Ecco la lista degli ultimi film in streaming proposti nella settimana dalle principali piattaforme: Netflix, Amazon Prime, Chili, RaiPlay.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU NETFLIX
Settimana di fuoco per la piattaforma che propone due dei titoli più apprezzati del circuito festivaliero di questo 2021: La vetta degli dei e Il potere del cane. Non mancano le commedie natalizie: Un castello per Natale e Single per sempre sono stati prodotti esclusivamente per il gigante dello streaming. Dalla Francia e dalla Spagna si recuperano due commedie che ben hanno performato in patria: I viziati e Non c’è due senza….
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU AMAZON PRIME VIDEO E DISNEY+
Su Amazon Prime Video arriva la commedia Queenpins, che negli Stati Uniti è uscita contemporaneamente al cinema e sulla piattaforma Paramount+, in attivo anche in Italia. Disney+ propone invece il documentario firmato National Geographic Jacques Cousteau: Il figlio dell’Oceano, firmato da Liz Garbus e puntato verso gli Oscar.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU MUBI, SKY E RAIPLAY
Mubi offre ai suoi abbonati il thriller politico Azor, che si è fatto notare in vari festival dopo la sua premiere alla Berlinale nella sezione Encounters. Sky propone in esclusiva il suo original E noi come stronzi rimanemmo a guardare, titolo di Pif fin troppo sottovalutato dalla critica: gli affianca gli inediti Rufus e la porta segreta (per i più piccini) e An Imperfect Murder, ripescato dal Festival di Venezia 2017. Su Rai Play, in concomitanza con il Torino Film Festival, si propongono due titoli passati l’anno scorso: Lucky e The Dead and the Wicked. A questi va aggiunto il cortometraggio Ho tutto il tempo che vuoi, in occasione della V Giornata Nazionale sulle Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo.
Sempre sulla piattaforma Rai, si segnala 343 giorni all'inferno per la serie Racconti criminali: la puntata è incentrata sul sequestro di Barbara Piattelli. È il 10 gennaio 1980 quando, a Roma, Barbara Piattelli viene rapita da una banda di sequestratori legati alla ‘ndrangheta. Ha solo 27 anni e il suo diventerà uno dei più lunghi rapimenti a scopo d’estorsione di cui è stata vittima una donna. Per la prima volta, dopo oltre 40 anni da un sequestro che fece epoca, la Piattelli, figlia di un noto stilista romano, ripercorre quella tragica vicenda e rivive i giorni, durissimi, della prigionia in Aspromonte. “Questa vicenda mi ha rubato un anno di vita che nessuno mi restituisce” dice Barbara Piattelli nel corso della puntata. Si tratta nella fattispecie di una pagina di cronaca nera, che in questo caso, non ha avuto giustizia: nessuna condanna per i rapitori mai identificati e dei quali, in questa storia, resta solo un’inedita voce, quella di uno dei banditi, “Saturno”, che detta le spietate condizioni per il rilascio. Scritto e ideato da Vania Colasanti, con la collaborazione di Vincenzo Faccioli Pintozzi, il racconto propone oltre le toccanti e inedite registrazioni originali delle telefonate tra il bandito e i familiari, anche le suggestive immagini d’epoca, tratte dall’archivio delle Teche Rai. Emozionanti le dichiarazioni del padre di Barbara, Bruno Piattelli: il noto stilista dell’alta moda maschile, poco prima della sua scomparsa, lo scorso agosto, in modo provvidenziale, ha rivelato particolari inediti sulla trattativa per il rilascio della figlia, che lui seguì in prima persona. Importanti anche, le testimonianze del magistrato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro che ripercorre la buia stagione dei sequestri legati alla ‘ndrangheta, e di Michele Giuttari, che prima di dirigere la Squadra Mobile di Firenze, è stato a capo della Squadra Mobile di Cosenza. Infine, l’intervista a Carlo Verdone che, oltre ad essere uno storico cliente della sartoria di famiglia, proprio la sera del rapimento attendeva Barbara in platea, per la prima dei un suo spettacolo teatrale.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU MULTIPIATTAFORMA
Sono fondamentalmente tre i titoli di maggior appeal: il sottovalutato Joe Bell con un Mark Whalberg in gran forma, l’action Archenemy e il thriller Blood and Money con un Tom Berenger in gran spolvero. A questi si aggiungono l'horror Il cacciatore della luna piena, il documentario Clint Eastwood: L'eredità cinematografica (direttamente dal Torino Film Festival 2021), il thriller Midnight in the Switchgrass, il fantascientifico Dinosaur World e l'animato I Teen Titans Go! guardano Space Jam.
Tra il 1994 e il 1997 lo scrittore giapponese Baku Yumemakura ha pubblicato, a puntate, La vetta degli dei, una storia di scalate con due diversi destini al centro: quello di Habu, un alpinista dal tragico passato, e quello di Fukamachi, un giornalista disoccupato, entrambi alla ricerca della loro conquista dell’Everest. Mai tradotta al di fuori del Giappone, la loro avventura ha fatto colpo sul mangaka Jiro Taniguchi che, con l’aiuto dello scrittore, ha firmato un adattamento fiume in 5 volumi tra il 2000 e il 2003, uscito successivamente in Francia. Scoperta l’opera nel 2012, il produttore JeanCharles Ostorero ne ha voluto subito fare un film: “Volevo da appassionato di montagna realizzare un grande film di avventura ma soprattutto il primo film di animazione dedicato alla montagna”.
In principio venne la commedia messicana The Noble Family. Ne sono seguiti adattamenti in tutto il mondo, compreso l’italiano Belli di papà. Ora è il turno dei francesi: tocca a loro raccontare le gesta di un trio di figli di papà che, per presa posizione del genitore, si ritrova a dover vivere senza un soldo per riscoprire cosa conta realmente nella vita. “Ho visto la commedia messicana e mi sono divertito nel vedere come le azioni del padre finiscano per avere conseguenze inaspettate su lui stesso. Mi ha attratto la storia perché, da padre di tre figli, ho capito quali problematiche comporta soprattutto in termini di eredità. Come trasmettere ai giovani il giusto valore dell’impegno e del lavoro quando sono abituati ad avere tutto senza alcuno sforzo?”, ha sottolineato il regista.
La celebre autrice Sophie Brown si reca in Scozia con l'intenzione di acquistare un piccolo castello per se stessa, ma lo scontroso duca Myles che lo possiede non è convinto di volerlo vendere a una straniera. Nonostante i continui scontri, i due cercano una soluzione e trovano molto più di quanto si aspettassero. La lei in questione è Brooke Shields, il lui invece Cary Elwes, due icone del cinema degli anni Ottanta. Non hanno perso il loro fascino e lo mettono in mostra anche in questa commedia sentimentale, dove il lieto fine è d’obbligo.
Un’ultima sera in città si trasforma in qualcosa di imprevisto per una serie di personaggi, soprattutto quando tutti si ritrovano all’interno di un club per scambisti. Pruriginoso, direte voi? Per nulla. L’ambientazione dà luogo a una serie di situazioni paradossali che portano i protagonisti a rivedere le loro esistenze il mattino dopo. Saranno tutti un po’ più uniti e confusi. Il film ha il pregio di dissacrare una delle abitudini che ha preso piede a quasi tutte le latitudini promettendo un divertimento che forse non è tale perché figlio dell’incomprensione e dell’incomunicabilità.
“Personaggio complesso, brillante ma crudele, Phil Burbank è un allevatore ipervirile e uno dei più grandi personaggi della narrativa americana: è una persona complicata e crudele, ma per quanto meschino e ostile, è un uomo tormentato e solitario, che si sente al sicuro solo nel ricordo di un sentimento ormai passato. Vive la situazione impossibile di un maschio alfa omofobo e allo stesso tempo omosessuale. Tutto è incredibilmente doloroso e complicato. Phil mi ha commossa e la sua relazione misteriosa con il ragazzo mi ha incuriosita e soddisfatta", ha dichiarato la regista. Uscito come evento in sala, ha aderito alla politica (discutibile) di Netflix di non diramare i dati degli incassi.
Altra commedia a sfondo natalizio che, in nome dell’inclusione, ha un omosessuale per protagonista. Peter, interpretato da Michael Urie, il “cattivissimo” e sopra le righe Marc della serie cult Ugly Betty, convince il suo migliore amico Nick a passare le feste insieme fingendo di avere una relazione nel disperato tentativo di evitare il giudizio della famiglia sul fatto che sia eternamente single. Ma quando la madre gli organizza un appuntamento al buio con l'affascinante personal trainer James i suoi piani vanno a rotoli. Nel cast c’è anche Jennifer Coolidge, la leggendaria mamma di Stefler nella saga American Pie.
Con Kristen Bell, Kirby Howell-Baptiste, Paul Walter Hauser, Vince Vaughn, Joel McHale
Incredibile a dirsi ma la commedia con la mitica Veronica Mars è ispirata a una storia realmente accaduta con al centro due casalinghe disperate di periferia che mettono in piedi una truffa senza precedenti grazie ai buoni sconto. “Il tutto quasi per caso. Durante una ricerca su internet, ci siamo imbattuti in un blog di coupon che raccontava quella che è diventata la più famosa truffa legata ai buoni sconto. Attratti dalla storia, abbiamo voluto saperne di più e abbiamo contattato l’investigatore che si è occupato della vicenda. Ci ha fornito i rapporti della polizia e gli atti del tribunale. Abbiamo così imparato che quasi il 96% degli americani usano i coupon e che c’è dietro tutto un aspetto psicologico che non sapevamo nemmeno esistesse. Sembrava tutto così incredibile e sopra le righe: ecco perché abbiamo voluto farne una commedia”, hanno raccontato i due registi e sceneggiatori, coniugi nella vita reale.
“Jacques Cousteau è stato un avventuriero e un inventore che più avanti negli anni è diventato un appassionato ambientalista”, ha dichiarato la regista Liz Garbus. “Non è nato come protettore dei mari, è stato qualcosa che ha imparato ad apprezzare quando ha visto il mondo sottomarino cambiare davanti ai suoi occhi. Spero che la storia epica e incredibilmente divertente di Cousteau mostri quanto tutti noi possiamo evolvere nella vita quotidiana e nell’atteggiamento nei confronti del nostro posto sulla Terra. Cousteau è un vero eroe della nostra epoca e la storia della sua vita indica la strada per un futuro migliore”. Passato alla Festa del Cinema di Roma 2021.
“Dopo un’intera carriera nel mondo della diplomazia, mio nonno è diventato un banchiere privato. Avevo solo una vaga idea del suo lavoro, non sapevo in cosa consistesse: era sempre molto discreto e non ne parlava mai, com’era giusto che fosse. Quando è morto, ho cominciato a indagare sull’universo in cui operava. Ho scoperto un mondo molto potente con i suoi codici, la sua lingua e la sua cultura basata sulla discrezione. Appreso della privacy che i banchieri garantiscono ai loro clienti, ho intuito che c’erano le basi per un buon thriller politico. Cosa non da poco, sullo sfondo c’era anche l’Argentina, un Paese in cui ho vissuto per molti anni e a cui sono legatissimo. Raccontare di un banchiere in agenzia avrebbe avuto poco appeal: ciò che interessa è vedere come il banchiere va alla ricerca del suo cliente, quasi sempre all’estero, come un colono alla conquista di un mondo sconosciuto”, ha evidenziato il regista.
Titolo originale Adventures of Rufus: the Fantastic Pet
Regia di Ryan Bellgardt
Con Kyler Charles Beck, Cory Phillips, Lisandro Boccacci, Erin Herring, Leah N.H. Philpott
In streaming su Amazon Prime Video
Film di animazione di cappa e spada, contiene molta azione, suspense, fughe, cattivi e bambini in pericolo. Il Rufus del titolo è un animale peloso non identificabile ma amabili che guida i giovani eroi protagonisti della storia in un’avventura piena di magie, incantesimi, stregoni e tanto altro ancora. Frequenti sono gli scontri con creature animali pericolosi e i combattimenti corpo a corpo ma, fortunatamente, non si arriva mai al peggio. Interessanti sono i messaggi che lancia sulla cura per l’ambiente, sul valore del lavoro di squadra e sulla difesa di una causa.
“Vivere nel migliore dei mondi possibili era il messaggio originario. Qual è invece quello del tuo film? Davvero “un domani le cose potrebbero essere peggiori”, come dice uno dei personaggi prima del finale?
La prospettiva è quella. Succederà, se non facciamo niente. La tecnologia e il suo progresso non hanno nulla di negativo: il cattivo è l’uomo che usa la tecnologia nel mondo del lavoro in maniera sbagliata. Il progresso della tecnologia viene presentato sempre come una gran figata e dal punto di vista dell’utilizzatore lo è. Si è a casa, si guarda un bel film in televisione, si ordina una pizza che ci verrà consegnata: è comodità assoluta, non si deve nemmeno tirare fuori il portafogli. Si deve solo premere un tasto. Però, spesso, dall’altra parte, per offrire tali servizi, è in atto un vero e proprio sfruttamento: fighi per noi consumatori, i servizi non lo sono per chi si adopera per portarli a termine.
Il simbolo di questo sistema è diventato ormai il rider, che già a partire dalla sua immagine non lascia adito a dubbi: ha sulle spalle un cubo che metaforicamente indica il peso del lavoro che è chiamato a compiere. Il protagonista di E noi come stronzi rimanemmo a guardare è un rider perché il rider è il moderno simbolo dello sfruttamento del lavoro. E non è lontano da noi: è sotto casa, lo vediamo tutti i giorni.
La tecnologia, ci facilita la vita, ma bisogna mettere dei paletti. Ci sono, invece, molte aziende che non vogliono alcun paletto. Non voglio fare il comunista ma ci sono intercettazioni di aziende, condannate in tribunale per sfruttamento del lavoro, in cui si dice esplicitamente di non rivelare all’esterno di aver creato “un sistema per disperati”. Siamo partiti dallo Stay hungry, stay foolish di Steve Jobs, dall’avere una visione e guardare al futuro con un pizzico di follia, per arrivare a un sistema per disperati. Si parla di gig economy ma la traduzione dovrebbe essere “sistema per disperati”. Ha raccontato Pif in una lunga intervista esclusiva per FilmTv.it.
Titolo originale The Private Life of a Modern Woman
Regia di James Toback
Con Sienna Miller, Alec Baldwin, Charles Grodin, Colleen Camp, John Buffalo Mailer
“Ho concepito e scritto il film per Sienna Miller. Il nucleo tematico del film è costituito dalle mie personali fissazioni: l’affermazione del sé, l’impulso a creare, la tensione irrisolta tra rabbia e amore, l’onnipresente consapevolezza della morte. Strutturalmente, ho tentato di aderire (con licenza poetica) alle unità aristoteliche di tempo, luogo e azione: la struttura della tragedia greca. Volendo fare un’analogia letteraria, il film è una novella, piuttosto che una storia breve o un romanzo. Come sempre, mi sono sentito in dovere di inserire nella pellicola opere d’arte che hanno arricchito la mia vita ovunque potessero valorizzare il film: il Requiem tedesco di Brahms, la Settima Sinfonia di Shostakovich, la Messa in Si minore di Bach, la versione dei Cleftones di Please Say You Want Me e il Giardino delle delizie di Bosch”, ha dichiarato il regista in occasione della presentazione fuori concorso a Venezia 75.
Con Brea Grant, Hunter C. Smith, Kristina Klebe, Kausar Mohammed, Dhruv Uday Singh
“C’è un momento, poco dopo l’inizio del film, in cui l’atmosfera viene delineata alla perfezione: il marito della protagonista, durante una situazione di tensione domestica, le dice una cosa talmente assurda e straniante (non la cito, qui: chiunque, assistendovi, può certamente individuarla quale prima autentica avvisaglia di una cesura fra la realtà e l’alienante anomalia) da risultare - calata in quel contesto - spaventosa, e la musica sottolinea con evidenza il fatto attraverso una distorsione d’archi pizzicati, ed ecco che lo spettatore allora si aspetta una catarsi, si attende che l’uomo scoppi a ridere (per smorzare la tensione ch’è venuta a crearsi causa un elemento esterno alla coppia e alla casa) e le dica che sta scherzando e di stare tranquilla e che adesso cercherà di risolvere il problema prendendo in mano la faccenda in questione, e invece il frangente di assurdità perdura, e sarà così fino al termine della storia, per tutto il film, che proprio in quella circostanza principia col rivelarsi per quello che è, ovvero un’opera-metafora, con tutto il bagaglio e il carico di rischi che corre questo genere di lavori: la reiterazione, lo sfilacciamento, la ripetitività, lo sfrangiarsi, la ridondanza, lo smagliarsi, la replicazione insistita”, scrive Mck nella sua recensione.
Con Marin Ireland, Michael Abbott Jr., Xander Berkeley, Lynn Andrews
“Dal regista dell'ottimo e tesissimo The Stranger, Bryan Bertino, autore parimenti di un'altra manciata di horror che converrà cercare di recuperare, The Dark and the Wiicked ci parla di una minaccia assoluta, della cattiveria e del male fini a loro stessi, e lo fa utilizzando la tecnica preparatoria ed accorgimenti scenografici che, di per sé, non presentano sulla carta alcuna vera novità o sorpresa, ma la cui efficacia diventa palpabile, grazie alla tensione, pura ed efficace, che la vicenda riesce a raccogliere durante il suo percorso luttuoso verso un baratro annunciato ed inevitabile. Un horror a cui poco importa innovare, ma che sa sfruttare le atmosfere e le situazioni per rendere palpabile la tensione: da un horror, tutto ciò rappresenta un risultato più che onesto ed un traguardo pienamente raggiunto”, scrive il nostro Alan Smithee.
Hikikomori è un termine giapponese che indica chi ha scelto di ritirarsi dalla vita sociale, giungendo a livelli estremi di isolamento, con abbandono della scuola nella fascia 15-19 anni. In Italia, oggi, più di 100.000 ragazzi sono vittime di questo fenomeno sociale. Il corto ha come obiettivo, e come esigenza, quello di fare luce su una pratica tanto delicata e attuale, quanto pericolosa per la sua diffusione tra i giovanissimi. Il fenomeno hikikomori è in progressivo aumento, con un’impennata durante il lockdown, tanto che studi recenti attestano che in Italia, riguarda oltre un milione di ragazzi tra i 14 e i 30 anni, spesso iperconnessi.
Ha avuto ingiustamente poca fortuna al cinema la vera storia di Joe Bell, un padre dell’Oregon che, dopo che il figlio omosessuale Jadin è rimasto vittima di bullismo a scuola, ha attraversato da solo gli Stati Uniti in un viaggio teso a riflettere sul suo stesso comportamento e sugli effetti devastanti che il bullismo può avere. Il suicidio di Jadin a soli quindici anni per colpa delle accuse, delle derisioni e degli attacchi dei compagni di classe, ha spinto Joe a mettersi in viaggio per espiare quelle che riteneva le sue colpe e fare i conti con le proprie emozioni, che andavano dalla vergogna al rimorso. Lungo il cammino, ha incontrato adolescenti appartenenti alle comunità LGBTQ e famiglie che tutti i giorni combattevano in silenzio o nell’ombra contro gli abusi e la discriminazione per essere semplicemente accettati.
Joe Manganiello è un altro di quegli attori che spesso accetta ruoli in storie inverosimili. In questo caso è accompagnato dai colleghi Amy Seimetz e Skylan Brooks, protagonisti di una vicenda che mischia fantasy, azione e narcotraffico. Al centro, un super eroe, auto dichiaratosi tale, che piombato sulla Terra ha perso ogni potere. Lo aiuterà un adolescente ma i pericoli non mancheranno.
È sempre bello vedere vecchie glorie protagonisti di bei film. Non che sia un capolavoro ma Blood and Money permette di rivalutare Tom Berenger, offrendogli la parte di un veterano al centro di una fitta rete di inganni e bugie. Forse approssimativo in vari passaggi, permette al regista John Barr, passato dietro la macchina da presa dopo anni al servizio del cinema come direttore della fotografia, di portare a casa un prodotto godibile, aiutato dalle ambientazioni.
Una casa di campagna. Tre ragazze adolescenti. Una festa. Malintenzionati umani. Ma anche un predatore, assai assetato di sangue, pronto a far carneficina. Cosa volere di più da un horror, in cui Thomas Jane prova a rimettere le cose in ordine?
Affamati tirannosauri, pterodattili e altri maestosi dinosauri, sono al centro di un film d'azione fantascientifico diretto da Ryan Bellgartdt, nativo dell'Oklahoma, per la Cina. Le vittima sono i migliori gamer del mondo, chiamati a confrontarsi realmente con le situazioni già affrontate con un software di realtà virtuale. Chip and cheap.
Ecco servito il Bruce Willis della settimana. Al suo fianco la sempre più svalutata Megan Fox e il mai decollato Emile Hirsch. La storia, come il titolo suggerisce, ruota intorno alla caccia a un serial killer di donne, che trasforma Fox nella sua prossima vittima. Riusciranno a salvarla? Tanto banali i dialoghi quanto la conclusione.
e siete genitori, conoscerete di sicuro Cyborg e i suoi amici Teen Titans, che da anni riempiono il palinsesto di Cartoon Network con le loro avventure. Questa volta sono alle prese con la visione del film Space Jam e con la presenza, misteriosa e calcolata, dei Nerdluck. Interessante? Si, dai 10 anni in giù.
Un tipo tosto, una star dei western, un vincitore di premi Oscar, un grande regista: pochi artisti nella storia del cinema hanno lasciato il segno come Clint Eastwood. In occasione del suo ottavo decennio da protagonista del cinema americano, Warner Bros. celebra una vera e propria icona ripercorrendo l’eccezionale carriera di Eastwood. Tra i suoi grandi collaboratori, colleghi e ammiratori intervistati per l’occasione, Morgan Freeman, Meryl Streep, Kevin Costner, Martin Scorsese, Steven Spielberg e Peter Morgan. Pensato in originale come una serie di nove puntate, arriva in Italia come film unico.
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