Come sta diventando di rigore in questo periodo, tra le uscite nella prima parte della settimana e quelle di giovedì (a cui si aggiunge quella di ieri, blasonatissima) contiamo ben 14 titoli.
Ci si sarebbe potuti aspettare che il titolo con più sale sarebbe stato il film di Sorrentino, È stata la mano di Dio, per ovvi motivi, ma questa volta non è così: il film del regista italiano vivente più noto nel mondo (si può dire?), quest'anno esce distribuito da Netflix e quindi non sono molte le sale che lo proietteranno, anche perché il titolo arriverà su Netflix, appunto, tra una ventina di giorni.
Ecco così che la palma del titolo meglio distribuito va invece a Encanto, il nuovo titolo della Disney, con 600 e passa schermi, seguito dalla commedia Una famiglia mostruosa e da Resident Evil: Welcome to Raccoon City, rispettivamente con 375 e 320 schermi.
Numeri ben più contenuti per gli altri titoli in lista, dove non mancano episodi di qualità, come Beginning, che merita una segnalazione.
Fin qui sono stati più i musei di arte contemporanea che le sale cinematografiche i luoghi dove il lavoro di Yuri Ancarani incontrava il suo pubblico. Ora, senza rinunciare al suo linguaggio, l'artista italiano prova a essere più trasversale: ne è prova questo suo lavoro, presentato, giustamente, alla Mostra del Cinema di Venezia, che testimonia di una vita non osservata nella laguna veneziana. Quella dei giovani e dei loro barchini, truccati, curati e adorati come moto da corsa.
Documentario dedicato a Nasim Eshqi, free climber iraniana che ha saputo scalare pareti rocciose e altrettanto impervi pregiudizi, diventando una delle atlete più qualificate nella sua specialità.
Al di là dell'opera, la donne e l'artista. Attraverso le sue stesse parole, il documentario sulla famosa artista messicana la cui celebrità è cresciuta con il tempo (la settimana scorsa un suo autoritratto è stato venduto per 35 milioni di euro: la quotazione più alta sin qui raggiunta per un opera di un artista sudamericano).
Chet Baker, la tromba più malinconica del jazz, morì il 13 maggio del 1988 cadendo dalla finestra di un hotel di Amsterdam. Le cause della morte non furono mai chiarite del tutto: si presume che fu un'incidente dovuto alle droghe, o forse suicidio. Quello stesso anno Bruce Weber aveva girato e presentato il suo Let's Get Lost, documentario meraviglioso e tristissimo. Ora esce invece questo lavoro di fiction che indaga su quella morte e ricostruisce gli ultimi giorni del re del cool jazz, affidando a Steve Wall (musicista irlandese della band The Walls) la parte del trombettista e a Gijs Naber quella del detective che segue le indagini.
15 anni dopo aver realizzato un video diario insieme ai ragazzi della 1E, un vecchio professore, ormai in pensione, va alla ricerca dei suoi ex studenti. Quello che scoprirà su di loro diventa un emozionante racconto delle tracce lasciate dal suo lavoro e delle possibilità di riscatto che i suoi ex ragazzi hanno trovato dentro loro stessi.
Con Franco Trentalance, Giuseppe Cruciani, Max Felicitas, Priscilla Salerno
Documentario/intervista su Franco Trentalance, ex-attore di punta del cinema porno italiano poi divenuto personaggio televisivo e ospite dei talk-show sui canali televisivi nazional-popolari e di programmi radiofonici.
Esce il 24 (un giorno prima della canonica uscita al giovedì) il film di Sorrentino, che è già il candidato italiano agli Oscar. Presentato allo scorso concorso della Mostra del Cinema di Venezia, il film ha già ottenuto due premi importanti: Il Leone d'Argento per la miglior regia e il premio Marcello Mastroianni per il miglior interprete emergente a Filippo Scotti, il protagonista. Fortemente autobiografico, ruota intorno agli anni dell'adolescenza napoletana di Sorrentino, segnati da un grave lutto: la perdita di entrambi i genitori, morti in un grave incidente domestico. Distribuito da Netflix, il film sarà in un numero "ristretto" di sale selezionate: sono circa 250. Poi dal 15 dicembre sarà visibile online per gli abbonati alla piattaforma di streaming.
Ritorna la saga di Resident Evil - battezzata con il film del 2002 diretto da Paul W.S. Anderson con Milla Jovovich e ispirata alla serie videogames omonima. Questa volta la consolle è nelle mani di Johannes Roberts, uno specialista del genere horror thriller. Il suo film è un reboot (dopo i ben 6 titoli della prima serie): l'azione si sposta di nuovo nel passato al 1998, dove Raccoon City, un tempo sede della multinazionale Umbrella Corp, è ora una città in declino del Midwest. Ma qualcosa cova sotto le ceneri. È quindi necessario che i vari protagonisti del videogioco originale - Chris e Claire Redfield, Jill Valentine, Leon S. Kennedy, il capo della polizia Brian Irons, Lisa Trevor e il ricercatore della Umbrella William Birkin - entrino in azione.
Con Ia sukhitashvili, Rati Oneli, Kakha Kintsurashvili
Esce in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, il 25 novembre, il film della regista georgiana Dea Kulumbegashvili che racconta la storia di una donna, Yana (interpretata da Ia Sukhitashvili), moglie di un pastore del culto dei Testimoni di Geova, che subisce una duplice violenza che altera il suo equilibrio, intrecciandosi con un vissuto già gravemente instabile, fino a portarla a una reazione estrema.
Il film ha riportato molti premi in vari festival europei: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e migliore Attrice al San Sebastian Film Festival, miglior film al Trieste Film Festival e vincitore del Premio della Critica Internazionale FIPRESCI a Toronto.
È il 60° classico Disney - l'ultimo di una lunga lista che ha inizio nel 1937 con Biancaneve e i sette nani e che si concludeva sinora con Raya e l'ultimo drago (passato brevemente dalle sale lo scorso giugno). Ambientato in Colombia ha come protagonista Mirabel che - in una famiglia estesa dove ciascuno ha un potere speciale - è l'unica a non avere un talento magico. Ma sarà proprio lei a scendere in cambio per salvare la magia della sua famiglia.
Anche il thriller dell'argentino Diego Fried, interpretato dall'attrice (e attivista femminista) Jazmin Stuart, esce per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne. Perché nonostante sia un thriller, testo e cupo, contiene al suo interno un forte riferimento ai temi in questione, aprendo il tema sul dibattito sulla violenza e sulla rabbia.
Sotto le stelle di Parigi (e sotto i ponti) vivono i senzatetto, come Christine, una donna in là con gli anni interpretata da Catherine Frot. Ma da un po' ormai ci vivono anche i tanti sans papier, immigrati come il piccolo Sulì (cui dà volto Mahamadou Yaffa) che ha solo otto anni ed ha perso la mamma. Il film è la storia del loro incontro e della loro avventura insieme che dà vita a una fiaba metropolitana.
Gioca - senza nascondersi - con l'immaginario prodotto dalla famiglia Addams la commedia di Volfango De Biasi che schiera nel cast diversi volti noti italiani. Il riferimento non è diretto ed esplicito, ma il gioco è quello e il plot è anche vagamente debitore a quello di Ti presento i miei, tanto chealla fine lo spettatore sarà chiamato a decidere quale delle due famiglie della coppia dei protagonisti sarà quella più "mostruosa": se quella "normale" di lei o quella assolutamente insolita di lui.
Due diverse storie tratte dal libro Versi perversi di Roald Dahl illustrato da Quentin Blake presentano come protagonisti celebri personaggi delle fiabe tradizionali (Cappuccetto Rosso, Biancaneve e i sette nani, Jack e il fagiolo magico, Cenerentola e I tre porcellini) alle prese con colpi di scena inaspettati, che ribaltano le loro storie per crearne di nuove.
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