È passato così tanto tempo che quasi avevamo perso la mano. Eppure è tutto vero: eccoci qui, di nuovo al lunedì, con i risultati al botteghino dei cinema italiani. L’ultima volta che ne abbiamo parlato era il 19 ottobre e se li contate sono più di sei mesi. Innanzitutto una considerazione: pensavamo peggio. Nell’unico confronto possibile - quello con le ripartire di giugno del 2020 - il weekend appena concluso ne esce vincitore e alla grande. Allora le sale aperte erano 230, questa volta invece sono state circa 370. Ma non solo: gli spettatori che si erano recati al cinema l’anno scorso - sempre nella settimana di riapertura che fu per la precisione quella dal 15 al 21 giugno 2020 - furono circa 26 mila: questa settimana invece al cinema sono state più di 100 mila. E così pure - ovviamente - è il trend degli incassi che questa settimana sono stati 675 mila euro contro i 147 mila della settimana di giugno 2020. Naturalmente il perché è subito chiaro: al di là di ragionamenti possibili sulla voglia di cinema del pubblico, quando si riaprì nel 2020 era giugno e i titoli in sala erano debolissimi. Questa volta invece il periodo primaverile (e il brutto tempo al nord) hanno aiutato, ma soprattutto ha aiutato l’uscita nelle sale di titoli di richiamo: tra tutti - inutile dirlo - il recente vincitore dei premi Oscar. Nomadland ha totalizzato da solo i 2/3 dell’incasso complessivo con una media sala di tutto rispetto, di poco sopra a 3100 euro. Sono numeri da quasi normalità - anche se riguardano un solo titolo. Va inoltre considerato - sempre parlando del confronto con il 2020 - che quest’anno il coprifuoco alle 22:00 è molto penalizzante per le sale: sottrae l’ultima proiezione e obbliga ad anticipare quella più importante. Chiaramente il pubblico che è tornato a sedersi di fronte a un grande schermo è stato quello più militante: cinefili e sostenitori del cinema in sala che hanno voluto dare un segnale chiaro. L’ipotesi è rafforzata dal risultato della proiezione di In the Mood for Love in versione restaurata: un film di vent’anni fa, probabilmente visto e rivisto dai più, che fa registrare la seconda media sala (1350 euro). Osiamo dire che se i distributori sapranno interpretare correttamente questo dato, continuando a proporre titoli di qualità e di richiamo, le cifre potrebbero aumentare. La normalità è lontana, lontanissima: ma la velocità con la quale ci si avvicinerà ad essa diventa ora un fattore determinante e solo proposte di valore possono fungere da acceleratore.
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