"Caro Mondo, ti lascio perché sono annoiato. Penso di aver vissuto abbastanza a lungo. Ti lascio con le tue preoccupazioni in questa soave fogna. Buona fortuna."
Nell'aprile del 1972 George Sanders si suicidò in una camera d'albergo di Barcellona, lasciando questo breve scritto.
Negli ultimi anni aveva iniziato ad accusare sintomi di confusione mentale e soffriva di attacchi d'ira; il tutto era poi aggravato dalla sua dipendenza dall'alcool e da alcuni problemi di salute. Se ne andava così uno dei più grandi attori britannici della sua epoca: interprete sopraffino, di gran classe e straordinariamente versatile. Ricoprì con innata eleganza ruoli da antagonista, interpretando spesso personaggi amorali, cinici e calcolatori; ma seppe comunque destreggiarsi in parti di vario genere, e in breve ciò lo fece divenire uno dei caratteristi più richiesti di Hollywood (e non soltanto). Nell'arco di quasi quarant'anni di carriera collaborò con alcuni tra i più grandi cineasti di ogni tempo; fu uno degli interpreti prediletti di Fritz Lang e di Joseph L. Mankiewicz, e lavorò anche con registi quali Alfred Hitchcock, John Huston e Jean Renoir. Fu l'attore ideale di film in costume e d'avventura, ma al suo attivo ci sono anche molti pregevoli noir e addirittura film di fantascienza; guardando nella sua filmografia troviamo diversi capolavori: ad esempio "Il fantasma e la signora Muir", "Eva contro Eva", "Quando la città dorme" etc.. Soltanto negli ultimi anni la qualità dei film a cui partecipò inizió a calare: alcuni horror di poco conto e qualche poliziesco italiano altrettanto trascurabile; ruoli accettati senza dubbio per ragioni puramente alimentari. Secondo quanto riporta Wikipedia, nel 1979 uscì una biografia di Sanders scritta da Brian Aherne e intitolata A Dreadful Man ("Un uomo terribile"). A suggerire questo titolo fu proprio lo stesso George Sanders, che a quanto pare possedeva anche una considerevole dose di autoironia.
Un film che mi ha colpito come pochi altri, non saprei spiegare il perché. Un amore impossibile che trascende le barriere imposte all'uomo dalla finitezza della sua esistenza. Grande gioco di attori; Rex Harrison e Gene Tierney sono impagabili, ma George Sanders non è da meno, nella parte di Miles Fairley, fatuo scrittore di libri per bambini nonché spasimante di Lucy Muir.
Non ricordo molto bene il film perché lo vidi diverso tempo fa; indubbiamente tra i film di Joseph L. Mankiewicz è uno dei più importanti, anche se devo dire che non mi ha particolarmente entusiasmato, nonostante ne riconosca ampiamente il valore. Comunque, per la magistrale interpretazione del critico Addison DeWitt, George Sanders vinse un Oscar, purtroppo l'unico della sua carriera.
Con George Sanders, Barbara Shelley, Michael C. Gwynne
Nel corso degli anni "Il villaggio dei dannati" si è conquistata la fama di cult del genere fantascientifico, specchio delle paure (in questo caso l'invasione aliena) che costituirono il tema di molto cinema di genere dell'epoca. Grande, come sempre, George Sanders, stavolta in un ruolo completamente positivo.
La migliore versione cinematografica del celeberrimo romanzo di Oscar Wilde, affascinante e piena di suggestioni visive; il regista Albert Lewin, noto cultore del bello e dell'arte, realizza un film destinato a rimanere nell'immaginario collettivo. E nessuno meglio di George Sanders poteva impersonare il cinico dandy Henry Wotton, che "getta i primi semi della corruzione" nell'ancora immacolato Dorian Gray.
Con Stewart Granger, George Sanders, Viveca Lindfors, Joan Greenwood, Jon Whiteley
Il genio di Fritz Lang a servizio di un superbo film d'avventura, costruito ad arte e splendidamente fotografato. Indubbiamente è da considerarsi tra i capolavori del regista tedesco. George Sanders qui ricopre il ruolo dell'antagonista di turno; un ruolo forse minore, ma comunque molto incisivo.
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