Questa l’offerta dei principali titoli nuovi proposti in streaming dalle varie piattaforme.
I NUOVI FILM IN STREAMING NETFLIX
La settimana presenta un menù per tutti i palati: si va dallo storico La battaglia dimenticata al rondò sentimentale di Io, tu, lei e lui. Il nordico The Trip alza l’asta del grottesco mentre la Francia offre la commedia (in tempi di CoVid) 8 Rue de l’Humanité. Chiude l’horror di turno: Night Teeth.
I NUOVI FILM IN STREAMING MUBI E SKY
Mubi, la piattaforma del cinema d’autore per eccellenza, propone il suo percorso di scoperta nei confronti del cinema orientale proponendo Lucky Chan-sil mentre dalla Spagna recupera Endless Night. Sky propone in esclusiva ai suoi abbonati il dramma (sullo sfondo della Seconda guerra mondiale) Aspettando Anya e l’inedito Way Down, ispirato a un fatto realmente accaduto.
I NUOVI FILM IN STREAMING MULTIPIATTAFORMA
Tre sono i titoli principali su cui ruota l’offerta: Land, esordio alla regia di Robin Wright; Zona 414, fantascientifico con Guy Pearce e Matilda Lutz; e Gold Coast, basato su una storia vera. Completano il quadro il cartoon Injustice, i documentari Nella mente de L’Esorcista e Mystify, e l’horror danese Breeder.
Per quattro settimane, due coppie si scambiano i partner. Che fortuna, direte voi. Tutto fila liscio fino a quando, ricomposte le accoppiate, tutti si incontrano in un’isolata casa al mare e scoprono che nulla è come prima. Che fare quando i sentimenti non corrispondono più a quelli di prima? La risposta prova a darcela Florian Gottschick, regista tedesco che, a dispetto della giovane età, ha già analizzato più volte l’amore e le sue cinquanta sfumature.
Novembre 1944. Migliaia di alleati combattono contro l'esercito tedesco sull'isola allagata di Walcheren in Zelanda, toccando tre giovani vite legate indissolubilmente. Un ragazzo olandese che combatte per i tedeschi, un pilota di aliante inglese e una ragazza zelandese che si è unita a malincuore alla resistenza rimangono coinvolti e si trovano di fronte a scelte cruciali che non riguardano solo la propria libertà, ma anche quella degli altri. Bell’esempio di cinema sentimental-bellico, sceneggiato da Paula van der Oest.
Lars (Aksel Hennie) e Lisa (Noomi Rapace) hanno perso quasi tutto l'amore che avevano l'uno per l'altra all'inizio della relazione e ora faticano a tenere in vita il loro matrimonio e le loro ambizioni. La carriera di regista di Lars si è arenata nelle soap opera, mentre Lisa non riesce a ottenere una parte da anni. Lars si sente ignorato, sospetta che lei lo tradisca e ha problemi finanziari. Lisa pensa che Lars sia un codardo, viziato ed egocentrico. La loro vita non è per niente come se la immaginavano e men che meno il loro matrimonio... Perciò un fine settimana nella baita di famiglia nei boschi sembra l'occasione perfetta per liberarsi del coniuge. Per sempre. Ma nemmeno questa gita va come pianificato: li aspettano molti più colpi di scena e sorprese di quanto pensassero. Evento speciale al Festival di Sitges, è firmato da Tommy Wirkola, che aveva già diretto la Rapace in Seven Sisters.
Sette famiglie che vivono nello stesso palazzo sono costrette a vivere in lockdown a causa del Covid-19. Daranno ovviamente il peggio di loro stessi ma non raggiungeranno mai i bassi livelli del nostro Lockdown all’italiana: se ci pensiamo, il presupposto è simile. Cambiano i risultati, ovviamente. Dopotutto, i francesi hanno Dany Boon, noi abbiamo dovuto accontentarci di Ezio Greggio. E il paragone è impietoso.
Per guadagnare qualche soldo, l'eccentrico studente universitario Benny accetta di fare l'autista per una notte. Il suo compito? Trasportare da una festa all'altra in giro per Los Angeles due misteriose giovani donne. Ammaliato dal loro fascino, il giovane scopre presto che anche le due clienti provano qualcosa per lui... un'implacabile sete di sangue. La nottata gli sfugge di mano e Benny si trova al centro di una guerra clandestina tra alcune tribù rivali di vampiri e i guardiani dell'umanità guidati da suo fratello, pronto a tutto pur di rispedire nell'ombra le pericolose creature. Mentre l'alba si avvicina, Benny deve scegliere tra la paura e la tentazione se vuole sopravvivere e salvare la città degli angeli. Belle commistioni ma soprattutto belle vampire (il sangue che bevono sul set era semplice succo di mirtillo, hanno tenuto a precisare), in omaggio agli anni Ottanta che furono.
Con Yoo-ram Bae, Mal-Geum Kang, Young-min Kim, Seung-ah Yoon, Yuh-jung Youn
“Ennesima conferma del momento magico che sta attraversando il cinema sudcoreano in questo momento. Ed è pure donna la regista Kim Cho-Hee. Regista che ama Ozu e si è nutrita del cinema europeo di Wenders di Il cielo sopra Berlino e di Kusturica di Il tempo dei gitani. Delicatissimo film attraversato dal fantasma di Leslie Cheung de In the mood for love e con un tocco rohmeriano nel finale con quella luna gialla che si confonde con il viso della produttrice-protagonista. Come un Raggio Giallo”, scrive il nostro Doinel50 nella sua recensione.
Con Misha Bies Golas, Nuria Lestegás, M. Pozas Vázquez, Verónica Quintela, Manuel Pumares
“Quando ho cominciato questo progetto, nel 2013-14, la Spagna stava attraversando una profonda crisi politica ed economica. Io stesso stavo passando un brutto momento, ero quasi al verde e senza lavoro. Il clima di depressione si respirava ovunque: nelle conversazioni, tra amici e parenti che rimanevano disoccupati o emigravano all’estero. I media continuavano ininterrottamente a proporre notizie di corruzione politica, di rischi di fallimento e di sfratti. Ho allora cominciato a interessarmi alle ragioni della crisi e, soprattutto, al fallimento delle istituzioni nell’affrontarla. Ho letto molto e più andavo indietro nel tempo più capivo che le cose che leggevo erano particolarmente importanti per capire il presente. Arrivando alle memorie dei galiziani che avevano vissuto la guerra civile, mi sono reso conto che erano più lucidi loro che noi nel descrivere e nello spiegare la realtà sociale e politica che li circondava”, ha ricordato il regista.
Dramma bellico, è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Michael Morpurgo, pubblicato nel 1990. La storia inizia nell’estate del 1942 quando, durante l’occupazione tedesca della Francia, in un piccolo villaggio dei Pirenei un giovanissimo pastore scopre diversi bambini ebrei nascosti in una fattoria gestita da una vedova e dal figliastro Benjamin, un uomo che ha perso le tracce della figlia Anya e che spera un giorno di ritrovarla. La commozione è assicurata, il cast è quello delle grandi occasioni: peccato che il risultato non sia stato all’altezza delle aspettative. Comunque, da vedere.
Ha raccontato il regista: "Mi hanno sempre affascinato le storie con al centro colpi sotto copertura, complicate rapine e missioni impossibili. Le sfide, i misteri e qualsiasi cosa spinga a osare, accendono la mia curiosità, una curiosità che nel tempo si è trasformata in passione. Ho lavorato a Way Down per alcuni anni, da quando ho ricevuto la sceneggiatura che faceva leva su alcuni elementi per me appetibili: un tesoro di inestimabile valore che per secoli è stato considerato perduto, una scatola misteriosa che nasconde il segreto della sua posizione, qualcuno disposto a fare qualsiasi cosa per mettervi le mani sopra e uno dei luoghi più impenetrabili al mondo. Il tesoro è quello accumulato da sir Francis Drake negli anni trascorsi a razziare le navi dell'Armada spagnola e poi sequestrato dalla Corona inglese. Il luogo impenetrabile è rappresentato dalla Banca di Spagna, il cui caveau è sempre stato avvolto dal mistero ed è legato a una leggenda che parla di sconosciuti sistemi di sicurezza che coinvolgono l'acqua. La rapina da mettere a segno deve avvenire nell'unico momento della storia in cui l'architettura della banca può diventare vulnerabile: i 105 minuti di Spagna contro Olanda, finale dei Mondiali di calcio del 2010, prima che mezzo milione di persone si riversino per festeggiare a Plaza de Cibeles, a Madrid, proprio di fronte alla banca. In pratica, in Way Down si incontrano due partite, due sfide impossibili: entrare nella cassaforte e vincere la Coppa del mondo di calcio... due bombe a orologeria perfettamente sincronizzate che esploderanno nello stesso momento.
“Con la regia della Wright (la quale riflette, a mio parere, le sue apprezzabilissime doti di attrice: sincera, discreta, bella suo malgrado e senza saperlo, lontana dai rumori dei fuochi d’artificio dello star-system non per snobismo, ma con sincera e umile consapevolezza di ciò che da questo la differenzia) Land diventa un film non certo indimenticabile, ma nemmeno uno di quelli che passa e basta, senza lasciarti niente; ed anzi (grazie anche ai due ottimi protagonisti e a quel guizzo finale davvero pregevole) invita sommessamente a tornare a lui ancora, con la mente e con il cuore”, scrive il nostro Leporello.
Andrew Baird esordisce nel lungometraggio con una storia tanto ambiziosa quanto fantascientifica. Siamo in un futuro prossimo in una colonia popolata da robot umanoidi. Una ragazza è scomparsa e un investigatore privato deve riportarla a casa con l’aiuto di un’avanzata forma di intelligenza artificiale. Ma siamo sicuri che nella Zona 414, questo è il nome della colonia, tutto sia così limpido come si vuol far credere? A dispetto di una sceneggiatura con qualche buco di troppo, ottima è la prova di Pearce protagonista, affiancato dalla nostra Matilda Lutz (più conturbante che mai) e da un irriconoscibile Travis Fimmel.
“Il film, interessante nell'incipit, stupendo nelle locations e molto ben recitato dall'ottimo cast, Oftebro primo fra tutti, soffre di quella che io definisco 'sindrome da artista insicuro'. Ossia, di quella sorta di apparente (auto)obbligazione di cui tanti, troppi cineasti da festival sembrano essere schiavi, di infilare a forza nelle proprie opere pennellate oniriche e simbolismi a go-go capaci (a volte) di mandare in brodo di giuggiole critici non meno insicuri dell'autore stesso. Il problema è che il risultato ottenuto è troppo spesso esattamente l'opposto di quanto desiderato”, scrive lapidario il nostro Marcopolo30.
Si è fatto un gran parlare in questi giorni di Superman. Nel nuovo numero del fumetto, sarà bisessuale. Orrore, hanno scritto molti, trascurando un dettaglio non da poco: non è Clark Kent a rimettere in discussione la sua identità sessuale, il bisex è il figlio, a passo con i tempi. Ci sarebbe piaciuto che a far notizia non fosse con chi va a letto Superman ma semmai questo cartoon in cui il super eroe diventa cattivo. Bigotti.
Cosa si nascondeva nella mente di Friedkin mentre realizzava L’esorcista, il capolavoro dell’horror che ancora oggi tanti fa tremare? Il regista stesso ne ripercorre i segreti confrontandosi con i misteri della fede e del destino, che hanno plasmato la sua esistenza e la sua filmografia. Passato fuori concorso qualche anno fa al Festival di Venezia.
“Dallo sceneggiatore danese di quel Pusher che rivelò Nicholas Winding Refn, Jens Dahl, Breeder è un horror scatenato che parte bene e ricorda per stile ed efferatezza i più convincenti film di Eli Roth (Hostel in particolare). Poi, tuttavia, dopo una bella fase di partenza, il film pare annaspare e le soluzioni in cui si crogiola, nonché il finale insistito e prolungato, finiscono per raffreddare molto gli entusiasmi, se non addirittura per arrecare una certa irritazione”, scrive il nostro AlanSmithee.
Michael Hutchence è stato il leggendario frontman del gruppo rock INXS fino alla sua prematura morte, avvenuta nel 1997. In questo documentario se ne ripercorre la vita e la carriera focalizzando l'attenzione sulle sue numerose passioni ma anche sui suoi demoni personali. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019.
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