Includo nella classifica anche i film della serie tv el 1977/79, i film animati e le comparse nel terzo Captitan America, negli ultimi due Avengers e nell'ultimo Venom.
Smascherato e reclutato da Iron man, con ricatti, filmati rivelatori, false borse di studio e altri vili sotterfugi, lo Spider-man di Tom Holland fa solo la figura dell'ingenua recluta americana mandata in guerra, prima del tempo. Certo, Iron man si affeziona al ragazzo, non a caso gli regala il suo primo ragno-costume hi-tech e lo fa tornare a casa quando nota che il ragazzo è in difficoltà, ma il fatto che lo getti lettarlmente nella fossa dei leoni, nello scontro all'aeroporto contro altri supereroi (quelli che stanno dalla parte di Capitan America), è osceno. E pensare che è la scena più comica di un film serissimo, che serve solo ad abbassare i toni, fin troppo drammatici...LA ODIO!
A parte resusciare dai cinque anni di limbo, partecipare alla battaglia finale contro Thanos (dove compare anche nella scena più maschilista di un film maschilista con tutte le supereroine, tranne la Vedova Nera che è morta) e al fumerale di Tony Stark, non è che Spider-man faccia qui grandi cose.
Ammetto che lo Spider-man di Tom Holland abbiadiverse scene assieme a Iron man e dottor Strange, ma detesto il costume Iron Spider che indossa e che arrivi ad uccidere i sottoposti di Thanos. Inoltre, della sua "morte" m'importa poco, perché si capisce che lo Spider-man di Tom Holland nel 2019 era ancora comparso poco (solo 2 film, di cui solo il secondo personale) e che sarebbe tornato in vita.
Questo film di Spider-man inizia ad essere veramente interessante quando un arrabbiato Iron man, diventato, purtroppo, lo zio Ben del ragno dell'MCU, gli toglie il costume hi-tech che gli aveva dato in "CAPTAIN AMERICA CIVIL WAR" e cioè nell'ultima parte, dove Peter rispolvera il brutto costume che ha cucito da solo, per sventare un furto ai danni del suo ricco mentore. L''Avvoltoio di Michael Keaton (che si costrisce le ali con gli scarti delle armature dei Chiatauri di "THE AVENGERS") si dimostra davvero inquietante solo quando si rivela essere Adrian Toomes, un Norman Osborn proletario, padre della ragazza a cui Peter Parker fa la corte e che ricatta il ragazzo quando scopre chi è, perché lo Spider-man di Tom Holland non riesce a tener segreto chi è realmente, visto che la sua doppia identità la scoprono tutti i personaggi più importanti del film, persino l'inutile zia May, versione sexy di Marisa Tomei...Che tristezza!
E' un trionfo dei prodotti tv alla Scooby Doo e dei film alla Harry Potter,nonché un campionario di ragno-costumi orrendi, eppure la pellicola si lascia guardare lo stesso per il Mysterio di Jake Gyllenhaal, che non si scompone di apparire in scena con la tuta verde e la vaschetta di vetro dei pesci in testa dei fumetti. Insopportabile il ragno in gita europea, datemi New York, vero terreno di caccia di Spidey.
Titolo originale Spider Man The Dragon's Challenge
Regia di Don McDougall
Con Nicholas Hammond, Robert F. Simon, Ellen Bry, Chip Fields
Perché quella Hong Kong da cartolina , dove ci si ferma ad ammirare templi buddisti e marcatini, che rallenta l'evolversi della storia, perché manca l'ironia presente ne "L'UOMO RAGNO" e ne "L'UOMO RAGNO COLPISCE ANCORA", perché tutti recitano troppo seriamente e perché l'Uomo Ragno non è considerato un supereoe e/o una minaccia dal "Daily Bugle"?
Con Nicholas Hammond, Robert F. Simon, Joanna Cameron
E' carino per essere un film da drive in anni'70 a budget zero (apprezzo l'uso della ragno-spia, che debutta alla grande), ma perché è così televisivo, perché manca zia May, perché i criminali del film non girano armati, se sono dei terroristi internazionali, perché le scazzottate ricordano quelle del telefilm di Batman di 10 anni prima, perché Joanna Cameron è la Spider-girl più bella della serie tv con Nicholas Hammond, anche se l'Uomo Ragno se la deve trascinare appresso, da New York a Los Angeles, nei pannisi una giornalista alla Lois Lane , dei fumetti e del film di Superman, che lo vuole intervistare e smascherare?
Con Nicholas Hammond, David White, Liza Eilbaker, Michael Pataki
Un vero e proprio B-movie, anche se televisivo, con il Peter Parker universitario di John Romita, Sr, ( aall'epoca l'unico Peter Parker possibile da portare dal vivo, perché era di moda nei fumetti anni'60/70/80) rifatto discretamente da Nicholas Hammond. Spiace l'assenza dello zio Ben, ma una storia che introduce l'Uomo ragno per combattere uno scienziato che minaccia un'epidemia di suicidi a New York, per me, risulta coraggiosa lo stesso. Inoltre, anche se gli effetti speciali non sono stupefacenti, c'è un umorismo cattivo e acido che piace. Non è necessario, poi, che in questi telefilm ragneshi vintage appaiano i supercriminali dell'Uomo Ragno, se non compaiono quelli di Hulk e di Wonder Woman, nei loro rispettivi show. Si, proporre l'Uomo Ragno tale e quale ai fumetti costa, se si gira a budget zero negli anni'70, eppure questo primo tentativo è più da lodare che da disprezzare, come ha fatto il creatore Stan Lee.
Antologico dei cartoni animati Marvel degli anni'60, basato su "SUPERGULP, I FUMETTI IN TV", tramessione culto di Rai 2 degli anni'70/80, dove l'Uomo Ragno della prima ora, quello dove il Peter Parker liceale fa il fotografo freelance di sè stesso poco pagato del "Daily Bugle" viene ben riassunto nelle due storie qui presentate contro Mysterio e lo Scorpione gigante.
Questo film, in tempi di pandemia, ha polverizzato i record d'incasso e ha rimesso in carreggiata lo Spider-man di Tom Holland, che prima sembrava fin troppo spensierato e fuori parte. E' l'apoteosi del fan service, ma è il migliore della ragno-trilogia MCU per tante ragioni benché non sia il miglior film sulla creatura di Stan Lee e Steve Ditko
A me piace, anche se molti lo criticano, perché fuori dall'MCU. cERTO, è vero che l'Electro di Jamie Foxx è assai brutto nel look e persino sottoutilizzato, ma la morte della Gwen Stacy resta inasdpettata, quanto toccante, perché il rapporto con il suo Peter Parker di Andrew Garfield continua ad essere ben costruito. Infine a,a me non spiace il Rhino di Paul Giamatti, anche se fa solo due simpatiche comparsate.
Se i produttori non si fossero messi di mezzo,, per imporre a Sam Raimi il poco riuscito Venom di Thopher Grace, avremmo forse visto un terzo capitolo degno dei primi due film. Sprecata Dallas Bryce Howard come Gwen Stacy, molto meglio la sempre collaudata Mary Jane di Kirsten Dunst. Tragico, o quasi, il Sandman di Thomas Haden Church, potabile il Goblin 2 di James Franco.
Un Uomo Ragno diretto da Marc Webb con gli stessi toni di "BATMAN BEGINS" (per le troppe scene giarate di notte) e con la Gwen Stacy cinematografica migliore: Emma Stone. Sottotono il Lizard di Rhys Ifans,poco usato il Ben Parker del bravo Martin Sheen, mentre il Peter Paker Andrew Gafield, anziché essere dimesso e nerd, come quello di Tobey Maguire, è fin troppo spericolato con lo skateboard e troppo simile al Marty McFly di Michael J. Fox di "RITORNO AL FUTURO".
Finalmentre,l'Uomo Ragno fa sul serio e, con Sam Raimi alla regia (che sa giostrare bene sia le classiche trame fumettistiche anni'60/70 di Stan Lee che quelle degli anni zero, riscritte da Brian Michael Bendis), Willem Dafoe come Goblin, Kirsten Dunst nella parte di Mary Jane Watson e, soprattutto, l'astro nascente degli anni zero Tobey Maguire come Peter Parker/Spider-man, un ragno-kolossal degno del Superman di Donner e dei Batman di Burton è possibile.
Il ragno-film che ha vinto un oscar, come miglior film d'animazione del 2018, con il protagonista che non t'aspetti (il moderno Miles Morales, anziché il collaudato Peter Parker, che, comunque qui compare in ben due versioni diverse) e con una trama che rende accettabile qualcosa di fumettisticamente insulso come lo Spider-verse,che presenta lo Spider-Ham, parodiato anni prima anche nel film dei Simpson, e Spider-Gwen, si, la bionda fidanzata di Peter Parker, uccisa da Goblin, che qui ha perso il suo Peter ed è diventata una Spider-Girl. Grandioso ed inquietante il Kingpin animato, inferiore solo a quello di Vincent d'Onofrio. Sarebbe un ex-aequo con il film che occupa l'ultimo (primo) posto, se si poresse fare.
Il miglior film sull'Uomo Ragno, rispettoso delle storie a fumetti, ma anche dei cartoni, fino a quel momento proposti, resta quello del 2004, con un Sam Raimi veramente scatenato e con il mio ragno-villain preferito: il dottor Octopus, qui splendidamente impersonato da Alfred Molina.
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