Tanto cinema è in arrivo nelle sale italiane - in aggiunta a quello che già c'è. Il weekend sarà piovoso e quasi autunnale: in fondo il 21 "termina" ufficialmente l'estate. È il momento buono per testare quanto il pubblico italiano, che si è sin qui tenuto abbastanza distante dal cinema, sia pronto a riprendere una sana abitudine.
La cartina tornasole sarà anche l'incasso di Dune, il film di Villeneuve che riprende il romanzo originale e si misura (ma forse poi nemmeno troppo, visto che troppe sono le differenze) con l'opera di Lynch. La sensazione è che però si debba stare attenti a non riporre troppe speranze: si tratta pur sempre di un'opera di fantascienza e la fantascienza non è il genere che tira di più in Italia: non bisogna forse confondere le attese cinefile (a cui Dune per una serie di motivi risponde) con quelle del grande pubblico. Tra l'altro i primi dati (quelli del botteghino del weekend, per intenderci, o perlomeno quelli dei primi due giorni) potrebbero essere falsati dalla base dei fan del genere, che in questi casi agiscono come early birds, accorrendo per primi alle proiezioni. Forse più che il primo incasso, che non potrà che essere buono (visto anche il considerevole numero di sale che accoglierà il film), il risultato si misurerà dalla tenitura del titolo nelle settimane successive. Non va dimenticato anche che tra due settimane scenderà in campo No time to die, l'ultimo Bond con Daniel Craig, e quello sì che sarà un vero test...
Fu così che lo appellò Visconti alla prima a Londra di Morte a Venezia, nel 1971. Il "ragazzo più bello del mondo" era Bjorn Andersen, il quindicenne svedese scelto dal regista per il ruolo di Tadzo nel film ispirato dal testo di Thomas Mann. Da allora l'attore - con una carriera meno che mediocre e che oggi somiglia a Gandalf - si portò addosso quella frase, che più che un viatico suonò poi nella sua vita quasi come una maledizione.
Quello che si chiama tempismo perfetto: la grande Mostra dedicata a Raffaello, tra i più grandi pittori del Rinascimento italiano, si inaugurò il 5 marzo dell'anno scorso. Quattro giorni dopo l'italia intera sarebbe entrata in lockdown. La grande mostra, allestita con sfarzo e molto lavoro, divenne così invisibile e solo la proroga permise a pochi di poter ammirare nel sontuoso setting l'esposizione delle oltre 200 opere dell'artista urbinate. Il titolo (preceduto da Raffaello, il giovane prodigio che però potè mostrare solo in parte le opere esposte). Questo documentario rappresenta così l'unico possibile surrogato per rivisitare virtualmente la mostra evento, realizzata per festeggiare i 500 anni dalla morte dell'artista.
Con Guido Caprino, Elena Radonicich, Thony, Libero De Rienzo, Alessandro Giallocosta
Farla finita, ma piano, in armonia, in amicizia, civilmente. È il progetto della coppia protagonista del film di Stefano Sardo: sono Tommaso (Guido Caprino) e Alice (Elena Radonicich), che stanno insieme da quindici anni e che non si vogliono male, solo forse non si vogliono più bene. Un'ipotesi realizzabile?
Presentato nella sezione non competitiva Notti veneziane, realizzata dalle Giornate degli Autori nel corso della Mostra del Cinema di Venezia.
Denis Villeneuve ci sta prendendo gusto a "rifare", e a misurarsi con i giganti. Dopo l'impossibile e tuttavia non fallimentare operazione di dare un sequel a un cult come Blade Runner, ecco ora il confronto con Dune e quindi implicitamente - oltre che con il romanzo di Frank Herbert - con Lynch. C'è però una gran differenza: che mentre Blade Runner fu un successo planetario, il Dune di Lynch fu amato solo da chi amava già il regista e il suo cinema enigmatico, mentre tanti appassionati di fantascienza lo detestarono.
Proiettato in anteprima a Venezia, fuori concorso, il film ha già un voto e delle recensioni, ma la vera prova la si avrà quando incontrerà un pubblico più vasto. Certo è che le aspettative sono molte: per la regia, per l'imponente cast che ha al suo centro Timothée Chalamet e perché è uno dei grandi film la cui uscita è stata bloccata a lungo dalla pandemia. Anche per questo la sua valutazione, un po' come quella di Tenet l'anno scorso, rischia di essere condizionata - nel bene o nel male - dalle attese del mercato e dei media, prima ancora che del pubblico.
Il dramma della demenza - che colpisce anche persone non necessariamente anziane - raccontato dall'interno di una coppia gay matura, solida e amorevole. Colin Firth e Stanley Tucci interpretano i due personaggi principali del secondo film di Harry Macqueen che propone una storia intensa, drammatica e sentimentale.
Qualcuno potrebbe ricordare Scimmie come noi, dello stesso Laguionie, che - tratto dal libro di Norman Hudis - ci portava in un mondo di scimmie umanizzate. Questo secondo lavoro, a distanza di 20 anni e con un'animazione molto più raffinata nello stile, ci riporta in quell'universo diverso, raccontando la storia di un vecchio principe che approda presso una famiglia "dissidente" che vive in isolamento. Farà amicizia con il ragazzino di casa e sarà coinvolto nella riabilitazione della famiglia.
Tratto dall'omonima piece teatrale di Maurizio di Giovanni (qui anche sceneggiatore) e presentato alla Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema, il film diretto da Alessandro Gassmann con Massimiliano Gallo, Margherita Buy e Marina Confalone è la storia di una famiglia dai grandi alti e bassi: tanto eccezionale, quanto disfunzionale. La trama ruota intorno alla messa in vendita della casa di famiglia, un tempo lussuosa e ora cadente. Tutti sono addolorati per la scelta, necessaria, ma qualcuno proprio non è d'accordo: il capofamiglia, Valerio. Lui, scrittore da tempo inattivo, si oppone, ma sarà nel corso del processo di elaborazione e discussione della scelta che inizierà a scoprire molte cose che non sapeva dei suoi figli e di chi gli sta intorno.
Commedia brillante diretta da Icíar Bollaín che ha trionfato al box office spagnolo e ottenuto 8 nomination ai Premi Goya. Il film racconta un fenomeno internazionale che ha origine in Giappone ma che, in pochissimo tempo, si è diffuso in tutto il mondo: il matrimonio in solitaria(“sologamia”). A metterlo in pratica è Rosa, sull'orlo dei 45 anni, che ha sulle spalle una famiglia complicata e che vorrebbe invece mettersela alle spalle...
Arriva dal Certain Regard il film di Justin Chon - qui anche attore (del resto è stato il suo ruolo come interprete nella saga di Twilight a renderlo popolare) al fianco di Alicia Vikander, premio Oscar per The Danish Girl.
La trama, drammatica, ruota intorno al tema dei respingimenti operati dal governo americano nei confronti anche di immigrati di lunga data. Proprio come il protagonista, Antonio, di origini coreane ma in America da quando aveva tre anni, che si trova a doversi confrontare con lo spettro dell'improvvisa deportazione dall'unico Paese che ha sempre considerato la sua patria.
Regista televisivo di molti sceneggiati italiani, Cluadio Norza firma la sua prima regia cinematografica: un melo' che prosegue le vicende narrate nel film di Alice Filippi Sul più bello. Immutata l'interprete principale (e alcuni dei comprimari) Ludovica Francesconi. nei panni di Marta ragazza dal cuore vivace e alle prese con una malattia.
"I poveri come non li avete mai visti". Ci scherza su Sabina Guzzanti, ipotizzando un titolo alternativo al suo documentario che entra con sguardo partecipe nella vita di un palazzo romano occupato dove vivono 450 persone e che è stato portato agli onori della cronaca quando l'elemosiniere del Papa Konrad Krajewski si improvvisò elettricista e riattacco personalmente la corrente che era stata staccata per morosità, con un atto di disobbedienza civile. Nel palazzo però, al buio dai nostri sguardi e ora alla luce dell'obiettivo della Guzzanti, è in corso non solo un'occupazione, ma un vero esperimento sociale, con le persone impegnate nel tentativo di darsi una forma sociale e culturale e di agire come soggetto politico.
Chissà se le paralimpiadi da poco concluse porteranno attenzione al film di Teemu Nikki, una commedia - a modo suo - che racconta di un'impresa da medaglia d'oro: quella del protagonista Jaako (e dell'attore Petri Poikolainen, che lo interpreta e che soffre realmente di sclerosi multipla) che decide di intraprendere un viaggio - benché cieco e sulla sedia a rotelle - per raggiungere la donna che ama e con la quale ha avuto sin qui solo un rapporto a distanza.
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