Libri a(ni)mati - 44 (2/3) : “the Year's Best Science Fiction (35)” a cura di G.Dozois (2018) - Infiniti Universi, e un po’ di cani, uccelli, anguille e triceratopi.
Questa è l'ultima antologia della serie YBSF curata da Gardner Dozois (1947-2018) e contiene i racconti a suo giudizio migliori pubblicati nel 2017.
“The Year's Best Science Fiction: Thirty-Fifth Annual Collection” Edizione Italiana: “Mondi Senza Fine - Parte 2” - Urania MilleMondi n. 88 - Autunno-Inverno (Dicembre) 2020 [YBSF n. 35 (p. 2 di 3) - 372 pagg. - € 7.90 - Mondadori, 2020 - trad. di AnnaRita Guarnieri]
Nota iniziale. Il livello della qualità media dei lavori costituenti questo secondo volume dei tre che vanno a comporre l’edizione italiana della Year’s Best SF raccolta e seleziona dal compianto Gardner Dozois e che più o meno corrisponde alla parte centrale del mastodontico tomo originale messo insieme dall’antologista statunitense è percepibilmente superiore a quella del primo.
Racconti.
01. Jaine Fenn - “the Martian Job”
Tempo: fine XXI secolo / inizio XXII secolo Luogo: (Terra, Luna,) Marte (e oltre). Ruoli: Umani e IA. Tecnica: Intelligenza Artificiale-Meccanica Illimitata.
Quasi un romanzo breve piuttosto che un racconto lungo (da solo occupa poco meno di un terzo e poco più di un quarto dell’intero volume), cresce pian piano e, dopo un climax action/adventure che rimpiazza la spy-thriller story, raggiunge un breve acme di Hard SF che si lancia oltre Sol.
* * * ¼
02. Lavie Tidhar - “the Road to the Sea”
Tempo: Futuro (più o meno lontano…). Luogo: Terra. Ruoli: Umani (e una tartaruga marina). Tecnica: “Scarti utili, tecnologia funzionante, metallo riutilizzabile.”
Questo invece è un commovente racconto molto breve, m’al contempo altrettanto denso, proiettato verso/oltre il lungo meriggio della Terra…
* * * ¾
3. Greg Egan - “Uncanny Valley”
Tempo: fine XXI secolo. Luogo: Terra. Ruoli: Umani e post-Umani. Tecnica: Trasferimento di Coscienza (non un down o un up, ma un side-load, e “la definitiva incomparabilità di qualia e ricordi”).
Racconto tanto straniante quanto familiare: Greg Egan (che, anche quando non si esprime al suo massimo, è un coacervo d’idee ed estrapolazioni) ci fa fare un giro d’ottovolante lungo e attraverso l’Uncanny Valley.
* * * ½
4. Indrapramit Das - “the Wordless”
Tempo: Futuro Remoto. Luogo: Pianeta extra-solare terraformato e meccano-artificializzato: “Questo? Sai che non è un mondo. È un pianeta fantasma. Una stazione di rifornimento. Uno spazioporto.” Ruoli: Umani: “la civiltà vivente che inghirlandava la galassia.” Tecnica: Esotecnologia, e “il tempo come cosa viva.”
Due paria che vivono la loro vita di bassa manovalanza decidono di piere un balzo sulla scala sociale e su quella galattica viaggiando tra le stelle aggrappati al guscio di un’astronave immersa in una sfera di probabilità, buchi di tarlo e pieghe nello spazio-tempo. Assonanze dirette col racconto n° 8.
* * * ¾
5. Jessica Barber e Sara Saab - “Pan Humanism: Hope and Pragmatics”
Tempo: fine XXI secolo. Luogo: Terra. Ruoli: Umani. Tecnica: Città Umide (vegetazione implementata geneticamente per combattere la scarsità d’acqua dolce potabile).
La costruzione di un amore e la ricostruzione di un mondo, il nostro (terraformazione - su bassa scala - della… Terra) con Beirut come crocevia.
Si percepisce che è una storia pensata e scritta da sue menti femminili: vi è un barlume di felicità anche se l’amore è rimandato per due intere vite reciproche (Tu non credere / Se qualcuno ti dirà / Che non sono più lo stesso / Ormai / [...] / Sempre e per sempre tu / Ricordati / Dovunque sei / Se mi cercherai / Sempre e per sempre / Dalla stessa parte / Mi troverai...). Ché per i maschi, invece: la costruzione di un amore non ripaga del dolore: è come un altare di sabbia in riva al mare.
E perché “tutti i giorni di una vita umana possono dare l’impressione di non essere sufficienti.”
* * * ½
6. Harry Turtledove - “Zigeuner”
Tempo: autunno 1944 (universo alternativo). Luogo: Ungheria, sponde del lago Balaton. Ruoli: Umani. Tecnica: linea spazio-temporale alternativa.
Il breve racconto del gran maestro Turtledove è una sorta di storia a chiave con epifania finale la cui rivelazione già si può ben evincere sin dall’inizio dato il cognome del protagonista (anche se l’elemento non per forza risulta essere dirimente per svariate ragioni).
* * * ¾
7. Alec Nevala-Lee - “the Proving Ground”
Tempo: fine XXI secolo. Luogo: isole Marshall (Ralik, con Bikini, e Ratak, con Majuro). Ruoli: Umani e uccelli (aironi, fregate, sterne, gabbiani, rondini di mare, ma non le berte…) e Pseudonitzschia. Tecnica: pale eoliche e concimazione pelagica e bentonica.
Utilizzando la barriera corallina come fondamenta, un impianto di torri e pale eoliche - non installato propriamente per raggiungere l’indipendenza economica dal PdV dell’energia, ma anche e soprattutto per questioni burocratiche relative a riconoscimenti legali dettati dalla politica e quindi economici, attraverso agevolazioni, finanziamenti e investimenti - prova a salvare la Repubblica delle Isole Marshall (il “Terreno di Prova” del titolo) dalla modesta, ma comunque devastante per un territorio il cui punto massimo di altitudine raggiunge a malapena i dieci metri sul livello del mare, crescita del livello delle acque oceaniche (e la morte dei coralli a causa dell’innalzarsi della temperatura media delle acque). Ma qualcosa sta andando storto: gli uccelli stanziali (non quelli migratori) iniziano ad attaccare gli umani…
* * * ¾
8. Tobias S. Buckell - “Zen and the Art of Spaceship Mantenance”
Tempo: Futuro lontano/remoto. Luogo: Mega-astronave ferma per manutenzione in uno spazioporto galattico orbitante attorno ad un pianeta che a sua volta orbita attorno ad un buco nero. Ruoli: Umani, post-umani e I.A. Tecnica: il Paradosso dei Gemelli (applicato all’orizzonte degli eventi e non ad un diretto viaggio fisico a velocità subluminale) e la frantumazione del concetto di simultaneità.
Un robot collezionista di ricordi che una volta era un umano e poi ha scelto di downloadare (non “trasferire”, ma copiare: l’originale è morto da tempo e innumerevoli sue copie-di-sé esistono in altri supporti in giro per la galassia) la propria mente in un supporto meccanico-digitale rinunciando al libero arbitrio in cambio dell’immortalità ed ora paga il debito riscattando la propria libertà facendo da manutentore aggrappato allo scafo di un’astronave-mondo deve affrontare un bel dilemma fondato sulle classiche tre leggi della robotica asimoviane. Con cavillo…
Assonanze dirette col racconto n° 4. Da segnalare i “Nomi Buffi” dati alle immense astronavi pseudo-senzienti, in omaggio ad Iain M. Banks.
* * * ½
9. Sean McMullen - “the Influence Machine”
Tempo: Età Vittoriana (a cavallo tra XX e XXI secolo). Luogo: Londra. Ruoli: Umani. Tecnica: universi paralleli.
Influenzare lo stato quantico… e lo status quo.
* * * ¾
10. Nancy Kress - “Canoe”
Tempo: XX secolo. Luogo: Sistema di Luhman 16 (WISE J104915.57-531906), a 6.5 anni luce dalla Terra. Ruoli: Umani ed Extraterrestri semi-senzienti. Tecnica: Primo Contatto (panspermia e/o evoluzione parallela ottimale).
Racconto breve, meraviglioso e toccante. La consapevolezza della fine: proiezione di specie.
Can You.
* * * *
11. Kelly Jennings - “the History of the Invasion Told in Five Dogs”
Tempo: seconda metà del XXI secolo. Luogo: Terra. Ruoli: Umani, Cani ed Extraterrestri. Tecnica: Invasione Aliena.
* * * ½
12. Ian McHugh - “Triceratops”
Tempo: seconda metà del XXI secolo. Luogo: Terra. Ruoli: Sapiens, Neanderthal e ibridi Sapiens-Neanderthal. Tecnica: genetica.
Come si può non amare un racconto che s’intitola “Triceratopi”, pur’anche se di triceratopi, nel racconto, non ve n’è l’ombra?
Classifica parziale sui 12 racconti del 2° volume (dei 3 nei quali è stato suddiviso per l'edizione italiana il tomo originale che ne comprende 38 in totale):
2 - * * * ¾ Harry Turtledove – “Zigeuner” Alec Nevala-Lee - “the Proving Ground” Sean McMullen - “the Influence Machine” Lavie Tidhar - “the Road to the Sea” Indrapramit Das - “the Wordless”
3 - * * * ½ Greg Egan - “Uncanny Valley” Tobias S. Buckell - “Zen and the Art of Spaceship Mantenance” Jessica Barber e Sara Saab - “Pan Humanism: Hope and Pragmatics” Kelly Jennings - “the History of the Invasion Told in Five Dogs”
Refusi. Pag. 50: “I condotti appaiono in certi di film americani.” [...in certi tipi/generi di film… oppure … in certi film…] Pag. 181: “...che lavora alla poetica microcittà delle valle della Beqa’ [e] nella capitale si occupa di riqualificazione…”
Una volta avevo visto un vecchio film giapponese, dove l’eroina in lutto faceva un sogno dove immergeva un dito del piede in un lago scuro come l’inchiostro, e quel dito rimaneva macchiato. Al risveglio lo era ancora, e nell’arco di alcuni giorni quella macchia si estendeva a tutto il corpo, trasformandola in oscurità vivente. Quando alla fine le era arrivata al collo, lei era tornata al lago e vi si era gettata dentro, ricongiungendosi al perduto amore.
Mentre sognavo e razionalizzavo, un dito del piede mi era entrato in acqua.
Con Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Peter Cushing, Alec Guinness
[L’apertura di un pozzo nel canalone equatoriale che porta direttamente al nucleo della Morte Nera / Death Star.]
I condotti appaiono in certi [di; sic!] film americani. Sono ottimi espedienti narrativi, ma denotano pessime scelte di scrittura. Voglio dire, perché costruire un ingresso segreto in una struttura protetta?
“Una volta, nei tempi antichi, c’erano i portalettere. […] E dicono che le persone potevano parlare le une con le altre anche trovandosi ai capi opposti della terra, proprio come se fossero state una accanto all’altra…”
Il vecchio non aveva pubblicato molto in quel decennio, solo qualche articolo su alcune riviste. Le vendite dei suoi libri avevano cominciato a esaurirsi e lui si era messo a fare ogni sorta di lavoro per sbarcare il lunario […].
“Lei ha perso qualcosa che pensa possa essere importante e adesso si sta calando nei panni di Dashiell Hammett.”
[…] “D’accordo, perché no? Ha funzionato davvero bene in Ascensore per l’inferno.”
William Hjortsberg → Carolco/Universal → Alan Parker.
Forse cominciava a confondere i suoi ricordi di seconda mano del mondo reale con tutti gli spettacoli che aveva guardato, dove le persone si limitavano a seguire le tracce del denaro. Sembrava che la polizia non dovesse mai coinvolgere il tribunale e perfino i civili di solito avevano a disposizione un hacker dal talento soprannaturale. “Non potremmo… assumere un investigatore… che possa persuadere qualcuno a far trapelare…?” Mike Ehrmantraut avrebbe trovato il modo di fare in modo [sic! della traduzione?; NdR] che accadesse in tre giorni secchi.
Quando l'astronave stava per partire, tutta la pianura dello spazioporto si riempiva di segnali di avvertimento, con allarmi che risuonavano attraverso i chilometri di sterrato vuoto ed echeggiavano contro i tetti di metallo ondulato dei chioschi e delle tende. NuTay e Satlyt smettevano di lavorare per guardare anche se c’erano dei clienti, perché perfino questi ultimi giravano la testa per contemplare quello spettacolo.
Guardare un’astronave partire è essere testimoni dell'apertura di un buco nella realtà, e nessuno si può stancare di una vista del genere. Con le luci e scintillavano, ripiegava ripetutamente le sue parti finché non risuonava un tonante rimbombo che si stendeva sulla pianura, generando nubi luminose che scaturivano da sotto il vascello e si allargavano sulla terra.
Poi c'era un lampo di luce, come il battito di una mano invisibile, e le nubi scomparivano in meno di un secondo per lasciare una perfetta sfera nera nel punto in cui si è trovata la nave. Se si guardava quella sfera, che era visibile solo in parte perché emergeva dal terreno come una perfetta e gigantesca bolla di nulla, dolevano gli occhi perché non c'era niente da vedere all'interno della sua curvatura. Per un inebriante secondo venti di uragano spingevano la polvere attraverso i chioschi, creando un vortice di veli di seta sulla pianura e intorno alla sfera. Il tetto dei chioschi sferragliava, i cavalli si agitavano nelle stalle e i sonagli a vento intonavano un canto devastante. L’aria stessa vibrava come se fosse stata fragile, mormorando sulle note di quel semicerchio multidimensionale incastonato nell'orizzonte come il negativo di un tramonto rigonfio.
Un attimo più tardi la sfera svaniva e si sentiva il rombo di tuono prodotto dall'atmosfera smossa, poi rimaneva soltanto una zona di terra piatta dove si era trovata l'astronave.
Alcuni giorni più tardi la stessa sequenza si ripeteva al contrario, e l'astronave tornava dopo essere andato su un altro mondo ed essere rientrata con una nuova popolazione. Quando accadeva, il vapore generato dalle sue megastrutture creava filamenti di nuvole che stazionavano per giorni sopra la pianura finché non si spostavano fra le colline insieme alla loro ombra.
Con Marie Rivière, Béatrice Romand, Amira Chemakhi, Sylvie Richez, Rosette
5. Jessica Barber e Sara Saab - “Pan Humanism: Hope and Pragmatics”
Però è anche vero che tutti i giorni di una vita umana possono dare l’impressione di non essere sufficienti.
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È uno di quei momenti che l’Amir più giovane non avrebbe creduto possibili: come se l’universo avesse puntato i suoi riflettori su di lui, per un fugace istante, dandogli ordine di riposare.
Come quasi tutti gli ufficiali tedeschi nell’autunno del 1944, Joseph Stieglitz fece il necessario sforzo di volontà per non prendere atto della realtà dei fatti.
[Che poi e ciò che fa il lettore una volta saputo il cognome del protagonista.]
Il tono di Visser suonò piatto. “Faccio esattamente quello che ho detto. Conduciamo uno studio sull’atollo, tanto del suo stato attuale quanto di come potrebbe apparire nel prossimo secolo, e ciò ha effetti su di voi oggi, perché non tutti sono convinti che queste isole finiranno per sparire.”
Haley ebbe la spiacevole sensazione di sapere cosa stava per sentire. “Di cosa parla?”
“Non si tratta soltanto del livello del mare” spiegò con pazienza Visser, come se stesse esponendo un difficile concetto a una bambina. Le isole della barriera cambiano forma, si spostano. Anche se si erodono sul lato esposto dell’oceano, i sedimenti si accumulano su quello rivolto verso la laguna. Se il corallo muore, questo rende disponibile più sabbia. In realtà, queste isolette potrebbero crescere con l’innalzarsi dei mari, considerato che la maggior parte di loro si è formata quando gli oceani erano ancora più alti di adesso. Il cambiamento climatico ha soltanto riattivato quel processo, e l’aumento delle tempeste potrebbe ingrandire le isole. Semplicemente, non lo sappiamo, e io sono qui per raccogliere informazioni.”
un’ondata di rabbia le si diffuse in tutto il corpo. “Se mi vuole dire che non abbiamo niente di cui preoccuparci, sappia che questa è una storia che ho già sentito.”
“Non è quello che ho detto. Probabilmente parti di queste isole non possono essere salvate. Aree urbane, siti industriali, luoghi dove la barriera è stata alterata dalle infrastrutture, come le vostre turbine. Se però dovesse sembrare che parte di esse sopravvivranno, questo renderà più difficile per un giudice assegnare un risarcimento. Non sto dicendo che perderete la vostra nazione, ma che inevitabilmente la gente si chiederà se la vostra rivendicazione potrà reggere in tribunale, e questa non è una cosa di cui vi dovrete preoccupare fra un secolo, ci dovete pensare adesso.”
Haley si sentì come se l’avessero colpita al ventre. “Quindi potrebbe non esserci mai un indennizzo.”
Duncan aveva ragione, siamo stati entrambi influenzati da Miss Elliot. Anche se non ci sono donne nella Polizia Metropolitana, ogni martedì io e Duncan andiamo presso un istituto tecnico dove teniamo conferenze sul potenziale non sfruttato delle donne nelle indagini sui crimini. Alcune delle donne che presenziano vogliono diventare detective private, altre vogliono avviare una campagna per una polizia femminile, e alcune scrivono perfino romanzi polizieschi e vogliono che siano più realistici. Non ci sono mai uomini fra il pubblico, ma ogni martedì quest’ultimo diventa più numeroso.
Con Sharlto Copley, Michael Nyqvist, Daniel Wu, Christian Camargo, Karolina Wydra
I dati cominciano ad arrivare. Il diametro di Canoa 6 è di ottocento chilometri, circa un quarto di quello della luna della Terra, e il pianeta ha una densità abbastanza elevata da suggerire la presenza di un’alta percentuale di silicati e di ferro. La temperatura della superficie è incredibilmente calda, dato che arriva a meno cinquanta gradi Celsius. I dati del magnetometro indicano un’atmosfera rarefatta di vapore acqueo ionizzato e le immagini della videocamera, che esaminiamo con attenzione, forniscono inquadrature ravvicinate di aree di ghiaccio liscio, zone con crateri a cupola e spaccature degradate.
Peter dice: “C’è un oceano sotto al ghiaccio”.
“Nono possiamo esserne certi” rplica Soledad.
“Sì che possiamo!” annaspa Seth, che sta praticamente iperventilando. “Guarda le misurazioni della librazione… tutta quella crosta di ghiaccio è staccata dal nucleo della luna.”
Peter aggiunge: “Quei crateri degradati e le fratture indicano una quantità di riaffioramenti. Quel ghiaccio si è parzialmente sciolto e poi ricongelato innumerevoli volte. Là sotto è in corso un’attività vulcanica… forse perfino un equivalente della tettonica delle placche”.
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