Con Robert Redford, Faye Dunaway, Cliff Robertson, Max Von Sydow, Addison Powell
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C'è una scena che mi fece pensare che questo film fosse perfetto anche se apparentemente, dal punto di vista narrativo, non aveva niente a che fare con le dinamiche di una spy story. Si tratta di una ripresa del ponte di Brooklyn al calar del sole in un giorno d'autunno a New York, mentre la macchina con a brodo Faye Dunaway e Robert Redford percorre la carreggiata principale. Al di la della solidità della storia e della perfetta credibilità dei suoi personaggi, Pollack è ancora più magistrale nel catturare l'atmosfera. Perfetta per una storia di spionaggio.
Berlino, il muro, l'equilibrio geopolitico mondiale che rischia di saltare, l'MI6 e il romanzo di John Le Carrè. E' il lievito madre di tutte le spy story.
Questo film potrebbe entrare in diverse classifiche: in quella dei noir, in quella dei thriller e ovviamente in quella di spionaggio. Carol Reed unisce tutte queste cose insieme e non crea un ibrido, ma bensì una pellicola che va bene per i diversi generi sopracitati. Stilisticamente impeccabile.
Il merito principale di Hitchcock in questo film è quello di saper fondere insieme spy e love story senza che nessuna delle due prevarichi mai sull'altra, ma vanno sempre di pari passo, con la medesima intensità e la stessa tensione. Scena cult: la bottiglia.
Le scene dei vari attentati compiuti dal gruppo assoldato dal Mossad per "vendicare Monaco" sono semplicemente magistrali. Una lezione di cinema. Vorresti che il film fosse tutto così.
Uno dei migliori spionaggi dell'era moderna. La scena dell'inseguimento a Parigi ricorda quella di "Vivere e morire a Los Angeles". Spettacolare e adrenalinico e molto meglio dosato dei successivi seguiti.
In ogni classifica c'è un titolo a sorpresa, che non ti aspetti, che forse non ci dovrebbe stare. Ma a me questo film piace tantissimo. La trasposizione del romanzo di Le Carrè è perfetta. E' tutto giocato sul filo di una tensione che non si trasforma mai definitivamente in azione e Connery poi è perfetto. Ha il fascino di un Bond oramai maturo e la sua stessa raffinatezza.
Le americanate si possono fare talvolta anche bene, molto bene. Però ci vuole un po' di mestiere. Brian De Palma è quello giusto per questo sporco lavoro.
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