La ragazzola
- Commedia
- Italia
- durata 90'
Regia di Giuseppe Orlandini
Con Giuliano Gemma, Angelo Infanti, Paola Borboni, Margaret Lee
"L’umanità si prende troppo sul serio. E’ il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere, la Storia avrebbe seguito un altro corso." (Oscar Wilde)
Una contagiosa risata della solare Nadia Cassini, protagonista dell'esilarante La dottoressa ci sta col colonnello
Il 15 aprile 1983 si spense a 63 anni uno degli sceneggiatori più prolifici al servizio di un genere amatissimo dal pubblico: la commedia sexy. Una buona fetta delle più significative pellicole a sfondo erotico-comico la si deve alla vivace e instancabile penna di Francesco Milizia (classe 1920): nome che troverete sui titoli di testa (magari fateci più caso, ora che lo sapete) di oltre una quarantina di pellicole tra le quali, oltre a Giovannona Coscialunga, alcune apripista di sottofiloni quali L'insegnante, La liceale e Classe mista.
Francesco Milizia iniziò a scrivere soggetti e sceneggiature per passatempo, essendo un ex-ferroviere, al momento in cui andò in pensione, finendo per restare nome legato ad un numero significativo di pellicole ascrivibili alla commedia sexy nostrana.
E Dio solo sa quanto siano stati di sollievo quei film di serie B, che hanno inorridito la critica ma, al contrario, tanto hanno fatto sorridere intere generazioni. Sono pellicole frizzanti e divertenti che hanno superato la barriera del tempo per essere, quasi quotidianamente, riproposte su questo o quel canale televisivo. Merito di attori e registi che hanno saputo ritagliarsi un posto tra i favoriti del pubblico, ma anche di chi ha saputo dar loro copioni e battute diventate, in alcuni casi, addirittura mitiche. Milizia ci ha lasciato ormai 38 anni fa, ma la sua memoria è ancora viva e dallo schermo televisivo continua a sprigionare allegria e ottimismo. Un bel modo per essere ricordato, soprattutto come, in questo tragico anno, si sente forte la necessità di provare a sorridere ancora.
"Quel giorno lei rise di gusto e le sue risate si diffusero nell’aria.
Pensai alle farfalle.
Sarebbero state così colorate se, da qualche parte, non ci fosse stato qualcuno che rideva?"
(Fabrizio Caramagna)
La poliziotta della squadra del buon costume - Clip
Filmografia dello sceneggiatore Francesco Milizia, in ordine cronologico.
Regia di Giuseppe Orlandini
Con Giuliano Gemma, Angelo Infanti, Paola Borboni, Margaret Lee
Regia di Mario Di Nardo
Con Marie France Pisier, Larry Ward
Regia di Franco Rossetti
Con Don Backy, Barbara Bouchet, Renzo Montagnani, Vittorio Congia
A dispetto di un titolo volgare ma provocante e di un cast di tutto rispetto (Montagnani, Bouchet, Don Backy) gestito dal regista che in seguito sigla un paio di titoli "storici" (Quel movimento che mi piace tanto, Nipoti miei diletti), il film gira a vuoto per 90 minuti, privo di scene comiche e - ancor meno - erotiche. La "cavalla" del titolo è la bella Gemmata (Barbara Bouchet) che dovrebbe essere furbescamente posseduta da due malandrini: costoro promettono al marito Niccolò (Leopoldo Trieste) di poterla tramutare in puledra (sic!).
Regia di Sergio Martino
Con Edwige Fenech, Pippo Franco, Vittorio Caprioli, Gigi Ballista
Considerato alla stregua di una qualunque "commedia sexy all'italiana", il film in questione (a dispetto di un titolo ammiccante) risalta nella media grazie alla notevole sceneggiatura, la buona messa in scena e divertenti interpretazioni (notevole il cast) di alto spessore: non a caso la regia è siglata da Sergio Martino, che qui peraltro anticipa il filone dandogli una connotazione politica lieve, ma importante ed un significato che trascende la pura (seppur presente) comicità. La Fenech è sublime, mai volgare, e il nudo (rarissimo e limitato ad un seno) è funzionale allo sviluppo della commedia.
Regia di Giuliano Carnimeo
Con Edwige Fenech, Corrado Pani, Richard Conte, John Richardson
Graziosa barista bergamasca si innamora d'uno spacciatore ritrovandosi coinvolta nelle "disavventure" del nuovo compagno. Stilisticamente ascrivibile allo stile di Carnimeo, regista che ha frequentato svariati generi lasciando sempre traccia del suo passaggio. Anna, quel particolare piacere viene sviluppato su tre binari narrativi (noir, erotico e drammatico) ma tenendo sempre ben presente il concetto di cinema "di genere" al quale appartiene di diritto, principalmente grazie alla presenza di un Fenech in trasferta dalla commedia sexy. Ottima la colonna musicale.
Regia di Mariano Laurenti
Con Pippo Franco, Piero Vida, Luciana Turina
Il limite minimo (in senso artistico, per contenuto e per realizzazione) sfiorato da Mariano Laurenti, che peggio farà più avanti nel tempo dirigendo alcune commediole "festive" stile La settimana bianca e La settimana al mare. Pippo Franco gigioneggia e Luciana Turina è - come sempre - simpatica (a dispetto di madre natura). La risata, mooolto blanda, è relegata nella macchietta di Bracardi, estesa al cinema direttamente dal programma radiofonico "Alto Gradimento" (realizzato con il grande Renzo Arbore). Si può tranquillamente soprassedere sul titolo.
Regia di Giuliano Carnimeo
Con Carlo Giuffrè, Edwige Fenech, Didi Perego, Franca Valeri, Oreste Lionello
Un titolo allegorico, un cast significativo composto da nomi di ottimi caratteristi (Giuffrè, Delle Piane, Gigi Ballista, Lionello, Cannavale e soprattutto Franca Valeri) e un regista interessante (Carnimeo). Ci si sono messi in 4 a sceneggiare (Giuffrè, Tito Carpi, Luciano Martino e Francesco Milizia) la vicenda di un gigolò col vizietto del gioco delle carte (da qui il 2° significato della "scopa") che stimola l'attenzione solo quando entra in scena (sotto l'immancabile doccia) la bella Eva (Edwige Fenech). Per il resto la noia domina.
Regia di Mariano Laurenti
Con Pippo Franco, Giancarlo Prete, Piero Vida, Laura Troschel, Monica Monet, Thomas Rudy
Regia di Osvaldo Civirani
Con Karin Schubert, Chris Avram, Don Powell, Franco Ressel, Luigi Angelillo
Ingegnere italiano (Chris Avram) al seguito della moglie (Karin Schubert), si ritrova a Santo Domingo per supervisionare la realizzazione di una diga. La coppia si trova presto coinvolta in misteriosi rituali voodoo compiuti dal capo-religioso haitiano contrario ai lavori. Esotico, erotico e un tantino psichedelico, il film percorre lo stesso plot narrativo de Il dio serpente e quindi è anch'esso caratterizzato dal vuoto assoluto in termini di sceneggiatura. Qualche interessante ripresa, la scenografia naturale e una manciata di inserti hard non sono sufficienti a renderlo memorabile.
Regia di Franco Rossetti
Con Adriana Asti, Marc Porel, Romolo Valli, Luciano Salce, Mattia Sbragia
Regia di Mariano Laurenti
Con Franco Franchi, Gianni Musi, Paola Tedesco, Pedro Sanchez, Vito Pecory
Regia di Nando Cicero
Con Edwige Fenech, Vittorio Caprioli, Mario Carotenuto, Carlo Delle Piane, Enzo Cannavale
Regia di Franco Rossetti
Con Carlo Giuffrè, Martine Brochard, Renzo Montagnani, Cinzia Monreale
Il regista di Una cavalla tutta nuda porta sullo schermo una commedia ben costruita (i dialoghi sono opera di Francesco Milizia) e resa gradevole dalla presenza (spesso nuda) della piacevole Cinzia Monreale (poi vista in Buio Omega, L'aldilà e in un altra manciata di horror diretti da Joe D'Amato). Oltre al debutto di Carlo Verdone, va segnalata la convincente prestazione offerta da Giuffré e il (sempre) esilarante ruolo di Montagnani. A suo modo, oltre al divertissement, il film tenta un approccio "politico", pur sempre modico, ma presente...
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Gloria Guida, Giuseppe Pambieri, Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali
Film avaro di situazioni grottesche (forse è la sua fortuna, dato il nome del regista) che è però apripista della corrente erotica incentrata sulle liceali. La bellezza della Guida è al suo zenit (il piano sequenza d'apertura, con le morbide forme imbrattate di sapone sotto alla doccia) e rende la bionda particolarmente popolare. Girato nell'anno più significativo dell'attrice (1975: Quella età maliziosa, Blue jeans, La novizia), "La liceale" diventa titolo di culto.
Regia di Mariano Laurenti
Con Alfredo Pea, Dagmar Lassander, Gabriele Di Giulio, Femi Benussi, Valeria D'Obici
Anche se sviluppato sulla base di luoghi comuni e battute spesso elementari, Classe mista finisce per essere come una delle più frizzanti commedie sexy dirette da Laurenti: merito dello spensierato e giocoso soggetto, sviluppato con scaltrezza dal prolifico sceneggiatore Francesco Milizia. Il cast viene utilizzato al meglio: la Lassander è più sensuale che mai, a pari livello con la sempre attraente Femi Benussi e la - fulciana - Daniela Doria; D'Angelo e Vitali (forse) al meglio. E il film diverte.
Regia di Nando Cicero
Con Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Alfredo Pea, Carlo Delle Piane, Gianfranco D'Angelo
Alfredo Pea, dopo essere comparso ne L'Insegnante, viene diretto dal medesimo regista; la storia viene quasi riproprosta (anche l'obiettivo è lo stesso: la Fenech) con variante tematica (qui l'angusto ambiente da caserma) e con insistenza su situazioni comico-volgari quasi estreme. Primo film di una trilogia surreale che accarezza il lato volgare, facendo ricorso alla presenza di ottimi caratteristi.
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Lilli Carati, Michele Gammino, Alvaro Vitali, Giacomo Rizzo
Dopo averla vista in Di che segno sei? dell'anno precedente, Tarantini ha avuto il merito di notare la genuina bellezza della Carati, scegliendola come nuovo sex simbol da lanciare nel fervido panarama delle sexy commedie. Per il resto la pellicola soffre della mancanza di veri attori e punta alla presenza di caratteristi noti per le loro comparsate (Gianfranco Barra, Gino Pagnani, Adriana Facchetti).
Regia di Mariano Laurenti
Con Maria Rosaria Omaggio, Renzo Montagnani, Alvaro Vitali, Giuliana Calandra
Assunta una nuova segretaria, il direttore di un'azienda (ri)vive insospettabili pulsioni erotiche. La ragazza attira su di sè altre attenzioni: gli spasimanti, oltre al datore di lavoro, hanno le fattezze del figlio e del domestico. Laurenti imbastisce, con taglio ormai personalissimo, la classica commedia sexy all'italiana dirigendo l'accoppiata Cannavale/Montagnani, ma le risate non sono assicurate e l'erotismo è piuttosto vago, anche perché l'attrice principale non è tra le massime bellezze del periodo. Un minimo di grazia all'estetica del film la offre, comunque, Anita Strindberg.
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Edwige Fenech, Mario Carotenuto, Alvaro Vitali, Giuseppe Pambieri
Purtroppo manca un protagonista principale alla pellicola, che punta unicamente (in parte riuscendoci) sulla fascinosa presenza della Fenech, qua proposta in un apocrifo (La Poliziotta, è stato girato l'anno precedente da Steno ed interpretato da Mariangela Melato) in grado di dare corso ad una personale trilogia diretta da Michele Massimo Tarantini. La presenza di Mario Carotenuto, di Gammino e di Riccardo Garrone (quest'ultimi anche celebri voci di doppiatori) riesce comunque, in parte, a rendere gradevole la visione del film.
Regia di Mariano Laurenti
Con Lilli Carati, Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali, Francesca Romana Coluzzi
Lilli Carati non solo era dotata di una bellezza incantevole, ma riusciva pure a dare un tocco di grazia alle sue interpretazioni, come si può notare dalle (poche) commedie sexy che ha interpretato. In questo film la sceneggiatura non valorizza però a sufficienza il suo personaggio, puntando l'attenzione sulle gag di Vitali e D'Angelo. Risollevano le sorti del film le spassose sequenze incentrate sul personaggio di Lino Banfi, nei panni del sarto perduto dietro alle perfette forme della sensuale Nikki Gentile.
Regia di Luciano Martino
Con Edwige Fenech, Alberto Lionello, Aldo Maccione, Alvaro Vitali
Film diretto da Luciano Martino, fratello del più celebre Sergio e solitamente attivo come produttore e sceneggiatore. Notevole Alberto Lionello, mentre Aldo Maccione nei panni del (fasullo) nobile Felice Spezzaferri evoca un'atmosfera grottesca simil fumetto T.N.T. La Fenech non necessita commenti, essendo qui nel pieno della grazia, e il buon gruppo di caratteristi (Carotenuto, Gammino, Rizzo, Ria De Simone) rende godibilissima la surreale vicenda di corna e controcorna. Astrologico.
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Edwige Fenech, Aldo Maccione, George Hilton, Enzo Cannavale
Senza nulla togliere all'importanza - in questo genere - del prolifico Michele Massimo Tarantini (cugino di Sergio Martino), resta davvero discutibile il risultato finale: non riesce a strappare un solo sorriso (anche se Il tassinaro di Sordi ne è forse in debito), mentre gli attori riescono a generare vero tedio nello spettatore, già sottoposto a un ritmo indiavolato, ma che non ha un percorso (alla faccia delle linee di spostamento della tassinara) e che sbanda in un finale repentino e mediocre.
Regia di Nando Cicero
Con Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Alvaro Vitali, Michele Gammino
Secondo episodio di un trittico incredibilmente "estremo" nel suo lato comico. Gli sceneggiatori prendono le distanze dall'erotismo (pur essendo presente la Fenech) preferendo sviluppare una serie di gag altamente folcloristiche. Cicero, a suo modo, imprime un taglio personale, un'impronta trash che lo rende sin dalle prime inquadrature identificabile. L'utilizzo di un cast pressoché omogeneo, distribuito sui tre capitoli, viene valorizzato in questo caso dalle guest star Leo Gullotta ed Enrico Beruschi. Volgarmente esilarante.
Regia di Mariano Laurenti
Con Renzo Montagnani, Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo
Film strettamente legato a L'insegnante viene a casa, quest'ultimo realizzato l'anno seguente con un medesimo cast artistico e cambio di regia (firmerà Michele Massimo Tarantini). C'è un motivo di continuità con il titolo precursore (ed apripista) diretto nel '75 da Nando Cicero, e non è solo la presenza, nei panni discinti dell'insegnante, della Fenech, quanto la co-sceneggiatura di Francesco Milizia (assieme a Tito Carpi). Al di là del sempre piacevole aspetto della divina Edwige, i dialoghi rasentano la mediocrità, pur essendo funzionali al costante clima di comicità.
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Marco Gelardini
Sequel di una serie avviata alcuni anni prima e legato, per produzione, sceneggiatura ed interpreti a L'Insegnante va in Collegio (1978). La comicità ruota attorno alle forme (abbondanti) della professoressa musicale Luisa De Dominicis (la Fenech) presa di mira dal malandrino toscano (è girato/ambientato a Lucca) Ferdinando Bonci Marinotti (Montagnani). Nella sua pochezza narrativa e nel frenetico sviluppo riesce a strappare qualche sorriso e figura meglio del suo predecessore.
Regia di Mariano Laurenti
Con Gloria Guida, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo, Rodolfo Bigotti
Gloria Guida torna a togliere e/o indossare i (pochi) panni della "liceale", personaggio che lei stessa ha lanciato (su regia di Michele Massimo Tarantini) nel genere commedia sexy all'italiana. Qui i ruoli tra Banfi e Vitali - rispettivamente il professore di educazione fisica Zenobio Cantalupo e il Professore di musica Modesti - vengono posti sullo stesso livello, causa di una serie di gag di certa riuscita. Per il resto non ci si risolleva dallo standard dei prodotti della serie, anche se la regia di Laurenti è al solito professionale ed efficace.
Regia di Mariano Laurenti
Con Gloria Guida, Lino Banfi, Francesca Romana Coluzzi, Alvaro Vitali, Leo Colonna
Commedia sexy all'italiana di media qualità. Come sempre a tenere viva l'attenzione e smuovere qualche spontanea risata è l'inimitabile Banfi prima maniera (qui nei panni di un dentista sui generìs), mentre l'occhio trae giovamento dalle perfette curve dell'acerba Gloria Guida (memorabile la scena con il termosifone e Banfi nascosto alla finestra). Resta titolo dignitoso, in grado di divertire per 90 minuti, al quale la Guida ha posto (come sugli altri) il vèto assoluto.
Regia di Mariano Laurenti
Con Nadia Cassini, Lino Banfi, Alvaro Vitali, Nieves Navarro, Paolo Giusti, Karin Schubert
Il prof. Amedeo Larussa (Banfi) è inconsapevolmente in possesso di due preziosissimi quadri firmati Caravaggio. Nella sua clinica psichiatrica si intromette, come infermiera, la bella Grazia (Nadia Cassini), in realtà ballerina di night spronata da Johnny (l'amante) per eseguire il classico furto di preziosi. Titolo fuorviante, dato che nel film di militari non v'è traccia, ma ricco di gag per via delle manie degli internati (Napoleone e Gedeone in primis) tra i quali si distingue - per doti canore - l'insolito duetto alla Ginger & Fred!
Regia di Mariano Laurenti
Con Gloria Guida, Alvaro Vitali, Fabrizio Moroni, Lino Banfi
La liceale si chiama Angela Mancinelli (interpretata da Gloria Guida) e si iscrive nella scuola di cui è preside lo zio Pasquale La Ricchiuta (a dispetto del nome, Banfi ha fatto carriera) nel tentativo di avere un facile diploma. Ma dato che la matematica non è il suo forte, Angela tenta di sedurre, con le sue morbide grazie, l'insegnante al fine di ottenere la promozione. Si segnalano le presenze della graziosa Lorraine De Selle, del (pasoliniano) Ninetto Davoli e del simpatico Carlo Sposito nei panni del professor - nomen omen - Cecato!
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Sal Borgese, Gianfranco Barra
Per sventare un traffico di prostituzione e risalire ai vertici dell'organizzazione, lo sbadato comissario Scappavia (Banfi) ricorre all'aiuto della svanita (quanto avvenente) poliziotta Gianna D'Amico (Edwige Fenech). Imbranata ma determinata a porsi in luce, la bella ragazza riuscirà a portare a compimento la missione: grazie anche all'indispensabile supporto dell'appuntato Tarallo (Alvaro Vitali). Secondo (e migliore) di una trilogia incentrata sulle forme della Fenech poliziotta. Esilarante.
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Nadia Cassini, Lino Banfi, Alvaro Vitali, Malisa Longo
Una versione "godereccia" quanto "esilarante" della dottoressa invischiata in questioni militari (in senso lato), che non è affatto da disprezzare. Perché oltre a proporre (in angolazioni maliziose e viste ravvicinate) la parte migliore della Cassini, sa anche mettere assieme una serie di gag (pur se improvvisate) efficaci ed inaspettate. Si ride insomma, e non è poca cosa.
Regia di Mariano Laurenti
Con Annamaria Rizzoli, Lino Banfi, Alvaro Vitali, Carlo Sposito
La studentessa Angela (Anna Maria Rizzoli), per dimenticare una relazione amorosa mal finita, decide di iscriversi al liceo dove, tra i fuori corso, incontra Carlo e se ne invaghisce. Per ingelosire il ragazzo, Angela tormenta il preside, Rodolfo Calabrone (Lino Banfi) perduto tra le mire della graziosa bionda e della scatenata Monica Zappa (Ria De Simone). Divertente, nella media dei film di Laurenti, con sceneggiatura di Francesco Milizia e scene spinte (cut nei passaggi TV) interpretate da Ria De Simone.
Regia di Sergio Martino
Con Edwige Fenech, Lino Banfi, Renzo Montagnani, Barbara Bouchet
Banfi finocchieggia mentre veste i panni di Peppino, ma intanto armeggia con le giarrettiere e i lustrini di una Bouchet da cardiopalma. La Bouchet, in stato di grazia fisica, rappresenta l'anima - verbum de verbo - del film. Che poi vi siano comprimari coi fiocchi (Montagnani, Solenghi, Santonastaso) non fa fatto. Il mattatore è ancora una volta il Banfi popolare, quello reso, nel pre-finale, canterino a causa della troppa vodka bevuta.
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Lino Banfi, Alvaro Vitali, Anna Maria Rizzoli, Marco Gelardini, Gisella Sofio
Non è uno dei più riusciti titoli del genere, a causa di gag piuttosto volgari: le dita nel naso e seguito a opera del toscano titolare dell'albergo (Galliano Sbarra); le battute venete del miope (Gino Pagnani) innamorato di Banfi "en travesti". Però rimane uno dei più esilaranti della coppia Banfi-Vitali, grazie alla presenza di spassosi caratteristi (Franco Diogene, Francesca Romana Coluzzi) e agli incredibili attacchi di erotismo (verso una formosa Rizzoli) che coinvolgono un Banfi dal grottesco look balneare (esilarante il costume a strisce da spiaggia).
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Aldo Maccione
Se la serie de La poliziotta può contare sulla riuscita del secondo capitolo (La poliziotta della squadra della buon costume), con la miglior messa in scena e una trama ancora (per quanto pochade) ben svolta a livello di sceneggiatura, qua si ha come l'impressione che non freghi niente a nessuno: tantomeno a Tarantini. Non c'è sviluppo (pur elementare) dei personaggi e la storia ha un ché di fumettistico privo di coerenza. Le scene accellerate sono sgradevoli e l'erotismo raggiunge il limite del volgare.
Regia di Mariano Laurenti
Con Annamaria Rizzoli, Andrea Occhipinti, Enzo Cannavale, Francesca Romana Coluzzi, Bombolo
Un film fiaccamente superiore a La settimana bianca, grazie alla presenza di attori un tantino più professionali. Privo di efficacia, appare più come una copia sbiadita del cult Sapore di mare. E sì che, anche questa volta, il comparto femminile non è affatto scadente, date le presenze della Senatore, la Rizzoli (al top della forma) e della simpatica Francesca Romana Coluzzi. Film girato per inerzia: con telecamera posta davanti ad un gruppo di scalcagnati interpreti.
Regia di Mariano Laurenti
Con Lino Banfi, Janet Agren, Alvaro Vitali, Marisa Merlini, Lory Del Santo
Molto (più) volgare e molto (meno) curato dei precedenti titoli firmati da Mariano Laurenti, il film viaggia (oltreché su un treno con parodia di una celebre sequenza in Totò a colori) sui binari della sciocchezza. Ed è un vero peccato, dato che può contare su un Banfi particolarmente energico, sulla spalla Gigi Reder (nel ruolo del vescovo) e su Teo Teocoli (il controllore). Qualche risata la strappa comunque e il reparto femminile è piuttosto indovinato (notevole la presenza dell'allora giovanissima Lory Del Santo).
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Alvaro Vitali, Gianni Ciardo, Paola Senatore, Renzo Montagnani
Commedie sexy piuttosto volgare nelle situazioni e nei dialoghi e con una comicità forzata e poco efficace. Montagnani e Renzo Palmer sono bravi, ma è la storia che proprio non regge. Da segnalare la bellezza di Paola Senatore (ad un passo dall'hard) e la comparsata di Renzo Ozzano, presenza fissa della commedia sexy.
Regia di Maurizio Lucidi
Con Renzo Montagnani, Lilli Carati, Enzo Cannavale, Bombolo, Cinzia De Ponti
Film decisamente trascurabile. Non solo a causa della regia o degli attori (Cannavale si muove con il pilota automatico, probabilmente sul set per necessità "alimentari"), ma principalmente per una storia che proprio non riesce a catturare l'attenzione. Non aiuta poi la scenografia (in ambienti naturali) di tipo quasi amatoriale.
Regia di Mariano Laurenti
Con Annamaria Rizzoli, Enzo Cannavale, Bombolo, Vincenzo Crocitti, Bruno Minniti
Il duo Bombolo/Cannavale, per un certo periodo, ha costituito la coppia rappresentativa del punto di non ritorno presso il quale la commedia sexy all'italiana stava andando incontro. Siamo nei primi anni '80 e Una vacanza del cactus è uno degli ultimi esemplari (salvo eccezioni che confermano la regola) di un filone ormai in piena agonia. Il regista esemplare di questo genere, Mariano Laurenti, sembra ispirarsi alle gag di Pierino e compone una bruttissima serie di "barzallette", incastrate malamente a causa di una modesta sceneggiatura.
Regia di Nando Cicero
Con Michela Miti, Riccardo Billi, Fabio Grossi, Franco Bracardi, Victor Cavallo, Bombolo
Realizzato nel 1982 (quindi al crepuscolo di stagione della commedia sexy), è andato incontro a censura e sequestro. Presentato nel 2004 al Festival di Venezia (e idolatrato da un Tarantino a dir poco distratto), dopo ben 22 anni di irreperibilità. Il film si avvale della presenza di personaggi eterogenei (anche Moana Pozzi), con Bracardi che scherza su Maurizio Costanzo (prima di partecipare al celebre show televisivo!). Lory Del Santo è un bel vedere e Bombolo - come sempre - uno spasso; ma la foca non ci incastra proprio niente!
Regia di Pier Francesco Pingitore
Con Alvaro Vitali, Carmen Russo, Pippo Franco, Mario Carotenuto
Tema di facile approccio, all'epoca in particolare, in una nazione affascinata dal gioco del pallone e dai campi di calcio (è dell'anno prima la vittoria del mondiale). Peccato che a mettere in "campo" (è il caso di dirlo) un gruppo d'attori scalcinati (ma interessanti, come ad esempio Carotenuto, Reder e lo stesso Pippo Franco) sia un regista di formazione (e destinazione) televisiva: che si porta dietro anche le maschere poco cinematografiche del "bagaglino" (Martufello e Mattioli, oltre al già menzionato Franco).
Regia di Mariano Laurenti
Con Annamaria Rizzoli, Bombolo, Enzo Cannavale, Saverio Vallone, Roberto Caporali
L'idea di spacciare Anna Maria Rizzoli per un "travestito" è quantomeno perdente. Aggiungiamo un gruppo d'attori in azione come svincolati da ogni regola di recitazione; un soggetto spezzettato per dare corso a gag (male) assortite; la presenza di comici che tutto fanno meno che ridere (Ciardo e Ariani), ai quali in bocca vengono messe parole (mal) pronunciate con cadenza tediosa. L'erotismo è - come buona parte delle commedie dirette da Laurenti nel periodo - censurato a tutto discapito del (misero) risultato finale.
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