una strana frequentazione tra due anziani, basata sul sospetto e sul gioco degli scacchi.
Il fascino maledetto di Michelangelo Carrisi, detto il Caravaggio, diventa il soggetto di questo film di Placido, con Scamarcio nei panni del rivoluzionario pittore, inseguito da un agente del Vaticano - Garrel - incaricato di pedinare e indagare la vita del pittore, che si macchiò di omicidio in una rissa, per verificare se la sua arte sia sacrilega o no.
Versione animata e adattata per l'infanzia del celebre racconto dello Schiaccianoci, ideato all'origine da Hoffmann e poi ripreso da Dumas padre prima di diventare il celebre balletto con la musiche di Ciaikosvki.
Speranza, ottimismo, buoni sentimenti. La commedia di Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller è colma di tutto ciò e lo mette in scena raccontando la storia di Marie (Karin Viard), una donna di mezz'età che approda a un nuovo posto di labvoro apparentemente poco gratificante: la donna delle pulizie. Solo che l'ìmpiego è presso la Scuola di Belle Arti che trasuda creatività e sorprese: come la figura di Hubert, il guardiano, che si rivelerà per Maria eccezionalmente stimolante.
Con Giuseppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Alessandro Bisegna
È chiaro che c'è molta identificazione tra Paolo Ruffini, il regista, e il giovane protagonista del suo film. Perché "ragazzaccio" - per sue stessa ammissione - il comico, attore e regista livornese lo è stato. È con questo approccio empatico che va affrontata la storia di Mattia, impersonato da Alessandro Bisegna, che è un bullo al tempo del covid, e che nel mezzo del dramma collettivo della pandemia e del lockdown, deve affrontare in Dad i motivi profondi che lo agitano.
"il viaggio nel passato di un uomo senza futuro, il punto di vista di un cieco che non può più vedere ma solo sentire con gli altri sensi, immaginare, ricordare. Una cecità più metaforica e poetica, che fisica". Sono le parole del regista Marco Chiappetta sul suo film: la storia di uno scrittore cieco vissuto per 40 anni a Buenos Aires che torna a Napoli, senza poterla più vedere. Un viaggio nella memoria, un flusso di coscienza dove passato e presente si mescolano. Con Renato Carpentieri e Andrea Renzi, tra gli altri.
Con Natalia Sindeeva, Aleksandr Vinokurov, Vera Krichevskaya, Anna Forshtreter, Anna Mongayt
Pochi giorni fa Natalya Sindeyeva, la fondatrice di Dozhd Tv (letteralmente TV Pioggia) canale televisivo indipendente russo già messo al bando, è stata dichiarata in Russia "agente straniera": tempismo perfetto. Proprio ora che esce questo documentario su di lei, girato dalla sua socia Vera Krichevskaya, che racconta la storia del canale televisivo che ha sempre cercato di chiamare le cose con il loro nome e che per questo è stato chiuso, raccontando nel contempo cosa significhi - e quali rischi si corrano - a provare a fare giornalismo non asservito in Russia nel 21° secolo.
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