Nel celebrare la Festa della Liberazione dall'oppressione del nazifascismo, quest'anno ripercorro alcuni momenti della storia del cinema italiano.
La lista che troverete non ha la presunzione di essere esaustiva, ma cerca di creare alcuni fili conduttori che hanno condotto, in piccola parte, la storia del nostro cinema dal 1945 fino ad oggi; siccome la memoria va allenata, voglio farlo anche attraverso il cinema.
La lista sarà divisa in "capitoli", partendo dal filo tematico che è la Resistenza.
-Appena finita la Seconda Guerra mondiale molti registi importanti descrivono le varie fasi della Resistenza, ma non solo.
-Per qualche anno tutta l’industria sarà focalizzata su altri temi, il neorealismo e la commedia (non ancora “all’italiana").
-Il tema sempre meno influente fino agli anni ‘60, quando alcuni registi si ritrovano a ragionare sugli anni dell'occupazione nazista.
Regia di Giuseppe De Santis, Mario Serandrei, Marcello Pagliero, Luchino Visconti
Con Donato Carretta, Pietro Caruso, Pietro Koch
-Appena finita la Seconda Guerra mondiale molti registi importanti descrivono le varie fasi della Resistenza, ma non solo.
Apre questa lista un documentario in cui vari registi hanno unito le forze per raccontare e celebrare le gesta della lotta antifascista nei giorni intorno al 25 aprile 1945.
Uno dei film "resistenziali" meno ricordati, che tra le altre cose vedeva come attori sia Gillo Pontecorvo che Carlo Lizzani. Il film viene citato anche nell'unica opera, finora, di Paolo Taviani senza il fratello, il bel "Leonora addio".
Per qualche anno tutta l’industria sarà focalizzata su altri temi, il neorealismo e la commedia (non ancora “all’italiana").
Lizzani con il suo esordio, tornerà spesso sull'argomento, cerca di riportare il tema della resistenza al centro del dibattito cinematografico, ma rimarrà uno dei pochi film del decennio sul tema. L'industria si concentrerà sugli ultimi bagliori del neorealismo, con anche la variante rosa, e i primi passi della commedia all'italiana che poi diventerà il genere per eccellenza nel decennio successivo.
Seppur sia un film diseguale, un pò stanco, e con attori non del tutto in parte; si racconta di uno dei passaggi più drammatici e violenti del periodo. Vale comunque una visione.
La resistenza è quasi sempre, se non sempre, stata racconta in pellicola solo al maschile, qui uno dei pochi film dove la protagonista è una donna. Da vedere.
Con Gérard Depardieu, Robert De Niro, Burt Lancaster, Sterling Hayden, Dominique Sanda
Il primo film monstre di Bertolucci, salito da tempo alla fama mondiale. Per alcuni il suo capolavoro, per altri no. è un film da vedere per ogni cinefilo e direi per ogni italiano, che pur quando si perde tra le tante sotto-tracce è permeato di un'afflato che solo il grande cinema ha.
"Siamo nel 1959, il Neorealismo è alle spalle e Rossellini lo ha superato da anni, andando in altre direzioni, ma con questo film torna al periodo della guerra e lo fa con un ritratto sicuramente controverso, all’epoca molto criticato per i contenuti e dopo per la tecnica."
Florestano Vancini è stato un regista diseguale, questo è uno dei suoi film da ricordare e rivedere. Un film di grande impatto per contenuti, regia ed atmosfere.
Con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Eduardo De Filippo, Carla Gravina
Siamo nel 1960, il cinema italiano sta tornando a livelli altissimi, una serie di grandi registi si esprimeranno al meglio delle loro possibilità, qui Comencini fa un ritratto della Seconda Guerra passato alla storia. Sordi, che bisserà l'anno dopo per Risi, offre una delle sue più grandi interpretazioni e il personaggio interpretato da De Filippo è da ricordare.
Con Jacques Charrier, Eleonora Rossi Drago, Francisco Rabal
Esordio di Montaldo che tornerà a parlare di questo periodo quasi quindici anni dopo, qui affronta un tema dolente della nostra storia che è stato trattato solo in parte dal cinema italiano, ovvero il periodo relativo alla Repubblica sociale di Salò.
Tratto dal romanzo di Moravia, un film ambiguo e raffinato che parla del fascismo e solo nel finale lambisce la Seconda guerra e l'occupazione. Enorme successo, lanciò Bertolucci al livello mondiale.
Con Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti
Il monolite
Nella storia del cinema italiano ma anche mondiale, c'è un prima e un dopo Salò. Perchè l'ultimo film di Pasolini, partendo dal romanzo di de Sade, prende un momento della storia dell'uomo e dell'Italia e ci mostra la forma più alta che l'uomo può raggiungere nel volere distruggere il suo prossimo, svilendo attraverso il potere (che è in questo caso il fascismo, ma sarà poi, per Pasolini, la società dei consumi ecc...) il corpo, la mente e l'umanità dell'essere umano. Ancora oggi una visione faticosa, che non può che portarci a riflettere sull'uomo e sulla nostra società, quel finale poi è di difficile lettura. I due giovani ballano per un'Italia che sarà, per un mondo diverso o ormai l'orrore è entrato in loro lasciando solo il posto alla totale ed irrecuperabile assuefazione. Un monolite perchè è rimasto irreplicabile e inavvicinabile per il cinema italiano che anzi, forse, a poco a poco se ne è distanziato.
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