Ecco la lista degli ultimi film in streaming proposti nella settimana dalle principali piattaforme: Netflix, Amazon Prime, Chili, RaiPlay. La lista comprende anche ultimi arrivi e novità anche dal mondo delle serie tv.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU NETFLIX
Netflix apre il fine settimana proponendo dopo il breve passaggio in sala il musical tick, tick… boom!, prodotto espressamente per la piattaforma. Seguono poi i cartoon Estinti… o quasi e Un pettirosso di nome Patty, destinati ai più piccoli. ra gli ultimi film proposti in streaming su Netflix si segnala anche dalla Turchia il duro Love Me Instead mentre batte bandiera indiana il thriller Dhamaka. È spagnolo Le leggi della frontiera, il nuovo film di Daniel Monzon presentato al San Sebastian Film Festival, mentre direttamente dal Toronto Film Festival si pesca Bruised – Lottare per vivere, esordio alla regia di Halle Berry. Chiude la proposta Un bambino chiamato Natale, fiaba fantasy dall’omonimo romanzo per ragazzi.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU MUBI E SKY
Mubi propone in esclusiva The Trouble with Be Born, opera che scompiglio ha portato alla Berlinale. I canali Sky propongono invece l’action Copshop – Scontro a fuoco.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU RAIPLAY e DISNEY+
Dopo i passaggi in chiaro su Rai 4 la piattaforma offre il recupero dell’action Trauma Center e dell’interessante Alone. Dopo il successo riscosso dai primi episodi, da giovedì 18 novembre è disponibile in esclusiva su RaiPlay la seconda e ultima parte di LIGABUE - È andata così, la prima docu-serie sulla carriera artistica di Luciano Ligabue, che, attraverso la voce narrante di Stefano Accorsi, ripercorre i 30 anni su e giù da un palco del Liga, con la regia di Duccio Forzano. Ai 3 capitoli già usciti e che hanno raggiunto un milione di visualizzazioni, si aggiungono ora gli ultimi 4 (ciascuno composto da 3 episodi di circa 15 minuti) per chiudere il cerchio di questo biopic, nel quale Ligabue ripassa le tappe della sua vita, dialogando con Accorsi tra aneddoti, curiosità inedite ed esibizioni esclusive. Nella narrazione Stefano Accorsi è il fedele complice della rockstar in questa avventura che vede coinvolte le testimonianze di tanti amici e colleghi che in qualche modo hanno fatto parte della vita e della carriera dell’artista. Questi gli ospiti delle ultime 4 puntate: Pierfrancesco Favino, Elisa, Jovanotti, Piero Pelù, Fiorella Mannoia, Francesco Guccini, Kasia Smutniack, Marino Bartoletti, Gino&Michele, Massimo Recalcati, Domenico Procacci, Laura Paolucci, Mauro Coruzzi, Fabrizia Sacchi, Stefano Pesce, Luciano Federico, Claudio Maioli, Marco Ligabue.
A proposito di musica, documentario d'eccezione è quello che dal 25 novembre propone Disny+: The Beatles: Get Back, firmato da Peter Jackson, distribuito come miniserie e disponibile per tre giorni come evento.
GLI ULTIMI FILM IN STREAMING SU MULTIPIATTAFORMA
Dal circuito festivaliero si recuperano il dramma a sfondo sportivo Boogie e Zeroville, una delle tante regie di James Franco girato proprio al Festival di Venezia. Più commerciali sono invece Iron Mask e Sicario: Ultimo incarico.
Estinte nel 1835, due Flummel, adorabili creature morbidose, si ritrovano al centro di un viaggio nel tempo, catapultate nella moderna Shanghai. Scoprendo quale sarà il destino della loro razza, devono trovare un modo per scongiurare il rischio estinzione. L’impresa però non è facile. Meno peggio di quanto la trama lasci presagire.
Il film è l'adattamento del musical autobiografico di Jonathan Larson, che ha rivoluzionato il mondo del teatro come ideatore di Rent. Scritto in concomitanza con Rent tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, il musical (il cui titolo era in un primo momento Boho Days) era un mezzo per Larson di ripercorrere le sue prime esperienze e, in particolar modo, l'esito del suo primo musical, Superbia, che pur a fronte di riscontri positivi non è mai stato prodotto. Nel film, si segue il giovane compositore Jon nel corso degli otto frenetici giorni che lo portano a un'esibizione di prova del suo lavoro, Superbia. L'avvicinarsi del trentesimo compleanno e della prima rappresentano per Jon una sorta di bomba a orologeria entro cui muoversi mentre lavora quotidianamente come cameriere al Moondance Diner, si relaziona con la sua fidanzata e si rapporta con i suoi amici.
Dramma di produzione turca, vede Sedat, una guardia carceraria, riaccompagnare Musa, detenuto da 14 anni, in visita alla sua famiglia grazie a un permesso speciale. Musa ha così modo di incontrare la figlia, che lo considera al pari di uno sconosciuto. Scoprirà un segreto di famiglia che rimetterà in discussione ogni sua certezza sulla paternità e lo spingere ad approfondire una verità difficile da accettare. Ottimo cast per un dramma serrato e convincente.
Dramma indiano particolarmente atteso in patria, il film “è soprattutto la parabola umana di un uomo ambizioso che deve risalire la china. È anche un thriller. Mixa perfettamente emozioni, dramma e brividi, divenendo un prodotto in grado di intrattenere a tutto tondo”, ha dichiarato il regista.
Firmato da Daniel Monzon, regista spagnolo che si è distinto negli ultimi anni, il film porta nell’estate del 1978 e ha per protagonista il giovane studente Nacho che, tra rapine e scorribande, si innamora per la prima volta e diventa uomo, costantemente in bilico tra due mondi, tra la linea del bene e del male, tra la giustizia e la criminalità. Buona regia, storia interessante ma prova attoriale al limite della paga.
Prodotto per i più piccoli, nelle intenzioni del regista “è un’avventura divertente che al pari di ogni storia di Natale è destinata a tutta la famiglia. Nasconde un messaggio semplice ma profondo che volevamo lanciare al mondo: le nostre differenze sono ciò che ci rendono più forti. Del resto, si racconta la storia di un personaggio che è molto diverso dal resto della sua famiglia, sia fisicamente sia psicologicamente. Volevamo mostrare come ci si sente a essere un po’ diversi”.
“Per me, Bruised è la storia di una donna che sta combattendo per un'ultima possibilità di vita. Jackie è una persona che non ha avuto fortuna, che vive ai margini della vita e che ha perso la strada quando la vediamo per la prima volta. Ha bruciato il suo diritto a essere madre, ha rovinato da sola la sua carriera di combattente e ora sta cercando di redimersi, lottando per sopravvivere, realizzarsi come donna e mostrare il suo reale valore. E, in più, combatte per affrontare la sua paura e vincerlo. credo si tratti di qualcosa che la maggior parte di noi può comprendere e sentire vicino. Tutti nella vita abbiamo commesso errori, cercato perdono e combattuto per capire chi siamo”, ha dichiarato la regista e protagonista Halle Berry.
“In Un bambino chiamato Natale, libro pubblicato nel novembre del 2015, si racconta la storia delle origini di Babbo Natale partendo dall'esperienza di un dodicenne che parte alla ricerca del leggendario insediamento degli elfi per ridare speranza al mondo. La vicenda è piena di avventura ed eccitazione, ottimismo e magia, ma non dimentica come il mondo sia pieno di ombre, presentando perdite, difficoltà finanziarie, divisioni, incomprensioni e paura. Haig ha scritto il libro dopo un periodo di depressione e forse questa è la ragione per cui è intriso di speranza. Ha raccontato che il tutto ha avuto origine dopo che il figlio gli ha chiesto se Babbo Natale fosse mai stato bambino”, ha dichiarato il regista.
Con Lena Watson, Ingrid Burkhard, Dominik Warta, Jana McKinnon, Susanne Gschwendtner
“Alla sua seconda prova nel lungometraggio, la regista Sandra Wollner con questa sua opera enigmatica e spesso sin disturbante, ha creato scompiglio all'ultima Berlinale, ove ha partecipato nella sezione "Encounters", e ci consente un recupero in questa rassegna triestina, che lo ha scelto approfittando della tematica a tutti gli effetti sci-fi, che si concentra su una zelante, progressiva e pure struggente presa di coscienza del proprio essere, da parte di un oggetto così sofisticato ed artificiale che può permettersi tutto, tranne il fatto di ritrovarsi una coscienza”, scrive il nostro Alan Smithee nella sua recensione.
Ancora Bruce Willis, ancora un film alimentare. Al centro della vicenda c’è l’ambiente claustrofobico di un reparto ospedaliero di notte e una giovane scampata a un omicidio. La notte, lunga e pericolosa, vedrà Willis far di tutto per proteggerla.
“È un film su un maniaco sadico che rapisce e perseguita una ragazza sola... Eppure, è un bel film. Ironia a parte, sappiamo come su questo soggetto sia stato girato un diluvio di titoli, di solito scadenti, per lo più destinati alla televisione. Ma l'eccezione esiste in tutti i campi. La tensione comincia a respirarsi fin da subito, perché lo spettatore ci mette poco a capire che il partire da sola con il rimorchio per un lungo viaggio è un'idea peregrina. È poi la protagonista stessa che ha qualche oscuro presentimento, quando pensa quasi quasi di fare inversione a “U” e di tornare a casa. Ma lei parte comunque, e la grana non tarderà a presentarsi. Do atto a Hyams di saper costruire una suspense costante, che non dà pace allo spettatore”, scrive il nostro Baliverna.
Joe Carnahan è uno di quei registi che sa come dividere. Non solo la critica ma anche i produttori: la versione uscita nelle sale non è infatti quella presentata dal regista: i produttori hanno deciso un diverso taglio che, a detta di molta critica, ha giovato al prodotto finale. Di parere diverso è il regista, che per protesta non ha preso parte alla promozione, lasciata ai soli attori. Girato all’interno di una stazione di polizia, l’action ha visto le riprese fermarsi a causa della positività di un membro del cast tecnico ma, a quanto si dice, non è stata l’unica “disgrazia” del film. In un primo momento, doveva essere 01 Distribution a portarlo in sala.
Alfred sogna di giocare nella NBA, ma i suoi genitori, di origine asiatica, fanno pressioni affinché si concentri sui suoi studi. Deve trovare un modo per navigare attraverso le difficoltà della vita e capire chi è veramente, diviso tra Occidente e Oriente. Esordio alla regia dell’attore Eddie Huang, tenta di raccontare di amore, matrimoni violenti e relazioni tra genitori e figli ma alla fine sembra che promuova solamente il basket e la volontà di molti liceali di affermarsi nello sport come sola possibilità di riscatto. Nonostante la produzione Focus Features, è stato un flop su tutti i fronti.
Dietro al titolo, si nasconde il seguito di Viy - La maschera del demonio, titolo del 2014 che un discreto successo ha incontrato anche nel nostro mercato homevideo. Al centro della storia c’è l’avventura di un viaggiatore inglese chiamato a mappare la Russia: il viaggio lo condurrà in Cina al cospetto di principesse ammalianti e micidiali combattenti. Non a caso nel cast figurano Jackie Chan, Arnold Schwarzenegger e Rutger Hauer. Problemi con la censura cinese ne hanno ritardato l’uscita in tutto il mondo pesando sull’esito al box office.
“Il protagonista più che un vero killer virtuoso, per come gli vanno le cose sul lavoro, pare l'ispettore Coliandro e strappa risate involontarie. Il commento più corretto ed esaustivo a questo film sarebbe il seguente: mah!”, scrive nel suo commento breve il nostro Winnie dei pooh. Del resto, dopo un Oscar, è regola che si realizzi un’opera di poco valore che rimette in discussione il premio stesso: anche il grande Anthony Hopkins non poteva sfuggire a tale destino.
“In pratica, Zeroville sprizza da tutti i pori la compulsiva hybris di James Franco, fabbricando un ulteriore tassello di un mosaico cangiante e disallineato, che dispensa a briglia sciolta omaggi e citazioni, spaziando dallo sfrontato all’analitico, con modalità esasperate ma espresse con martellante generosità, concettualmente trasparenti e ignorando l’uso della punteggiatura. Una visuale che vede nel cinema l’ultimo rifugio possibile nonostante debba forzatamente convivere con un carrozzone che acclama il nuovo arrivato per poi deglutirlo senza nemmeno essere conscio di cosa stia effettivamente gustando. Immersivo e spettinato”, scrive il nostro Supadany.
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