(Post davvero slim, un poco strong, tanto ma tanto sarcastic)
Una vera sozzeria, 'sto italiano.
Voglio dire, ammettiamolo: ci ha stufato. Stancato. Ammorbato. Annoye-- etciù! E’ una lingua quasi morta, vetusta, arcaica, poco politicamente corretta, non al passo coi tempi, incapace di esprimere persino le più basilari concezioni.
L’inglese, d’altro canto… Baciamo le mani, come si suol dire. Che lingua, ragazzi, che lingua. La migliore al mondo, specialmente al fine di profittevolmente integrare, nonché poi sostituire, la nostra viceversa moribonda lingua volgarmente neolatina. Siamo stufi, non ci piace più dire “imbarazzo”… “cringe” è molto più “cool”, “international”, per così dire. Perché mai parlare di passaporto vaccinale o certificazione verde se si può dire… “green pass” (la sentite, la soave fragranza dell’internationalisme?). Il marchio? Non esiste più, c’è solo il “brand”, signore e signori. E via discorrendo all’infinito sino ad arrivare al grado ultimo (neuronale) dei termini per di più utilizzati in modo completamente assurdo, vedasi ad es. alla voce “footing” che no, mi dispiace, non è sinonimo di “jogging”.
E va beh, insomma, forse si comincia a capire l’origine di certi deliri, come la mancata o creativa traduzione di certuni titoli di film da parte della distribuzione italiana. E magari anche la genesi dell’esterofilia imperante (imperialistica) che fa sì che oramai i cinema si riempano fragorosamente solo ed esclusivamente al momento dell’uscita dell’ennesimo capolavoro di kolossal/blockbuster/sedicente filmone americano (con l’unica eccezione, al massimo massimo, del Zalone…).
E così, ecco che in un Paese in cui, al termine delle superiori, in molti quasi non conoscono neanche la propria, di lingua, si decide per giunta di non utilizzarla più in modo appropriato, come se le medesime persone che a momenti neppure sanno cos’è un congiuntivo fossero in grado di comprendere invece una lingua straniera. Masterpiece (o capolavoro?).
Ehhh… che dire d’altro? Me la prendo troppo? Non c’entra molto con il cinema? Sì, si può anche concordare, anche se la lingua martoriata finisce poi per tracimare anche nel mondo della settima arte, dai titoli sino agli adattamenti ecc. Ma, comunque, dai, un poco di leggerezza, in un periodo di crisi di governo. Dai, si fa per “scherzare”…
E allora, perché non cimentarsi in qualche esempio? Appunto. Dunque, pronti, partenza, via:
Brand
“Il brand ha dimostrato la propria forza pure in questo trimestre...” – E anche il brandy non ha ancora perso d’attrattiva, a quanto pare…
Lo shooting
“Oggi impegnata a fare lo shooting col Maestro Piallato #lovingit #summer” – #sticazzi?
Inner circle
“Valido soltanto per lui e gli altri appartenenti al suo inner circle” (che sarà una congrega, supponiamo…)
Killerato
“T’ho killerato, an infame!”, giocando a Call of Duty...
Agency
“Al ministro preme sottolineare come si debba tenere ben presente la agency degli attori in gioco...” – L’agenzia di viaggi?
Hype
“Ma quanto hype che ho in corpo, non vedo l’ora di vedere quel film!” – Che sia mica il caso di vedere un medico invece?
Cringe
“Mamma mia, che figuraccia, troppo cringe!” – Immaginiamo l’imbarazzo dell’insegnante di italiano non dico delle superiori, ma delle elementari…
Fringe benefits
“Attirati dalla promessa di guadagni facili e da fringe benefits come l’accesso agli stupefacenti...” – Bella serie in effetti, Fringe…
Westsplaining
“Quell’occidentale brutto e cattivo di Chomsky ha osato ripetutamente fare del westplaining in merito alle questioni orientali, impedendo l’espressione e la soggettività di quegli stessi orientali...” – E la prossima volta che un polacco si dovesse permettere di parlare della storia americana, per dire, come la mettiamo?
Agenda setting
“Hanno usato il loro potere di agenda setting per influenzare la loro audience...” – Cioè in pratica hanno fatto propaganda, ma detta così, beh, fa più figo, più “in”…
Misgendering
“Soffriva ancora per quel modo di chiamarlo, per quel misgendering di cui l’avevano fatto oggetto...” – In pratica se vi dovesse capitare di dare della donna ad una donna, anche se in buona fede (credendo, pensa un po’, che sia effettivamente una donna), potreste rischiare in futuro di passare per i nuovi Vittorio Feltri…
Vogliamo cercare di metterli (quasi) tutti insieme in un unico paragrafo? E proviamoci (disclaimer [nota bene ci fa un poco ribrezzo, tutto qua…] gli errori di sintassi, ove presenti, sono da ritenersi assolutamente… accidentali):
Tutto ha avuto inizio la scorsa mattina, quando Albina Montechiaro si è recata sul set per fare lo shooting della nuova campagna promozionale di MadameLeMinchion – storico brand dello style d’alto borgo –, trepidante di lavorare col maestro Giovannino Piallato, grande fotografo della maison (lei aveva perfino deciso di rinunciare ad ogni fringe benefit, accontentandosi della sola misera paga di 14 milioni di dollari, e non faceva altro che parlarne con gli appartenenti al suo inner circle, dell’imminente incontro, perché non vedeva davvero l’ora [avendo perso l’orologio]). Doveva essere una giornata relativamente tranquilla e mai la povera ragazza si sarebbe potuta immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco.
Infatti, uno squilibrato d’un tratto ha fatto irruzione sul set brandendo una weapon e strillando frasi connesse senza coda né capo. Nel timore di esser killerato, il Piallato ha cercato di assecondare tutte le richieste del pazzo, per quanto incoerenti. Il matto, infatti, ha cominciato a sbraitare dicendo quanto era in hype per la presenza di Albina quel giorno, che voleva vederla da vicino, farsi fare l’autografo (o signature). Al che Piallato ha invitato gentilmente la top model a concedere al personaggio il proprio autografo. Di quel momento in seguito la ragazza dirà di aver percepito soprattutto quanto fosse cringe ma al contempo pure un po’ spaventoso. Ma lei è riuscita comunque a portare a termine, coraggiosamente bisognerebbe aggiungere, il suo compito.
Il soggetto dopo aver ottenuto l’autografo ha preso a parlottare fra sé e sé, mentre tutti lo fissavano con un misto di apprensione e attesa. Finalmente, con uno scatto che ha fatto sobbalzare tutti per lo shock, il mentecatto s’è rigettato nei cespugli dietro la McMansion, sparendo da laddove era comparso. Accorsi sul posto, gli uomini della squadra mobile non hanno potuto fare molto, se non raccogliere le denunce dei presenti. Albina, da canto suo, incalzata dai reporter, ha raccontato la tragica esperienza, non riuscendo a trattenere una lacrima. Per fortuna ne è uscita indenne, ne siamo tutti felici.
Ma certi avvenimenti fanno ritornare alla ribalta il tema scottante della security sui luoghi di lavoro come i set cinematografici e fotografici, sempre più presi d’assalto da maniaci alla Bling Ring. E’ già molto grave che sia potuto accadere e che i collaboratori di Piallato si siano trovati sotto la minaccia delle armi. Tuttavia, quel che è ancora più grave, se possibile, in assenza di vittime, è l’arrogante pretesa del brute di agendasetting, negando la agency delle sue vittime, brutalizzandole a suon di cursing e body shaming, di misgendering e mansplaining. Rimarrà una giornata da dimenticare nella per il resto felice vita di Albina Montechiaro, top model e influencer.
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