Ancora una lista breve e per di più con titoli che trovano poca accoglienza: quello che troverà più sale pronte ad ospitarlo è il film Disney Gli occhi di Tammy Faye, che sarà proiettato su circa 260 schermi.
La sensazione, giustificata dai numeri, è che molte sale si stiano prendendo una pausa, vista la situazione. Non abbiamo dati al riguardo, purtroppo, ma vediamo che tutti i film che erano già in sala registrano un calo nel numero di schermi e in nessun modo i titoli in questa lista lo vanno a compensare: resta quindi il dubbio che le sale attive siano diminuite.
Da segnalare anche il ritorno nelle sale di Annette, il film di Leo Carax, che era apparso il 18 novembre ma che aveva avuto poca vita. Lo si troverò in circa 50 sale.
Qualcuno si sarà accorto che nelle recenti elezioni peril nuovo Presidente della Repubblica, tra gli altri nomi depositati nell’urna è stato fatto a un certo punto anche quello di Franco Grillini, storico fondatore - nel lontano 1985 - di ArciGay, di cui è oggi Presidente onorario, e di LILA (nel 1987) la Lega italiana per la lotta contro l’AIDS. Il documentario di Filippo Vendemmiati ne ricostruisce il percorso, che diventa al tempo stesso uno sguardo su trenta e passa anni di storia politica e di battaglie nel nome della dignità e dell’uguaglianza.
Massimo D'Orzi si era "concesso" una pausa dal suo lavoro di documentarista con il film drammatico Sàmara, di oltre deici anni fa, ma vi fa ritorno ora con questo lavoro importante e presentato al Trieste Film Festival che torna sulla memria di un dramma europeo, la guerra e i massacri in Bosnia, con un lavoro davvero sui generis che presenta una narrazione atipica e che alterna racconto e metafora, con immagini potenti e ricche di suggestione.
Chi era Tammy Faye e cosa avevano i suoi occhi? Per il pubblico internazionale la riposta sarà probabilmente ardua, ma gli statunitensi di una certa età invece potrebbero ricordarla bene. Predicatrice televisiva, frequentatrice abituale di talk show, cantante e autrice, Tammy si fece notare non solo per la sua eccentricità e il glamour, ma anche per le sue posizioni di credente in dissenso con il mainstream, con vedute molto ampie sul mondo LGBT e sul problema dell'AIDS.
La ricorda ora questo film di Michael Showalter nel quale la parte di Tammy è affidata a una davvero irriconoscibile Jessica Chastain, chiamata a riportare in vita il suo personaggio e la sua storia articolata e complessa.
Ha vinto il premio del pubblico alla Festa di Roma il film di Marcel Barrena che arriva ora nelle sale: una piccola ma dovuta ricompensa a un film la cui lavorazione è stata due volte dolorosa: per il tema che affronta e per le incredibili difficoltà (che trovate raccontate dal regista sulla scheda del film) che ha dovuto superare nel corso degli oltre quattro anni di lavorazione. La storia è quella - vera - del bagnino spagnolo Oscar Camps che - sconvolto dalle notizie che arrivavano nel 2015 dall'isola greca di Lesbo, dove si andavano ammassando rifugiati siriani - decise che non poteva stare a guardare e partì per la Grecia. Da quella decisione scaturì poi la nascita di Open Arms, associazione non governativa dedita al recupero dei migranti naufraghi nel Mediterraneo, operativa sino al 2019 quando l'autorità giudiziaria italiana dispose il sequestro dell'unica nave dell'Onlus, dopo che la stessa era stata tenuta in mare, rifiutandone l'approdo, per ben 19 giorni nonostante avesse a bordo 151 migranti salvati in mare. Il caso, che coinvolse l'allora Ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini, attende ancora di trovare una soluzione nelle aule dei tribunali italiani.
Il cancer-movie di Claudio Norza (ok la protagonista non ha un cancro, ma il senso è quello) arriva al suo terzo episodio. Dopo Sul più bello (del 2020) e Ancora più bello (del 2021) questo terzo capitolo dichiara definitivamente la soap-operizzazione (si può dire?) del tema. Tra prognosi più o meno riservate proseguono le dis-avventure amorose della protagonista, sempre interpretata da Ludovica Francesconi.
Opera complessa, dalla trama pressoché non ri-costruibile (ma che si ricompone nel finale) e dominata da un montaggio estremamente curato e complesso al tempo stesso, il film di Amalric regista (il suo quarto) prende spunto dalla piece teatrale omonima di Claudine Galea per raccontare il tempo di un'attesa, forse di un lutto, penetrando la dimensione quasi onirica e parzialmente fantastica della protagonista.
Commedia italiana di produzione indipendente sulle avventure di quattro uomini in là con gli anni che decidono di darsi alla bella vita per un weekend ma che incontreranno avventure e guai.
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