Dobbiamo fare un'ammissione: in tempi recenti - diciamo negli ultimi due anni, segnati dalla terribile crisi delle sale - abbiamo spesso presentato i nuovi titoli in sala con un occhio già al botteghino del lunedì successivo. La speranza è sempre quella di vedere una crescita dei numeri, di assistere a un ripopolarsi delle sale. È naturale guardare le uscite e chiedersi: quale di questi film sarà effettivamente visto? Quale interesserà gli spettatori? In genere il gioco è facile: come alle recenti elezioni, si sa già chi sarà il vincitore. Spesso è quello che ha più sale: la distribuzione sceglie e punta, spesso azzeccando il risultato, ma molte volte fa errori che sembrano incomprensibili. Un esempio recente? Facile. Prendete la commedia italiana Un mondo sotto social: al momento ha incassato qualcosa come 350 mila euro e sul nostro sito non ha nemmeno un voto. Ma chi ha deciso di mandarlo in quasi 300 sale nel suo weekend d'esordio davvero ha creduto che potesse dare un risultato all'altezza di quel numero? Ha completamente sbagliato o ha fatto scelte (che qui appaiono incomprensibili) nella consapevolezza della loro inefficacia? È un mistero, anche perché queste scelte - che paiono appunto errori - si ripetono con frequenza. E viene da chiedersi se non si poteva fare altrimenti, osando di più su titoli - magari più difficili da comunicare - che però avevano già mostrato il proprio valore, per esempio nei festival.
Tra i titoli - non pochi - in arrivo questa settimana non si vedono scelte vistosamente sbagliate e sicuramente non c'è un campione predestinato. Del resto, il film meglio distribuito resta un titolo della settimana scorsa Don't Worry Darling, seguito da Avatar (quello del 2009). Forse le oltre 200 sale riservate a Tutti a bordo, di Luca Miniero, sono troppe. Non lo diciamo per preconcetto nei confronti del titolo, non visto, ma per fiuto: queste commedie italiane, per il pensiero che hanno alle spalle e per come si presentano, hanno mostrato ormai da anni di non interessare gli spettatori. Qualcuno dovrebbe prenderne atto.
Di certo, guardando alla qualità, sono poche le 26 sale riservate a La notte del 12, perché il film che era in concorso a Cannes è stato ben valutato ed è un thriller solido e interessante. Ma tant'è.
I titoli che invece possono competere per qualità e quantità (senza eccessi: 350 schermi al primo, 310 al secondo) sono i due lavori di due validi registi italiani: Virzì e Avati. Insieme agli altri titoli già in sala - precisamente Il signore delle formiche e L'immensità - costituiscono una scelta di film che sicuramente meritano di essere visti e valutati.
Accanto a questi c'è la scommessa fatta su Dragon Ball Super: Super Hero. L'ultimo film sulla saga di Dragon Ball, diversamente dai predecessori che di recente sono stati presentati come film evento del lunedì e contando solo sul pubblico fedele di appassionati, questo titolo esce al giovedì, su 350 schermi e farà il proprio corso come tutti gli altri film. Il che vuol dire che se andrà bene resterà fino a che tirerà, e non i soliti 3 giorni consentiti ai film evento. Nel mondo il film è finora partito molto forte ed è stato anche molto ben valutato. Poi trattandosi di un titolo che funziona come una sorta di grande ripassone della saga, può darsi che attragga anche chi non è proprio un iniziato ai misteri dei franchise che hanno lunga vita e richiedono conoscenze specifiche. Staremo a vedere come sarà accolto anche da noi in Italia, nella consapevolezza che - quando si parla di cinema - non siamo proprio come tutti gli altri.
Brett Morgen, già autore diCobain: Montage of Heck, realizzaun'esperienza cinematografica immersivacon molte immagini inedite di concerti del compianto David Bowie; un'odissea spaziale audiovisiva e multiforme che infrange i limiti del film documentario su una delle rockstar mondiali più iconiche di tutti i tempi.
L'opera prima di Corrado Ceron, evento speciale alle Giornate degli Autori a Venezia 79, è questo road movie dolce-amaro mosso dalla nostalgia di una donna che vuole ritornare lungo la strada dei successi avuti quando era una leggenda del liscio per dire addio alle persone che ha incontrato. Protagoniste Stefania Sandrelli e Silvia d'Amico, accompagnate da Paolo Rossi.
Ari Folman, diventato famoso più di dieci anni fa per Valzer con Bashir, torna all'animazione per raccontare la vicenda di Anna Frank e la Shoah alle nuove generazioni, offrendo un punto di vista "aggiornato" che integra parte della storia di Anna e del suo celebre diario con la nostra modernità e con i drammi della contemporaneità, in primis con quello dei migranti.
La versione un po' romanzata della vita di Dante voluta da Pupi Avati l'anno scorso, quando cadeva il cententaro della morte del poeta, arriva ora nei cinema, con Boccaccio/Castellitto a far da guida nel ruolo, che il Certaldese ebbe veramente, di primo divulgatore e cultore dell'opera del fiorentino.
A contare i film del franchise Dragon Ball ci si perde: questo - prodotto dalla gloriosa Teoi - dovrebbe essere il ventunesimo e in Giappone, come nel resto del mondo, è andato molto bene. Anche per questo in Italia non si è deciso di relegarlo in un'uscita evento, segno della vitalità della saga che negli ultimi anni ha conosciuto una grande espansione.
Era a Cannes, nella selezione ufficiale, il film di Dominik Moll, un thriller cupo (ma esistono thriller allegri?) ambientato nella provincia francese e centrato sulle indagini per la morte di una ragazza di 21 anni, bruciata viva. Il caso tormenterà il giovane ispettore a cui sono state affidate le indagini, che si scontrerà presto con una sorta di omertà che circonda la morte di Sara.
Se dopo Knives Out - Cena con delitto vi è rimasta la voglia di un "whodunit" - come si chiamano i gialli che cercano di identifcare tra molteplici indiziati l'autore di un crimine - il film di Tom George, con un bel e nutrito cast è sicuramente quel che fa per voi: vi porterà nella Londra degli anni '50, dove indagini e comicità si intrecciano quando un ispettore e la sua aiutante si danno da fare per risolvere un caso di omicidio che li proietta nel mondo del teatro.
Non è che Virzì sia dotato del dono della preveggenza: è che gli è andata bene. Perché il suo film distopico, girato in una Roma afflitta da tra anni di scarsità di risorse idriche, e che dopo questa nostra arida estate sembra un instant-movie era nella sua mente all'inizio ispirato da un altro flagello, la pandemia, che oltre a essere (stata?) un flagello sanitario ha anche messo in questione tanto la relazione tra l'uomo e l'ambiente (attualissima), quanto quella sociale, centrata sui comportamenti dei singoli e le risposte della collettività. Il risultato è quest'opera, presentata fuori concorso a Venezia e popolata da un cast di ottimi nomi del nostro cinema.
Horror psicologico firmato dal regista Parker Finn che mette in scena le vicende della psichiatra Rose Cotter, interpretata da Sosie Bacon, che dopo aver assistito al suicidio di una paziente inizia a essere tormentata fa strane allucinazioni, del tutto simili a quelle rivelate dalla paziente poi suicidatasi.
Un padre (Stefano Fresi) e un nonno (Giovanni Storti, sempre più in fuga dal Aldo e Giacomo) impegnati a rincorrere i figli del primo che sono finiti per errore su un treno da soli e hanno subito approfittato dell'inattesa libertà. È la commedia di Luca Miniero, per una volta destinata più esplicitamente a un pubblico familiare.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta