Facciamo che per una volta partiamo dal basso, dove la metrica è però sempre e solo la quantità di sale disponibili per ogni film in uscita. Lo dobbiamo al film premiato per la miglior regia a Cannes, Annette di Los Carax, che di sale ne avrà solo 50. Lo dobbiamo anche a La persone peggiore del mondo, commedia romantica che ha fruttato alla sua interprete principale il premio la miglior attrice, sempre a Cannes, e che di sale ne avrà giusto qualcuna in più. Va meglio al Potere del Cane di Jane Campion, Leone d'argento a Venezia lo scorso settembre: 100 sale. Non li vedremo in testa alla classifica al botteghino, statene certi.
Lì ci potrebbe finire - anzi ci finirà certamente - Ghostbusters: Legacy, che riporta sullo schermo la saga inaugurata nel 1984 e che di sale ne avrà 600. E chissà quanta spinta riceverà dai recenti dibattiti mondiali sul riscaldamento globale il film d'animazione ecologista Ainbo - Spirito dall'Amazzonia? Le sale per lui sono 300, ma magari i genitori sensibilizzati penseranno che far vedere ai loro bambini un'animazione politicamente corretta risponda sia al bisogno di far fare loro qualcosa nel weekend che di dar loro un messaggio positivo.
È un po' più misterioso come mai il film di Amanda Shters Promises abbia 270 sale: può bastare la presenza di Favino nel cast a spingere così in alto un titolo?
Con Quentin Tarantino, Franco Nero, Ruggero Deodato
C'è un narratore di eccezione in questo documentario di Steve della Casa e Luca Rea dedicato a Sergio Corbucci. È Quentin Tarantino e non a caso: del resto è proprio nell'ultimo lavoro di C'era una volta a Hollywood che si dice che "Corbucci è il secondo miglior regista di western all'italiana" e del resto Django Unchained fu ispirato proprio a un film di Corbucci. L'omaggio diventa così duplice e investe sia il grande regista del passato che il grande regista nostro contemporaneo e il film - basato su molte testimonianze importanti, su inediti (come i super8 realizzati sui set di Corbucci e su ricostruzioni animate - diventa uno strumento di conoscenza di un momento il cui cinema italiano parlava al mondo intero.
E il primo dei due ritorno in sala di questa settimana: il film di Eastwood del 2008, che avrebbe dovuto - a dir suo - essere l'ultima prova attoriale (ma poi ce ne sono stati altri e ci sarà ancora - in arrivo tra poco - Cry Macho). Un film da non perdere - se mai c'è qualcuno che lo abbia perso - e che forse più degli altri venuti dopo rappresenta il miglior testamento di un grande attore e regista.
Il secondo recupero dal passato è il film di David Lynch, riproposto in versione restaurata 4K a cura della Cineteca di Bologna. Grandissimo lavoro, labirintico e onirico, ma di grande suggestione.
Un viaggio visivo, storico ed emotivo dentro a uno dei cuori della storia fisica e psichica del nostro paese, i terremoti. Alessandro Preziosi, che cura regia e dà voce e presenza d'attore al film, è stato giovanissimo testimone del sisma in Irpinia, nel 1980. Il suo viaggio ci porta nel Belìce, colpito nel 1968, e in Friuli, ad Assisi, all'Aquila e ad Amatrice.
Sponsorizzato dal marchio Valtur, marchio che sin dagli anni '60 è stato quasi sinonimo in Italia di villaggio turistico, il documentario ripercorre la storia dell'animazione nei villaggi, rivalutando - anche sulla scorta delle memorie di animatori divenuti poi noti (da Fiorello a Angelo Pintus, da Peppe Quintale a Dario Bandiera - la professionalità e il ruolo di un mestiere "estivo".
Mancava all'appello un lavoro retrospettivo su Frank Zappa, l'artista che più di ogni altro forse è riuscito a sfuggire allo stereotipo del musicista rock e che ha saputo coniugare come nessun altro energia dissacrante e cultura. Ci pensa ora Alex Winter - per nulla estraneo al mondo dei documentari sulla musica - che si è avvalso di una grandissima quantità di materiali girati e rimasti sin qui inediti. Il risultato è un lavoro che risulterà imperdibile per i molti "believers" che hanno reso di culto la vita e l'opera di un uomo di grande spessore e intelligenza, diverso da ogni suo collega.
È quasi diventato un franchise Ghostbusters, ma con una peculiarità: è sempre rimasto nelle mani della famiglia Reitman. Mentre il padre Ivan ha infatti diretto i primi due episodi, datati 1984 e 1989, per poi produrre il film del 2016 - sommariamente etichettato come il Ghostbusters al femminile - questo vede Reitman senior nuovamente nelle vesti del produttore mentre alla regia c'è Jason, il figlio. È un passaggio di testimone anche sullo schermo: anche se non mancano i pilastri Bill Murray e Dan Aykroyd insieme a Sigourney Weaver e Annie Potts, arriva ora un nuova famiglia di acchiappafantasmi, composta dai due giovani figli - Finn Wolfhard di Stranger Things e la ancor più giovane Mckenna Grace - e dalla mamma, Carrie Coon. Sarà in Oklahoma, in una fattoria fatiscente che i ragazzini apprenderanno quale sia la segreta eredità che li attende.
Dal romanzo del 1966 di Thomas Savage il film di Jane Campion (distribuito da Netflix) e presentato in concorso al Festival di Venezia. È un western, perché ambientato nel Montana nel 1925, ma in realtà è un'opera drammatica perché centrato sul personaggio di Phil Burbank, interpretato da Benedict Cumberbach: un allevatore apparentemente impenetrabile che vivrà una tormentata trasformazione quando il fratello George porterà in casa la nuova moglie con il figlio.
Il film è stato premiato a Venezia 2021, dove la Campion è risultata la migliore regista.
Premiato a Cannes per la miglior regia il film di Leos Carax arriva ora nelle sale. È un musical, il cui soggetto è stato proposto a Carax dagli stessi che ne hanno scritto poi le musiche: Ron e Russel Mael, più noti con il nome collettivo Sparks e attivi dal 1968.
La storia d'amore tra il comico Henry (Adam Driver) e la soprano Ann (Marion Cotillard) genererà Annette, bambola meccanica. Se vi piacerà aspettatevi di litigare con qualcuno a cui non piacerà, visto che il film è indubbiamente divisivo.
Film d'animazione dal cuore verde che colloca la sua avventura nel cuore dell'Amazzonia, dove una ragazzina india, accompagnata dai suoi spiriti guida - un armadillo e un tapiro - si batte contro la deforestazione. Nella versione doppiata le voci dei personaggi principali sono di Elio, Luciana Littizzetto e Ciro dei The Jackal.
Ha vinto a Cannes il premio per la migliore interpretazione femminile Renate Reinsve, l'attrice norvegese a cui Joachim Trier ha offerto la parte principale in questo suo lavoro che segue di quattro anni il suo Thelma. E tanto quanto quello aveva a che fare con il soprannaturale e con personaggi unici, quanto questo per reazione è domestico, quotidiano: la storia, per usare le parole del regista, "di una donna spontanea, che cerca e crede di poter cambiare identità per poi dover improvvisamente confrontarsi con i limiti del tempo e di se stessa." Una storia che parla di aspettative e di fughe, di relazioni e di realizzazioni. Ma anche, ovviamente, di amore.
Nelle sale del circuito Nexo Digital solo dal 18 al 21 novembre, è il terzo lungometraggio della serie anime My Hero Academia ed è stato un grande successo al botteghino in Giappone.
Amanda Sthers, regista francese, è arrivata alla sua quarta regia, ma ha già scritto 11 romanzi, con buon successo. I primi due film erano girati in Francia, gli altri due, compreso questo (tratto da un suo stesso romanzo), sono invece con cast internazionali. Nella fattispecie qui vediamo all'opera il nostro Favino, insieme a Kelly Reilly e Jean Reno, impegnati a dar vita a un'opera drammatica e sentimentale centrata sulla figura del protagonista maschile (Favino).
Con Valentina Acca, Gianfelice Imparato, Ninni Bruschetta, Jhon Narváez
C'è uno scontro familiare basato su ideali diversi al centro del film di Viviana Calò, ma no, non è la battaglia tra pro e anti vax: è quella - più antica e se permettete anche più nobile - tra gli ideali del socialismo e il capitalismo, tra il collettivismo e il sogno americano. Perché Emidio, capo famiglia napoletano, ha creduto e crede a tal punto alla Rivoluzione socialista da trasformare la sua vita e quella della sua famiglia in un piccolo esperimento sociale, con tanto di rapporti regolarmente inviati a Fidel Castro e con puntuali risposte, mentre il figlio Ernesto si trova su una sponda opposta, ammaliato dal modello americano. Però siamo nel 1991 e quindi mentre nel mondo là fuori si spegne la guerra fredda, nella famiglia Tavaglini il conflitto è accesissimo
Si parla già di una nomination agli Oscar per il miglior documentario per questo lavoro, firmato da due documentaristi americani, ma prodotto da Luca Guadagnino e italianissimo nella materia del suo racconto: i "trifolau", cacciatori di tartufi nella Langhe e nel Monferrato, dove si trovail pregiato e unico tartufo bianco. Non è però solo la loro passione per questa attività e per i loro amati cani da tartufo al centro del film: quello che è emerge è anche uno studio sulle persone e sul fine vita, visto che sono tutti anziani che svolgono un'attività antica, quasi fuori dal tempo.
Il film sarà anteprima il 15 novembre per la trentanovesima edizione del festival di Torino e poi in sala dal 18 con Warner Bros.
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