Thriller - A Cruel Picture
- Thriller
- Svezia
- durata 104'
Titolo originale Thriller - en grym film
Regia di Bo Arne Vibenius
Con Christina Lindberg, Heinz Hopf, Per-Axel Aerosenius, Despina Tomazani
Strano soggetto questo Alex Fridolinski - pare che il nome d'arte sia Bo Arne Vibenius (o forse viceversa) - in precedenza autore di un innocuo film per famiglie dal titolo Hur Marie träffade Fredrik (1969): una cosa che, solo a leggerne la trama, mette la pelle d'oca per quanto dev'essere demenziale. Non che questo Thriller - A cruel picture possa vantare miglior giudizio, al di là che Tarantino se ne sia fatto promotore (omaggiandolo nel personaggio con occhio bendato, interpretato da Daryl Hannah in Kill Bill). Qui, il buon cineasta ipercitazionista, si fa avvocato di una causa persa. Perchè Fridolinski (o Vibenius) dimostra di non saper scrivere (sua la sceneggiatura) né tanto meno dirigere un film. Thriller è tra l'altro montato malissimo, con una parte centrale ripetitiva e noiosa, avvilente per via di almeno cinque inserti porno girati malissimo (che proprio nulla ci stanno a dire) e una sequenza di eye violence che tristemente pare essere stata realizzata infierendo sul cadavere di una donna morta suicida (cifrare Nocturno n. 202 pag. 94 - Ottobre 2019). Non si può poi non segnalare il diffuso clima di freddezza morale che pervade l'intera narrazione ma, soprattutto, il patetico cattivo gusto che si manifesta in ogni settore: dalla sgraziata "metallica" e scomposta soundtrack, all'uso di zoom e soggettive traballanti; da effetti splatter caserecci (le vittime uccise a fucilate sputano boccate di succo di frutta o pomodoro), a un abuso del ralenty che dilata all'inverosimile le ridicole scene pirotecniche di auto in corsa e in esplosione (causa tamponamento!), nonché gli attori colpiti dalle pallottole e quindi, letteralmente, in volo a fare smorfie di sorpresa e dolore. E si potrebbe andare avanti ancora a lungo, ma senza aggiungere nulla di più significativo, senonché un elogio sincero lo merita la splendida Christina Lindberg, a suo modo brava nel rendere credibile il personaggio in metamorfosi (da agnello a belva feroce), vittima di tante ingiustizie e temporalmente poco lontano a cambiare ulteriormente maschera, passando cioè da quella di vendicatrice dall'occhio bendato a ninfomane con bocca di velluto...
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