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Anni 50. Il rude Humpty lavora nel luna park di Coney Island, e vive nella sua abitazione a pochi metri dalle attrazioni con la seconda moglie Ginny, ex attrice insoddisfatta del suo matrimonio e del suo attuale lavoro di cameriera. Tant’è che ha una relazione clandestina con il giovane bagnino Mickey che studia per diventare scrittore. Improvvisamente ricompare la figlia di Humpty, Carolina, nei guai con l’ex marito gangster, che la sta cercando per ucciderla… Anche lei s’innamorerà del ragazzo. “Voi ci sarete abituati a questo rumore!” dice Carolina a Ginny mentre raggiungono insieme l’abitazione situata adiacente al parco. “No, non ti ci abitui mai! Quanto lo odio questo regno delle fate da quattro soldi!” dice cinica la donna. Dalle finestre si vedono la ruota panoramica e le altre attrazioni. Quella “ruota delle meraviglie” che è chiaramente il simbolo della ruota delle vite dei protagonisti. C’è il sogno di Ginny di cambiare vita con il bagnino e trasferirsi a Bora Bora con la disperazione di aggrapparsi all’ultimo spiraglio che possa offrirle una svolta… Poi c’è l’incontro forzato tra Carolina e Mickey e la stessa necessità anche per lei di trovare in lui un porto sicuro dopo le disavventure della vita. Che belli i momenti più o meno rubati tra le due donne e l’aitante giovanotto: le passeggiate lungo il litorale, gli sguardi sotto la pioggia, il bacio sul molo. Nel frattempo le attrazioni continuano imperturbabili a girare, nel tiro al bersaglio continuano a sparare e i chioschi continuano a servire i clienti.

Estate dell’87. James deve pagarsi gli studi alla Columbia, ma i genitori sono in difficoltà economiche ed è costretto a trovarsi un lavoro estivo nella sua città, Pittsburgh. Per fortuna trova un lavoro ad “Adventureland”, parco divertimenti del luogo. “Avventuratevi nell’avventura!” dice ai clienti un tipo bizzarro all’ingresso, e i tipi bizzarri non mancano affatto ad “Adventureland”, a partire dal capo Bobby che come prima e più importante regola spiega ai collaboratori dei giochi che: “Nessuno vince mai a nessunissimo gioco il panda gigante, perché ne sono rimasti pochissimi!”. Dal lancio degli anelli, che non entrano nelle bottiglie, al cappello da far cadere dalla testa dei manichini con la palla, ma metà sono incollati…I padiglioni sono tanti e tanti sono i ragazzi addetti, e in uno di questi c’è anche Emily, che diventa prima grande amica e poi il primo amore del ragazzo. James è timido, un po’ nerd e sensibile, molto diverso dall’uomo che frequenta Emily. Il parco diventa presto per il ragazzo luogo di incontri sorprendenti, di confronti e confidenze con gli amici-colleghi e di nuove sensazioni sentimentali. Ci sono le canne, l’alcol, la voglia di sesso e d’amore ma la mano del regista procede sempre con sensibilità e delicatezza, anche perché la trama è ispirata a quanto accadde nella sua adolescenza. Ed è difficile non rivedere le cose con nostalgia. Ottima la colonna sonora.

Duncan ha 14 anni, è timido e introverso. I suoi si sono separati, e raggiunge col patrigno la città di Cape Cod per la villeggiatura estiva, che dovrà trascorrere con lui, la madre e la sorellastra. La ragazza è snob e parla solo con i ragazzi più grandi, mentre la vicina di casa esuberante e dal linguaggio sboccato non perde occasione di metterlo in imbarazzo. Quando quell’ambiente comincia a sembrargli davvero troppo stretto prende la bicicletta e si avventura senza meta finché raggiunge un parco acquatico, il Water Wise. Il gestore Owen gli offre un incarico nel parco, gli si affeziona e diventa ben presto un buon consigliere per il ragazzo. Tra le discese d’acqua, le attrazioni acquatiche, i numeri acrobatici, lo spronerà a farsi avanti con le ragazze, gli farà conoscere gente nuova alle feste e gli darà ottimi consigli di vita diventando un buon confidente. Quello che né il padre, che lo ha abbandonato, né il patrigno hanno fatto. L’abbraccio tra i due, al momento di ripartire, sulle note della bellissima “Alone” dei Trampled By Turtles è un gran momento.