Parks and Recreation
- Serie TV
- USA
- 7 stagioni 125 episodi
Titolo originale Parks and Recreation
Con Amy Poehler, Nick Offerman, Aubrey Plaza, Chris Pratt, Aziz Ansari
Tag Commedia, Storia corale, Satira, Piccola città, USA, Anni duemiladieci
Classe 1984 di Wilmington, Delaware, she's the girl, "...and Aubrey was her name".
Per lei parlano i suoi film.
In attesa del proletticamente mitopoietico "Megalopolis" francisfordcoppoliano e di "Olga Dies Dreaming", un progetto seriale Hulu molto sentito dall'attrice, tratto dall'omonimo romanzo d'esordio della portorico-messican-newyorkese Xochitl Gonzalez.
Girlhood (cinema):
1. Linda Manz
2. Toni Collette
3. Noomi Rapace
4. Aubrey Plaza
5. Mia Goth
Titolo originale Parks and Recreation
Con Amy Poehler, Nick Offerman, Aubrey Plaza, Chris Pratt, Aziz Ansari
Tag Commedia, Storia corale, Satira, Piccola città, USA, Anni duemiladieci
Titolo originale Scott Pilgrim vs. the World
Regia di Edgar Wright
Con Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Kieran Culkin, Chris Evans, Anna Kendrick
Titolo originale A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III
Regia di Roman Coppola
Con Charlie Sheen, Mary Elizabeth Winstead, Bill Murray, Patricia Arquette
Titolo originale Safety Not Guaranteed
Regia di Colin Trevorrow
Con Aubrey Plaza, Mark Duplass, Jake M. Johnson, Karan Soni, Kristen Bell, Mary Lynn Rajskub
Riavviare il sistema dal 2001 d.C. (non è dato sapere se prima o dopo l’estate indiana).
“Morale” d(ell)a safety-box nascosta in un chrome dream neilyounghiano: “Nessuna nuova, buona nuova”.
Aubrey Plaza giganteggia facendo Aubrey Plaza.
Titolo originale The To Do List
Regia di Maggie Carey
Con Aubrey Plaza, Johnny Simmons, Bill Hader, Alia Shawkat, Rachel Bilson, Clark Gregg
Maggie Carey, coadiuvata da un'Aubrey Plaza mattatrice, con un sano sprezzo scatologico del ridicolo/pericolo mette in scena un Porky’s Fairy Tale ch’è la versione Disney+ della filmografia di Todd Solondz e John Waters.
Boise, Idaho, 1993. Vent’anni dopo e qualche miglio più in là, verso sud-ovest e l’oceano (HollyWood, California, 2013: ché per fare Contea di Ada basta una piscina comunale all'aperto in cemento recintata con rete metallica) in cui s’inabissa il Sole calante dell’American Dream, pronto a rinascere ogni volta sulle ceneri dei prestiti universitari estinti, sono il momento e il luogo giusti per ritornare s’uno dei se non influenti certamente più importanti (anche se all'epoca ancora di là d'avvenire) pompini (almeno fra quelli noti alle cronache) del XX secolo.
Titolo originale Ned Rifle
Regia di Hal Hartley
Con Aubrey Plaza, Parker Posey, Liam Aiken, Robert John Burke, Martin Donovan, Lloyd Kaufman
Titolo originale Life After Beth
Regia di Jeff Baena
Con Aubrey Plaza, Dane DeHaan, John C. Reilly, Anna Kendrick, Molly Shannon, Cheryl Hines
Apocalittica invasione zombie a bassa, ma costante, intensità di propagazione, belle escursioni, avite mansarde, smooth jazz (antidoto d'urto) e alto tasso carnale di Aubrey Plaza.
Gradevole, sciocca, tenera, crudele, spassosa, cinica, commovente, ridicola, (dis)impegnativamente indifferente e benevolmente lieta opera prima scritta e diretta da Jeff Baena, consorte della co-protagonista.
Titolo originale Fresno
Regia di Jamie Babbit
Con Aubrey Plaza, Judy Greer, Natasha Lyonne, Fred Armisen, Molly Shannon, Jessica St. Clair
Titolo originale The Driftless Area
Regia di Zachary Sluser
Con Anton Yelchin, Zooey Deschanel, John Hawkes, Alia Shawkat, Frank Langella, Ciarán Hinds
Titolo originale Joshy
Regia di Jeff Baena
Con Thomas Middleditch, Adam Pally, Alex Ross Perry, Nick Kroll, Brett Gelman, Jenny Slate
MumbleCore + Dramedy RomCom in unità di tempo e luogo. 30-35enni. Esemplari vivi. Shakerare.
Comparsate fulminanti di Aubrey Plaza...
- “Sai, ho delle amiche che potrebbero... Insomma, delle amiche ok: domani posso presentartene una, se la... cosa ti interessa.”
- “Ehm...”
- “È carina e divertente! Non bellissima... Ma simpaticissima!”
- “Sì... Eee... Le piacciono gli uomini a pezzi che non hanno niente da offrire?”
- “A molte donne americane piacciono!”
...e di Alison Brie (urge - Urge? Urge! - una playlist gemellare a lei dedicata).
Titolo originale Legion
Con Noah Hawley, Dan Stevens, Rachel Keller, Aubrey Plaza, Bill Irwin
Tag Fantascienza, Maschile, Supereroi, Intrighi, USA, Anni '70
Viverla: raccontarla/recitarla. Salvare l'amore. E poi svanire (per ricominciare...).
Stag. 1 - “Chi siamo, se non le storie che raccontiamo?”
Stag. 2 - “L'amore non è la cosa che ci salverà, l'amore è la cosa che dobbiamo salvare.”
Stag. 3 - “Tutto ciò che possiamo fare è recitare la parte così com’è stata scritta.”
Noah Hawley, e poi lei, a Goddess, by Hiro Murai & Aubrey Plaza & Nina Simone: Feeling Good...
"Far away, into the ether."
Titolo originale The Little Hours
Regia di Jeff Baena
Con Alison Brie, Dave Franco, Kate Micucci, Aubrey Plaza, John C. Reilly, Molly Shannon
Suora morde essere umano.
“It is trash. Pure trash.” - the Catholic League
Durante la terza giornata, la domenica pomeriggio dopo il riposo del venerdì e del sabato, i narratori Filostrato e Pampinea contano di chi ottiene o ritrova una cosa desiderata da tanto tempo: Masetto da Lamporecchio (travasato dalla contrada di Firenze alla Garfagnana) si fa mutolo e diviene ortolano di uno monistero di donne, le quali tutte concorrono a giacersi con lui, mentre al contempo l'istessa persona, e viceversa, ovvero un pallafrenier (traslocato dalla Pavia longobarda e alto-medioevale alla Lunigiana tardo-medioevale, facendo compiere alla morale “marxista” della storia un ulteriore balzo verso la... modernità) giace con la moglie d'Agilulf re, di che Agilulf tacitamente s'accorge... truovalo e tondelo... il tonduto tutti gli altri tonde, e così campa della mala ventura.
Un monastero femminile nella Garfagnana del 1347.
Suore, suore, suore: suore dappertutto!
Suorame ovunque!
Un branco di suore in modalità di attacco!
Bitches!
“The Little Hours” è un lavoro costruito s'un'ossatura di disarmante e parimenti consolante semplicità geometrica, tanto del quadro quanto della struttura sceneggiativa, il cui punto di fuga sfocia prospetticamente in un lieto fine verso il Rinascimento...
E poi, non per la prima né per l'ultima volta, ¡Aubrey Plaza! e ¡Alison Brie! insieme.
- Apostasia, eresia, linguaggio insolente...
- È solo il mio tono di voce.
Titolo originale Ingrid Goes West
Regia di Matt Spicer
Con Aubrey Plaza, Elizabeth Olsen, Wyatt Russell, O'Shea Jackson Jr., Pom Klementieff
“We Tell Ourselves Stories in Order to Live.”
“Ci raccontiamo storie per continuare a vivere. [Interpretiamo ciò che vediamo, selezioniamo la più praticabile delle scelte multiple.]” - Joan Didion - “the White Album” - 1979
Il film è sorretto dalle lacrime neroseppiate di mascara, dai sorrisi mai appagati, dal moccio, dal sudore, dalla patina di sporco epidermico e dalla lucidità che prova ad affiancarsi alla follia (senza mai domarla né esserne scalciata, senza mai cavalcarla né, perciò, esserne disarcionata, ma riuscendo solo a starle al passo sussurrandole dolci parole all'orecchio) di Aubrey Plaza: dimessa dal Buen Retiro dell'istituto di cure psichiatrichedov'era stata ricoverata per scontare la propria pena alternativa al carcere commissionatale dal tribunale per l'aggressione perpretata ai danni di una “amica”, e fresca orfana di madre il cui capezzale è ancora caldo e sfatto quando rienra a casa, l'anaffetiva e semi-autistica (“Parks and Recreation”), tenera ed inesperta (“the To Do List”), ma non ingenua né stupida (“Ned Rifle”), e pscio/sociopatica (“Legion”) Ingrid se ne trova ben presto un altro, di Buen Retiro (“the Deer Park” di Norman Mailer), e un'altra, di “amica”. E noi la seguiamo, Go We(s)t!
Titolo originale An Evening with Beverly Luff Linn
Regia di Jim Hosking
Con Aubrey Plaza, Jemaine Clement, Emile Hirsch, Maria Bamford, Craig Robinson, Matt Berry
Titolo originale Black Bear
Regia di Lawrence Michael Levine
Con Aubrey Plaza, Sarah Gadon, Christopher Abbott, Lindsay Burdge, Alexander Koch
Il gioco a cui abbiamo giocato.
Un Ultimo FoxTrot sulle Adirondack.
La nebbia avvolge le sponde del lago.
Lei chiude gli occhi sul molo, e la bruma
- mentre osserva sé stessa nell’atto di scrivere -
scompare.
E ciò che resta e rimane, apparendo, è
- ammorbidite con un telo diffusore
le ombre in piena luce del Sole -
il film.
Con un orso alla soglia.
“Ricordi com’era all’inizio? Prima di tutto questo? Ricordi? Prima dei film? Eravamo così felici. Voglio tornare a quei giorni. Voglio solo essere di nuovo una persona normale. Pensi che potremmo? Pensi che potremmo tornare ad essere normali?”
Quando Allison parla di normalità non la contrappone al divismo glam, allo “star” system, al denaro, al benessere, all’agiatezza, ma al fatto che il Cinema (la writers' room, il set, la cabina di montaggio), se vissuto in maniera totale, può essere un’ininterrotta e non voluta seduta di psicoanalisi di coppia: la messa in scena del sé… e di quel che non si sarebbe mai pensato e non si avrebbe mai avuto l’occasione di essere.
Film dicotomico e polarizzato (o tripartito - ma sempre intercomunicante - se si considerano prologo ed epilogo distinti dal resto della narrazione), la cui seconda parte è l’elaborazione del pregresso fuori campo - al quale non abbiamo assistito - antecedente alla prima parte, “Black Bear” è un’opera liminale, stratificata, diramante, complessa per struttura (particolare) e profonda per contenuto (universale), che continua a lavorare anche dopo che si sono riaccese le metaforiche luci in sala. (Si potrebbe azzardare un confronto - in ambito "metacinematografia e bestie feroci", e non solo - con il "Silver Bullets" di Joe Swanberg di un decennio prima.)
Probabilmente la prestazione più impressionante della sempre eccezionale Aubrey Plaza (qui alter-ego del regista), che raggiunge l’acme nel sottofinale del “Facciamone un’altra” durante le riprese del film nel film nella sceneggiatura nel film.
“That was some game we played.”
Scrive.
Titolo originale Happiest Season
Regia di Clea DuVall
Con Kristen Stewart, Mackenzie Davis, Aubrey Plaza, Alison Brie, Dan Levy, Mary Steenburgen
Clea DuVall e le sue attrici: uncomfortable living room.
Alison Brie algida, velenosa, repressa e scatenata, le apparizioni trasversali e ipogee di Aubrey Plaza con la scorta dei suoi occhioni, la sintetizzatrice ambulante di serotonina Mary Holland e la coppia di protagoniste principali Kristen Stewart e Mackenzie Davis (scrittura, regìa ed interpretazioni creano a tratti vero malessere scaturente dai loro attriti e distanze quando raggiungono il culmine della curva tra i due estremi di felicità possibile e conquistata) innervano il film, lo sostengono, lo indossano e lo popolano: e l’occhio, il gusto e il sentor d’attrice di Clea DuVall le sfrutta al meglio.
Titolo originale Best Sellers
Regia di Lina Roessler
Con Aubrey Plaza, Cary Elwes, Michael Caine, Scott Speedman, Ellen Wong, Veronica Ferres
È un bel film, “Best Sellers”, il cui punto di forza è l'alchimia sfrigolante fra i due attori protagonisti (con Plaza che, da par suo, tiene testa alla maestria di Caine facendogli non solo da sparring partner, ma assestando pure qualche affondo), non altro: pare poco?
Lucy Stanbridge (Aubrey Plaza), a capo della casa editrice fondata dal padre che la sorveglia alle spalle da un ritratto dipinto a olio appeso dietro alla scrivania da cui la donna tenta di salvare il salvabile dopo che la svolta “young adult” che ha imposto all’azienda non ha dato i frutti sperati, per una concatenazione di eventi (per la nascita della quale i soldi…
“Il luogo più ricco della terra era diventato il cimitero, perché è lì che sono stati sepolti i sogni.”
…poco c’entrano: la motivazione si può riassumere col fatto che l’autore rinuncia, per una questione “sentimentale”, a dare fuoco - kundunescamente, una volta che il mandala è ultimato occorre soffiarlo via - al manoscritto terminale) riceve dall’anziano scrittore eremita e misantropo Harris Shaw (Michael Caine, classe 1933) – una crasi fra J.D.Salinger, Thomas Pynchon e Cormac McCarthy, autore di un unico romanzo, seminale, l’opera prima “Atomic Autumn”, uscita ad inizio anni ‘70 (e da allora il silenzio editoriale) –, dopo che ha tentato con metodi poco ortodossi, tipo irrompendo in casa sua dalla classica entrata posteriore lasciata aperta, e senza alcun frutto di convincerlo a farle pubblicare qualsiasi cosa abbia prodotto nel quasi mezzo secolo…
- “Noi della Stanbridge Publishing ci stavamo chiedendo se stesse lavorando a qualcosa di nuovo.”
- “Il mondo non ha alcun bisogno di qualcosa di nuovo da me.”
…passato d’allora, l’opera seconda, sempre fantascientifica, “the Futire Is X-Rated”, e investendo su di essa buona parte del proprio futuro, ovvero una bella fetta della sicurezza finanziaria acquisita e messa a rendita, parte con lui, convinto grazie ad una clausola nel contratto risalente a 50 anni prima, per un tour promozionale a bordo di una Jaguar Daimler Double Six d’importazione con guida a destra: “Weeeee!”.
“L'Eden era sparito. Non più a portata di mano. Sembra che Dio abbia finito con gli errori.”
“Guardare morire l'unica altra persona rimasta sul pianeta era una sensazione come nessun'altra. All'improvviso il mondo appariva dieci volte più vasto e freddo, e la gravità sembrava allentare la presa."
“Il posto più ricco della Terra non è, come scrivi, il cimitero. È l’essere vivi. Anche se rimani completamente solo. Quello che non capisci è che hai completamente fallito nel rubare la speranza all’ultimo uomo sulla Terra. La speranza.”
Momento (di voluto, cercato, perpetrato imbarazzo) memorabile: «Nicholas Sparks incontra Jon Krakauer: “Foreverest”!»
Un film che termina nel miglior modo possibile, senza dover essere per forza un lieto fine (concetto che naturalmente dipende dal punto in cui il narratore decide di interrompere la propria storia: non esiste alcuna fine lieta, perché ogni fine è nota), così come "doveva" concludersi: con del lavoro da sbrigare.
Titolo originale The White Lotus
Con Mike White, Murray Bartlett, Christie Volkmer, Alec Merlino, Connie Britton
Tag Drammatico, Storia corale, Vita vissuta, Viaggio, USA, Anni duemilaventi
Titolo originale Spin Me Round
Regia di Jeff Baena
Con Aubrey Plaza, Alison Brie, Debby Ryan, Ayden Mayeri, Fred Armisen, Alessandro Nivola
Un’invasione di cinghiali gerofanti durante un’orgia alla Eyes Wide Shut: un’accurata istantanea realistica dell’Italia da cartolina: praticamente un documentario di cinéma vérité.
Anche se "Pompino" pronunciato da Plaza mentre Brie ne simula (inconsapevole) l'atto forse è "troppo" anche per me. (Hm: no.)
Titolo originale Emily the Criminal
Regia di John Patton Ford
Con Aubrey Plaza, Theo Rossi, Jonathan Avigdori, Bernardo Badillo, Gina Gershon
“Emily the Teacher, Emily the Mother, Emily the Something.”
L’esordio newhollywoodiano nel lungometraggio di John Patton Ford, che arriva dopo una dozzina d’anni dalla sua opera prima presentata al Sundance, lo sbalestrato (artisticamente nel bene, à la Solondz) cortometraggio “Patrol” (fruibile liberamente su Normal Content), introietta la lezione cassavetesiana (ma in questa sceneggiatura cimino-peckinpahniana messa in scena dai fratelli Dardenne vi sono anche accenni - non stilistici, ma di senso della vita - da un altro principio di carriera, quello di P.T. Anderson con “Sidney (Hard Eight)”, e scorci/squarci demmeiani) e sforna un lavoro che s’accosta, per atmosfera, ad un altro convincente debutto recente sulla lunga distanza, vale a dire il “Pig” di Michael Sarnoski con Nicolas Cage.
E poi tutto il film è servito, attraversato ed abitato da un’Aubrey Plaza al suo meglio: e il meglio di Audrey Plaza è ben superiore alla media del meglio generale.
Non ho ancora deciso se il contro finale possa essere inteso, a favor di genere, come decisamente troppo cinico o se invece sia, paradossalmente, sfidando la sospensione dell’incredulità, iperrealista. Probabilmente è entrambe le cose, che non si escludono a vicenda, anzi. Come il bene e il male.
Titolo originale Metropolis
Regia di Fritz Lang
Con Gustav Fröhlich, Brigitte Helm, Rudolf Klein-Rogge, Alfred Abel, Fritz Rasp
Titolo originale The Fountainhead
Regia di King Vidor
Con Gary Cooper, Patricia Neal, Raymond Massey, Kent Smith, Robert Douglas, Henry Hull
Titolo originale Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse
Regia di Fax Bahr, George Hickenlooper
Con Rona Barrett, Sam Bottoms, Marlon Brando, Colleen Camp, Doug Claybourne, Eleanor Coppola
Titolo originale Apocalypse Now: Redux
Regia di Francis Ford Coppola
Con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Frederic Forrest, Sam Bottoms
Titolo originale A. I.: Artificial Intelligence
Regia di Steven Spielberg
Con Haley Joel Osment, Jude Law, Frances O'Connor, Sam Robards
Titolo originale Mystery Team
Regia di Dan Eckman
Con Donald Glover, D.C. Pierson, Dominic Dierkes, Aubrey Plaza, Glenn Kalison, Peter Saati
Titolo originale The Necessary Death of Charlie Countryman
Regia di Fredrik Bond
Con Shia LaBeouf, Evan Rachel Wood, Mads Mikkelsen, Melissa Leo, Til Schweiger, Rupert Grint
Titolo originale About Alex
Regia di Jesse Zwick
Con Maggie Grace, Aubrey Plaza, Jane Levy, Max Greenfield, Max Minghella, Jason Ritter
Titolo originale Pistol Shrimps
Regia di Brent Hodge
Con Aubrey Plaza
Titolo originale Mike and Dave Need Wedding Dates
Regia di Jake Szymanski
Con Zac Efron, Anna Kendrick, Adam DeVine, Aubrey Plaza, Stephen Root, Sugar Lyn Beard
Titolo originale Dirty Grandpa
Regia di Dan Mazer
Con Zac Efron, Robert De Niro, Julianne Hough, Zoey Deutch, Aubrey Plaza, Dermot Mulroney
Titolo originale Child's Play
Regia di Lars Klevberg
Con Aubrey Plaza, Gabriel Bateman, Brian Tyree Henry, David Lewis, Ty Consiglio
Titolo originale Sarah Cooper: Everything's Fine
Regia di Natasha Lyonne
Con Sarah Cooper, Winona Ryder, Aubrey Plaza, Marisa Tomei, Ben Stiller, Maya Rudolph
Titolo originale Little Demon
Con Darcy Fowler, Seth Kirschner, Kieran Valla, Lucy DeVito, Danny DeVito
Tag Animazione, Femminile, Famiglia, Horror, USA, Anni duemilaventi
Titolo originale Operation Fortune: Ruse de guerre
Regia di Guy Ritchie
Con Jason Statham, Aubrey Plaza, Josh Hartnett, Cary Elwes, Bugzy Malone, Hugh Grant
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