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La storia della Madre del Blues è l’unica che si ispira a una figura realmente accaduta tra quelle raccontate dal drammaturgo August Wilson. Già portata in scena a Broadway nel 1984, è stata fortemente voluta da Denzel Washington, che vi ha intravisto la possibilità di raccontare attraverso la figura della cantante nera e lesbica uno spaccato utile anche all’America di oggi.

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Il Countdown to Christmas è una tradizione televisiva tipicamente americana. Già dal mese di novembre, la maggior parte delle principali emittenti inizia a trasmettere titoli realizzati appositamente per le festività. L’argomento centrale è il Natale, rigorosamente accompagnato da una storia d’amore e declinato in ogni variante possibile. Anche Netflix si è aggiunto alla schiera di coloro che aspettano il Natale con un titolo che, ahimè, in patria non è piaciuto nemmeno ai palati più semplici.

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I Ciarlatani è una serie targata Netflix che in Colombia ha riscosso un notevole successo per il suo mix di comicità, intrighi e avventure, con al centro un uomo chiamato a dimostrare di non essere un incapace. Il film nasce come evento speciale con il protagonista che, ignaro, invita a casa per Natale un pericoloso criminale. Con tutti gli equivoci del caso.

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Era stato acquistato da Eagles Pictures per la diffusione nelle sale ma il CoVid-19 ne ha decretato un’uscita diversa. Al centro dell’opera, tra dramma e horror, vi è tutto l’orrore generato dal razzismo, una piaga che continua a flagellare l’America del XXI secolo. “Ci auguriamo che Antebellum serva a capire in quale clima stiamo vivendo oggi, nel 2020, e aiuti a ravvivare un dialogo utile a comprendere meglio il mondo che ci circonda, riflettendo su di esso e provando anche a cambiarlo”, ha dichiarato il duo di registi Bush+Renz.

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Voluto da Minerva Pictures, Weekend approda in streaming forte di un cast composto da un manipolo di giovani attori tra i più bravi in circolazione: Alessio Lapice, Eugenio Franceschini, Jacopo Olmo Antinori, Filippo Scicchitano e Lorenzo Zurzolo. Il punto di partenza del mistery-thriller è la scomparsa di un amico. Ma come sono andate realmente le cose? Dirige Riccardo Grandi, salito alla ribalta quest’anno per la serie Passeggeri notturni dopo un periodo di silenzio.

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Trasmesso da Lifetime per il ciclo Countdown to Christmas, il tv movie ha avuto un ascolto superiore alle aspettative, convincendo molti buyers internazionali a portare il titolo in homevideo o in piattaforma. Del resto, la ricetta è semplice: due giovani sotto Natale si innamorano mentre proteggono una pista di pattinaggio su ghiaccio. Il lui della storia è Ryan Cooper, apparso come mamma lo ha fatto in Crazy Night.

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Presentato in concorso alla 74ma Mostra del Cinema di Venezia, si tratta di un interessante confronto tra due culture diverse in terra d’Australia: quella degli uomini bianchi e quella degli aborigeni, da sempre vittime dei soprusi dei primi, bravi a far prevalere la legge del più forte. Dirige Warwick Thornton, recentemente al centro di un interessante progetto socioantropologico divenuto un documentario fiume, The Beach.

Gender è una di quelle parole che per un certo periodo hanno riempito le pagine dei giornali per quanto concerne gli aspetti legati al comportamento delle scuole e all’insegnamento. Le problematiche di genere sono quelle al centro del dramma con protagonisti due genitori chiamati a confrontarsi con la sessualità del figlioletto. Visto al Festival di Roma, potrebbe rappresentare un’ottima occasione di confronto tra genitori e figli.

La commedia diretta dall’attore Jon Stewart gioca sulle differenze legate alla visione politica. Conservatori e progressisti da sempre rappresentano le due diverse anime degli Stati Uniti e sono qui chiamate a confrontarsi sullo sfondo di una piccola cittadina del Midwest. Immancabile sarà la svolta romantica, anche se la produzione di Focus Features evita alla storia di scivolare nello scontato.

Primo documentario sulla leggendaria band autrice di oltre 1.000 canzoni e venti hit in testa alle classifiche (con più di 220 milioni di dischi venduti), Il film racconta l'ascesa del gruppo, la loro musica e l'evoluzione negli anni. Immagini inedite permettono così di capire molto sui fratelli ricordati per l’immortale Saturday Night Fever.

Il primo lungometraggio di Ekwa Msangi è una storia intima e profonda sull’esperienza dell’immigrazione, nominato per il Gran Premio della Giuria al Sundance 2019. Ambientato a New York, segue il ricongiungimento impacciato di un uomo angolano con sua moglie e sua figlia, che lasciano la loro casa per unirsi a lui in America dopo 17 anni di lontananza.

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La storia a tinte noir ha per protagonisti un politico, sindaco brillante e benvoluto dai suoi concittadini, candidato alla Camera, e una ballerina laureata, delusa e controcorrente: il divario generazionale tra i due dà vita a un thriller violento, ricco di colpi di scena e di salti temporali. “La politica è da anni al centro degli interessi degli italiani che stanno reagendo in modo divisivo alla pressione mediatica. La politica sta diventando sempre più “Spettacolo” e sempre meno “Arte del Governare”. Il populismo e l'astensione hanno preso il posto dell'impegno sociale e dell'attivismo ma alla base dei discorsi politici ci sono sempre gli stessi concetti: l'eterna lotta tra i conservatori e i rivoluzionari. La danza nera fra il vecchio e il nuovo è come la lotta fra due forze contrapposte: si lotta per ottenere la conservazione o il cambiamento e i nostri personaggi danno vita a una danza violenta”, ha sottolineato il regista.

Il lungometraggio di Bruno Di Marcello racconta una storia realmente accaduta e si ispira al libro autobiografico Chi non muore si rivede di Alberto Maggi.  Fin dalla prima uscita nelle librerie, il volume è diventato un cult nel sostegno alle persone che affrontano momenti difficili, problemi di salute e cure complesse sia come pazienti che in qualità di personale medico sanitario. «Ho conosciuto per caso il libro di Alberto Maggi assieme alla mia compagna Giovanna Vasapollo (scenografa e costumista del film), in un momento buio della mia vita privata. L'ho trovato geniale perché si ride e si piange senza soluzione di continuità e la lettura ti rigenera nello spirito”, ha dichiarato il regista.

L’action-thriller di fantascienza diretto da Egor Baranov racconta di un blackout che ha colpito l’intero mondo e dell’ultimo avamposto dell’umanità, nell’Europa dell’Est (!!), che si appella a ogni forza per evitare che la vita scompaia per sempre dalla faccia della Terra. Per amanti del genere catastrofico.

Il nome di Giuseppe Capotondi è legato fondamentalmente a La doppia ora, opera d’esordio presentata alla 66ma Mostra del Cinema di Venezia e premiata con la Coppa Volpi alla migliore attrice. Dal 2009 in poi, l’ex studente di Filosofia alla Statale di Milano ha diretto due documentari e diversi episodi di serie come Berlin Station o Suburra. La tela dell’inganno è il suo secondo lungometraggio, girato in Italia sul lago di Como ma con produzione del tutto anglofona. Il neo-noir conta su un cast di prim’ordine in cui spicca la figura di sir Mick Jagger, l’iconico frontman dei Rolling Stones.

La biografia del musicista attira ancora una volta le attenzioni del cinema. Nato come evento destinato alle sale cinematografiche tedesche, il film – complice l’ottima interpretazione di Tobias Moretti e la confezione di lusso – sarà trasmesso dall’emittente tedesca ARD la sera di Natale. Da noi arriva in anteprima internazionale grazie a Sky Cinema, che lo introduce nella sua programmazione lineare, on demand e streaming.