Gena Rowlands, la grande attrice che con la regia del marito fu interprete di sette film di cui almeno tre apprezzatissimi, ha ora 91 anni.
Nel 2016 le è stato assegnato un Oscar onorario alla carriera.
Arrivo con questa playlist al sesto nome, non meno importante dei precedenti:
JOHN CASSAVETES.
.................. vita .............. .......................... cinema .............................
Pietro Germi: 60 anni (1914 – 1974) 30 anni, dal 1945 al 1975 Regista e attore
William Wyler: 79 (1902 – 1981) 34 anni, dal 1936 al 1970 Regista
Alberto Lattuada:90(1914 – 2005) 35 anni, dal 1945 al 1980 Regista
Robert Wise: 91 (1914 – 2005) 35 anni, dal 1944 al 1979 Regista
Aldo Fabrizi: 84(1905 – 1990) 44 anni, dal 1942 al 1986 Attore e regista
John Cassavetes: quasi 60 (1929 – 1989) 34 anni, dal 1951 al 1985 Regista e attore
Solo Cassavetes è "post seconda guerra mondiale": quando finì era un ragazzino non ancora sedicenne e il mondo del '51, suo esordio come attore all'età di 22 anni, aveva già poco in comune con quello anteguerra vissuto in gioventù dagli altri cinque.
Con quale di essi trovo qualche attinenza? Direi col nostro Pietro Germi: ambedue hanno dato a mio parere il meglio nella regia ma erano anche buoni attori; ed entrambi di un ridotto numero di pellicole furono contemporaneamente regista ed interprete.
I VENTI FILM ritenuti "I MIGLIORI"
Visibilità in reteVoti FilmTv Ruolo ♦
1 - La quattordicesima ora ........................ ytCASSAV,stAUT1951 7,8 A
2 - Delitto nella strada (1956). . . . . . . . . . . non trovato 7,6 A
Con Richard Basehart, Paul Douglas, Barbara Bel Geddes
n° 1
Voto FilmTv: 7,8 - Ruolo: Attore
20/11/2016
Il film di Hathaway è ispirato a un fatto di cronaca accaduto e gira con uno stile quasi documentaristico... Il poliziotto Dunnigan (Douglas) vede uno sconosciuto (Basehart) sul punto di lanciarsi sotto e fara' di tutto per convincerlo a desistere dal compiere il gesto.
Con James Withmore, John Cassavetes, Sal Mineo, Mark Rydell
n° 2 film ancora privo di recensioni
Voto FilmTv: 7,8 - Ruolo: Attore
Mi dispiace molto di non aver trovato in rete questo film. Non solo perchè Don Siegel è uno dei miei registi preferiti, anche per il tema trattato e giudizi critici stimolanti: "Tra i film sulla criminalità minorile questo è certo uno dei più aspri e drammatici. Situazioni e personaggi (anche se rispecchiano un mondo diverso dal nostro) appaiono però esagerati e spinti all'eccesso. Nel giudicare il film è tuttavia necessario tenere conto dello sforzo per affrontare un tema angosciosamente attuale, dell'abilità del regista e dell'impegno degli interpreti." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 43, 1958)
Nel cast, oltre a Cassavetes, Sal Mineo e James Whitmore sono i nomi più noti.
Un renitente alla leva cerca un lavoro in un cantiere e, scegliendo come amico e compagno di lavoro un uomo di colore, affronterà dei problemi drammatici che lo coinvolgeranno. ...questo esordio di Ritt è ben fatto per il suo risvolto non comune di coscienza da parte del protagonista. In effetti il buonismo del nero, un po' scontato, lo si segue in maniera ovvia, mentre il personaggio di Cassavetes è molto più sfaccettato e problematico. ...
Western psicologico imperniato su un drammatico ma splendido "triello"tra Es (l'impulsivo ed esagitato Cassavetes), Io (l'intermediario e controllato Taylor) e Super-Io (l'autoritario e retto Crisp). Julie London... marginale.Robert Parrish dà forma ad un western concitato e combattuto dove le personalità sfrigolano ed i caratteri cozzano l'uno contro l'altro e si azzuffano con decisione. Non si perde in lungaggini e punta al sodo. ...
Con Tobias Moretti, Stefania Rocca, Jürgen Heinrich, Florinda Bolkan, Omero Antonutti
n° 5
Voto FilmTv: 7,8 - Ruolo: Regista / Attore
12|07|2020
Sensibile ritratto, dal ritmo sincopato, di tre fratelli di colore molto diversi tra loro sia nel carattere che nella pelle (chi è più scuro chi meno) e degli effetti devastanti che il razzismo esercita sulle persone. Il racconto, molto improvvisato, piacevolmente goffo, procede con energia in assoluta libertà. Crudo e spinoso ma emozionante!
Con Bobby Darin, Stella Stevens, Everett Chambers, Nick Dennis
n° 6 film ancora privo di recensioni
Voto FilmTv: 7 - Ruolo: Regista
Seconda regia di Cassavetes, dopo "Ombre", in questo caso l'ho trovato in rete e ne consiglio la visione, cui ho dovuto rinunciare, a chi sia in grado di fare a meno dei sottotitoli. Vi propongo (da IMDb) un estratto di una recensione (femminile) di vent'anni fa:
"Suppongo che si possa considerare questo Cassavetes "minore", dato che questa èuna storia molto convenzionale su musicisti jazz e una donna che è stata maltrattata dagli uomini per tutta la vita. Anche i valori di produzione sembrano un po' inferiori rispetto ad altri suoi film. Ma non posso fare a meno di stupirmi di come Cassavetes possa fare un pasto con poche briciole. In realtà, aveva più di qualche briciola. Aveva un cast eccellente, guidato da due attori estremamente talentuosi e ribelli (!). Sono sbalordito da quanto sia stata straordinaria Stella Stevens, data la qualità del resto della sua carriera. Sicuramente ha preso una brutta piega da qualche parte, ma forse come il suo personaggio in questo film, nessuno l'ha mai presa sul serio in primo luogo. Un vero peccato! Ho visto Bobby Darin dare un'eccellente interpretazione in un film intitolato PRESSURE POINT dello stesso periodo di questo film, quindi ha solo confermato la mia convinzione che avrebbe potuto essere un attore protagonista della sua generazione. Ma Cassavetes potrebbe probabilmente anche fare di me una brava attrice..."
Con Judy Garland, Burt Lancaster, Gena Rowlands, Lawrence Tierney
n° 7
Voto FilmTv: 7,3 - Ruolo: Regista
18/11/2008
...qui di retorica se ne riscontra ben poca. Sembra come di aver scoperchiato un calderone di paura mista ad indifferenza per un mondo che si vorrebbe tenere il piu'nascosto possibile. ... Si vede il trasporto che Cassavetes ha per questi bambini (tutti veri pazienti dell'ospedale, tranne il bimbo che impersona Robby), si vede la cinepresa attaccata ai loro volti, un uso insistente del primo piano per cogliere tutte le sfumature dei loro animi gentili. Eppure non una sola lacrima viene versata.
Con Lee Marvin, Angie Dickinson, John Cassavetes, Ronald Reagan, Clu Gulager, Claude Akins
n° 8
Voto FilmTv: 7,9 - Ruolo: Attore
8/9/2011
"...Se Siegel ha una particolare genialità, l’ha nel montaggio. I suoi film sono famosi per l’eccellenza del ritmo e per la tensione dei finali. Il tipico eroe di Siegel è uno sconfitto... " [John Gabree].
Siegel, contrariamente alla regola del genere, sposta l’attenzione sui killer. ...un film realizzato con mezzi limitati, che rappresenta una trasformazione esplicitamente violenta del racconto ("Gli uccisori") di Hemingway, già portato sullo schermo nel capolavoro di Robert Siodmak del 1946 ("I gangsters").
Se Aldrich viene spesso etichettato come un cinico, lo si deve alla visione disincantata del mondo che ne esce da questo film, allegra ballata di guerra e di morte. Ma Aldrich in realtà non era un cinico, bensì un autore che mette in scena una umanità desolata e senza speranza. ... assembla un cast di ineguagliabili facce da galera... Insomma, un grande e sfarzoso spettacolo, cattivo, amaro e acido nel puro stile "Aldrich".
Quarto lungometraggio di John Cassavetes, è sicuramente uno dei più rappresentativi della sua peculiare estetica da "cinema-verità"... Un film certamente moderno, vibrante, bello e significativo da un punto di vista storico, opera di rottura con la Hollywood classica, ma anche con la New Hollywood presso cui Cassavetes rimase un estraneo anche se suscitò l'applauso di registi come Martin Scorsese.
•É un film che descrive in maniera acuta il malessere di personaggi di condizione privilegiata, le scene verso la fine del tentativo di suicidio di Maria sono veramente molto forti dal punto di vista emotivo.
15/12/2010 Straordinario thriller psicologico, un film seducente che parte lento, delineando con cura certosina i caratteri di ognuno dei protagonisti, e che poi cresce sempre più di tensione emotiva, conducendo ognuno di noi dentro le manie persecutorie di Rosemary, fino a giungere all'apoteosi del male, dove tutti i particolari apparentemente insignificanti seminati lungo l'intera vicenda confluiscono in una ricognizione dei fatti, tanto ragionevolmente legati all'insaziabile sete di potere dell'uomo, quanto intrinsecamente figli dei meandri più cupi e prevaricatori della mente umana. È uno dei film più belli di Roman Polanski, forse il suo capolavoro assoluto.
Con Ben Gazzara, Peter Falk, John Cassavetes, Jenny Runacre, Jenny Lee Wright
n° 12
Voto FilmTv: 7,5 - Ruolo: Regista / Attore
12/6/2010
Un'analisi impietosa di quella che viene definita la mezza età, quando è sicuramente tempo di bilanci, ma forse non è neppure troppo tardi per azzardare un cambiamento radicale. E non è da escludere nemmeno un ritorno nel rassicurante grembo della famiglia. ...la versione integrale è eccessivamente prolissa, anche se questo era il cinema indipendente e senza compromessi di Cassavetes, che lasciava gran parte all'improvvisazione e alla spontaneità (possibile anche grazie al fatto che il regista girava con amici veri) e rifiutava di tagliar via i tempi morti della vita reale. Contraddicendo, in tal modo, un celebre assioma attribuito (più o meno a ragione) a Hitchcock, secondo il quale il cinema è la vita con le parti noiose tagliate.
Con Gena Rowlands, Seymour Cassel, Val Avery, Timothy Carey
n° 13
Voto FilmTv: 7,4 - Ruolo: Regista / Attore
15|11|2017
Minnie e Moskowitz (la Rowlands e Cassel che, bravissimo, disegna un personaggio unico) non hanno niente in comune tranne i lunghi capelli biondi e la solitudine: lei raffinata impiegata di un museo (e protestante); lui, a dir poco, bizzarro posteggiatore attaccabrighe (ed ebreo) .. tra litigate e tenerezze s’innamorano e si sposano.. cristianamente.
Con Peter Falk, John Cassavetes, Blythe Danner, Myrna Loy, James Olson
n° 14
Voto FilmTv: 7 - Ruolo: Attore
15/5/2011
Uno dei più belli e interessanti episodi dI Colombo con abili colpi della macchina fotografica e l'illuminazione. La musica è una pura delizia, la storia è intrigante molto ben costruita, con alcune scene divertenti. La parte del leone come sempre la fa Colombo con le sue indagini appiccicose e col suo sigaro puzzolente. Su John Cassavetes: il ruolo gli calza a pennello.
Tra i film di Cassavetes che ho visto è quello più imperdibile e voglio ricordarlo con una recensione esterna (letta su IMDb) che propongo pressochè integralmente:
10/10
"CI RAGGIUNGE VISCERALMENTE A LIVELLO INTESTINALE"
Nick Longhetti è brusco, emotivo, veloce all'ira, ma ha anche momenti di tenerezza. Sua moglie Mabel è socialmente inetta ed emotivamente insicura. Il suo comportamento è strano e inappropriato, ma è pazza, un pericolo per i suoi figli? Il film di John Cassavetes del 1974 A Woman Under the Influence cerca di fornire una risposta, ma la risposta non è chiara e il film può essere visto da diversi punti di vista. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che Peter Falk e Gina Rowlands, che interpretano la coppia travagliata, si amano profondamente ma non possono esprimere il loro amore in modi socialmente accettabili. Tuttavia, non sono una famiglia di film con emozioni fabbricate. ma due esseri umani in carne e ossa che sentono, soffrono e amano proprio davanti ai tuoi occhi. Dopo aver trascorso due ore e mezza emotivamente estenuanti con loro....
Ambientato nella periferia di Los Angeles, né marito né moglie sono persone abbienti e Nick è un operaio edile della città. Hanno tre figli, Maria (Christina Grisanti), Tony (Matthew Cassel) e Angelo (Matthew Laborteaux) che non sono simpatici ragazzi del cinema ma persone reali che sembrano essere piccole. Amano i loro genitori ma sono sconcertati da come si comportano. Mabel spende gran parte della sua energia cercando di essere la moglie e la madre perfetta, ma non ha un forte senso di sé. Come dice Cassavetes, "il suo problema era che stava facendo di tutto per compiacere qualcuno diverso da se stessa. ... Mabel non si comporta bene, ma non puoi comportarti bene quando lo fai"
Quando una sera Nick chiama e le dice che deve lavorare a una conduttura d'acqua rotta, lei perde il controllo, va in un bar e porta un uomo a casa con cui passare la notte, ma la mattina dopo riprende le sue faccende domestiche come se nulla fosse . Quando Nick porta un gruppo di colleghi a casa per la colazione di spaghetti la mattina successiva, Mabel recita diligentemente la parte della padrona di casa ma non sa quando fare marcia indietro dopo aver invitato un uomo evidentemente a disagio a ballare con lei. A quel punto Nick esplode e tutti siedono in un silenzio imbarazzato. Dopo quell'incidente, il comportamento di Mabel diventa un problema crescente e una preoccupazione per la madre di Nick, Margaret (Katherine Cassavetes). Quando Mabel tenta in modo inappropriato di coinvolgere un vicino per giocare con lei e i bambini, Nick entra, trae le conclusioni sbagliate,
Quando torna a casa dall'ospedale, Nick e Mabel cercano di raccogliere i pezzi della loro relazione, ma Nick calcola male la sua vulnerabilità e invita quaranta ospiti della casa ad accoglierla e un tiro alla fune con i bambini lascia i nervi ancora più logorati di prima. Nick e Mabel hanno problemi e molti sono profondamente radicati ma il film non è disperato, né è uno studio clinico sui cosiddetti malati di mente. Qualunque siano i loro problemi, non sono poi così diversi da quelli di molte coppie sposate, solo molto più pronunciati. Potrebbero non essere nostri, ma sono comunque problemi umani e ci relazioniamo ai Longhetti come esseri umani a cui teniamo. In A Woman Under the Influence, Cassavetes ci fornisce uno specchio per vedere noi stessi e a molti potrebbe non piacere la vista, eppure il film ci tocca in modi che non possono essere espressi a parole.
Con Peter Falk, John Cassavetes, Ned Beatty, Rose Arrick, Carol Grace
n° 16
Voto FilmTv: 7 - Ruolo: Attore
6/3/2015
"Mikey e Nicky" è un noir ingiustamente poco conosciuto.... Eppure è un gran bel film. Un film soprattutto di attori, due grandissimi interpreti come Peter Falk e John Cassavetes che nella vita erano anche grandi amici. La regista, Elaine May(suo il divertente "E' ricca, la sposo e l'ammazzo") si adegua a questi due grandi interpreti, lasciando loro piena libertà di improvvisare e di rendere in libertà la descrizione dei loro personaggi. ... Tutta la storia è ambientata nell'arco di una notte, una notte in cui verranno al pettine le ruggini del passato e le paure del presente. Il finale è di quelli che non si scordano.
"Sono solo pezzi di carta". ...Peccato però che a causa di questi famosi “pezzi di carta” si possa anche morire. Soprattutto se ti capita di contrarre un debito di gioco con un gruppo di mafiosi. Vero, Cosmo Vitelli? ...è un film sovversivo, selvaggio, girato con uno stile di regia caotico che se ne infischia delle regole: il risultato è un’opera maledettamente affascinante che spiazza continuamente lo spettatore, il quale non può far altro che rimanere folgorato da questa pellicola che fa del nichilismo la sua bandiera. Da vedere assolutamente nella versione integrale di 130 minuti, meritoriamente recuperata da “Fuori Orario”.
Il fascino infinito del palco, le prove, le quinte, i camerini... quante volte il teatro è stato usato dal suo cugino ricco e moderno, il cinema?Quante volte la rappresentazione teatrale è stata fatta oggetto a sua volta di rappresentazione, in una messa in scena al quadrato? E quante volte infine il teatro è servito a raccontare la vita dei teatranti oppure è stato usato come set per raccontare altro?
♦ playlist di cui fa parte questo film inserito da spopola e così presentato:
"Cassavetes, aiutato dalla straordinaria prova della Rowlands, elabora il suo paradosso sull'attore (il teatro come momento liberatorio della verità contrapposto alla "finzione" della vita)."
La famiglia portoricana di un contabile della malavita del Bronx che ha «cantato» fa appena in tempo ad affidare il figlio Phil ad una tosta vicina di casa dal passato burrascoso, Gloria, prima di venire spazzati via dalla vendetta mafiosa. In possesso del quaderno delle compromettenti annotazioni del padre, il ragazzino e Gloria si danno ad una rocambolesca fuga per sfuggire alla caccia della gang.Intrigante rivisitazione del genere noir del regista John Cassavetes, dove una tosta dark lady indurita dalla vita scopre un inatteso istinto protettivo e materno. Il film si fa perdonare qualche inverosimiglianza toccando le corde dell’anima attraverso un livello artistico eccelso nella regia, nelle musiche e nell'interpretazione di Gena Rowlands.
Qualche perplessità da un estimatore di Cassavetes (che assegna comunque *** e mezza):
15|11|2017
E’ l'opera della maturità di Cassavetes, quella che più mostra i segni del mestiere, meno insicurezza e zero sperimentalismi in corretto stile hollywoodiano...ma è questo il Cassavetes che amiamo?
Con John Cassavetes, Gena Rowlands, Diahnne Abbott, Seymour Cassel
n° 20
Voto FilmTv: 7,5 - Ruolo: Regista / Attore
12/5/2015
Desolante ed emozionato, ironico e dolorosissimo, c’è tutto Cassavetes in carne ed ossa, vitalismo e malattia. Sempre sincero, ed al dunque spietato, come sa esserlo la vita.
Una storia di egoismi stupidi e generosità folli; di madri ripudiate e di padri inseguiti; di esistenze corrose dall’alcool e dalla solitudine. Un racconto sull’incapacità di amare e su quella di lasciarsi amare. Ma anche sulla solidarietà tra perdenti e sulla speranza dove e quando meno te l’aspetti.
Su tutto, risplende Gena Rowlands, stella di luce spenta e squarcio di umanità in mezzo ad una umanità distratta. ... Scuote la testa bionda e ci ricorda in un attimo quanto certe donne siano in grado di “riempire lo schermo”, nel cinema come nella vita.
Ricavato da una sua regia teatrale e da un testo di T. Allan. Immerso in toni di luce e colori calibrati a seconda della scena, il film si chiude toccando argomenti profetici (girato mentre era già malato di cirrosi epatica ma sempre capace di lasciare la sua particolare impronta), con questo moderno Don Giovanni, scrittore dandy di libri erotici.
Con John Cassavetes, Gabriele Ferzetti, Riccardo Cucciolla
n° 21
Voto FilmTv: 5,1 - Ruolo: Attore
3/7/2008
Senza volerlo spacciare per un capolavoro, lo si può tranquillamente considerare il più bel film d’azione italiano degli anni ’60 e il primo a sganciarsi, almeno parzialmente, dai modelli americani e ad anticipare i poliziotteschi che caratterizzeranno il decennio successivo. La miglior regia di De Martino e la bravura degli interpreti tengono in piedi una sceneggiatura non certo originale cui mettono mano in nove: decisamente troppi. La splendida fotografia di Aldo Tonti fa risaltare al meglio una Roma fin troppo sfavillante.
Dei due film interpretati da Cassavetes in Italia (con trame non del tutto dissimili) questo fu il primo. Non mi ha molto convinto ma capisco possa essere apprezzato da chi fu attratto poi - non è il mio caso - dai "poliziotteschi" degli anni settanta. Gli dedicherò però una seconda visione com'è stato, produttivamente, per il secondo.
Un gangster evade grazie ad un mafiosetto che lo vuole complice di una rapina ad un casinò. Ma il casinò è gestito dalla mafia e la rapina si concluderà in tragedia. ... quel che non funziona più di tanto è la storia, blanda e stravista, con il più classico degli sviluppi da film di gangster: evasione, colpaccio, fine tragica. Nulla da eccepire sulla confezione, ma il contenuto non è granché di esaltante; d'altronde è anche un tipo di lavoro piuttosto strano per Montaldo, solitamente avvezzo ad un cinema civile, più 'impegnato', cronachistico e concreto.
Visto lunedì 25 aprile, non ero andato oltre la sufficienza. Rivisto (con maggiore attenzione) due giorni dopo mi è piaciuto di più: molto bene la prima ora, dell'ultima mezz'ora apprezzabile il personaggio interpretato dalla Rowlands, d'altra parte lei rende oro ciò che tocca. Ferzetti pienamente in parte, proprio come mi immagino io un vero boss della mafia. Anche Cassavetes adatto al ruolo. La ballata western di Morricone, che mi era sembrata una stramberia fuori luogo, mi è parsa ora una "pazza idea" niente male. In definitiva... consigliabile (*** e mezza).
Con Kirk Douglas, John Cassavetes, Amy Irving, Charles Durning, Carrie Snodgress
n° 23
Voto FilmTv: 6,7 - Ruolo: Attore
16/11/2010
Una ragazza scopre di avere poteri paranormali tremendi. Quando lei decide di farsi controllare, un agente della Cia la userà per ritrovare il figlio rapito, anche lui dotato degli stessi poteri.
La storia è un po' ingarbugliata ed ha qualche caduta, ma è al tempo stesso interessante, coinvolgente, fantasiosa e a tratti sinceramente inquietante. La regia di De Palma è come sempre virtuosa e meno hitchcockiana del solito. Kirk Douglas domina la scena.
Chiamato a continuare le riprese al posto di Andrew Bergman, diresse l'ultimo film Il grande imbroglio (Big trouble, 1985) commedia nera che ricorda La fiamma del peccato. Unica sua regia su sceneggiatura di altri, con i suoi due amici Peter Falk e Alan Arkin, che non riconobbe come suo film per l'ingerenza della produzione.
(commento breve di marco bi)
Lei è Beverly D'Angelo
------------------------------------------- f i n e --------------------------------------------
Post scriptum del 1° maggio (come da commento odierno per informare anche i cinque amici che hanno già visto la playlist):
La prossima lista dovrebbe riguardare dunque - secondo questa "regola dell'alternanza" che sinora mi sono dato - un regista nostro connazionale.
Temo però, volendo che le mie lunghe vacanze estive (senza computer) partano dai primi di giugno, che non potrebbe vedere la luce se non all'inizio dell'autunno.
Se sarà così, me ne scuso sin d'ora con i coutenti che gentilmente mi hanno prestato fin qui la loro attenzione.
Certo, sarebbe un'interruzione piuttosto lunga, mi rendo conto.
Un'alternativa forse l'avrei però: potrei "sparigliare" portando a conclusione una lista di venti film raggiunti (e di gran lunga superati, complessivamente) da unaFAMIGLIA (marito e moglie e la loro figlia) italiana come nascita e ad un certo punto (1958) trasferitasi in America.
Sarebbe una settima playlist anomala quindi; anche per un altro motivo: i tre componenti della famiglia ebbero tutti (chi più chi meno chi molto meno) a che fare col cinema ma non per la regia (salvo un film ♠); e comunque in casa loro arrivarono (dopo il 1958) due premi Oscar.
Non assicuro nulla, sono ancora indeciso.
A proposito: sarei molto stupito se qualche coutente dagli indizi che ho dato fosse in grado di indovinare a quale famiglia mi riferisco. Non è affatto facile. ♠
♠ Parentesi "salvo un film" cancellata, cioè non tenetene conto perchè erronea. Me l'ha fatto notare mck Andavo a memoria e sbagliavo per la regia. Avevo in mente "Selvaggio è il vento" di Cukor (soggetto di Vittorio Nino Novarese) che fu praticamente il remake di un film italiano del '47 in cui mi sembrava che lui avesse fatto di tutto invece suo il soggetto, sua la sceneggiatura (insieme a Goffredo Alessandrini) ma non anche la regia (del solo Alessandrini, al contrario di quanto mi sembrava di ricordare).
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