L'oscuro visibile - L'orrore secondo Michele Soavi (*****) / Nocturno libri
"Siamo qui, nell’oscurità, sospesi tra la poesia delle lucciole e il fuoco divampante delle stelle." (Susanna Tamaro)
Sin dagli esordi dietro la macchina da presa, Soavi è stato considerato come probabile degno successore dei maestri dell'horror italiano. Per contingenze produttive legate all'evoluzione del settore cinematografico nel nostro paese, ha diviso in due momenti la sua attività. Un primo lungo e significativo periodo esclusivamente legato al cinema fantastico, cui ha fatto seguito quello tuttora in itere che lo ha visto principalmente impegnato nella direzione di serie televisive. C'é voluto tempo prima che qualcuno facesse finalmente "luce" sulla sua attività e sulla figura del cineasta, ma ne è valsa la pena attendere. Davide Pulici, riconosciuto critico tra i maggiori esperti di cinema italiano, con la collaborazione di Claudio Lattanzi e Manlio Gomarasca nel mese di ottobre 2021 ha dato alle stampe il primo imperdibile volume interamente dedicato a Michele Soavi: L'oscuro visibile. Libro elgante, di dimensione ridotte (21 x 15 cm) che ne permettono una comoda consultazione, composto da 260 intense pagine (con testo stampato su due colonne), ricche di immagini inedite, curiosità e approfondimenti sulla prima fase (quella fantastica) dell'Autore.
Citiamo la presentazione, dal sito "Nocturno.it":
"Michele Soavi ha rappresentato, a partire dagli anni Ottanta, una voce nuova ed eccentrica nel panorama dell'horror italiano. Questo libro prende in considerazione quella parte della sua carriera che va dall'esordio con 'Deliria' fino ad 'Arrivederci amore ciao', che rappresentano gli estremi significativi di un percorso all'interno del genere orrorifico & fantastico dai connotati assolutamente eccezionali, unici, e personalissimi. Un volume arricchito di testimonianze, immagini e documenti inediti, che mirano a portare luce nelle tenebre, esattamente come ha fatto Soavi con i suoi capolavori."
In buona sintesi: un libro che non può mancare nella biblioteca del cultore di cinema (non solo) horror italiano.
Michele Soavi, figlio di altolocata famiglia (la madre è una Olivetti, il padre è Giorgio Soavi, scrittore e poeta), prima di debuttare in regia al servizio d'una produzione di Aristide Massaccesi (Joe D'Amato) ha avuto l'opportunità di frequentare in veste d'attore, tecnico e aiuto regista i maggiori autori del cinema "di genere" italiano: da Ruggero Deodato a Lucio Fulci, dallo stesso Joe D'Amato a Lamberto Bava, sino al più celebre Dario Argento. In occasione del buon riscontro di critica e pubblico ottenuto da Deliria, nel 1987 Claudio Lazzaroda vero precursore realizzò questa prima intervista [1]:
(in corsivo le risposte del regista)
"Fin da bambino facevo strani disegni, che tradivano un certo gusto del macabro. Mamma decise di portarmi dallo psicanalista. Ma io continuai a dipingere. Del resto neanche i quadri del secondo marito di mia madre, il pittore Bruno Caruso, sono particolarmente allegri."
Ha portato nel film i suoi incubi infantili? "Il soggetto (di Deliria, n.d.r.) non l'ho scritto io. L'autore è Luigi Montefiori (che è anche un buon attore e ha diversi pseudonimi, come George Eastman o Lew Cooper). Naturalmente io ci ho messo le mie idee sulla paura e il mio personale archivio di immagini."
Quali incubi? "Da piccolo mi dicevano: 'Se non stai buono l'Uomo Nero ti porta via'. Io mi chiedevo: 'Che diavolo ci farà l'Uomo Nero con quelli che porta via?'. E nel film mostro il maniaco che, dopo aver fatto una strage, ricompone per bene i cadaveri attorno a un tavolo, come fossero una famiglia nel salotto buono. Anche l'Uomo Nero, insomma, ha un suo progetto, un suo lavoro da fare e anche i mostri hanno una loro 'normale' umanità."
E le immagini? "La scena dei cadaveri in salotto l'avevo messa anni fa nei miei quadri. Il mostro invece è copiato da un collage di Max Ernst. È un Uomo Nero con una grande testa di gufo: per uccidere indossa una maschera di piume."
[1] Pubblicata su Sequenze n. 7 - Rosso italiano (1977/1987)
La playlist seguente contiene i titoli diretti da Michele Soavi trattati nel testo (non sono inserite le collaborazioni come aiuto regista tipo Rosso sangue, Tenebre, La casa con la scala nel buio, Phenomena, Dèmoni ecc.)
Titolo originale Il mondo dell'orrore di Dario Argento
Regia di Michele Soavi
Con Romano Albani, Dario Argento, Fiore Argento, Urbano Barberini, Patrick Bauchau
Documentario (e dietro le quinte) sull'attività di Dario Argento sino al 1985. Primo capitolo di una trilogia (in seguito diretta da Luigi Cozzi) dalla distribuzione e rititolazione confusionaria e caotica.
"D’Amato e io ci vedevamo spessissimo. Gli era piaciuto il mio video musicale (clip di Phenomena, n.d.r.) e mi chiese perciò di fare un film per lui. Ci venne l’idea di un thriller ambientato completamente in un set teatrale, e nel giro di un mese avevamo già il trattamento pronto. Non era perfetto, perciò lo feci leggere a Dario, che mi fu di grandissimo aiuto. (…) Dario non ebbe più alcun modo di partecipare: era indaffaratissimo nella produzione di Demoni 2 e poi il progetto era di D’Amato”.
Con Tomas Arana, Barbara Cupisti, Asia Argento, Micaela Pignatelli, Hugh Quarshie
Quarta produzione di Dario Argento, avviata come Dèmoni 3 e destinata inizialmente alla regia di Lamberto Bava. Un horror tecnicamente perfetto, limitato parzialmente da una sceneggiatura travagliata, che ne penalizza in parte il secondo tempo.
Con Kelly Curtis, Herbert Lom, Mariangela Giordano, Tomas Arana
Uno degli ultimi grandi horror italiani, grazie a una sostanziosa produzione di Dario Argento. Dirige un buon cast l'ispirato Michele Soavi. Ottimi sia gli effetti speciali di Sergio Stivaletti, che la colonna sonora di Pino Donaggio.
Con Rupert Everett, François Hadij-Lazaro, Anna Falchi, Barbara Cupisti, Stefano Masciarelli
Il più celebre film di Soavi, realizzato sulla base del romanzo di Tiziano Sclavi che poi ha dato origine anche al celebre indagatore dell'incubo: Dylan Dog.
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