Non è soltanto una settimana estremamente affollata di titoli: è anche una settimana con una programmazione molto varia. Il motivo è semplice: l'imminente ponte è inevitabilmente accompagnato dalla speranza di veder accorrere gli italiani nelle sale. Oddio accorrere è parola grossa: avvicinarsi, diciamo. Peccato che intanto l'anticiclone africano imperversi: gli italiani che affollano le spiagge a fine ottobre e postano allegre foto di sé in costume da bagno assomigliano un po' a quei poveri abitanti di Chernobyl che accorsero a guardare le luci sprigionarsi nei cieli, quasi affascinati e ancora inconsapevoli. Perché la situazione meteorologica - anomala fin all'inverosimile - ci regala il tepore globale autunnale, ma la verità è che non è affatto una buona notizia.
Probabilmente non lo sarà nemmeno per i cinema, ma intanto "godiamoci" la presenza di una vasta scelta che schiera diversi titoli di qualità - con in primis la Palma d'Oro The Triangle of Sadness e il nuovo film di David Russell - accanto a film di genere, thriller, commedie e film per famiglie. Nessuno è escluso. E in sala resistono anche i film già usciti, in buona quantità, con Black Adam (al suo secondo weekend) e Il colibrì a contendersi la prime posizioni al box office.
Resterà solo tre giorni nelle sale il film di Fabio Mollo, regista legato alla sua Calabria e al sud in genere, che mette in scena la storia di formazione di Anita, interpretata da Casadilego (nome d'arte di Elisa Coclite, vincitrice dell'edizione 2020 di X Factor) che incontra sulla sua strada una vecchia e rauca rock star (un valido Tommaso Ragno) che la accompagnerà verso la scoperta del suo talento e verso la sua maturazione, in quella che resterà per lei un'estate indimenticabile.
La domanda che viene subito da farsi è: ma quanto sarà costato quel cast? Perché la lista di attori che compaiono nel nuovo film di David O. Russell è davvero sconfinata. Ovviamente molti di loro appariranno in poche scene, ma resta lo stupore: non li citiamo nemmeno, guardate da voi. Tutto questo sfoggio di grandi nomi viene messo al servizio di un film anomalo e lisergico, ambientato negli anni '30, complicato da riassumere qui, ma sicuramente intrigante.
Il film di Riccardo Chemello segna la nascita di un nuovo universo: l'UCB, ovvero l'Universo Cinematografico Bonelli. Perché il personaggio portato sullo schermo da questo titolo apripista è infatti basato sull'omonimo personaggio nato oltre vent'anni fa e pubblicato negli albi della Sergio Bonelli Editore, che ora - sulla scia di quanto accaduto da tempo negli USA - ha pensato di dare il via a una propria divisione destinata a portare sul grande schermo i propri personaggi.
La torre alta 700 metri rappresentata nel film esiste davvero negli Stati Uniti, in Arizona, ma tranquilli: per girare questo film adrenalinico Scott Mann ne ha ricostruita una alta 30. Abbastanza comunque per farsi molto male. È stato lì che si è girato l'acrobatico film che vede le due attrici Grace Caroline Currey e Virginia Gardner bloccate e isolate per praticamente l'intera durata del film sulla cima della torre, su una minuscola piattaforma, senza via d'uscita.
Con Silvio Cavallo, Giulia Vada, Valeria Bonalume, Marco Stefano Speziali, Marcella Magnoli
Silvio Cavallo, sin qui cabarettista, si cimenta per la prima volta come attore in un film in una storia che riecheggia i fasti trasgressivi e notturni di certe zone della Milano degli anni '90: un passato con cui il personaggio principale - ai tempi protagonista - deve confrontarsi ora che la città è cambiata e lui è ingloriosamente invecchiato.
La commedia musicale e per famiglie di Josh Gordon e Will Speck si avvale della presenza in cast di un coccodrillo, realizzato in CGI, che affianca nomi come quelli di Javier Bardem e Constance Wu. E non è tutto, perché il coccodrillo sa anche cantare (con la voce del cantante canadese Shawn Mendes). I presupposti per una commedia un po' demenziale e un po' infantile ci sono indubbiamente tutti...
Roberto Andò accoppia Toni Servillo, qui perfetto nei panni di Luigi Pirandello, a Ficarra e Picone per uno "strano" film sul teatro, sul processo creativo e sul percorso del grande drammaturgo siciliano.
Con Ioana Bugarin, Emanuel Parvu, Cezar Antal, Ovidiu Crisan, Valeriu Andriuta
Il film del regista rumeno Bogdan George Apetri era inserito nella sezione Orizzonti - quella destinata a "perlustrare" i nuovi territori - di Venezia 2021 e ha vinto lo stesso anno il premio della Giuria Interreligiosa al Tertio Millennio (festival cinematografico del dialogo interreligioso: sì esistono anche festival così). Tra dramma e thriller la storia di una novizia "troppo bella" (non c'è un concorso di bellezza per novizie?) e di una sua notte fuori dal convento. Niente ammiccamenti però: al di là dell'ironia il film è teso e cupo e, lontano da ogni spettacolarizzazione, racconta un fatto cruento e al tempo stesso un miracolo, lasciando alla coscienza dello spettatore la scelta sull'interpretazione da dare.
È piaciuto alla giuria di Cannes l'ultimo film di Ruben Östlund, al punto che gli ha tributato il premio più alto: la Palma d'Oro. Ma poiché siamo abituati a vedere il pubblico spaccarsi sui film del regista svedese, è possibile che il giudizio non sia da tutti condiviso. Tanto più che Östlund, sin qui autore che ha giocato sempre su registri medi, tenta un ulteriore spostamento dal suo ultimo film, The Square (che già mostrava dei lati grotteschi), per approdare a un registro satirico che vuole spiazzare e inquietare lo spettatore, metterlo a disagio titillando i suoi meccanismi proiettivi, se non verso i personaggi almeno nei confronti della situazione in cui si trovano. E che in questo caso è decisamente anomala.
Due giovani donne, una europea e l'altra africana. Due mondi diversi, due insoddisfazioni dal differente peso specifico, che si incontrano e che incontrano i loro destini. È il film di Carolina Boco e Luca La Vopa, tratto dall'omonimo romanzo di Alssandra Soresina.
È un thriller lacustre quello che ci consegna Donato Carrisi, alla sua terza regia e di nuovo impegnato a portare sullo schermo un suo stesso romanzo. Qui la protagonista del lavoro del giallista italiano è Michela Cascon nei panni di una ispettrice di Polizia che si mette sulle tracce di un serial killer che se la prende con prostitute anziane.
Dramma, anzi melodramma, su un giovane che deve affrontare un'improvvisa emergenza sanitaria. Sarà aiutato nel percorso di accettazione e possibile guarigione da madre e padre (Nancy Brilli e Massimo Ghini) e dalla volontà di guarire.
È insolita la trama del film d'esordio di Gabriele Ferro che è centrata su una restauratrice d'organi - mestiere di per sé raro e già un po' solitario - che si trova proprio nel mezzo della pandemia alle prese con un lavoro cui non intende rinunciare. Proseguirà in solitudine, in una sorta di clausura al quadrato, considerato anche il suo carattere schivo e brusco, fino a quando non le verrà assegnata un'assistente muta che ha però dei talenti nascosti e verso la quale la donna inizierà ad avere sentimenti controversi.
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