"C’è stato un periodo in cui il cinema italiano riusciva con maestria e disinvoltura a brillare ed a distinguersi.
Uno dei maggiori artefici dello stato di grazia che aveva raggiunto è stato sicuramenteLattuada.
Il suo talento da regista lo sfruttò essenzialmente per districarsi in generi dissimili tra di loro: focalizzò il suo sguardo su quello melodrammatico a sfondo storico dando vita a pellicole che vennero apprezzate e che ancora oggi resistono all’usura del tempo (senza pietà - il mulino del po), non indietreggiò di fronte alla possibilità di comporre ritratti di giovani fanciulle totalmente assorte dai problemi tipici della loro età (i dolci inganni - Guendalina) ed infine dimostrò di avere delle notevoli qualità nel saper estrapolare, dalle storie più intime e riflessive, il succo maggiormente prelibato che sanno offrire (la spiaggia - mafioso)."
Non sono parole mie, bensì di un coutente molto più giovane di me, bepy86: le ha scritte il 13 febbraio scorso all'inizio di una sua bella recensione che ho visto ieri del film "La spiaggia" e ciò mi ha indotto a concludere questa lista che era già a buon punto e naturalmente contiene gli otto titoli da lui citati. Ma tutti quelli che ho selezionato sono film, credo, da non perdere.
Personalmente, ho un debole per i primi quattro della lista (quelli realizzati tra il 1945 e il 1948). Seguirono al film d'esordio del '43 "Giacomo l'idealista" che non conosco perchè difficilmente reperibile: voto medio 7,8/10 ma solo tre i votanti (non l'ho inserito ma lo aggiungerò se riuscirò finalmente a vederlo).
Infine, mi sento di consigliare anche una pellicola, non tra le più note, di cui ho un bel ricordo risalente a quando lo recensii alcuni anni fa: "Scuola elementare", del '54, a mio parere magnifica nterpretazione (e però passò inosservata) di Riccardo Billi.
Buona consultazione ed eventualmente buona visione, essendo comodamente fruibili quasi tutti i film della lista.
cherubino, 1 marzo 2022
1 - La freccia nel fianco (1945) ................... rpLattuada1945
2 - Il bandito (1946) ...................................... ytLattuada1946
3 - Il delitto di Giovanni Episcopo (1947) .. rpLattuada1947
4 - Senza pietà (1948) .................................. ytLattuada1948
Il film mitico, che non si terminava mai per consentire alla gente di cinema di non partire per la Repubblica di Salò, è anche un film sorprendente, nel quale Lattuada inizia a manifestare il suo interesse per la prima sessualità dei ragazzi (infatti rispetto al romanzo si immagina un ragazzo più grandicello...): molto delicato, recitato benissimo, un film che da solo riesce a raccontare quante cose stessero cambiando nell'Italia di quegli anni.
Le riprese (a Roma) furono interrotte dall'8 SETTEMBRE e il film fu poi terminato dal regista Mario Costa e uscì nelle sale nel 1945.
A metà strada tra “noir” americano (o francese “alla Jean Gabin”) e il miglior neorealismo italiano di quegli anni, tiene viva l’attenzione dello spettatore grazie ad una sceneggiatura ben articolata (i colpi di scena non mancano), una scenografia da sogno, ...un bianco e nero di tutto rispetto e una felice scelta di attori. ...Comincio a pensare che Alberto Lattuada abbia realizzato i suoi migliori film nei primi anni di carriera.
VISTO molto tempo fa: a memoria **** (o mezza stella in più)
Yvonne Sanson, Alberto Sordi e Aldo Fabrizi
Con Fabrizi, Roldano Lupi
10/11/2014
La squallida tresca tra Roldano Lupi (che non impersona un nobile ma rappresenta il lato di quel mondo opportunista e fraudolento) e Yvonne Sanson (principessa del demi-monde, sgualdrina ambigua e maliarda) è un luogo comune della letteratura del periodo e i volti dei due divi d’altri tempi si accordano con grande efficacia alla terribile ed angosciante macchinazione... Aldo Fabrizi in uno dei ruoli più importanti del suo sottovalutato percorso artistico.
Visto per la prima volta cinque anni fa, più o meno. Assegnai *****.
Carla Del Poggio nel 1947.
Moglie di Lattuada dall'aprile del 1945. Si erano conosciuti sul set del film "Incontri di notte", due anni prima.
Secondo film di Lattuada con la moglie, ottimo come "Il bandito"; anzi, ancor più emozionante. La Del Poggio meritevole alla pari della premiata Masina, Kitzmiller fu una fortuna che ci fosse, nessuno avrebbe potuto eguagliarlo. Per me è uno dei capolavori assoluti del neorealismo.
(mio commento breve)
Con la Del Poggio, John Kitzmiller
In questa scena (in cui compare anche Giulietta Masina) la bella attrice in primo piano dovrebbe essere Patrizia Lari, sorella maggiore di Giovanna Ralli
È passato troppo tempo, devo rivederlo. A memoria direi ****.
26/9/2018
Berta (Carla Del Poggio) è costretta a fare la serva dai Verginesi, il matrimonio con Orbino Verginesi (Jacques Sernas) contadino del ramo povero che lavora nell’azienda di famiglia, è rimandato, i destini individuali si scontrano con forze molto più grandi di loro e ne vengono travolti.... divisioni e lotte fratricide tra poveri porteranno all’epilogo tragico.
"Quando uscì fui attaccato da destra e da sinistra" ...Polemiche italiote che il film si è scrollato come polvere di dosso se oggi continuiamo ad amare quei personaggi e a tremare per loro.
Malconce compagnie di avanspettacolo che si cambiavano all'aperto, dietro il teatro, si lavavano con l'acqua fredda e mendicavano un pasto, per poi venire bersagliate sul palco dai frizzi e dai lazzi degli spettatori. ... In questa pellicola ci sono anche gli altri temi classici del mondo dello spettacolo, la giovane rampante che cerca di sfruttare ogni appiglio per farsi strada, l'attore consumato che prima cerca di approfittare e poi si innamora di una ragazza che potrebbe essere sua figlia, la donna innamorata, tradita e sfruttata, c'è tanta, tantissima carne al fuoco. ... Questo film è parte della nostra storia, è un pezzo d'Italia, allora lacera e scalcagnata ma molto più nobile di quella attuale.
Sembra che qui Lattuada abbia temporaneamente abbandonato la sua solita cattiveria nel definire i personaggi. L'unico veramente negativo è l'amante di lei, ...seduttore quasi diabolico, corrotto e malvagio, che però ahimé suscita in Anna un fascino oscuro e conturbante. ... la parte buona di sé è attratta dal fidanzato, quella cattiva, "un'altra", dal mascalzone. ... Il film in generale è un riuscito ritratto di donna tormentata e indecisa. Ha indossato l'abito monacale ...per fuggire, più che da una delusione amorosa, da un conflitto interiore che non era in grado di superare. E anche la sua scelta finale mi sembra non risolutiva... Ottimo esempio di come si possano trattare certe tematiche in modo intelligente e profondo.
E' ben evidente la satira dell’enorme insensibilità della burocrazia e degli uomini che la interpretano; così come il distacco degli uomini di governo dalla gente comune: ma d'altra parte il periodo storico dell'ambientazione era stato scelto apposta! ... Rascel ...viene scoperto nella sua capacità di dar vita a un personaggio tragico, per il quale addirittura contese a Marlon Bando il premio per il miglior attore al Festival di Cannes...
In primo piano, insieme a Rascel, Giulio Calì (il sarto)
Yvonne Sanson è la bella ed elegante Caterina, dirimpettaia di Carmine avvicinatosi per ossequiarla, che senza guardarlo lo scambia per un mendicante e gli dona una banconota
Lo rividi meno di un anno fa quando dedicai una playlist al "quasi sconosciuto" (oggi) Ettore Manni: *** e mezza il mio voto.
Kerima ed Ettore Manni
2/8/2002
La "Lupa" del titolo, fin dalla sua prima apparizione dà immediatamente il "La" all'atmosfera del dramma, permeato di sensualità represse e di inverecondi tradimenti... Il ritmo del racconto è incalzante... Eccezionale il valore ambientale dei Sassi di Matera, ...in cui allora la gente ancora viveva, moriva, celebrava i suoi fasti e nefasti. Bella anche la scena della processione, scopiazzata in "Malena" al pari della reazione della gente al passaggio della conturbante protagonista.
Martine Carol con la piccola Anna Gabriella Pisani (sua figlia nel film) e un nobile decaduto, Wassili D'Angiò, che - col nome da attore Carlo Bianco - interpreta il miliardario del loco.
Raf Vallone ricopre il ruolo del sindaco
È uno dei film di Lattuada più celebrati (tra i "100 da salvare") per come rappresenta la nostra borghesia ante boom, anni '50. Mi preme anche ricordare la delicatezza del Ferraniacolor nonchè Martine Carol, allora la vera stella d'oltralpe (qui in un hotel di lusso c'è per lei un lieto fine; purtroppo invece a soli 45 anni vi finì la sua vita).
Il bidello Pilade Mucci (Mario Riva), unalunno e il maestro Dante Trilli (Riccardo Billi)
8/8/2015
Il "Signor maestro"... i nostri genitori ci affidavano, con totale fiducia, alla sua esperienza, autorità e cultura, per trasformarci in cinque anni da fanciulli in giovani uomini, compito ben più ampio rispetto all'insegnare "materie"... Riccardo Billi, mai visto come protagonista, splendido: strano che la sua carriera non abbia avuto una svolta positiva dopo questa interpretazione, mentre Mario Riva raggiungeva clamorosi successi in TV, prima della tragica sfortunatissima fine.
Da rivedere, son passati molti anni: direi nell'intorno delle *** e mezza.
Raf Mattioli e Jacqueline Sassard
9/5/2014
Nonostante gli anni che passano, il film in questione risulta ancora abbastanza fresco e gradevole, magari anche per la fresca genuinità, spensieratezza e forse furbizia della splendida protagonista (la Sassard, già vista in altre pellicole di quegl'anni); ed anche il film ne trae giovamento in un contesto sentimental-estiveggiante.
Temo di non averlo mai veduto dunque non mi pronuncio.
19/4/2010
C’è sempre stato qualcosa di integerrimo, di anticonvenzionale nei ritratti di giovani donne di Alberto Lattuada... Il dato che mezzo secolo fa doveva apparire sorprendente e in parte inaccettabile è stato sicuramente il tranquillo rifiuto di Francesca di continuare con una relazione esclusiva la scoperta della sessualità con un uomo assai più anziano.
Catherine Spaak.. orgogliosa nella sua delicatezza, all’epoca era una creaturina che stentava a sentirsi sicura di sé, ma Lattuada la protegge troppo perché non risulti credibile.
Come il precedente: non ricordo di averlo visto (forse parzialmente in tv molto tempo fa). Mi attira, nei prossimi giorni lo vedrò e indicherò il mio voto.
Jean Paul Belmondo e Pascale Petit
25/9/2015
Questo solido film di Lattuada... si destreggia tra pulsioni censurabili e ataviche, lambisce l'incestuosità, accarezza il terribile e gelido pendio della gelosia e dell'invidia, condanna e sfiora la vacuità di una certa classe sociale, affronta il tema della sostanziale materialità dei rapporti umani. ... Il pessimismo prevale, se vogliamo quello della clausura risulta essere un pretesto per dipingere un quadro differente. Eccellente, e Pascale Petit è splendida, con e senza abito da novizia. Ultima scena ambigua e inquietante.
In primo piano Norma Bengell, nei panni di Marta, la moglie lombarda del siciliano Antonio Badalamenti (Sordi)
L'attore sulla sinistra è Carmelo Olivero, che ricopre un ruolo importante: è Liborio, braccio destro del boss Don Vincenzo
15/1/2017
Nel ‘62 c’era il boom economico, ma qui c’è la critica sociale, in controtendenza. Proprio in un momento in cui la mafia non veniva neanche toccata, l’immigrazione veniva vista come un’opportunità positiva da davvero molte persone, ...senza volerne vedere i mali ...: la difficoltà dell’integrazione, evidente nella spesso chiara incomunicabilità tra i coniugi, siciliano lui e indigena milanese lei; la “esportazione” dei mali del sud al nord, senza che, al contrario, al sud si beneficiasse dei meriti, per quanto limitati, della società del nord.
La commedia di Machiavelli è riprodotta piuttosto fedelmente sullo schermo dalla buona mano di Lattuada e dal cast assolutamente all'altezza. C'è anche un ruolo secondario per Totò, ormai agli sgoccioli della sua carriera a causa della cecità, ma che riesce ovviamente a lasciare ugualmente il segno nel lavoro. Il capolavoro qui è dello scrittore e filosofo fiorentino, dopo cinque secoli ancora attuale e divertente; la trasposizione filmica è accurata e dignitosa, priva di spigoli pruriginosi nonostante il discreto tasso di erotismo che la commedia può ispirare.
Sulla trama:
Lucrezia, la bella moglie del taccagno e credulone notaio Nicia, non riesce ad aver figli. Callimaco desidera la donna ed architetta un complesso stratagemma per farla sua: fingendosi medico propone a Nicia una cura a base di mandragola, erba miracolosa, da somministrare alla moglie. In quanto velenosa, però, la mandragola ucciderà il primo uomo che si coricherà con Lucrezia: a tale scopo viene sacrificato quindi un poveraccio rapito in mezzo alla strada. Che ovviamente è Callimaco, travestito. Lucrezia apprezza molto la cura.
La rappresentazione della Sicilia, vista come terra pigra in cui il tempo viene passato al bar e con le donne, contrapposta a quella della Milano frenetica e borghese, culla del progresso e dell'economia è efficace ed è pregna di un sarcasmo che non risparmia nessuno dei due (ma forse il regista è più conciliante verso la prima). Buzzanca, che ancora non era una macchietta stereotipata dei film pecorecci degli anni '70, è bravo e credibile.
Film difficile da dimenticare, anche se forse lo vidi solo al cinema nel 1970: **** almeno.
Emerenziano Paronzini (Ugo Tognazzi) con - alla fine - le sue tre badanti
26/2/2012
Se c'è uno scrittore che meglio di ogni altro ha saputo dare forma letteraria allo spirito della provincia italiana, quello è stato Piero Chiara. ... Venga a prendere il caffé da noi, tratto dal suo romanzo La spartizione, ha l'indiscutibile merito di rispettare l'essenza della scrittura dello scrittore luinese e dare forma sul grande schermo al suo immaginario, merito che va ascritto ovviamente al regista Alberto Lattuada.
Sulla trama:
Emerenziano Paronzini (Ugo Tognazzi) : "Come dice il Mantegazza, alla mia età ho bisogno delle tre c: caldo, coccole e cibo" Emerenziano alle tre sorelle durante la cena che precede il suo "incidente" : "Però anche voi, che cambiamento: sembrate tre puttane!"
Lo vidi al cinema quasi mezzo secolo fa (una delle poche occasioni per rivedere il Cochi della favolosa coppia tv): non voto, sono troppo di parte.
Cochi Ponzoni
27|02|2013
Un film particolare nella lunga filmografia di Lattuada in ambientazione russa con toni da commedia nera di inclinazione grottesca. Molto positiva l'interpretazione di Cochi Ponzoni e della sorprendente Eleonora Giorgi.
Non l'ho ancora visto e mi dispiace davvero, dovrò riuscirci prima o poi. Ma questa volta YouTube mi ha tradito: il link che ho suggerito è ok come audio ma la visione è pressochè impossibile per mancanza di nitidezza. Quindi, mi scusi chi mi legge, LINK INUTILIZZABILE.
Cosicchè questa selezione ha purtroppo un grosso neo: mancano, quanto a possibilità di visione, capo e coda (il primo film - del 1943 - e questo del 1980 che è l'ultimo "importante" di Lattuada).
20/7/2011
Un film carnale questo di Lattuada. Carnale e terribile nell'inevitabilità del suo epilogo. Virna Lisi è strepitosa in un ruolo difficilissimo. Ho visto molte volte questo film e la cosa che mi è sempre rimasta maggiormente impressa sono i corpi. Corpi che trasudano sensualità e passione. Un dramma della gelosia che consuma e distrugge. Bellissimo.
(commento breve di na)
Barbara De Rossi
Clio Goldsmith
Virna Lisi
La lista dei VENTI FILM termina qui. Però c'è un "fuori lista"....
L'ho aggiunto come "fuori lista" (col n° 21) perchè è uno dei pochi che non conosco di Renato Pozzetto, attore cui sono affezionato e sono curioso di capire come l'abbia utilizzato Lattuada.
Ma non c'è solo lui:
Dalila Di Lazzaro
Angelica Ippolito
29/5/2010
In fondo è una favoletta con annessa storia d'amore in cui Lattuada riesce a fondere il messaggio ecologista con sezioni più adatte alla commedia pecoreccia tipica del cinema italiano di quell'epoca con grande dispiego di caratteristi provenienti dall'avanspettacolo. Tra gli sceneggiatori oltre a Lattuada e a Berto che è autore del romanzo da cui questo film è tratto liberamente figura anche quell'Enrico Vanzina responsabile di tante brutture negli anni a venire. Pozzetto è simpatico in un film che forse era più adatto alle corde di Adriano Celentano ma lui a quell'epoca era impegnato in Yuppi Du. E comunque quando c'è Dalila in scena...il resto evapora...
Nel 1976 Lattuada spera ancora di bissare il successo di "Venga a prendere il caffè da noi" ma dirige non ispirato e i vari temi si susseguono senza emozionare. Renato in teoria era giusto ma probabilmente resteranno in mente solo di Dalila gli splendidi occhi cerulei e di Angelica (9 anni di più) i perfetti glutei (a lei premio speciale David '77).
(mio commento breve)
Che voto dare? Trovo giusto il 5,9 medio di Film Tv, cioè il 6 meno delle superiori.
............................................... f i n e ...............................................
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