È gara tra eroi mascherati: uno di rosso-blu vestito, l'altro in sexy tutina nera. Probabilmente non ci sarà storia sul fronte degli incassi, e del resto nemmeno quanto a schermi: sono forse 1000 e più quelli per Spider-Man partito al botteghino come un tappo di champagne, mentre non arrivano a 500 quelle per l'antieroe italiano Diabolik, ladro tecnologico ma molto anni '60. In ogni caso sarà una bella gara che porterà e sta già portando denari importanti nelle casse dei cinema italiani, rese polverose da un periodo troppo lungo di afflizione.
Anche House of Gucci, dell'ottuagenario Sir Ridley Scott, parte con una buona dote: oltre 500 schermi, mentre l'altro titolo natalizio e italiano - il film di e con Alessandro Siani - porta con sé un po' meno di aspettative ed esordisce con 420 schermi.
Evento, nelle sale solo fino al 15 dicembre. Mario Sesti, più conosciuto come critico e giornalista, esordisce alla regia di un lungometraggio di fiction (ma ha alle sue spalle già alcuni documentari) e lo fa raccontando lo sgretolarsi di una coppia matura e collaudata, con lui che finisce in un percorso di disperazione.
Cantante, attrice, produttrice, imprenditrice: la curva della carriera di Caterina Caselli, che esordì nel 1966 a Sanremo con Nessuno mi può giudicare, ha saputo anticipare i tempi. Dopo una dozzina di anni ha infatti deciso di staccarsi dalle scene e di concentrarsi sulla sua attività di produttrice discografica: un po' come per un attore passare alla regia. Da allora i successi e i talenti scovati e "costruiti" da quella che i rotocalchi chiamavano caschetto d'oro sono stati molteplici. Il documentario ripercorre questa carriera unica ed esemplare, accompagnandosi con testimonianze e materiali di repertorio inediti.
Il cinema flirta con il passato della famiglia De Filippo. Dopo il film dedicato al capostipite Eduardo Scarpetta - Qui rido io, di Martone, uscito lo scorso settembre - ora è la volta del film diretto da Sergio Rubino che racconta dei suoi tre figli naturali e non riconosciuti: Peppino, Titina ed Eduardo, eredi non del nome né della compagna del padre, ma del talento.
Altro film evento, nelle sale solo i primi giorni della settimana. Ritirare il primo Matrix fuori dal cassetto è propedeutico, naturalmente, all'uscita di Matrix Resurrections, in arrivo nelle sale il 1° gennaio dell'anno che verrà (tra poco).
È uscito ieri ed è già strepitoso record: 3 milioni nel primo giorno. Un valore competitivo in assoluto (è il settimo miglior esordio di sempre nelle sale italiane) e non solo nei non-tanto-allegri tempi del cinema post-pandemia ( o durante la stessa, come sarebbe meglio dire). Se ne deduce che l'Uomo Ragno (naturalmente ancora un film Marvel, il quarto quest'anno) è davvero un prodotto che tira, al punto che è difficile fare la conta su quante apparizioni abbia avuto su grande schermo. Questo film, diretto da Jon Watts e con Tom Holland nei panni del supereroe è il terzo della trilogia di Watts ed è un sequel diretto dei fatti narrati in Spider-Man: Far from Home (del 2019).
Un progetto a lungo vagheggiato che trova infine compimento: i Manetti Bros. - registi di questo lavoro che porta finalmente sullo schermo le avventura del personaggio ideato dalle sorelle Giussani - accarezzavano l'idea da anni. Il film si propone di restare molto fedele ai toni e ai modi del fumetto originario. Certo un po' stranisce scoprire Luca Marinelli nelle vesti di Diabolik, Miriam Leone in quelli della algida Eva Kant, e Valerio Mastandrea nei panni dell’ispettore Ginko. Ma forse è solo perché non li avevamo mai immaginati in questa possibilità. Anche per questo, la curiosità è certamente molta.
Già assai discusso per la sua ricostruzione dei fatti e per l'eccessiva stereotipizzazione (secondo modelli italo-americani) della famiglia Gucci, il film di Ridley Scott porta sulla scena la famosa maison di moda fiorentina e i suoi intrighi - culminati nell'assassinio di Maurizio Gucci ad opera della ex-moglie Patrizia Reggiani - facendosi forte di un cast di star. Da Lady Gaga ad Adam Driver, da Jared Leto ad Al Pacino e Jeremy Irons.
È puntualissimo Alessandro Siani: ogni due anni, dal fortunato esordio alla regia con Il Principe abusivo, pubblica il suo film natalizio, guardando al grande pubblico delle famiglie. La curva sin qui è stato piuttosto discendente e il botto del primo film si è andato stemperando in risultati via via meno di successo, con un sensibile capitombolo dell'ultimo, Il giorno più bello del mondo, nel 2019. Questa cadenza biennale gli ha permesso tuttavia di superare elegantemente e fortunosamente la pandemia presentandosi ora con questo nuovo lavoro, a sale aperte e piena capienza, che lo vede affiancato a un vecchio amico di scorribande natalizie - Christian De Sica - e a una nuova compagna di avventure, Diletta Leotta, sin qui conduttrice televisiva e ora al suo esordio come attrice. La trama è ovviamente improbabile, ma sufficientemente natalizia, e a Natale, si sa, vale tutto.
Un coming out in famiglia è l'occasione per scatenare il peggio del peggio. È la commedia irriverente del finlandese Teemu Nikki, alle prese con i temi dell'intolleranza globale. Non è la tipica commedia di Natale, ma forse è proprio quella che ci vuole.
Con Sebastiano Somma, Desirèe Noferini, Sandra Ceccarelli, Andrea Muzzi, Dario D'Ambrosi
Fabrizio Guarducci, alla sua seconda avventura come regista di lungometraggi, porta sullo schermo il suo stesso romanzo: un'opera drammatica centrata sulla figura di una donna "cangiante" come i desideri di chi la circonda.
Doveva essere al concorso della Berlinale ma non ci è arrivato. Il nuovo film di Zhang Yimou - ritirato dai cinema cinesi, per motivi non meglio identificati ma che puzzano gravemente di censura - si stacca dal wuxia e dai fasti colossali di certe sue ultime pellicole per raccontare una storia ben più modesta ma molto, molto cinefila e ambientata ai tempi della Rivoluzione Culturale (e qui si comprendono subito i motivi della censura...).
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