“Qui non ci sono civili.” - Cittadina londinese cui venne chiesto come fosse il morale dei civili durante il Blitz.
Connie Willis (Denver, 1945) è una dei maggiori autori contemporanei di SF (valga per tutti il celebre racconto lungo “the Last of the Winnebagos”), particolarmente prolifica e a suo agio nel sotto-genere storico-speculativo (un caposaldo della narrativa SF tutta, e nello specifico di quella relativa ai Viaggi nel Tempo della Storia, è “DoomsDay Book”, del 1992: e “TimeLine” di Michael Crichton, per dire, è del 1999) e col dittico (vincitore dell’Hugo, del Nebula e del Locus) composto da questo “BlackOut” e dal volume pubblicato a ruota (a distanza di pochi mesi, in U.S.A./U.K., e da un mese all'altro, ma un decennio dopo, in Italia), “All Clear”, ha scritto il suo libro più corposo: nato come un lungo romanzo, nel corso della stesura si è allargato a dismisura, rendendo necessaria la suddivisione editoriale in due tomi distinti: la natura di questa mutazione in corso è riscontrabile nel fatto che questa prima parte non termina con un colpo di scena o con un cliffhanger veri e propri (al netto del fatto che le ultime 50 pagine, delle quasi 600, accelerano molto e ne regalano parecchi), ma comunque con la (re)introduzione di un “nuovo” personaggio, la cui identità il lettore un po’ attento, partecipe e sveglio (e che abbia letto "DoomsDay Book") può intuire, ma che per lo meno la narrazione in terza persona limitata soggettiva multifocale non disvela marchianamente.
“Aperto. Nel senso più ampio del termine.”- Cartello esposto in una vetrina di un grande magazzino londinese esplosa durante un bombardamento.
“Black Out” [che, così come “All Clear”, è direttamente collegato (dal professor James Dunworthy al suo pronipote Colin) al già citato “DoomsDay Book”, ambientato in Inghilterra durante l'epidemia di peste nera che dilagò a metà del XIV secolo, che costituisce il cuore e il fulcro della saga dei viaggiatori nel tempo appartenenti al dipartimento di storia dell'università di Oxford] si svolge in gran parte dal dicembre del 1939 all’ottobre del 1940, con alcuni capitoli, quell iniziali, ambientati ad Oxford nell’oggi-presente del 2060 (che appartiene a una Linea spazio-temporale in cui, come nella nostra, e parallela ad essa, gli assiti dei teatri londinesi sono calpestati da Sir Godfrey Kingsman - a “noi” sconosciuto - e la Cattedrale di St. Paul è sopravvissuta al Blitz e ai missili da crociera, ma non a un attentato terroristico compiuto con un micro ordigno nucleare portatile), e altri inserti nel corso della narrazione (“Un’altra parte dell’isola”, per dirla con lo Scuotilancia della Tempesta, sineddoche geografica per indicare la presenza di una altro periodo storico, in questo caso l’Epoca delle V1 e delle V2) relativi al 1944 e al 1945: e l’atmosfera di quell’epoca e di quei luoghi (principalmente Londra, WarWickShire e Kent) traspare letteralmente dalle pagine che si accumulano, è vero, sì, con un po’ di lentezza nella parte centrale, ma che alla fine restituiscono un’idea di mondo palpabile e percepibile.
“Soli.”- Titolo di prima pagina del “Times”, 22 giugno 1940.
Un difetto “topologico-comportamentale” che pervade ipogeo e risorgivo questa corposa prima parte di un dittico che in realtà è un unico, sesquipedalico romanzo che in fase di stesura si è allargato a dismisura obbligando l’autrice alla scelta editoriale di spezzarlo in due (e il secondo e conclusivo tomo sarà addirittura più lungo: dalle quasi 600 pagine di “BlackOut” si passerà infatti alle 750 e passa di “All Clear”, per un totale di 1350 pagine complessive) consiste nel fatto che una delle preoccupazione della Rete (il sistema naturale di auto-diagnosi/controllo e cura/ripristino del sistema della continuità della Linea spazio-temporale principale messo in atto e in pratica dalla stessa per tutelare la propria integrità: e come si sia sviluppato attraverso una “evoluzione darwiniana” che al posto delle specie animali e vegetali vedesse in gioco i principi della fisica quantistica permane un bel mistero) è quella di “bloccare” i viaggiatori spazio-temporali in un dato luogo e periodo in caso gli stessi contribuiscano, volontariamente o inconsapevolmente, all’eccessiva modifica del “Così sono andate le cose”: ebbene, molte delle pagine raccontano di come i personaggi si arrovellino e s’impegnino col non interferire minimamente con lo scorrere degli avvenimenti della storia, ma il punto è che la loro sola presenza, con l’effetto farfalla, potrebbe portare a modifiche immense a breve o lungo termine: salvare una persona o al contrario ucciderla è un atto preciso, subitaneamente riscontrabile come micro o macro interferenza, ma anche attraversare una strada sulle strisce pedonali facendo rallentare un’automobile giusto il tempo che ci vuole per impedirle di, qualche centinaio di metri più avanti, investire o schivare una persona (che altrimenti sarebbe sopravvissuta o viceversa sarebbe dovuta morire e che col tempo potrebbe o avrebbe potuto diventare uno scienziato che salverà o avrebbe salvato milioni di vite o un dittatore che ne ucciderà o avrebbe potuto ucciderne altrettante), lo è. Ecco: stona un po’ assistere ai rovelli di studenti e studiosi (certo, di professione storici, non fisici teorici) che si crucciano di prestare la massima attenzione verso cose evidenti (curare o non curare una persona che probabilmente sarebbe morta senza di loro) quando invece, ad ogni loro passo, pensiero, sospiro e gesto compiono infinite azioni quotidiane che la storia possono modificarla in toto.
“Poveretto, intrappolato in una situazione terrificante che non può capire.”
TimeLine della Oxford Time-Travel Series. 1982 - “Fire Watch” - racconto 1992 - “DoomsDay Book” - romanzo 1998 - “To Say Nothing of the Dog” - romanzo 2010 - “BlackOut / All Clear” - dittico di romanzi
Refusi. Pag. 253: “Detto ciò, si gettò del parapetto.” [“...dal...”] Pag. 333: “...la paga che gli restava da riscuotere…” [il soggetto è femminile] Pag. 545: “E una parte del viaggio nel tempo consiste dello slittamento.” [“...nello...”]
Legenda. - In alto a sinistra. "La Luce del Mondo" (1853-'54) di William Holman Hunt (olio su tela, 125x60, Cattedrale di San Paolo, Londra). - In alto a destra. Il pilota di uno SpitFire SuperMarine, sulla dx, azzarda una coraggiosa manovra di intercettazione accostandosi a un missile da crociera V1, sulla sx, per tentare di rovesciarlo con l'ala. - In basso a sinistra. Bambini londinesi, sfollati per la loro sicurezza in Kent, e loro coetanei figli di agricoltori del posto, osservano, riparati in un fosso trincerato a rifugio, la RAF e la Lutwaffe darsi battaglia nei cieli inglesi durante la Battle of Britain (John Topham, 1940). Foto colorizzata. - In basso a destra. Copertina dell'edizione italiana del romanzo.
Con Eric Portman, Laurence Olivier, Anton Walbrook, Leslie Howard, Raymond Massey
In streaming su Plex
Leslie Howard (Londra, 3 aprile 1893 - Golfo di Biscaglia, 1º giugno 1943). Durante un volo dell'aeronautica civile, non della RAF, di ritorno dal Portogallo all'Inghilterra, il Douglas DC-3 su cui stava viaggiando, con a bordo altri 12 passeggeri e 4 mebri d'equipaggio, fu abbattuto da una squadriglia di Junkers Ju 88 della Lutwaffe.
Non tanto “Chissà come siam giunti fino a questo punto?”, quanto “E adesso?”
Senza sapere. Era la sola cosa che gli storici non sarebbero mai stati in grado di comprendere. Potevano osservare i contemporanei, vivere con loro, provare a mettersi nei loro panni, ma non sarebbero mai riusciti a vivere la stessa esperienza. Perché io so che cosa accadrà. So che Hitler non invaderà l’Inghilterra, che non ha usato gas tossico e che non ha distrutto Saint Paul. O Londra. O il mondo. So che ha perso la guerra. Loro no, però. Dovevano sopravvivere al Blitz, al D-Day, alle V1 e alle V2 senza la sicurezza di un lieto fine.
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“Aperto. Nel senso più ampio del termine.” - Cartello esposto in una vetrina di un grande magazzino londinese esplosa durante un bombardamento.
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“In questo momento nessuno viene a comprare dei busti. Ci si mette troppo ad allacciarli durante i raid.”
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Nessuno era al riparo dalle conseguenze del Blitz: “Smarrito gatto bianco, risponde al nome di Moppet, visto l’ultima volta durante il raid notturno del 12 settembre. Ha paura dei rumori forti. Ricompensa.” “Poveretto”, pensò Polly, “intrappolato in una situazione terrificante che non può capire.”
[Qui una dei tre personaggi protagonisti si cruccia per la sorte di un gatto, ma fra poco scoprirà di esserci finita lei, in una trappola per topi.]
“Qui non ci sono civili.” - Cittadina londinese cui venne chiesto come fosse il morale dei civili durante il blitz.
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Anche la sua semplice presenza, tuttavia, rischiava di alterare gli eventi. In punto di divergenza la storia si reggeva in equilibrio sul filo del rasoio, e il solo fatto che lui si trovasse a bordo poteva bastare a muovere la bilancia. Quasi tutti i piccoli natanti tornati da Dunkerque erano gremiti fino alla massima capacità. La sua presenza poteva tradursi nella mancanza di spazio per un soldato che altrimenti sarebbe stato portato in salvo, un soldato che magari avrebbe giocato un ruolo decisivo a Tobruk, in Normandia o nell'offensiva delle Ardenne. Ma se la sua presenza a Dunkerque avesse alterato gli eventi è causato un paradosso, la rete non gli avrebbe mai permesso di effettuare la transizione. Si sarebbe rifiutata di aprirsi…
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“Non hai idea di come ci si sente a stare seduti ad aspettare per giorni, senza sapere se qualcuno verrà a prenderti o se farà in tempo, e senza sapere nemmeno se qualcuno sa che sei lì.”
[Qui un personaggio secondario fa bonariamente la morale al protagonista, che pian piano sta incominciando ad avercela bene in testa, quell’idea.]
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“Nei sistemi caotici le azioni positive possono determinare risultati negativi e viceversa...”
Con Shane Carruth, David Sullivan, Casey Gooden, Anand Upadhyaya, Carrie Crawford
Si sforzò di ricacciare l’onda di panico che le stava crescendo dentro. Non sei in trappola. Solo perché il punto di transizione è danneggiato non significa che non possano venire a prenderti. C’è tempo in abbondanza. Ma era proprio così. A Oxford non serviva perdere tempo. Avevano tutto il tempo del mondo. Se anche avessero dovuto riparare il punto di transizione, e se anche ci fossero volute settimane, o addirittura mesi, avrebbero potuto essere lì non appena fosse accaduto. E allora dove sono?
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Lei, tuttavia, continuava a ripensare al fatto che qui si parlava di viaggi nel tempo. Non aveva importanza quanto ci mettesse Oxford a individuare un altro punto di transizione o a controllare ogni grande magazzino e stazione della metropolitana: sarebbero comunque potuti tornare a Oxford, mandare un’altra squadra e farli aspettare fuori da Townsend Brothers la prima mattina.
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“Avranno bisogno di tempo per trovarmi, si disse Polly, ignorando le leggi del viaggio nel tempo e la stradina di briciole di pane che si era così scrupolosamente lasciata alle spalle. "Domani saranno qui.”
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D’altro canto, prima se ne fosse andato da questo ospedale e da questo secolo meglio sarebbe stato, tanto per lui quanto per il secolo.
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“Il signor Dunworthy dev’essere morto”, pensò. Si chiese inebetita che cosa fosse accaduto. Qualcosa di imprevedibile, come Pearl Harbor? O qualcosa di persino peggio, un terrorista armato di una microbomba o un’altra crisi pandemica? O la fine del mondo? Doveva essere stata una vera catastrofe, perché se anche il laboratorio e la Rete fossero andati distrutti, avrebbero sempre potuto costruirne di nuovi. E qui si parlava di viaggi nel tempo. Se a loro fossero serviti anche cinque anni, o cinquanta, per realizzare una nuova rete, per ricalcolare le coordinate, avrebbero potuto salvarla fin dal primo giorno, avrebbero potuto recuperare Michael e Merope prima dell’inizio della quarantena […]. A meno che non fosse rimasto nessuno vivo a sapere che fossero qui.
L'affondamento della City of Benares (citato nel romanzo e utilizzato per una svolta della trama) ha ispirato e spinto l'attrice e inventrice Hedy Lamarr (la donna più bella del mondo, o giù di lì) a sviluppare e brevettare, con George Antheil, un sistema di trasmissione radio ad ampio spettro e rapida modulazione/variazione di frequenza come mezzo per guidare a distanza i siluri anti-nave alleati (e viceversa disturbare e bloccare quelli nemici), concetto che sarà poi alla base del Wi-Fi, del BlueTooth e di altre tecnologie di comunicazione.
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