The City of Lost Souls
- Azione
- Giappone
- durata 103'
Titolo originale Hyôryuu-gai
Regia di Takashi Miike
Con Teah, Michelle Reis, Patricia Manterola, Mitsuhiro Oikawa, Koji Kikkawa
HYÔRYÛ-GAI
Miike parla ancora una volta di Immigrazione (in particolare da Brasile e Cina) con un Dramma action sentimentale con con innesti di yakuza e grottesco.
Tratto da un romanzo di Seishu Hase, "Hyôryû-gai" racconta la storia d'amore tra un brasiliano (Mario) e una cinese (Kei) che spingerà la coppia, aiutata dalla comunità brasiliana di Shinjuku e in particolare da due amici del Protagonista maschile, a rubare gli incassi di scontri tra galli (coreografati con gusto kitsch in cgi parodiando "The Matrix"), ma per errore prenderanno una partita di coca in fase di scambio tra una banda yakuza e una della triade cinese.
Miike mette in scena squisite esagerazioni (come la caduta incolume della coppia da un elicottero, il cui impatto scatena un polverone per una intera via) contrapposte ad un gusto para-documentaristico della macchina a spalla, Violenza esasperata e folle a cui si oppone una rappresentazione realistica dei Sentimenti, sequenze caratterizzate da un montaggio frenetico e alternato e per contro piani-sequenza sfiziosi ma mai autoreferenziali: tra questi mi colpisce sempre notevolmente quello in cui la mdp, accompagnata fuori campo dal dialogo tra Mario, Kei e Carlos (uno dei due complici della rapina), si sposta dall'interno di un negozio al terrazzamento sopra l'edificio dove sta avvenendo la discussione.
Interessante il modo in cui la storia si sviluppa palesemente in medias res, illudendoci quasi dell'esistenza di un Film precedente non visto da noi Individui Spettatori e i cui antefatti (come l'amore del boss cinese Ko per Kei) vengono accennati in modo parziale durante la narrazione.
Nel Finale, quando ormai tutto sembra andare per il meglio, ecco che sulla Spiaggia che dovrebbe portarli finalmente alla Felicità, dopo aver compiuto dei virtuosismi calcistici di fronte ad un ammirato bambino, Mario viene ucciso: Kei guarda verso la fonte dello sparo e vediamo Lucia, prostituta che bada a Carla (bimba cieca rapita dallo yakuza Fushimi per catturare il brasiliano), armata di fucile la quale, dopo una breve alternanza di sguardi, ricarica l'arma per sparare alla cinese. Il controcampo su Kei sanguinante è negato, al suo posto vediamo la squadra di sbirri che stava dietro al traffico di droga, la quale per assurdo sente assieme al pubblico lo sparo e il capo, che nel Film esprime spesso argomentazioni razziste, si volta e commenta il vendicativo sangue latino per poi tirare un calcio ad un barattolo che si schianta contro la mdp rompendone il vetro, scelta questa affine agli imbrattamenti (soprattutto con sangue) della camera che Miike spesso usa per "giocare" con la quarta parete.
Nei titoli di coda vediamo lo scagnozzo di Fushimi e lo scagnozzo di Ko in giro per le strade di Tokyo in atteggiamenti assai intimi, con tanto di bacio in bocca finale: nel Prologo frenetico, tra l'altro, si intravedevano stralci di questo Epilogo.
Forse imperfetto, "Hyôryû-gai" è a mio parere l'ennesimo Gioiellino di Miike Takashi, da vedere e rivedere in continuazione.
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