Metaforicamente schiacciata tra l'uscita di Dune di settimana scorsa e quella di No Time to Die, in arrivo giovedì prossimo, questa settimana presenta un po' meno titoli (il film di Villeneuve ieri aveva ancora 800 schermi a sua disposizione) e nessun prevedibile campione di incassi. Però ci sono due titoli italiani e uno giapponese di prestigio: c'è il nuovo film di Moretti, c'è Il buco di Frammartino (premiato a Venezia) e c'è Drive My Car (premiato a Cannes). Sono film che hanno un trattamento molto diseguale: il primo ha dalla sua 340 schermi, il secondo 25, il terzo una dozzina.
Va meglio a Space Jam: New Legends che invece ne totalizza oltre 400, mentre il capitolo due di Escape Room ne ha poco meno di 200.
Con Stefano Levi della Torre, Carlo Ginzburg, Vincenzo D'Elia, Filomena Poidomani
Pittore e medico, scrittore e antifascista. La figura di Carlo Levi, reso celebre oprattutto dal suo romanzo Cristo si è fermato a Eboli, viene raccontata in questo documentario, con un particolare focus sul periodo di confino nel lucano prima e nel materese poi che sarebbe stati fondamentale per la nascita del romanzo, determinante nel porre nel dopoguerra la questione meridionale.
Tratto dal romanzo omonimo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, presentato a Cannes 2021 in concorso, il film di Moretti con Buy, Scamarcio, Rohrwacher e Gianni (tra gli altri) rappresenta un unicuum nella filmografia del regista romano. È infatti la prima sua opera non basata su un soggetto originale, ma che mette appunto in scena un testo altrui. Sembra - a sentire le critiche di chi lo ha già visto - che questo abbia determinato anche scelte registiche anomale rispetto alle modalità narrative sin qui adottate da Moretti. Accolto con molti applausi alla proiezione a Cannes, tornato da lì a mani vuote e con critiche anche negative, affronta ora la prova del pubblico nelle sale, prova che finalmente ci darà una risposta e un chiarimento dopo segnali di ricezione quanto meno contradditori.
Sono passati ben 11 anni dal precedente lavoro di Frammartino - Le quattro volte. Per la giuria del Festival di Venezia, dove il film era in concorso, ha valso la pena aspettare. Al film documentario dell'autore italiano - che ricostruisce con grande rigore, senza dialoghi e senza musica, l'impresa di un gruppo di speleologi piemontesi nel 1961- è infatti andato il Premio speciale della Giuria.
A Cannes 2021 ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, insieme al premio della stampa FIPRESCI e a quello del gradimento del pubblico. Impossibile quindi non dare attenzione a questo nuovo titolo dell'apprezzato regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi. Tratto dal racconto omonimo di Haruki Murakami. La trama verte intorno al rapporto tra un regista e attore teatrale vedovo e ancora sotto shock per la morte della moglie e una giovane che gli fa da autista ora che lui ha accettato di tornare a dirigere in teatro una nuova messa in scena di Zio Vanja di Cechov.
Presentato come un "progetto diopera d’arte totale, un viaggio iniziatico che conduce dritto al centro del mistero delle nostre esistenze", il quarto film di Marco Filiberti riprende non solo le precedenti esperienze di regie cinematografiche, ma anche quelle teatrali, condensatesi attraverso il contenitore didattico e produttivo Le Vie del Teatro, attivo in Val'dOrcia.
Il film di Adam Robitel è il seguito di Escape Room, suo titolo del 2019 in cui i protagonisti dovevano usare ingegno e deduzione per evitare la morte e fuggire da un'escape room. In scena tornano i sopravvissuti a quell'esperienza terrificante, Zoey e Ben, determinati a scoprire chi abbia ucciso i loro compagni. Insieme a nuovi compagni di avventura si troveranno alle prese con enigmi apparentemente insormontabili in una serie di location dove la corsa contro il tempo si fa lotta per la spravvivenza.
Il racconto della pandemia all'interno struttura degli Spedali Civili di Brescia, che è stata travolta da un'ondata di malati a partire dal marzo 2020, quando le provincie di Bergamo e Brescia furono le più tormentate.
Star dello sport e conigli: un nuovo capitolo (a 25 anni dal primo Space Jam dove recitava Michal Jordan) rinsalda la relazione tra i due mondi, grazie a questa commedia dove LeBron James, campione del basket americano, lotta al fianco di Bugs Bunny dopo essere stato proiettato e intrappolato in un metaverso abitato dai personaggi dei Looney Tunes.
La commedia napoletana è quasi un sotto genere a sé, un po' come la musica neomelodica (con la quale va naturalmente a braccetto) e che conta tipicamente su un pubblico locale. È il caso di questo lavoro di Gianluca Ansanelli che butta in burla il mondo della camorra, mettendo al centro della scena un camorrista sfigato e tutto sommato buono.
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