Nella settimana degli Oscar il titolo di punta da segnalare è senza dubbio Nomadland di Chloé Zhao, che Disney+ propone in contemporanea con le sale cinematografiche. Il film, vincitore di tre premi, è il primo che in Italia esce contemporaneamente in sala e in streaming: sarà interessante valutare quale dei due canali ha avuto maggior riscontro. I risultati, però, potrebbero essere appannati dalla presenza sui canali “non ufficiali” della copia pirata del film, che oltreoceano è già arrivato in homevideo.
Non si può però non citare l’uscita su Amazon Prime Video di Senza rimorso, titolo americano che immerge il nostro Stefano Sollima nell’universo letterario di Tom Clancy.
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Punta sul thriller con Amanda Seyfried la piattaforma: L’apparenza delle cose è il titolo forte della settimana. A questo vanno aggiunti il lungometraggio animato I Mitchell contro le macchine (inizialmente previsto per le sale con il titolo di Superconnessi), la commedia brasiliana Due canaglie e, direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia, il dramma indiano The Disciple.
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Senza rimorso, romanzo thriller di Tom Clancy, è l’inedito che la piattaforma propone ai suoi spettatori. Rivisto e corretto, il romanzo è diventato nelle mani di Sollima un action all’insegna dell’adrenalina.
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Arriva il miglior film dell’anno. Aveva già vinto il Leone d’Oro a Venezia e si è ora aggiudicato tre preziosi Oscar: film, regia e attrice protagonista. È, ovviamente, Nomadland.
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Sky propone in esclusiva l’inquietante Dietro la notte, che salta l’uscita in sala per il vod. La piattaforma 1895 punta invece su Gelsomina Verde, interessante esperimento con cui si racconta un fatto di cronaca realmente accaduto. Chiudono l’offerta Dreamland con Margot Robbie, il dramma italiano sulle conseguenze del lockdown del 2020 I giorni bianchie il drammatico Regina.
È tratto da un acclamato romanzo di Elizabeth Brundage il thriller a tinte horror che punta su uno dei classici del genere: una nuova casa che cela tra le sue mura l’ombra sinistra che avvolge il matrimonio di una coppia di Manhattan, sradicata dal suo contesto e appena arrivata in un paesino sperduto. Protagonista è Amanda Seyfried, reduce dalla nomination agli Oscar.
Salta la sala il titolo di casa Sony per approdare in esclusiva su Netflix. “Dagli umani che hanno realizzato il film premio Oscar Spider-Man: Un nuovo universo e The LEGO Movie”, recita il claim, il film insegna ad accettare le proprie unicità, imparando che cosa significa essere umani in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, ma anche ad apprezzare il valore dei legami con le persone che più contano quando un imprevisto cambia le carte in tavola.
Racconta le disavventure di un’improbabile coppia di fratello e (finta) sorella la commedia brasiliana: lui è un imbroglione professionista in fuga da un ultimo colpo ai danni di un gruppo di giapponesi mentre lei cerca di far l’imprenditrice ma si ritrova soltanto con una mano davanti e l’altra dietro. I due attori protagonisti sono nati in patria per la sitcom Vai que Cola.
“Mi sono perdutamente innamorato del mondo della musica classica indiana. Le storie fantastiche dei grandi musicisti, la tradizione millenaria della loro disciplina e, naturalmente, la ricchezza insita nella musica mi hanno incantato. Alla luce dei suoi legami con la mitologia, la spiritualità e un sapere misterioso, fede è la parola chiave per la maggior parte di coloro che praticano questa musica”, ha raccontato il regista a Venezia.
Si tratta del primo film in assoluto con al centro John Clark, personaggio nato dalla penna di Tom Clancy, padre letterario di Jack Ryan, e protagonista di molti suoi romanzi. Apparso per la prima volta nel 1987 nel romanzo Il cardinale del Cremlino, Clark è protagonista di ben 14 videogiochi e più di 20 romanzi ma al cinema è sempre apparso in ruoli minori. "Jack Ryan e John Kelly sono personaggi diversi in tutto", ha dichiarato Sollima. "Ryan fa parte del sistema: crede ciecamente in ciò che fa per l'America. Il percorso di Kelly è invece molto più emozionante. Inizia come un soldato che crede in ciò per cui sta combattendo. Quando sua moglie viene uccisa, vede il suo mondo crollargli addosso: all'improvviso, non si fida più di nessuno e non crede più in nulla. Si evince sin da subito che è un personaggio molto più conflittuale di Jack Ryan”.
Tratto da un libro inchiesta di Jessica Bruder, punta l’attenzione sulla comunità nomade. Ha dichiarato Zhao, la seconda donna a vincere un Oscar per la regia: “Sapevo ben poco sulle comunità nomadi ma attraverso le mie ricerche ho scoperto un mondo sconfinato. Ho scoperto che coloro che diventano nomadi per scelta non vogliono star soli e hanno bisogno di trovare altri con cui condividere le loro esperienze un po' come i montanari di inizio Novecento: erano cacciatori di pellicce, amavano la natura, adoravano star da soli ed erano sempre impegnati nell'esplorazione, eppure si riunivano tutti insieme almeno una volta all'anno”.
“Ho voluto raccontare fino a che punto si può spingere un individuo "normale" quando gli viene negata la propria legittima aspettativa di felicità. È una storia di ribellione oltre i margini della legalità che obbliga i personaggi a confrontarsi con i propri lati più nascosti. Nessuno è come sembra, dato che è proprio nella convivenza degli opposti che, come nella vita reale, si sfiorano e si scontrano nel tentativo di annullarsi a vicenda, che si definiscono le vere identità”, ha sottolineato il regista.
Con Pietro Casella, Giuseppe D'Ambrosio, Davide Iodice, Margherita Laterza
“È una storia unica per raccontare la non presenza dello Stato. Anche se questo non è un film d'inchiesta, mi sono documentato molto, ho parlato con magistrati e avvocati, con la famiglia e con la prefettura, volevo mostrare tra l'altro quanto questi fatti siano controversi”, ha raccontato il regista già autore di un corto sulla vicenda ripresa anche da Saviano in Gomorra e nell’omonima serie tv con il personaggio di Manu, interpretato da Denise Perna nel nono episodio. Nel film recita anche Francesco Verde, fratello della vittima.
Un adolescente, una rapinatrice di banche con il volto di Margot Robbie e le atmosfere degli anni Trenta segnate dal Dust Bowl fanno da sfondo al dramma presentato al Torino Film Festival. “Il Dust Bowl, nel suo complesso, è stato un disastro ambientale causato, ovviamente, dall’uomo; ha messo a rischio una grande parte del Paese e oggi assistiamo a molti eventi simili. Non abbiamo imparato la lezione, quindi. Penso che, in questa prospettiva, il film sia decisamente rilevante e attuale”, ha confidato il regista.
"Tre personaggi esemplari dell'Italia di oggi - ha dichiaratoAlfonsi - condividono i loro giorni di quarantena. Un maschio schiacciato da responsabilità più grandi di lui, una donna sterile che agogna una maternità impossibile, un demente in balia di deliri calcistici. Un cane a guardia della normalità che sta andando a pezzi, nella ripetizione automatica di gesti e azioni, che mal celano il seme della follia, nell'assordante cacofonia di elettrodomestici, sotto lo sguardo di ammennicoli, casa rifugio di insetti vivi e morti. Di fuori un mondo che non esiste più, dal quale provengono solo le voci metalliche dei gerarchi che salmodiano numeri e dati”.
L'idea del film nasce dalla voglia di raccontare un conflitto generazionale giocato sul terreno della colpa e delle responsabilità di un padre incapace di prendersele e di una figlia che per questo si sente smarrita, priva di punti di riferimento. All'improvviso la protagonista vede qualcosa che non va in quell'uomo che le sembrava perfetto.
Sono partito dal saggio di Massimo Recalcati, Il complesso di Telemaco, nel quale l'autore affronta l'assenza e la scomparsa della figura di padre. Telemaco infatti lo attende per poter ristabilire in casa quella che Recalcati chiama "la legge della parola", la capacità di svolgere una funzione educativa verso i propri figli".
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