Oggi doppio compleanno a cifra 'semi-tonda': infatti ricorre sia il 95° anniversario della nascita di Ken Russell sia il 65° compleanno di Michele Soavi. Tra impegni vari e mal ripiglio, non son riuscito ad avviare (ancora) le maratone di revisioni (e qualche visione nuova) delle loro filmografie, né ho avuto modo di costruire due playlist approfondite, ma comunque proverò a proporre un paio di omaggi semplici semplici.
Parto quindi da Ken Russell. L'Autore britannico concentra la sua attenzione nella trasposizione di Opere già esistenti, tra romanzi, testi teatrali e svariate biografie di Artisti (soprattutto Musicisti) vari con una certa spiccata predilezione per l'Ottocento. Messa così la sua carriera registica (cinematografica ma anche televisiva) potrebbe creare un'immagine di regista 'tradizionale', dall'estetica composta, privo di eccessi e ottimo per le scuole. In realtà il suo Stile è noto per essere agli antipodi di ciò: esagerato (quasi 'barocchista') nelle scenografie, incline a inserire (numerose) sequenze oniriche e/o deliri surrealisticheggianti non di rado dal sapore (volutamente) kitsch, popolato da Personaggi (e relativi Interpreti) assai sopra le righe, decisamente poco rispettoso dei simboli religiosi (cristiani) e in generale provocatorio, in diversi momenti metacinematografico e/o meta-artistico e con un'abbondanza di sessualità prorompente, il Cinema di Ken Russell è tutto tranne che appartenente ad una visione sobria e pulita della Settima Arte. Quel che forse più 'sconvolge' è che questa vena assurda non si trova soltanto in Titoli apertamente provocatori come "The Devils" (probabilmente il suo più grande e controverso Capolavoro), in lavori esplicitamente sperimentali come il "Tommy" realizzato per gli Who o in altri Film dal sapore più contemporaneo, ma questa estetica è parte fondante anche di quelle Pellicole che su carta imporrebbero un approccio 'normale' e pacato, ovvero gli adattamenti di Classici letterari come "Women in Love" (fortemente riconoscibile come Opera russelliana nonostante la sua 'follia artistica' sia sicuramente più contenuta) e i biopic su Personaggi artistici storici, con l'esempio più esasperato rappresentato dall'anacronistico "Lisztomania". Un Autore fuori di testa, dunque, e proprio per questo, fin dalle mie primissime incursioni nella sua Filmografia, rimango sempre affascinato dal Cinema di Ken Russell. Vado ora a proporre dei brevi commenti ai suoi lungometraggi cinematografici da me finora visti.
Con James Booth, Roy Kinnear, Marisa Mell, Alita Naughton, Bryan Pringle, Robert Robinson
FRENCH DRESSING Esordio di Ken Russell alla regia di un lungometraggio cinematografico dopo essersi conquistato un certo rispetto in ambito televisivo, "French Dressing" ebbe una lavorazione piuttosto difficile e alla sua uscita venne accolto male dalla critica guadagnando un flop al botteghino. Obiettivamente "French Dressing" appare un po' confusionario, e non nel senso artisticamente caotico di successive Opere dell'Autore, che qui invece evidenzia una certa insicurezza registica, non aiutato dal quarto d'ora e più di tagli. Inoltre forse 'oggettifica' un po' troppo i corpi femminili e l'esibito intento parodistico dell'accoglienza ricevuta dalla nudità quando 'coperta' da credibilità 'artistica' non giustifica pienamente ciò. Detto ciò, il film ogni tanto ha, secondo me, del brio, di tanto in tanto possiamo già vedere l'estro onirico di Russell, il cast è in grandissima forma (il protagonista apparirà anche in "Twin Peaks") e nel complesso intrattiene facilmente in meno di un'oretta e mezzo.
BILLION DOLAR BRAIN Terzo capitolo della serie dedicata ad Harry Palmer, ispirata a romanzi di Len Deighton (dove però il protagonista era anonimo) e con Michael Caine nel ruolo principale, "Billion Dollar Brain" di Ken Russell non ottiene una grandissima accoglienza, anche se poi il franchise proseguirà. Siamo di fronte ad un lavoro palesemente su commissione per il folle Autore britannico (secondo wiki in english l'unico di questo tipo per lui) e soprattutto nella prima parte stenta assai ad ingranare, cadendo anche in alcuni cliché 'jamesbondeschi'. Man mano che la pellicola avanza, però, riesce a catturare un discreto interesse, grazie anche ad alcuni piccoli ma importanti deragliamenti 'politici' da quel che mi aspetterei in questo tipo di produzioni: nello specifico, mentre i comunisti russi sono rappresentati in modo simpatico, il villain finale è un generale texano miliardario ossessionato dall'anti-comunismo il cui esercito e stemmi richiamano un'estetica nazistoide. Non imperdibile ma carino.
Con Glenda Jackson, Oliver Reed, Alan Bates, Jennie Linden, Eleanor Bron, Alan Webb
WOMEN IN LOVE Terza regia cinematografica per Ken Russell, pur raccontando una storia realistica di drammi sentimentali il futuro Autore di Opere visionarie come "The Devils" già dà prova di avere un approccio estremamente personale e unico alla messa in scena, infondendo nel Romanticismo in costume un'atmosfera sospesa e a tratti onirica. Straordinaria la Sequenza di lotta amichevole tra Gerald e Rupert nudi, voluta dal Regista, ottima nel suggerire senza esplicitare la natura omoerotica del legame tra i due Personaggi. L'intensità emotiva delle relazioni narrate raggiunge il suo apice nel Finale tra le nevi alpine, chiudendo con una nota tragica e tronca l'Opera. Magnifico il Cast, che vede il russelliano Oliver Reed impegnato in un ruolo fisicamente psicologico come suo solito, ottimi i costumi e le scenografie, magnifica la fotografia di Billy William e geniale il montaggio di Michael Bradsell che, in certe scene, funge da espressione del pensiero dei Personaggi. Da rivedere prima o poi.
Con Richard Chamberlain, Glenda Jackson, Max Adrian, Christopher Gable, Izabella Telezynska
THE MUSIC LOVERS Biografia di Peter Ilych Tchaikovsky, il Progetto era da tempo agognato dal Regista Ken Russell, co-produttore del Film e ammiratore del Compositore russo. Sceneggiato da Melvyn Bragg basandosi su "Beloved Friend", raccolta di lettere tra il Musicista e la sua mecenate Nadejda Von Meck curata da Catherine Drinker Bowen e Barbara von Meck, "The Music Lovers" non si pone come il tipico biopic storico agiografico e convenzionale, ma declina le vicende personali di Tchaikovsky, in particolare la sua lotta contro la propria omosessualità, il matrimonio infelice con Antonina Miliukova e la relazione epistolare con von Meck, con squarci onirici e flashback in cui la Musica dell'Autore viene messa in scena enfatizzando gli aspetti psicologici del Personaggio. Seppur forse naive e didascalico in certi 'sogni', il risultato, come altri Film di Russell, è qualcosa di estremamente suggestivo e le sue imperfezioni per certi versi lo migliorano. Magnifico il Cast. Un Gioiellino da rivedere!
Con Vanessa Redgrave, Oliver Reed, Dudley Sutton, Max Adrian, Gemma Jones, Murray Melvin
THE DEVILS Rivisto l'anno scorso nella versione uncut con la famigerata sequenza del crocefisso stuprato reintegrata, "The Devils", tratto da "The Devils of Loudun" di Aldous Huxley (che dovrei leggere a breve) è probabilmente il Capolavoro provocatorio di Ken Russell, e mi colpì visceralmente fin dai primi minuti della prima visione (cut). Siamo di fronte ad un'Opera in cui il Delirio surrealistico del per niente sottile Russell si sviluppa in modalità pienamente mature, portando avanti un discorso filosofico e politico aggressivo contro la brama di potere della chiesa (cattolica) e la sua millenaria ipocrisia con cui, nel lottare contro la 'blasfemia' e il 'maligno', ha perpetrato le peggiori crudeltà insultando la propria presunta 'fede'. Anche il potere politico viene criticato, svelandone la vacuità e la perenne incompetenza. Sul piano estetico abbiamo un continuo susseguirsi di Immagini provocatorie, a volte anche kitsch (ma intenzionalmente), accompagnate da una musica spesso disturbante e da interpretazioni esasperate, tutti ingredienti ottimali per diffondere l'Atmosfera da 'circo malato' della vicenda (basata su fatti reali) narrata.
Con Twiggy, Christopher Gable, Max Adrian, Tommy Tune, Glenda Jackson, Bryan Pringle
THE BOY FRIEND Diretto, prodotto e sceneggiato da Ken Russell adattando l'omonimo musical di Sandy Wilson, "The Boy Friend" nasce come progetto del Regista per l'amica Twiggy, qui interprete principale, oltre che per ripulirsi l'immagine e rilassarsi un attimo in seguito al controverso (per me, e non solo, Capolavoro) "The Devils". La mgm impone parecchi tagli e, alla sua uscita in sala, il film incontra un bel flop commerciale (non che l'accoglienza critica sia entusiasta, anzi). Mi aspettavo, personalmente, un musical sentimentalista poco vicino ai miei gusti, ma Russell mi ha (nuovamente) sorpreso, complice anche una mia non completa raccolta di informazioni sul film, con una reinterpretazione assurda e squisitamente meta-narrativa del genere (e, pare, dell'opera stessa di Wilson), ambientando inoltre tutto in una sola rappresentazione teatrale e in un solo teatro, motivi per i quali non posso non apprezzare molto quest'altra opera del grande (e sottovalutato) visionario Cineasta britannico.
Con Dorothy Tutin, Scott Anthony, Helen Mirren, Lindsay Kemp, Michael Gough, John Justin
SAVAGE MESSIAH Tratto dall'omonimo libro di H.S. Ede, a sua volta ispirato alle corrispondenze tra Henri e Sophie Gaudier-Brzeska, "Savage Messiah" è tra le Opere più realistiche e oniricamente contenute di Ken Russell, ma questo non significa che sia un lavoro impersonale. Anzi, anche qui si nota un fortissimo coinvolgimento emotivo dell'Artista Cinematografico per l'Artista Scultoreo, tant'è che la produzione partì da Russell stesso colpito dal Personaggio di Gaudier-Brzeska, in linea coi Protagonisti emotivamente impulsivi ed energici amati dal Regista. Qui prevale un'attenzione per la dimensione 'proletaria' dello Scultore, un autentico sovversivo perché lontano dalle battaglie teoriche radical chic e dal mercato dell'Arte. Russelliana è anche la storia d'amore, morbosa e casta, con Sophie, aspirante scrittrice che col Protagonista maschile condivide una genuina incapacità di adeguarsi a qualsiasi norma e a qualsiasi ambiente. Un'Opera d'Arte che stimola ad esprimersi realizzando Arte!
Con Robert Powell, Giorgiana Hale, Lee Montague, Miriam Karlin, Rosalie Crutchley, Gary Rich
MAHLER Film del 1974 diretto e scritto da Ken Russell per la Goodtimes Enterprises, "Mahler" parla, appunto, di Gustav Mahler, compositore particolarmente amato dal Regista, e inizialmente doveva iniziare una serie di sei film dedicati a Maestri della Musica (ma seguì soltanto "Lisztomania"). Da una cornice principale incentrata sull'ultimo viaggio in treno del Musicista con la moglie Alma si aprono numerosi flashback e visioni oniriche, non di rado aperte 'a matrioska', costruendo un affresco particolarmente affascinante seppur non privo di cadute kitsch, ma come sempre con Russell anche queste rendono più stimolante l'Opera. Nei contenuti si possono, per me, trovare intriganti spunti di riflessione sulla figura dell'Artista, l'angoscia per la Morte e i vari turbamenti d'animo che inevitabilmente assalgono gli Individui umani e le loro relazioni. Sorretto dalle ottime Musiche di Mahler e dalle intense interpretazioni, "Mahler" è un'altra opera bizzarramente allettante del folle Russell.
Con Roger Daltrey, Ann-Margret, Oliver Reed, Elton John, Eric Clapton
TOMMY Nel 1975 Ken Russell adatta, sia nella regia sia nella sceneggiatura, e produce (oltre ad interpretare in un cameo) l'Opera Rock degli Who "Tommy" ottenendo probabilmente il suo maggior incasso insieme ad una buona accoglienza critica. Il Film è un Tripudio di Allucinazioni che satireggiano la Realtà trasportando l'Individuo Spettatore all'Interno di un Sogno (a volte Incubo terribilmente affascinante) assurdo, il tutto condito da Musiche memorabilmente sperimentali e da un Cast pieno, oltre che di grandi Personaggi musicali, anche di grandissimi Attori e Attrici. Non so se ritenerlo un Capolavoro 'fatto e finito', ma sono sicuro che per me "Tommy" rappresenta una delle Vette artistiche raggiunte dal Genere Musical (spesso associato a commediuole sentimentali zuccherose, banali e vuote, o almeno questi sembrano essere i maggiori successi tra il grosso pubblico superficiale) e come sempre Ken Russell assorbe un progetto altrui in modo intimamente personale. Un Cult, a mio avviso.
Con Roger Daltrey, Sara Kestelman, Paul Nicholas, Ringo Starr, Rick Wakeman, John Justin
LISZTOMANIA Diretto e scritto da Ken Russell con Rick Wakeman degli Yes alle musiche, "Lisztomania" è un film del 1975 che parla, appunto, di Liszt (interpretato, come nel 'coetaneo' "Tommy", da Rogel Daltrey degli Who), la mania con cui erano accolti i suoi concerti e il suo burrascoso rapporto con Wagner, il tutto optando per una messa in scena 'pop' e anacronistica e utilizzando (per la prima volta, sembra) il sistema del Dolby Stereo: alla sua uscita divide la critica e floppa al botteghino, motivo per cui saltarono gli altri 5 film che Russell doveva realizzare per la Goodtimes Enterprises di David Puttnam. Intriso di Onirismo e Anacronismo, ricolmo di Erotismo esibito e parodiato, passa con una rapidità disarmante da sfumature raffinate ed eleganti a momenti indiscutibilmente kitsch e pacchiani, ma spesso non si è davvero in grado di scindere la provocazione Artistica dal mero Delirio, né si è sicuri se il risultato finale sia buono oppure maldestro, ma proprio per questo l'ho adorato.
ALTERED STATES Gli anni '80 si aprono per Ken Russell con la regia di "Altered States", ispirato all'omonimo romanzo di Paddy Chayefsky, autore anche della sceneggiatura (ma sotto lo pseudonimo di Sidney Aaron in seguito a profonde divergenze tra lo scrittore e il Cineasta): debutto cinematografico per William Hurt e Drew Barrymore, il Film non incassa benissimo ma ottiene una delle migliori accoglienze critiche per un Lavoro russelliano. La Visionarietà surreale e psichedelica dell'Autore si esprime senza freni inibitori: il Sogno, l'Irrazionale, l'Allucinazione irrompe nel Reale modificandone corporalmente i connotati, così come il Protagonista modifica i propri connotati nei propri esperimenti. Il Film è un concentrato di Sequenze Oniriche suggestive, caratterizzate da un Montaggio a volte quasi 'subliminale', messo in scena con Gusto provocatorio ma estremamente raffinato (anche e soprattutto nel Grottesco, se non addirittura nel 'Kitsch'), con Musiche straordinarie e Interpretazioni eccellenti.
Con Kathleen Turner, Anthony Perkins, John Laughlin, Bruce Davison
CRIMES OF PASSION Iniziato a scrivere da Barry Sandler già sul finire degli anni '70, il progetto che poi diventerà "Crimes of Passion" incontra diversi problemi nell'assicurare finanziamenti fino a quando lo sceneggiatore non viene messo in contatto con il 'folle' Regista britannico Ken Russell che, colpito enormemente dal soggetto, decide di dirigerlo suggerendo alcune modifiche e trascinando nel Cast Anthony Perkins e Kathleen Turner: purtroppo, per assicurarsi un R-rating, il film va negli usa incontro a parecchi tagli e alla sua uscita nelle sale attira critiche negative. Visto nel director's cut, devo ammettere che ci sono alcune imperfezioni e il co-protagonista maschile non mi è risultato particolarmente accattivante, ma esteticamente è intrigante con tanto di momenti dal sapore onirico e squisitamente visionario, Turner è magnifica come Protagonista e Perkins reinventa nel personaggio del suo reverendo il suo storico Norman Bates senza diventarne una mera copia. Lo consiglierei, dunque.
Con Gabriel Byrne, Julian Sands, Natasha Richardson, Miriam Cyr, Timothy Spall, Alec Mango
GOTHIC Da una sceneggiatura di Stephen Volk, "Gothic" racconta la celebre notte a Villa Diodati in cui Lord Byron, Percy Bysshe Shelley, Mary Wollstonecraft Shelley, Claire Clairmont e John William Polidori si sfidarono nella scrittura di racconti gotici, partorendo Mary "Frankenstein" e John "The Vampyre". Ken Russell, Autore di "The Devils" e "Altered States", mette in scena la vicenda con il suo tipico Gusto Onirico, romanzando il tutto con Toni Surreali e Deliranti, senza lesinare sull'Erotismo e mantenendo sempre un'Atmosfera in bilico tra Eleganza e Depravazione. Si avverte un senso generale d'Imperfezione - in particolare non sono personalmente sicuro di aver apprezzato oppure no la colonna sonora di Thomas Dolby - ma è un'Imperfezione "con la Maiuscola", indice a parer mio della presenza di una Personalità spiccata, unica e Artistica. Inoltre, essendo io un amante dell'Onirismo, dell'Assurdo e del Grottesco, non posso non adorare un'Opera ricca di Immagini suggestive come questa.
Con Glenda Jackson, Stratford Johns, Nickolas Grace
SALOME'S LAST DANCE Scritto, diretto e interpretato in una particina da Ken Russell ispirandosi all'omonima opera teatrale di Oscar Wilde, "Salome's Last Dance" non incontra un'accoglienza critica particolarmente calda e con gli anni sembra essere caduta in un mezzo dimenticatoio. Come in "The Boy Friend", anche qui Russell inserisce la base teatrale da cui prende ispirazione (mantenendone a quanto pare identici i dialoghi) in una cornice metanarrativa e, come in molte altre sue Opere (ma in particolare mi viene in mente "Gothic"), pure in questo caso va a raccontare in modo alquanto romanzato e bizzarro la biografia di un Artista, ovvero Oscar Wilde. Non siamo probabilmente di fronte ad uno dei migliori lavori di Russell e certamente le imperfezioni sono numerose, ma proprio queste rendono viva e pulsante la Pellicola, auto-ironica e grottesca ma non per questo priva di Tragicità (anzi), il tutto consolidato da un Cast superbamente esagerato, una messa in scena folle e una Colonna sonora squisita.
THE LAIR OF THE WHITE WORM Scritto, diretto, prodotto e interpretato in cameo da Ken Russell ispirandosi all'omonimo romanzo di Bram Stoker, "THe Lair of the White Worm" non incontra un successo né di pubblico né di critica. Tra i primissimi lavori russelliani da me visti, mi parve indeciso sul tono da adottare, se 'autoriale' di stampo surreale o se b-movie divertente e divertito, e questo mi sembrò riversarsi sul risultato finale dando l'idea di un'opera non completamente riuscita. In ogni caso, nonostante la parzialità della riuscita, ritenni il film un'opera artistica interessante, specialmente nelle scene oniriche, e fui pure colto di sorpresa da un 'jumpscare'. Scenografie straordinarie, con un ambientazione 'contemporanea' (agli anni '80) che però sembra sospesa nel tempo, inquadrature studiate nel dettaglio e messa in scena decisamente Personale rafforzano il tutto. Insomma, anche con un'opera minore Russell è riuscito a colpirmi spingendomi, dopo la visione di anni fa, ad approfondirlo come Autore.
Con Theresa Russell, Antonio Fargas, Benjamin Mouton, Elizabeth Morehead
WHORE Diretto e co-sceneggiato da Ken Russell, che appare anche in un cameo non accreditato e svolge inoltre il ruolo di operatore, "Whore" è ispirato al monologo teatrale "Bondage" di David Hines e alla sua uscita ottiene un'accoglienza mista da parte della critica. Sorta di risposta a "Pretty Woman", il film è un crudo, smaliziato, radicale, a volte anche divertente, altre volte invece quasi commovente ritratto della prostituzione, visto attraverso gli occhi e le parole (espresse direttamente in mdp) della protagonista (con una piccola 'intrusione' sul finale). Lo sfruttamento della prostituzione, che la morale perbene vorrebbe nascondere ipocritamente, viene mostrato come parte inseparabile dal sistema di dominio su cui si basa la società capitalista occidentale. Magnifico il Cast e in particolare Theresa Russell (non parente del Cineasta), stupenda la messa in scena, quasi documentaristica ma sempre con il tocco assurdo tipico di Russell, ottime le Musiche. Non vedo l'ora di rivederlo!
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