Il ruolo che lo consacrò fu indubbiamente quello di Liberty Valance ne "L'uomo che uccise Liberty Valance", ma Lee Marvin aveva già parecchia esperienza alle spalle: fu uno di quegli attori che che venivano dalla gavetta.
Attore sanguigno, carismatico e con grinta da vendere, si affermò interpretando parti negative: criminali, sadici gangster e fuorilegge, ma seppe man mano diversificare i suoi ruoli, ricoprendo parti diverse e accostandosi ai generi più disparati, tra i quali la commedia e addirittura il musical.
Notevole fu il suo sodalizio con Robert Aldrich, che lo diresse in "Prima Linea", "Quella sporca dozzina" e "L'imperatore del Nord"; ma venne diretto da molti altri grandi registi, quali ad esempio John Ford, Fritz Lang, Don Siegel, Richard Brooks e Samuel Fuller.
Personalmente l'ho sempre trovato maledettamente simpatico, nonostante a volte interpretasse personaggi tutt'altro che positivi; riuscì a lasciare il segno in tutti i film che interpretò, rubando molto spesso la scena ai suoi colleghi; la sua maschera da "duro" è rimasta impressa indelebilmente nella memoria di ogni cinefilo.
Premetto di non aver visto tutti i suoi film, quindi non potrò parlare di alcuni di essi: è una lacuna che dovrò colmare al più presto.
Comunque mi sono permesso di scegliere cinque titoli della sua filmografia, alcuni dei quali rientrano sicuramente tra i suoi film più famosi.
In questo capolavoro di Fritz Lang Lee Marvin ricopre il ruolo del sadico gangster Vince Stone. Marvin all'epoca era all'inizio della sua carriera e interpretava principalmente ruoli secondari; con l'indimenticabile caratterizzazione di questo brutale sicario si impose prepotentemente agli occhi del pubblico e della critica. Da brividi la scena in cui sfigura la sua fidanzata, interpretata da Gloria Grahame, lanciandole del caffè bollente in faccia.
"L'uomo che uccise Liberty Valance", del 1962, rientra tra i capolavori assoluti di John Ford, ed è anche uno dei suoi ultimi film, poichè il regista dovrà concludere la sua carriera pochi anni dopo per motivi di salute.
Qui Marvin interpreta superbamente la parte del violento bandito Liberty Valance.
Il giovane avvocato idealista Ramson Stoddard (James Stewart) arriva nella cittadina di frontiera Shinbone e qui cerca di ristabilire la legalità e l'ordine. La sua attività è vista come fumo negli occhi da Valance, il quale, al soldo di alcuni disonesti allevatori, spadroneggia e semina il terrore nella zona. Alla fine Liberty sfiderà a duello Stoddard: sarebbe la morte sicura per quest'ultimo se non fosse per l'intervento di Tom Doniphon (John Wayne), che fredda Valance dall'angolo di una strada un istante prima che spari a Stoddard, senza farsi vedere da nessuno. Il merito verrà però attribuito a Stoddard, acclamato come eroe, che verrà candidato dai cittadini di Shinbone al Congresso degli Stati Uniti, divenendo senatore.
In questo cult del genere bellico Lee Marvin è il maggiore Reisman, incaricato di scegliere dodici detenuti per compiere una missione quasi impossibile in territorio tedesco.
Quello del risoluto maggiore Reisman è sicuramente uno dei ruoli più iconici di Marvin, attorniato peraltro da uno stuolo di grandi nomi: Charles Bronson, Ernest Borgnine, Robert Ryan, Telly Savalas, Donald Sutherland e John Cassavetes. Con alcuni di essi aveva già collaborato in precedenza.
Un dettaglio sorprendente su Lee Marvin è che, nonostante abbia spesso interpretato uomini d'azione o personaggi violenti, era nella realtà un fiero oppositore della Guerra del Vietnam e sostenne il Partito Democratico, nonchè John Fitzgerald Kennedy nelle elezioni presidenziali del 1960.
Magnficamente diretto e sceneggiato da Richard Brooks, "I professionisti" segna un punto di svolta nel cinema western americano degli anni Sessanta. Lee Marvin impersona il disincantato Rico Fardan, un veterano dell'esercito che insieme ad altri tre "professionisti", interpretati da Robert Ryan, Woody Stroode e Burt Lancaster, vengono ingaggiati per liberare la moglie (Claudia Cardinale) del ricco signor Grant (Ralph Bellamy), rapita dal rivoluzionario messicano Raza (Jack Palance).
Epico il dialogo finale tra Grant e Fardan:"Tu sei un bastardo" - "Si è vero, però io ci sono nato, mentre lei si è fatto da solo."
Con Lee Marvin, Angie Dickinson, John Cassavetes, Ronald Reagan, Clu Gulager, Claude Akins
Remake di Don Siegel de "I gangsters" di Robert Siodmak, tratto da un racconto di Ernest Hemingway. Lee Marvin è Charlie Strom, un gelido e spietato killer che è alla ricerca di un bottino di una rapina mai ritrovato. Non si fa scrupoli e non si ferma davanti a nessuno pur di raggiungere il suo scopo. Ma non finirà bene. La scena conclusiva, in cui, gravemente ferito, cerca, invano, di arrivare alla macchina con il bottino è d'antologia.
Se al fianco di Lee Marvin metti Robert Ryan, Spencer Tracy dovrà mettercela tutta - peraltro monco di un braccio - a tenere testa ai due tra i più grandi villain della storia del cinema americano.
John Sturges sa il fatto suo.
Dignitoso remake di High Sierra di Bogart. "Le stesse strade, città e persino le stesse rocce dove è stata ricostruita la location di High Sierra. È scena per scena lo stesso film. È quasi inquietante da questo punto di vista. Tra i lati positivi, la sceneggiatura di W.R Burnett, la buona recitazione: Lon Chaney Jr. è fantastico nel suo ruolo e ruba la scena al protagonista Jack Palance. Un altro punto a favore della buona regia di Stuart Heisler (“La chiave di vetro” da Dashiell Hammett) è la performance di Lee Marvin, un delinquente brutale.” [commento di IMDB].
L'ultimo corpo a corpo tra due grandi villain; Marvin contro Charles (Bronson): la faida tra un cacciatore di animali e un proprietario di cani nel deserto del Canada.
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