Ancora tanti film: ci stiamo abituando, sembra quasi normale, ma solo un mese fa sembrava un sogno. Chissà se ricominceranno ad abituarsi anche gli spettatori: non parliamo dei cinefili che hanno già mostrato e stanno mostrando i loro sforzi, ma di quelli più occasionali, quelli che al cinema ci vanno per svago e che hanno quindi bisogno di film che offrano loro l'occasione. Questo infatti è il primo weekend in cui le occasioni non mancano: la prima, più corposa. è data dal film Disney Crudelia, che è pur vero che esce anche in streaming, decapitando parte del suo pubblico potenziale. Ma poiché si tratta di un film con una platea estesa a più fasce di età, il risultato di questo live action al botteghino è già di per se una cartina tornasole interessante: uscirà su tantissimi schermi, 500 si dice (ma la conta di questi tempi non è mai facile). Sono forse pochi meno di quanti ne avrebbe avuti prima della pandemia. Funzionerà da richiamo? La stessa domanda si pone per Freaky, commedia horror-demenziale, anche questa adatta a un pubblico di teen-agers, che invece di sale ne avrà però molte meno (ed è naturale): circa 150. Numeri invece molto più piccoli per i film autoriali, che vengono ridimensionati dopo aver avuto campo libero per quasi un mese. Il film Fortuna, di Nicolangelo Gelormini, avrà 30 sale, mentre l'ultimo lavoro del celebrato Roy Andersson ne avrà 22.
È un'uscita a metà quella del prequel Disney che ci racconta le origini della figura di Crudelia De Mon, la villain di La carica dei 101. Lo è perché l'uscita nelle sale del 26 si accompagnerà, due giorni dopo, a quella in streaming su Disney+, impoverendo indubbiamente l'effetto potenzialmente positivo sugli incassi: da tener presente che mediamente i genitori dei bambini/ragazzi appartengono a fasce d'età non ancora vaccinate e forse le famiglie non si sentiranno sufficientemente sicure o motivate a una bella uscita al cinema. Ciò detto, il film interpretato da Emma Stone ci porta nella Londra degli anni '70, dove incontriamo una Crudelia molto trendy e un po' punk che inizia i suoi passi nel mondo della moda, pronta a mostrarci, un po' come è avvenuto per il Joker di Todd Philips, come accade che si diventa davvero cattivi.
Con Valeria Golino, Pina Turco, Cristina Pagnotti, Giovanni Ludeno, Anna Patierno
In streaming su Rai Play
Elaboratissimo nelle soluzioni estetiche, il film di Nicolangelo Gelomini (qui al suo primo lungometraggio ma che ha anche lavorato come assistente di Sorrentino) prende spunto da un caso di cronaca terribile: quello di Fortuna Loffredo, la bambina violentata e uccisa al Parco Verde di Caivano, nel napoletano, luogo di orrori. Dalla cronaca però il film si stacca, usandola solo come spunto, nel tentativo di trasfigurare l'orrore con l'arte, di sublimarlo. Ai vari festival a cui il film ha partecipato l'operazione è parsa sensata e compiuta: alla famiglia Loffredo, che sta intentando una causa contro la produzione, no, suscitando un possibile dibattito sulla libertà artistica. Nel cast troviamo la piccola Cristina Magnotti e, in due ruoli "condiviso", Valeria Golino e Pina Turco, che si scambiano le parti della madre e della piscologa della piccola.
La guerra e la sua estetica - nel senso vasto e originale del termine estetica, così come da etimologia greca. Cosa davvero viviamo ed esperiamo della guerra nella sua lunga relazione con l'immagine e soprattutto con quella in movimento? Quanto questa relazione si è nutrita di volontà di pace e quanto invece è stata strumento di propaganda di se stessa? Le riflessioni cui apre il lavoro di Massimo D'Anolfi e di Martina Parenti - obiettivamente tra i migliori documentaristi italiani e non solo - sono molte, grazie a questo loro lavoro che si serve di un apparato estremamente ricco di immagini provenienti da vari archivi e capaci di mostrare il racconto della guerra del passato come di quello della guerra presente e addirittura di sbirciare in quello delle guerre del futuro.
Con Martin Serner, Jessica Louthander, Tatiana Delaunay, Anders Hellström, Jan Eje Ferling
Torna Roy Andersson, il 78enne regista svedese che cinque anni fa vinse il Leone d'Oro con Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza. La lunga pausa non ne ha modificato lo stile: camera fissa su varie situazioni che come tableaux vivants mostrano un'umanità alle prese con piccole e grandi situazioni, mescolando alto e basso ma al tempo stesso elevando tutto e portandolo al nostro sguardo come segno, traccia, memoria.
Bambini che non stanno al loro posto. Bambini ai quali non ha senso fare la classica domanda "cosa farai da grande?", visto che quello che vogliono fare lo stanno facendo già ora: ribellarsi e parlare. Il documentario di Gilles de Maistre guarda al ruolo dei piccoli che alzano la voce, denunciando quello di cui loro sono spesso vittime - la violenza, lo sfruttamento, la povertà. Il tono può sembrare un po' agiografico o celebrativo, ma la causa è sacrosanta. Film patrocinato dal Comitato Italiano per Unicef Italia e della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco.
Vuol far ridere o vuol far paura? Decidete voi: Il film di Cristopher Landon è al tempo stesso uno slasher (con un maniaco criminale seriale) e un body-swap movie (uno di quei film in cui due personaggi si scambiano il corpo). Una specie di Face-Off, insomma, dove la ragazzina bionda perseguitata - interpetata da Kathryn Newton - si scambia di corpo con il "Macellaio", che è invece interpretato da Vince Vaughn. Le conseguenze sono, ovviamente, grottesche e demenziali.
Con Emilia Verginelli, Michele Cesari, Martina Palmitesta, Giulia Di Quilio
Film per young-adult (si dice così?) che sbircia nelle vite, anche sessuali, di tre giovani disinibiti (chiamiamoli così) che decidono di annotare nel quaderno nero del titolo tutte le loro esperenze, descritte nei dettagli. Regia dell'esordiente Marilù Manzini e tratto da un suo stesso romanzo.
È bello il titolo del documentario di Alberto Valtellina e Paolo Vitali e ci dice una cosa importante che dovrebbe essere scontata e che invece scontata, nei fatti prima ancora che nei pensieri della gente, non è. Il racconto si svolge nel nostro ieri più immediato e prossimo: quando le scuola, nell'estate scorsa, si preparavano a gestire il rientro "in sicurezza", ranne poi scoprire che tutto si sarebbe fermato e trasformato nella didattica a distanza, palliativo faticoso e complicato dell'intero che la scuola rappresenta..
È stato selezionato nell'ultima edizione del Torino Film festival (online) il film di Alessandro Grande: la storia della relazione tra un padre e una figlia - già segnata dalla morte della madre - che si fa più problematica dopo un tragico incidente che mette a dura prova l'etica personale dei due. Opera d'esordio.
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