È triste notare come la vita umana sia trattata al pari di una fiction qualsiasi. Per una settimana intera siamo stati ostaggio di un programma tv russo dal titolo пусть говорят: lasciali parlare, letteralmente. Abbiamo tutti sperato che tale Olesya fosse in realtà Denise Pipitone, bambina scomparsa quasi due decenni fa dalla Sicilia in circostanze sospette. Al di là del caso di cronaca, increscioso e triste, ciò che colpisce è il trattamento che della vicenda hanno fatto i mass media, che hanno suddiviso il racconto al pari della peggiore delle serie di Netflix declinandolo ognuno a proprio piacimento. Siamo stati incollati al web nel seguire le anticipazioni che provenivano dalla Russia e abbiamo rivalutato il ruolo di Barbara d’Urso in Italia: paradossalmente e curiosamente, le sue trasmissioni erano le uniche a rimanere con i piedi per terra. Discorso diverso andrebbe invece fatto sul programma della televisione di Stato da cui tutto è partito: l’impressione è che oramai Chi l’ha visto? non sia più un programma di servizio ma un laboratorio di scrittura tanto assurdo quanto creativo. L’apice lo si è raggiunto nel tentativo di ribaltare la situazione addossando alla Russia la responsabilità di aver spettacolarizzato il tutto, dimenticando come a far partire il tam tam mediatico sia stata proprio la trasmissione della Sciarelli & Co.
Ci fa sorridere invece come la vita sia in qualche modo segnata dalla fiction. Una recente ricerca apparsa il 7 aprile su un quotidiano nazionale ha rivelato come i nostri acquisti siano inficiati da ciò che vediamo sullo schermo. Capita così che il Barbour indossato da Lady D in The Crown aumenti improvvisamente le sue vendite o che i letti a baldacchino visti in Bridgerton diventino oggetto di culto. Tra il cappotto indossato da Nicole Kidman in The Undoing (must delle collezioni di numerose case d’alta moda) e i corsetti rispolverati, colpisce come una serie non facile come La regina degli scacchi abbia avuto il potere di far schizzare del 1000% le vendite di scacchiere in scatola. Un po’ come quando le ragazzine cominciavano a praticare pallavolo dopo aver visto Mimì o Mila e Shiro. Che prendano lezioni gli/le influencer, che forse hanno solo scoperto l’acqua calda.
Segnaliamo infine il varo di un nuovo progetto seriale che vede l’Italia al centro. Si tratta della serie From Scratch, targata Netflix: basata sul libro di memorie di Tembi Locke, ha protagonista Zoe Sandana. Suo partner maschile sarà Eugenio Mastrandrea, apparso lunedì scorso sugli schermi italiani con la serie La fuggitiva (5.230.000 telespettatori e 21,3% di share per il kickoff caduto il giorno di Pasquetta). Con loro anche i siciliani Lucia Sardo, Paride Benassai e Roberta Rigano. Del resto, la storia sarà ambientata nelle campagne siciliane, dove una donna americana nera cerca di avvicinarsi alla famiglia del marito Saro mentre un cancro consuma i loro sogni. A Mastrandrea è affidato il ruolo di Saro.
E passiamo ora alle uscite della settimana. Poche ma buone, come si sarebbe detto un tempo.
I NUOVI FILM IN STREAMING NETFLIX
Sono essenzialmente due i titoli forti su cui punta la piattaforma. Da un lato c’è la commedia Thunder Force, con protagoniste due insolite supereroine. Dall’altro, c’è invece il noir sudcoreano Night in Paradise, passato fuori concorso alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia.
I NUOVI FILM IN STREAMING AMAZON PRIME VIDEO
Dal 12 di aprile la piattaforma punta sull’italiano Governance, storia di vendetta sullo sfondo del settore energetico con protagonisti Vinicio Marchioni e Massimo Popolizio.
I NUOVI FILM IN STREAMING SULLE ALTRE PIATTAFORME
L’offerta multipiattaforma ha il suo titolo di punta in Judas and the Black Messiah, candidato a sei premi Oscar (due per il miglior attore non protagonista, Daniel Kaluuya e Lakeith Stanfield). IoRestoInSala propone invece il documentario Kentannos sulle famose zone blu del mondo in cui è facile superare la soglia dei cento anni di età. Mubi ripesca il primo titolo diretto da Chloé Zao, Songs My Brothers Taught Me, mentre Nexo+ cavalca l’onda dell’attualità con il documentario Vaccini, 9 lezioni di scienza di Elisabetta Sgarbi. Chiude l’offerta il thriller Ravage – La caccia è aperta.
Un sogno che si concretizza per il regista Ben Falcone: “"Sin da ragazzino, sono un divoratore di fumetti. Ero davvero un nerd: niente mi rendeva più felice che leggere le storie dei miei eroi preferiti, soprattutto la sera prima di addormentarmi. Fortunatamente, non ho dovuto nascondere la mia passione ai miei genitori: è stata mia madre a trasmettermela e ad alimentarla. Lei stessa ha provveduto a mettere una mensola di fumetti vicino al mio letto e a rendermeli sempre disponibili. Per tale ragione, ho sempre coltivato il desiderio di realizzare un film sui super eroi, una possibilità a cui penso da quando ho messo piede per lavoro a Los Angeles”.
Con Tae-goo Eom, Yeo-been Jeon, Seoung-won Cha, Ki-young Lee, Ho-san Park
“La storia comincia ritraendo un uomo, bersaglio di un’organizzazione criminale, che si rifugia su un’isola paradisiaca. La trama racconta l’attuarsi di una vendetta sanguinosa, che contrasta nettamente con lo scenario in cui si svolge, pieno di mari meravigliosi e cieli blu. Spero che al pubblico piaccia l’ironia di questa cornice e della storia”, ha commentato il regista.
“Governance è il ritratto di un manager e al contempo l'affresco di un particolare mondo, il settore dell'energia, un connubio fatto di affari e politica. Un settore che conosco bene per averci lavorato per quindici anni”, ha sottolineato Zampino. “Il film è un'implacabile parabola sul potere del denaro e ci mostra quanto sia difficile la ricerca della verità quando sono in gioco importanti interessi economici. Gli ostacoli incontrati dalla polizia nello svolgimento delle indagini, mettono in evidenza le resistenze di una società ancora oggi caratterizzata da una grande commistione tra livelli politici ed affaristici”.
Una storia terribilmente vera che tenta di far luce su una vicenda poco chiara. Ha ribadito il regista: “Sin da ragazzino ero a conoscenza dei retroscena dietro la morte di Hampton ma sapevo poco della sua vita e ignoravo il ruolo giocato da colui che ne aveva determinato la prematura scomparsa. Approfondendo la storia, sono rimasto colpito dai discorsi di Hampton, dalla vivacità, profondità e visionarietà delle sue parole e delle sue idee, sorprendentemente ancora attuali. Per molti neri, credo che Hampton, con la sua incredibile oratoria, rappresenti un vero eroe semplicemente perché era coraggioso, spericolato e senza paura. Il mio non è un film strettamente biografico. Mi piace più definirlo un thriller che, sullo sfondo del programma COINTELPRO, racconta di un giovane in incognito che, chiamato per mettere un nemico degli Stati Uniti fuori gioco, ne rimane affascinato”.
“Quando pensiamo alla longevità, spesso ci focalizziamo su cose come la dieta che facciamo, la salute, la genetica e, in tempi più recenti, sulla famiglia e le relazioni sociali. È quest’ultimo aspetto che mi interessa maggiormente. Sono stato in grado di osservare da vicino gli effetti positivi che la famiglia produce sui membri più anziani, stimolandoli, mantenendoli attivi, coinvolti nei progetti della loro vita”, ha dichiarato Cruz.
Un racconto malinconico di perdite e legami familiari, che ricorda l’opera di Terrence Malick, questo è un film di formazione splendidamente girato sullo sfondo del Pine Ridge Reservation nel South Dakota. Tanto empatico quanto naturalistico, il primo lungometraggio di Zhao segna l’arrivo di un talento distintivo e innegabile.
“Torno a essere farmacista, qui, in questo film, nato dal suggerimento di Giampaolo Donzelli, per prendere posizione a favore della più estesa vaccinazione possibile, e a favore della autorevolezza della scienza, della competenza, dello studio, della ricerca, della sperimentazione. Sui Vaccini non segue dibattito”. Ha sottolineato Sgarbi, in occasione della presentazione del film al Torino Film Festival 2020.
Giovane fotografa assiste alla scena di un uomo picchiato e frustato. Finisce così rapita e costretta alla sopravvivenza tra i boschi di un’incontaminata vallata. Film che somiglia a tantissimi altri film ha un suo perché nella presenza mai banale di Bruce Dern, icona del cinema americano finita ultimamente in produzioni che potremmo senza ombra di dubbio definire alimentari.
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