Entrano tutti (tranne TIgers, fanalino di coda con 25 schermi) con un discreto numero di sale i nuovi film in programmazione da oggi. È comprensibile: si tratta mediamente di titoli che hanno un potenziale pubblico. È sicuramente vero per Old, l'horror sui generis (psicologico forse prima che visivo) di M. Night Shyamalan, che ha diretto titoli sempre piuttosto amati (con punte importanti in titoli come Il sesto senso, The Village, Split). Vale anche per il nuovo film dello studio Ghibli, che ha però due importanti novità: il Miyazaki alle regia è l'esordiente figlio, non il famoso padre, e l'animazione è per la prima volta digitale. Sognando a New York è poi un musical, molto danzato, rappato e coreografato. L'action Snake Eyes riprende poi la saga di G.I. Joe e ha da qualche parte una sua fan base.
Il primo progetto realizzato in 3D dal mitico Studio Ghibli porta la firma di Goro Miyazaki, figlio di cotanto padre. Tratto, come Il castello errante di Howl, da un'opera di Dianne Wynne Jones, non perde il gusto tutto giapponese per il soprannaturale, raccontando di una ragazzina orfana con superpoteri che viene adottata da baba Yaga, una vera strega.
Non invecchiare mai, nascere vecchi e tornare giovani... il cinema ha sempre raccontato la condizione umana e le sue fasi ma vi ha anche talvolta giocato, immaginandosi scenari impossibili. Lo fa ora anche M. Night Shyamalan, che si è fatto ispirare da Sandcastle, graphic novel di Pierre Oscar Levy e Frederik Peeters, per raccontare la storia di una spiaggia dove alcuni turisti scoprono di invecchiare molto ma molto più velocemente. E il tramonto si avvicina.
All'inizio fu una fortunata serie di action figure prodotti dalla Hasbro negli anni Sessanta: soldatini, o meglio soldatoni, o bambolotti in forma di soldato... decidete un po' voi. Praticamente alternative militari alla Barbie. Poi arrivarono le serie animate e infine i film - G.I. Joe - La nascita dei Cobra (2009) e G.I. Joe - La vendetta (2013). Questo ora in arrivo è uno spin-off del primo, con Henry Golding e Samara Weaving nei ruoli principali e con la regia di Robert Schwentke, che si è fatto le ossa nel genere action dirigendo tra gli altri due capitoli della serie The Divergent.
Coloratissimo, popolato e ovviamente molto ballato e cantato: è l'adattamento su grande schermo del premiato musical In the Heights che racconta del sogno di un giovane originario della Repubblica dominicana che vive a Washington Heights, all'estremità nord di Manhattan, oltre Harlem.
La regia è affidata a Jon M. Chu, già alla guida di pellicole "danzerecce" come Step up 2 e 3, di opere dedicate alla musica e di film sull'orgoglio delle minoranze statunitensi, come Crazy & Rich.
Sognare il mondo dei Campioni e, quando è lì a un passo, mollare tutto. È la storia vera di Martin Bengtsson, giovane calciatore svedese che a 16 anni approdà nella formazione Primavera dell'Inter e che non seppe resistere - o meglio scelse di non resistere - alle pressioni di un mondo esagerato ed esagitato, ritirandosi dallo sport e da una carriera probabilmente scintillante a soli 19 anni. A fronte della vittoria dell'Italia agli Europei il film del regista e sceneggiatore Ronnie Sandhal è probabilmente il contraltare giusto per raccontare quanto non sia oro quel che luccica.
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