Questa l’offerta dei principali titoli nuovi proposti in streaming dalle varie piattaforme.
I NUOVI FILM IN STREAMING NETFLIX
La piattaforma comincia il mese di novembre puntando su diversi titoli che allieteranno il Natale prossimo e segneranno inevitabilmente la stagione dei premi oltreoceano. Due sono i titoli che hanno già girato i circuiti festivalieri, Due donne e 7 Prigionieri, da tenere d’occhio. Ai buoni sentimenti sono dedicati invece Love Hard, Il momento di crescere, Meenakshi Sundareshwar e Happines Ever After, mentre è prettamente natalizio Natale con il Babbo. Arriva poi sulla piattaforma, dopo un’uscita limitata, Yara di Marco Tullio Giordana. Chiude l’offerta il dramma, ispirato a una storia vera, Zero to Hero.
I NUOVI FILM IN STREAMING AMAZON PRIME VIDEO
Due sono i titoli originali che, nella miriade della sua offerta, offre la piattaforma. Il primo è il documentario Un uomo chiamato Scott mentre il secondo è il biopic Il visionario mondo di Louis Wain, che ha avuto la sua premiere al Toronto Film Festival.
I NUOVI FILM IN STREAMING MUBI E RAI PLAY
Mubi, la casa del cinema d’autore, propone in esclusiva per l’Italia il doc Moments Like This Never Last mentre il secondo è la commedia australiana Friends and Strangers. La piattaforma on demand della Rai propone invece il recupero di due titoli che passeranno dapprima sulle generaliste: La scelta di Maria, proposta di Rai 1, e Meander, in onda su Rai 4. Dall’8 novembre, inoltre, su Rai Play è possibile seguire in esclusiva la seconda stagione di Stalk: abbiamo Lux visto trasformarsi da vittima di episodi bullismo a carnefice. Adesso, dopo un periodo in cui tutto sembrava filare liscio, dovrà ricorrere a tutte le sue forze per non cadere di nuovo nella trappola dello stalking. È attorno a questo filone narrativo che si sviluppa la seconda stagione di Stalk, serie che tratta il tema dell’accettazione e dell’esclusione sociale.
I NUOVI FILM IN STREAMING APPLE TV+, SKY e ITSART
La piattaforma in streaming di casa Apple propone il fantascientifico Finch con Tom Hanks alle prese con un cane e uno robot. Sky, invece, offre ai suoi abbonati al satellite e a NowTv le prime tv esclusive del cartoon Ooops! L’avventura continua e del thriller francese Il prezzo dell’arte. ITsART propone infine in esclusiva dal Teatro della Scala di Milano l’opera Madina.
I NUOVI FILM IN STREAMING MULTIPIATTAFORMA
Il titolo italiano di punta delle varie piattaforme, come sempre capitanate da Chili, è l’italiano Io e Angela. L’offerta è poi arricchita dal festivaliero Sweat, dalla commedia Le avventure di Errol Flynn e dall’horror russo Superdeep.
Il controverso caso di Yara Gambirasio diventa un dramma firmato da Marco Tullio Giordana. “Più che la ricostruzione dell’omicidio, è l’indagine che ha portato a trovare prima il profilo genetico dell’assassino, chiamato Ignoto 1, e poi l’inchiesta a tappeto con l’individuazione di Massimo Bossetti, una procedura irripetibile anche per i costi ma giustificata dall’interesse dell’opinione pubblica, interesse che fu cavalcato politicamente. Quando non si sapeva che hi fosse si scatenò la caccia allo straniero”, ha dichiarato il regista in una recente intervista. Produce la Taodue di Pietro Valsecchi.
Sfortunata in amore, una ragazza di Los Angeles perde la testa per un ragazzo della East Coast su un'app di incontri e decide di fargli una sorpresa per le vacanze, ma scopre di essere stata ingannata. Questa commedia romantica e spensierata racconta il suo percorso alla ricerca dell'amore. E non potrebbe essere che così nella stagione più sentimentale dell’anno.
Storia d'amore toccante e nostalgica ambientata a Tokyo negli anni '90 e tratta dal romanzo bestseller giapponese di Moegara pubblicato da Shincho Bunko. La storia si protrae negli anni, parte dal 1995 quando Makoto incontra Kaori, passa dal 1999 momento in cui il mondo non finisce come da previsioni di Nostradamus ma finisce il legame tra i due e arriva al 2020 quando Makoto, oramai quarantaseienne, non ha realizzato il suo sogno di diventare scrittore e non è riuscito a dimenticare Kaori.
Quando alla nascita a So Wa Wai viene diagnosticato un danno celebrale, il suo destino sembra segnato. L’incrollabile amore della madre viene però ricompensato: non solo So Wa Wai impara a camminare ma scopre di avere talento per la corsa. Grazie all’allenamento e alla caparbietà vincerà la prima medaglia d’oro paraolimpica per Hong Kong oltre ad altri cinque ori a seguire. Ispirato a una storia vera.
Il viaggio d’amore dei protagonisti Meenakshi e Sundareshwar permette di riflettere sulle difficoltà e sulle gioie che inevitabilmente segnato la vita di una coppia di neo sposi, sulle relazioni a distanza, sulle scelte di carriera e su molte altre sfide che la vita ci pone davanti. Ma, ovviamente, l’amore vincerà sempre su tutto, qualunque sia il finale.
È un cast da grande occasione quello composto per la commedia natalizia. Si conta sui nomi di Liz Harley, John Cleese e Kelsey Grammer per raccontare la storia di quattro sorelle che, in prossimità del Natale, ritrovano il padre scomparso da tempo. Risate e lacrimuccia sono assicurate ma non mancano i momenti di riflessione e fantasia. Altrimenti che Natale sarebbe?
È il sequel del celebre film Happiness is a Four-Letter Word. Sono passati quattro anni e le favolose amiche di Happiness intraprendono un nuovo percorso in cui scoprono e ripensano se stesse, mentre affrontano le nuove sfide della vita. Le amatissime star Khanyi Mbau, Renate Stuurman, Yonda Thomas e Nambitha Ben-Mazwi recitano in una commedia romantica elegante e riflessiva che descrive le professioniste nere di successo di Johannesburg mentre si cimentano in questioni in cui tutti si riconoscono, come problemi sentimentali, difficoltà legate alla maternità e tensioni familiari.
“Ho letto il romanzo di Nella Larsen circa 13 o 14 anni fa quando, passando molto tempo negli Stati Uniti, ho cominciato a pormi domande sulla mia famiglia americana. Avevo sempre sentito parlare vagamente di mio nonno, un nero che si era fatto passare per bianco. Sapevo che era leggermente pelato, che ha sposato un'olandese e che ha vissuto in un quartiere per bianchi, crescendo i figli come bianchi. Tutto ciò che sapevo era fatto di informazioni vaghe e scomposte. Non l'ho mai conosciuto: è morto quando mia madre era adolescente e si è portato nella tomba molte delle risposte alle domande che avrei voluto porgli. Se osservo mia madre, posso trovare i tratti della discendenza africana sul suo volto ma da bambina non ci facevo nemmeno caso. Non abbiamo mai parlato e non sono sicura che la famiglia abbia mai affrontato la questione. Ho voluto approfondire la vicenda e ho scoperto che era tutto vero: mio nonno si faceva passare per bianco sebbene fosse nero”, parte da questa premessa l’ottimo esordio alla regia di Rebecca Hall
"Quando vedo qualcosa che mi disturba, preferisco non girarmi dall'altra parte", afferma il regista Alexandre Moratto. "Devo affrontarla. Spesso mi chiedono perché tratto sempre argomenti tanto delicati. Rispondo sempre che non posso farne a meno. Fingere di non vedere non è nelle mie corde". Il trentaduenne Moratto ricorda un momento in particolare in cui non è proprio riuscito a distogliere lo sguardo e che l'ha portato a dedicare mesi allo sviluppo della sceneggiatura originale di 7 Prisoners, il thriller che rappresenta la sua seconda opera cinematografica. Stava guardando un servizio speciale su Globo News, in Brasile, che parlava della schiavitù moderna di decine di migliaia di lavoratori segreti, costretti a lasciare le loro povere case per svolgere contro la loro volontà lavori pericolosi ed estenuanti attirati dai gatos, reclutatori che promettono alti salari per poi trasformare i subordinati in veri e propri schiavi, facendo leva su debiti o altre cose peggiori.
Nel 2009, Scott Mescudi, anche conosciuto come Kid Cudi, ha pubblicato il suo LP di debutto, Man on the Moon: The End of Day. Un album eclettico che rompe gli schemi, caratterizzato da canzoni che parlano di depressione, ansia e solitudine, ha avuto un enorme successo tra i giovani ascoltatori trasformando Cudi in una star della musica e un eroe culturale. Il regista Robert Alexander racconta un decennio della vita di Cudi tra scelte creative, lotte e scoperte, e della sua musica che continua a emozionare e stimolare i suoi milioni di fan in tutto il mondo.
Louis Wain, interpretato da Benedict Cumberbatch, è conosciuto come l'illustratore di gatti. Artista talentuoso e ambidestro, nacque nel 1860 e già prima che finisse il secolo il suo nome era noto ai più. Le sue immagini di gatti affascinarono i cuori di un'intera nazione e ribaltarono la concezione che si aveva fino ad allora dell'animale: da cacciatore di topi, il gatto divenne un amato animale domestico. I suoi lavori con al centro un micio antropomorfizzato che faceva dispetti riempirono le pagine di diverse riviste popolari e riuscirono in maniera inedita seppur estroversa a fornire un ritratto preciso dell'epoca in cui Wain viveva: del resto, le sue storie erano ambientate anche al porto, spesso erano sconce e sovente avevano come sfondo i viottoli di campagna, lesinando talvolta anche commenti politici.
Con Dashiell Alexander Whitney Snow, Jeffrey Deitch, Leo Fitzpatrick, Blair Hanson
In streaming su Plex
Il documentario è un omaggio allo stile di vita abbracciato da Dash Snow, figura centrare della cultura underground della New York post 11 settembre. In quello che è un vero e proprio atto d’amore, si ripercorre la metamorfosi di Snow, diventato una delle figure di spicco del mondo dell’arte di Manhattan, permettendo di conoscere l’uomo da molto vicino.
Con Emma Diaz, Victoria Maxwell, Fergus Wilson, Greg Zimbulis
In questa leggera commedia australiana, il regista James Vaughan esamina le vite di due ventenni privilegiati e annoiati attraverso una serie di vignette dall’umorismo asciutto e paradossale. Il risultato è un’anti-commedia romantica che diventa una perfetta satira del tedio da millennial.
Con Tom Hanks, Caleb Landry Jones, Skeet Ulrich, Samira Wiley, Lora Martinez-Cunningham
Tom Hanks è il protagonista di una storia che vede, in un ambiente distopico generato da un cataclisma solare, nascere una straordinaria amicizia tra un uomo, un robot e un cane. L’obiettivo di Finch, interpretato da Hanks, è quello di assicurarsi che alla sua morte il cane Goodyear abbia qualcuno che si occupi di lui. Nasce così il robot Jeff con cui umano e cane affronteranno un pericoloso viaggio nella desolata America dell’ovest.
Attraverso le interpretazioni della Bergamasco, di Cesare Bocci, nel ruolo del Ministro della Guerra Luigi Gasparotto, e di Alessio Vassallo nei panni del tenente Augusto Tognasso, il docu-film ripercorre la vicenda politica, sociale e umana dietro la nascita del Milite Ignoto. Integrando il racconto con preziosi repertori d’epoca, animazioni originali e una serie di “interviste ricostruite” ai protagonisti della storia, La scelta di Maria vuole offrire alle nuove generazioni un ritratto umano e profondo di chi ha vissuto in prima persona una vicenda storica senza precedenti e rappresentare gli stati d’animo e le emozioni di un intero Paese, profondamente scosso dalla distruzione e dallo smarrimento generati dalla Grande Guerra.
“Horror francese spesso efferato e ad incastro del giovane regista Mathieu Turi, non può ricordare certi meccanismi sadici già ampiamente collaudati da film culto come The Cube del canadese Vincenzo Natali o il recente e notevole spagnolo a base culinaria El Hoyo, ma si dimostra efficace nel saper condurre la protagonista-cavia lungo un percorso di trappole e violenze che riescono degnamente a celebrare i rituali insiti nel genere di appartenenza del piccolo film. Nulla di nuovo, dunque, né tantomeno di strabiliante, ma l'inevitabilmente claustrofobico Meander, forte di una interprete di piglio, oltre che piuttosto attraente, come è Gaia Weiss, ha l'innegabile qualità di lasciarsi guardare con una certa macabra, incalzante attenzione dall'inizio alla fine. E ciò in fondo non è affatto poco”, scrive il nostro Alan Smithee.
Già imbarcati sull’arca di Noè, Finny e Leah cadono in mare. All’avventura su una zattera, dovranno cercare di sopravvivere esplorando il mondo circostante. Di produzione per lo più tedesca, è il seguito di Ooops! Ho perso l’arca, che Eagle Pictures ha portato nelle nostre sale nel 2014.
“Nonostante il meccanismo di precisione che segna la storia, Il prezzo dell'arte è un film basato sui personaggi. Non bisogna mai dimenticarsi di loro, anche perché sono caratterizzati da quegli elementi che ho imparato a conoscere durante i miei viaggi all'estero. Non si tratta come si può credere di archetipi o stereotipi: sono tutti più che autentici, nei loro pregi o difetti. Del resto, mi piace assorbire la realtà, rielaborarla e trasformarla in finzione. Mentre in Tutti pazzi per Rose ho affrontato il mondo delle segretarie, il lavoro delle donne e i concorsi di dattilografia in voga nel passato, in Il prezzo dell'arte ho voluto immergermi nell'universo dei traduttori. Ne ho conosciuti ben cinque, ho voluto sapere tutto sulla loro professione e ho posto domande sul loro modo di lavorare e su come vivono. Per alcuni si tratta di un'occupazione solida e ben retribuita, per altri invece è un lavoro molto precario", ha raccontato il regista. Nel cast, il nostro Riccardo Scamarcio.
Con Roberto Bolle, Antonella Albano, Martina Arduino, Gioacchino Starace, Gabriele Corrado
Eros e Tanathos, vittima e carnefice, violenza e resilienza, anima e corpo: sono molteplici i topoi della tragedia classica presenti in Madina. Temi universali che trascendono lo spazio e il tempo. Perché tutti potrebbero essere Madina, eroina che reagisce con dignità ferrea alle sofferenze inflitte da un sistema in bilico tra il bene e il male. Il messaggio di Madina sfrutta la brutalità della violenza per condannarla strenuamente e senza eufemismi. Ed è un messaggio tanto più esplicito, quanto più carnale nei corpi dei danzatori che diventano artisti tout court: “L’arte deve porsi il problema della comunicazione. Perché la comunicazione è il motivo stesso dell’esistenza dell’arte” afferma il compositore Fabio Vacchi. “La condizione assoluta è che le forme artistiche coinvolte in questo messaggio siano espresse alla massima potenzialità”. Con Roberto Bolle per la prima volta nei panni del cattivo.
“Io e Angela vuole essere un giusto mix tra una commedia esplosiva, con le dinamiche della screwball politicamente scorretta e un film di genere più vicino alla sensibilità giovanile. Il mio obiettivo è quello di abbinare la tradizione italiana (con la forza dei suoi dialoghi scoppiettanti e le situazioni paradossali) con una modalità di racconto più moderna e pop, attenta alla spettacolarità, con giusti effetti speciali e riferimenti al soprannaturale. Cercando di percorrere la stessa strada di pellicole come Lo Chiamavano Jeeg Robot o Moglie e Marito, capaci di sposare la qualità degli interpreti della commedia nostrana con elementi più vicini alla tradizione anglosassone, e a mezzi espressivi come il fumetto, la graphic novel o il romanzo di genere alla Stephen King. Lo script vuole ragionare anche su discorsi “alti” come la Vita e la Morte e il senso dell’esistenza di fronte all’ineluttabile”, ha commentato il regista. Ottimo prodotto ingiustamente gettato in pasto allo streaming. In anteprima per una settima su Sky Primafila, su tutte le altre piattaforme dalla prossima settimana.
Il biopic di matrice australiana racconta le vicende di una star del cinema di tutti i tempi: Errol Flynn. Attenzione, però: il divo è ancora un avventuriero, un contrabbandiere d'oppio, un giocatore d'azzardo, un combattente di strada, un donnaiolo e cercatore d'oro. Sfidando cannibali e coccodrilli, persegue il sogno dell'oro nella giungla della Papua Nuova Guinea, dove con il suo gruppo cercherà nuova avventura, fortuna e speranza.
“Il film del regista Magnus von Horn ci racconta con una buona presa narrativa le dinamiche di questa solitudine da devozione mediatica, che è il limite più evidente a cui la virtualità coltivata senza freni può portare, estraniando dalla realtà questi idoli e rendendoli alla stregua di idoli pagani, agnelli d'oro di culto al servizio di una società di apparenze ed estetica ove tutto ciò che conta è cavalcare la tendenza e presentarsi col giusto sorriso a denti smaltati e perfetti, con il fisico scolpito come insegna la fatica "coltivata" e completamente fine a se stessa del fitness, con la determinazione di un carattere proteso a concentrarsi solo sulla esteriorità, e dove l'animo e il proprio spazio interiore finisce per trovarsi relegato nell'angolo più buio ormai prossimo al completo oblio”, scrive ancora Alan Smithee.
“Superdeep (titolo banalissimo e anch'esso più da fumetto Marvel che da film russo) comincia benissimo e procede per almeno venti minuti in grande stile per poi mutare drasticamente all'arrivo della struttura ipertecnologica e talmente futuristica che contrasta con il periodo di ambientazione (in una sequenza appare Gorbaciov con look da primi anni '80, mentre pronuncia in televisione il discorso di Capodanno). La storia si sviluppa in un ciclico e ripetitivo via vai di militari nella base, senza che i poco elaborati effetti speciali - espressi in masse informi che dovrebbero essere i corpi dei contaminati - riescano a spezzare il desolante clima piatto. Nel proseguire poi si va di male in peggio: dopo un inizio con minaccia di un virus, sviluppato da un'ancestrale forma di muffa imprigionata nel permafrost, entra in scena un blob amorfo che senza troppo logica diventa il principale pericolo ma al cui contatto nessuno viene contagiato”: lo stronca così il nostro Undying.
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