Sexy Beast
- Thriller
- Gran Bretagna
- durata 88'
Titolo originale Sexy Beast
Regia di Jonathan Glazer
Con Ray Winstone, Ben Kingsley, Amanda Redman, Ian McShane
E saperle nuovamente aiuta a capirle meglio, ritrovandole.
A proposito di “la Zona d’Interesse” non mi viene in mente nient’altro che nulla. Ovvero: questo.
Non è lecito, né giusto, creare suspense sfruttando l’Olocausto.
Detto ciò: quella di Martin Amis rimaneva una Storia da scrivere, un romanzo da leggere.
Szmul, il corvo del crematorio, il martire (latino ecclesiastico in prestito dal greco), e quindi il Testimone (laico), ucciderà la donna, ammazzerà la carogna o si sparerà in testa o al petto di fronte a loro?
«Non mi viene in mente alcunché a proposito di “la Zona d’Interesse”.»
Resta il fatto che “the Zone of Interest” di Martin Amis, figlio del Kingsley di "the Old Devils" [Oxford, 1949; “Money: a Suicide Note”, “London Fields”, “Time's Arrow, or: the Nature of the Offence” (sullo "stesso" argomento, ma più "teorico"), “the Information”, “Night Train”, “Yellow Dog”, “Koba the Dread: Laughter and the Twenty Million”, “the Second Plane”, “The Rub of Time” e quel capolavoro di ustionante autofiction & other/over-truth ch’è il memoire “Experience”], è un eccellente romanzo --- --- --- che avrei preferito non leggere (perché sull’argomento sapevo già quel che si poteva sapere senza esserci stato, in un Campo di Concentramento e Sterminio) e che non fosse stato scritto: ma né l’una né l’altra cosa sono accadute, anzi è successo proprio l’opposto: e tanto vale far parlare il romanzo, allora.
A proposito di “la Zona d’Interesse” non mi viene in mente null’altro che niente. Vale a dire: questo.
“Mamma, cos’era quel rumore terribile?”
“C’è qualcosa che non gli facciamo?”
“Provano schadenfreude perfino per sé stessi.”
“La sconfitta è biologicamente impossibile.”
“Segreti? Quali segreti? L'intera contea si tura il naso per non sentirli.”
La feccia del tempo: la zolla nera che si spacca e ribalta e ribolle per i gas di decomposizione nella radura del Secolo Breve.
Bormann, lo zio del co-protagonista, Goring (il Travestito, der Transvestit), Goebbels (lo Storpio, der Kruppel), Himmler (il Ciarlatano, der Kurpfuscher), il “pericoloso” (per la carriera di Bormann) Speer… E poi GröFaZ, che non è un “coso” jacovittiano, ma un acronimo per Größter FeldHerr aller Zeiten (“il più grande condottiero di tutti i tempi”), o, per dirla con gaddiana memoria, sulla scìa del “batrace tritacco” (ed altri pedigree: Bianchi, Farinacci, Starace) riservato ai postumi di Salò, il “priapo illibato”, l’imbianchino-acquarellista austriaco, il cui nome viene scritto (accompagnato da una fotografia) solo una volta da Martin Amis in “the Zone of Interest”: nella postfazione, e tra virgolette (evidenziando da parte dello stesso autore questa “scorta” tipografica che “sembra” renderlo “leggermente più gestibile”). E il romanzo, in fondo, è il (vano, inutile) tentativo - svolto attraverso altri personaggi "minori" quali l’aguzzino Paul Doll aka Otto Moll / Rudolf Höß (che risulterà - come tanti altri, essendo quest’epitaffio un compendio di vari reali addii - patetico persino di fronte alla morte: “un ragazzino da incubo”), le cui autobiografie lasciamo a chi "le ha dovute leggere per forza", come ad esempio Primo Levi - di ribadire l’indicibile sotto agli occhi di tutti: che questo è (stato).
E l’intenzione stessa non è solo “dimostrata” dalla coda saggistica, m’anche esplicitamente dichiarata dall’autore nella postfazione, ricorrendo per l’appunto allo stesso Primo Levi [che alla Buna-Werke della IG Farben nel(la) Kat-Zet (il KonzentrationsLager, la Zona d'Interesse) di Monowitz (Auschwitz III) “lavorò”], cui il libro è dedicato assieme a Paul Celan, tra gli altri.
La postfazione non è altro che l’illogicamente ontologico tentativo di giustificare con pezze d’appoggio il proprio romanzo. Ed è valida quanto il libro.
“La Zona d’Interesse” è l’intreccio di tre memorie: l’estetismo romantico (spurio) di Angelus “Golo” Thomsen (l'ingranaggio), l’ottusa logorroicità (vomitevole) di Paul Doll (il mostro) e il ciò che è stato (ritrovato) di Szmul Zacharias (l'uomo).
Irma [Ilse] Grese, n. 9 (Wrechen, 7 ottobre 1923 – Hameln, 13 dicembre 1945)
Czesława Kwoka, n. 26947 (Wólka Złojecka, 15 agosto 1928 – Oświęcim, 12 marzo 1943)
“In mezzo al Lager c'è la piazza dell'Appello, vastissima, dove ci si raduna al mattino per costituire le squadre di lavoro, e alla sera per venire contati. Di fronte alla piazza dell'Appello c'è una aiuola dall’erba accuratamente rasa, dove si montano le forche quando occorre.” -- Primo Levi, “Se Questo È un Uomo”, Edizioni Francesco De Silva di Franco Antonicelli, Torino, 1947.
“Fratelli umani, lasciate che vi racconti com'è andata. Non siamo tuoi fratelli, ribatterete voi, e non vogliamo saperlo.” -- Jonathan Littell, “Les Bienveillantes”, 2006 (Einaudi, 2007, traduzione di Margherita Botto).
Colophon.
Martin Amis - "the Zone of Interest" - 2014
(Einaudi, 2015, traduzione di Maurizia Balmelli, 312 pagg., 20 €).
Pietra d’Inciampo.
Un altro Szmul: https://aboutholocaust.org/it/facts/chi-era-szmul-zygielbojm-e-perche-si-tolse-la-vita-nel-1943
Nota. La playlist è composta dalla filmografia di Jonathan Glazer, da pellicole - elencate per anno di uscita - pervase (anche da fuori campo) dalla Shoah (ognuna delle quali riporta un brano del romanzo, non per forza collegato all'opera cinematografica in questione: anche le citazioni dal libro sono inserite cronologicamente) e da un cullante rumore bianco terminale.
Titolo originale Sexy Beast
Regia di Jonathan Glazer
Con Ray Winstone, Ben Kingsley, Amanda Redman, Ian McShane
Titolo originale Birth
Regia di Jonathan Glazer
Con Nicole Kidman, Cameron Bright, Lauren Bacall, Anne Heche, Peter Stormare, Danny Huston
Titolo originale Under the Skin
Regia di Jonathan Glazer
Con Scarlett Johansson, Krystof Hádek, Robert J. Goodwin, Paul Brannigan, Michael Moreland
Solo un altro tipo di sterminio.
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"The Zone of Interest" di Jonathan Glazer (2023-'24), direttore della fotografia Lukasz Zal (“Ida”, “Loving Vincent”, “Cold War”, “Dovlatov”, “I'm Thinking of Ending Things”).
Titolo originale Ostatni etap
Regia di Wanda Jakubowska
Con Tatjana Gorecka, Antonina Gorecka, Barbara Drapinska, Aleksandra Slaska
Titolo originale Nuit et brouillard
Regia di Alain Resnais
[Thomsen]
- Ne vuole una?
- Non fumo sigarette, ho detto [...].
- Trovo che un po' aiuti, - ha detto, - con l'odore.
Aveva ancora quell'ultima parola sulla lingua quando abbiamo sentito qualcosa, qualcosa nel vento... Era un inerme, tremante accordo di umano terrore e sgomento.
Regia di Gillo Pontecorvo
Con Susan Strasberg, Laurent Terzieff, Emmanuelle Riva, Didi Perego, Gianni Garko
[Doll]
A questo punto il mezzo si è piegato paurosamente verso sinistra, il telone laterale si è sollevato per aria e - per 2 o 3 atroci secondi - ha mostrato quel che conteneva.
[...]
Era esattamente come il mio istinto mi aveva suggerito: i nostri ospiti erano del tutto incapaci di assimilare quello che avevano visto.
Titolo originale Pasazerka
Regia di Andrzej Munk
Con Aleksandra Slaska, Anna Ciepielewska, Jan Kreczmar, Marek Walczewski
[Szmul]
Quando era ancora tra noi, il mio amico filosofo Adam diceva sempre, "Non abbiamo nemmeno la consolazione dell'innocenza". Non ero e non sono d'accordo. Ancora oggi, continuerei a dichiararmi non colpevole.
Un eroe certo evaderebbe e racconterebbe tutto al mondo. Ma ho il sospetto che il mondo sappia già tutto da tempo. Come potrebbe non sapere, considerate le proporzioni?
Ci sono tre motivi, o scuse, persistenti per continuare a vivere: primo, testimoniare, secondo, esigere vendetta mortale. Io testimonio; ma lo specchio magico non mi mostra un assassino. O non ancora.
Terzo, il più fondamentale, salviamo vite (o prolunghiamo vite) al ritmo di una per deportazione. A volte nessuna, a volte due - per una media di una. E 0,01 per cento non è 0,00. Si tratta invariabilmente di giovani maschi.
Occorre agire mentre scendono dal treno; quando si formano le file per la selezione, è già troppo tardi.
Ihr seit achzen johr alt, sussurriamo, und ihr hott a fach.
Sie sind achtzehn Jahre alt, und Sie haben einen Handel.
Vous avez dix-huit ans, et vous avez un commerce.
Hai diciott'anni, e hai un mestiere.
Titolo originale Sophie's Choice
Regia di Alan J. Pakula
Con Peter MacNicol, Meryl Streep, Kevin Kline, Rita Karin, Stephen D. Newman
[Thomsen]
- E la selezione? - ho chiesto.
- Non c'è stata nessuna selezione. Erano tutti garantiti per il gas.
- Stavo pensando... C'è qualcosa che non gli facciamo? Non li stupriamo, immagino.
- Piú o meno. In compenso facciamo qualcosa di molto più brutto. Dovresti imparare a portare un po' di rispetto ai tuoi nuovi colleghi, Golo. Qualcosa di molto, molto piú brutto. Prendiamo le belle donne e ci facciamo degli esperimenti medici. Sugli organi riproduttivi. Le trasformiamo in un branco di vecchine. Poi la fame le trasforma in un branco di vecchietti.
Ho detto: - Sei d'accordo che non potremmo trattarli peggio?
- Oh, andiamo. Non li mangiamo mica.
Ci ho pensato un momento. - Sí, ma loro non avrebbero niente in contrario. Salvo se li mangiassimo vivi.
- No, quello che facciamo è spingerli a mangiarsi tra loro. Su questo sí che hanno qualcosa in contrario... Golo, chi, in Germania, non pensava che gli ebrei andassero rimessi a posto? Però, cazzo, questo è ridicolo. E sai qual è la cosa peggiore? Sai cos'è che proprio non mi va giú?
- Ho idea di sí, Boris.
- Già. Quante divisioni stiamo impegnando? Ci sono migliaia di campi. Migliaia. Ore di uomini, ore di treno, ore di ore di carburante. E stiamo ammazzando la nostra manodopera! E la guerra?
- Esatto. E la guerra.
- Come si collega alla guerra tutto ciò?...
[Doll]
- Ma che senso ha, mein Kommandant?
- Che senso ha? È una questione politica, Prufer. Stiamo cancellando le tracce. Dobbiamo addirittura macinare le ceneri. Nei tritaossa, nicht?
- Scusi, signore, ma torno a chiedere. Che senso ha? Avrà importanza solo se perdiamo, e noi non perderemo. Se vinciamo, e noi vinceremo, non avrà nessuna importanza.
Devo ammettere che mi aveva attraversato lo stesso pensiero. - Qualche importanza l'avrà comunque, anche se vinciamo, - ho ribattuto. - Bisogna pensare al lungo termine, Prufer. Alla gente inopportuna che fa domande e ficca il naso dove non dovrebbe.
- Continua a sfuggirmi il senso, Kommandant. Voglio dire, se vinciamo, dovremo farne molte di più di cose del genere, dico bene? Gli zingari e gli slavi eccetera eccetera.
- Mm. Era quello che pensavo.
- Quindi perché adesso ci comportiamo come degli smidollati? - Prufer si è grattato la testa. - Di quanti pezzi stiamo parlando, Kommandant? Abbiamo almeno una vaga idea?
- No. Ma sono un mucchio.
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- Accosti qua, Unterscharfuhrer. Qua.
- Sì, mio Kommandant.
Ebbene, non andavo al Settore 4IIIb(i) dal mese di luglio, quando avevo accompagnato il Reichsfuhrer-SS nella sua ispezione di I giorno. Appena sono smontato dal camion (e quando Szmul è saltato giú dal pianale) mi sono accorto con apprensione che in realtà riuscivo a udire il Prato di Primavera. Detto prato iniziava forse a 10 metri oltre il tumulo dove Prufer, Stroop ed Erkel si tenevano le mani prem sulla faccia - ma potevi sentirlo. Potevi sentirne l'odore, ovviamente; e potevi udirlo. Schioccare, sciabordare, sibilare. Ho raggiunto i miei colleghi e fissato lo sguardo sul campo immenso.
Ho fissato lo sguardo sul campo immenso senza ombra di sentimentalismo. Sono un uomo normale con sentimenti normali, non mi stancherò mai di ripeterlo. Quando sono tentato dalla debolezza umana, tuttavia, penso semplicemente alla Germanía, e alla fiducia riposta in me dal suo Liberatore - la cui visione, i cui ideali e le cui aspirazioni condivido in modo irremovibile. Essere gentile con gli ebrei è essere crudele con i tedeschi. «Giusto» e «sbagliato», «bene» e «male»: questi concetti hanno fatto il loro tempo; sono finiti. Sotto il nuovo ordine, certe azioni hanno esiti positivi e certe altre esiti negativi. E questo è quanto.
- Kommandant, a Culenhof, - ha detto Prufer con I delle sue espressioni corrucciate per la responsabilita, - Blobel ha cercato di farli saltare in aria.
Mi sono voltato a guardarlo e ho detto da sotto il fazzoletto (avevamo tutti un fazzoletto): - Cercato di farli saltare in aria con quale scopo?
- Be', sa, per sbarazzarsene. Non ha funzionato, Kommandant.
- Avrei potuto dirglielo prima ancora che si mettesse all'opera. Da quando in qua far saltare in aria le cose le fa scomparire?
- È quello che ho pensato mentre ci provavano. Sono finiti dappertutto. C'erano pezzi appesi agli alberi.
- E cos'avete fatto? - ha chiesto Erkel.
- Abbiamo recuperato i pezzi che siamo riusciti a recuperare. Quelli sui rami bassi.
- E quelli sui rami alti? - ha chiesto Stroop.
- Li abbiamo lasciati lí, - ha detto Prufer.
Ho percorso con lo sguardo la vasta giava come una laguna al cambio di marea, una superficie costellata di geyser che eruttavano e zampillavano; di tanto in tanto qualche zolla erbosa saltava e si capovolgeva per aria. Ho lanciato un urlo per chiamare Szmul.
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Ed è vero quel che si dice, qui nel KL: Nessuno conosce se stesso. Chi sei tu? Non lo sai. Poi arrivi nella Zona d'Interesse, e lei ti dice chi sei.
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È il fuoco, capite, è il fuoco.
Come farli bruciare, i corpi nudi, come fare in modo che prendano?
Abbiamo cominciato con cumuli assai modesti, servendoci di assi di legno, senza concludere granché, ma poi Szmul... Sapete, ora capisco perché il Sonderkommandofuhrer ha una vita fortunata. È stato lui a dare una serie di suggerimenti che di fatto si sono rivelati determinanti. Li metto per iscritto, per futura consultazione.
1) Il rogo dev'essere uno solo.
2) Il rogo deve ardere ininterrottamente, per 24 ore.
3) Il grasso umano liquefatto dev'essere usato per favorire la combustione. Szmul ha organizzato i canali di deflusso e le squadre di aggottamento, il che oltretutto si è tradotto in una notevole economia di benzina. (Promemoria: notificare questo risparmio a Blobel e Benzler).
A questo punto c'è un'unica difficoltà tecnica cui periodicamente occorre far fronte. Il fuoco è talmente caldo che non ti puoi avvicinare, nicht?
Ora, ditemi voi, questo è davvero esilarante, questo, questo davvero «vince la palma». Tutt'a un tratto il telefono si fa rovente: Lothar Fey della Difesa Aerea, che protesta furioso, pensate un po', contro le nostre conflagrazioni notturne! C'è da stupirsi se vado fuori di testa?
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Quanto al miglior modo di contarli, il Sonderkommando-fuhrer aveva ragione. Non i teschi. Pressoché tutti i pezzi sono stati liquidati con il consueto Genickschuss, ma spesso in modo maldestro o frettoloso, per cui il colpo gli ha frantumato il cranio. I teschi sono quindi inaffidabili. La procedura piú scientifica, abbiamo accertato, è quella di contare i femori e dividere per 2. Nicht?
Titolo originale Au revoir les enfants
Regia di Louis Malle
Con Gaspard Manesse, Raphael Fejtö, Philippe Morier-Genoud, Francine Racette
[Doll]
Sapete come siamo. Questo è il Nazionalsocialismo!
E intendiamoci, eliminare i bambini e gli anziani richiede altri pregi e virtú: fanatismo, radicalismo, rigore, tenacia, fermezza, distacco, spietatezza, und so weiter. Dopotutto (come spesso mi dico), qualcuno deve pur farlo - gli ebrei alla 1ª occasione ci riserverebbero lo stesso trattamento, lo sappiamo bene. Fecero un discreto tentativo nel novembre del 1918, quando quei profittatori, comprando a poco e rivendendo...
Titolo originale Schindler's List
Regia di Steven Spielberg
Con Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Embeth Davidzt
[Thomsen]
A quel tempo c'erano migliaia di uomini che facevano la spola tra fascismo e comunismo senza neanche degnare di un'occhiata il liberalismo.
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Eravamo obstruktive Mitlaufer. Andavamo avanti. Andavamo avanti, andavamo avanti obbedienti, facendo tutto quel che potevamo per trascinare i piedi e sporcare i tappeti e rigare i parquet, ma andavamo avanti. Come noi ce n'erano centinaia di migliaia, forse milioni.
Titolo originale Death and the Maiden
Regia di Roman Polanski
Con Sigourney Weaver, Ben Kingsley, Stuart Wilson, Jonathan Vega
[Doll]
Chi innescò l'Incendio del Reichstag?
Lo innescò il confuso lupo solitario, il Kommunist olandese van der Lubbe, con i suoi fiammiferi e le sue fascine e il suo stravagante curriculum? No. Lo innescammo noi? No. L'Incendio del Reichstag fu innescato dal destino, dalla provvidenza.
Nella notte del 27 febbraio il Reichstag fu dato alle fiamme da Gott!
Regia di Francesco Rosi
Con John Turturro, Massimo Ghini, Rade Serbedzija, Stefano Dionisi, Claudio Bisio
Regia di Roberto Benigni
Con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini, Giustino Durano
[Szmul]
Hai davanti a te un pezzo di salsiccia, e lo mangi, e poi è alle spalle. Hai davanti a te una bottiglia di schnapps, e la bevi, e poi è alle spalle. Hai davanti a te un giaciglio caldo, e ci dormi, e poi è alle spalle. Hai un giorno o una notte davanti, e poi sono alle spalle.
Un tempo avevo un immenso rispetto per gli incubi - per la loro intelligenza e creatività. Adesso penso che gli incubi siano patetici. Sono del tutto incapaci di produrre qualcosa che sia anche solo lontanamente spaventoso quanto quello che faccio da mattina a sera - e hanno smesso di provarci. Adesso sogno soltanto pulizia e cibo.
Titolo originale The Pianist
Regia di Roman Polanski
Con Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Emilia Fox, Ed Stoppard
[Doll]
...e, fuori, il crepuscolo indistinto della Slesia. Il crepuscolo a novembre, l'alba a febbraio: questo è il colore del KL.
Mentre ero lí che cercavo di staccare la lingua dal palato, mi sono sorte le seguenti domande...
Se quella che stiamo facendo è una cosa buona, perché ha un odore cosí pervicacemente cattivo? Sulla rampa, la sera, perché avvertiamo quell'incontrovertibile bisogno di ubriacarci brutalmente? Perché abbiamo fatto ribollire e sfrigolare il prato? Le mosche grosse quanto more, i parassiti, le malattie, ach, scheusslich, schmierig - perché? Perché le canaglie si aggiudicano 5 razioni a pagnotta? Perché i pazzi, e solo i pazzi, qui sembrano trovarsi bene? Perché qui il concepimento e la gestazione non promettono nuova vita ma morte sicura per madre e figlio? Ach, perché der Dreck, der Sumpf, der Schleim? Perché facciamo diventare marrone la neve? Perché facciamo questo? Rendere la neve simile a merda d'angelo? Perché facciamo questo?
Titolo originale Inglourious Basterds
Regia di Quentin Tarantino
Con Brad Pitt, Eli Roth, Diane Kruger, Mike Myers, B.J. Novak, Samm Levine, Daniel Brühl
[Doll]
E trovo assai indicativo che la nostra parola per l'obbedienza ideale - Kadavergehorsam - contenga un cadavere (fatto doppiamente curioso, perché i morti sono la cosa più refrattaria che ci sia). La disciplina dei cadaveri. La conformità dei cadaveri. Qui al KL, nei forni, nelle fosse: loro sono morti. Ma lo siamo anche noi, noi che obbediamo...
Titolo originale Le dernier des injustes
Regia di Claude Lanzmann
Con Claude Lanzmann, Benjamin Murmelstein
[Doll]
Ultimamente ho applicato il mio nuovo atteggiamento mentale a una riconsiderazione dei nostri fini bellici.
Obiettivo numero 1. Acquisire Lebensraum, o spazio vitale, o impero territoriale.
Anche se la supremazia incontrastata ci sfugge, si può sicuramente raggiungere un compromesso (e sorvoliamo su tutte le sciocchezze a proposito di una resa incondizionata). Probabilmente dovremo restituire Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Danimarca, Lettonia, Estonia, Ucraina, Bielorussia, Jugoslavia e Grecia, ma con un po' di fortuna non avranno nulla in contrario se ci teniamo la Lituania, per dire, la regione dei Sudeti e il resto dell'entità ceca, piú la nostra metà di Polonia (credo che il problema dell'Austria non si porrà nemmeno).
Quindi, obiettivo numero 1: missione compiuta!
Titolo originale Saul fia
Regia di Laszlo Nemes
Con Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn, Björn Freiberg, Sándor Zsótér
[Thomsen]
A differenza di Colonia, Amburgo, Brema, Monaco e Magonza (e di tutta la regione della Ruhr), Berlino era ancora intera. C'erano state decine di raid di disturbo verso la fine del '40 e l'inizio del 41; poi questi raid erano andati scemando e il '42 era stato tranquillo. Ma tutti sapevano per certo che a breve il cielo sarebbe stato nero di aerei.
Ed è accaduto, dopo il Giorno della Luftwaffe (parate, sfilate, cerimonie solenni): nella notte tra l'1 e il 2 marzo, su Berlino si è abbattuto il primo stormo da bombardamento. Mi hanno svegliato le sirene (tre note consecutive seguite da un penetrante ululato); mi sono infilato svogliatamente la veste da camera e ho raggiunto il cocktail party nelle cantine dell'Eden. Novanta minuti più tardi quella decadente frivolezza è improvvisamente evaporata, ed è stato come se un colosso cieco e incespicante scavalcasse gli isolati arrancando verso di noi, producendo a ogni passo un rombo preistorico; proprio quando ci stavamo chiedendo come saremmo morti (polverizzati, carbonizzati, schiacciati, asfissiati, affogati), con la stessa repentinità Brobdingnag o Blunderbore ha sbandato e virato per allontanarsi fragorosamente verso est.
Centinaia di morti, migliaia di feriti, forse centomila senzatetto, e un milione di facce smunte e terrorizzate. Sotto di noi, uno sconfinato tappeto di vetro scricchiolante, sopra di noi un cielo color zolfo saturo di fumo. La guerra stava finalmente tornando da dove era venuta: stava tornando a casa, in Wilhelmstrasse.
Titolo originale Slaughterhouse-Five
Regia di George Roy Hill
Con Michael Sacks, Valerie Perrine, Ron Leibman, Eugene Roche;Sharon Gans
Titolo originale White Noise
Regia di Noah Baumbach
Con Adam Driver, Jodie Turner-Smith, Raffey Cassidy, Don Cheadle, Alessandro Nivola
«È vero che Kraus scrisse: “A proposito di Hitler non mi viene in mente nulla”. Ma era la prima riga di un libro su Hitler e i nazisti.» - Jonathan Franzen, “the Kraus Project”, 2013.
Titolo originale The Fall
Regia di Jonathan Glazer
Con Susanne Brown, Christopher Jupp, James Adams, Stuart Anderson, McKinley Bex, Lee Byford
Titolo originale Strasbourg 1518
Regia di Jonathan Glazer
Con Andrey Berezin, Botis Seva, Ditta Miranda Jasjfi, Germaine Acogny, Jamila Johnson-Small
Titolo originale Adam Resurrected
Regia di Paul Schrader
Con Jeff Goldblum, Willem Dafoe, Derek Jacobi, Ayelet Zurer, Hana Laszlo, Joachim Krol
Titolo originale The Zone of Interest
Regia di Jonathan Glazer
Con Sandra Hüller, Christian Friedel, Ralph Herforth, Max Beck, Stephanie Petrowitz
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