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Libri a(ni)mati / 40: “A Darkling Sea” di James L. Cambias (2014) – Scalfire, Scavare, Scolpire il Cielo.
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Libri a(ni)mati / 40: “A Darkling Sea” di James L. Cambias (2014) – Scalfire, Scavare, Scolpire il Cielo.

"Tutti questi mondi sono vostri... Eccettuato Europa. Non tentate là alcun atterraggio."
Arthur C. Clarke – “2010: Odyssey Two” (cap. 53 : un Dono di Mondi) – 1982 (trad. ital. di Bruno Oddera, Rizzoli, 1983) 

Per poi “scoprire” che c’è un po’ di Europa gioviana (o di Encelado saturnesco) in ogni ramo della galassia a spirale che ci ospita (e da lì, in quelli di ogni agglomerato di stelle di qualsiasi forma dell’ammasso galattico locale, e oltre…).
E - se pur in forma e sostanza apparentemente più blande, ma reali e concrete - financo qui affianco, su Venere, che, toh!, stufo dell’eterna fase calante cui secolarmente lo ha relegato Marte con la sua ombra rossa sin dai tempi di Schiaparelli, bussa alle porte della ionosfera terrestre con due lettere e un numero estratti dalla sua fornace infernale da effetto serra scatenato: PH3. “Fosfuro d’Idrogeno, I Suppose!” (per gli amici fosfina o fosfano).

- https://www.nature.com/articles/s41550-020-1174-4
- https://attivissimo.blogspot.com/2020/09/storie-di-scienza-no-gli-scienziati-non.html

James L. Cambias - “A Darkling Sea” - 2014 (“Abisso Profondo”, Mondadori, Urania n. 1682, Agosto 2020 - traduz. di Fabio Feminò - brossura, 296 pagg., 6.90 €).

Iniziamo (proseguiamo) con una prolettica risposta ad una domanda che presto sorgerà implicita: sì, le cose belle possono risultare tali anche se vengono percepite con sensi diversi rispetto a quelli in possesso degli esseri viventi (o inanimati: un’alba, un tramonto, un’aurora boreale, un’opale, un diamante...) che utilizzano i propri per godere i frutti delle loro - consapevoli o “semplici” agenti del dawkinsiano orologiaio cieco - dotazioni e creazioni.
Ad esempio, i fondali delle fosse oceaniche ospitano vita bentonica cieca e la bioluminescenza in molti casi (ma non in tutti, e una delle molte eccezioni incredibili sono i lofiformi pesci lanterna, 350 specie fra le quali la rana pescatrice, che sfruttano i fotofori dell’illicio per attirare, catturare e inghiottire le prede) è solamente il prodotto di scarto di un metabolismo che si è evoluto per raggiungere altri “scopi”.
La luce degli abissi oceanici è bella per gli occhi umani, ma non tutte le creature che la producono la percepiscono come tale: è solo un sottoprodotto di scarto e del tutto casuale di processi atti a produrre altri risultati.
A tal proposito - e ciò costituisce un piccolo spoiler (♦) collaterale e secondario riguardo al romanzo in questione: ma niente paura, lo comprenderete bene solo a lettura del libro terminata - vale la pena ricordare che l’occhio è sorto e si è evoluto in numerose occasioni indipendenti fra loro e distanziate le une dalle altre da continenti ed eoni –[e una delle tre razze intelligenti protagoniste del romanzo, quella che si è sviluppata attorno ai camini idrotermali grazie al sostentamento reso possibile dall’apporto di sostanze nutritive prodotte da quelle caldere vulcaniche risulta priva di apparato oculare: i loro rappresentanti percepiscono il mondo attivamente per mezzo di ultrasuoni emessi da un sonar biologico - come nei chirotteri (pipistrelli) e nei cetacei (balene, delfini, orche) - e passivamente attraverso dei palpi olfattivi/gustativi/tattili]–, e in una di queste volte gli occhi potrebbero essere nati mediante un processo endosimbiotico di assimilazione similare a quello che secondo una recente teoria praticamente assodata potrebbe aver portato alla nascita delle cellule eucariote, quando una procariota ne avrebbe inglobato un’altra, trasformandola in quello che oggi sono i mitocondri, ovvero batteri sino a quel momento indipendenti: il cervello di quegli esseri multicellulari potrebbe aver inglobato in sé degli organismi inferiori sensibili alla luce (un po’ com’è accaduto per la flora intestinale, solo ad un livello estremamente più elevato di specializzazione e simbiosi).

 


A Darkling Sea(2014) è il romanzo d’esordio di James L. Cambias. Si svolge su Ilmatar (la Figlia del Vento del poema mitico Kalevala della cosmogonia finnica), una grande luna orbitante attorno a un gigante gassoso e interamente ricoperta da un subglaciale oceano di acqua mantenuta fluida dalle immense forze mareali planetarie, protetto da una coltre ghiacciata spessa un chilometro e punteggiato da una miriade di camini idrotermali generati da caldere vulcaniche alimentate dal nucleo fuso mantenuto attivo su un mondo così relativamente piccolo (la Luna terrestre, al contrario dei satelliti gioviani e saturnini, è un planetoide morto anche perché non ha un gigante gassoso vicino) grazie alla suddetta sesquipedalica forza di gravità esercitata da Ukko, la jupiteriana stella mancata. Queste oasi di tepore e nutrimento in un mondo gelido e sterile riscaldano e concimano l’atmosfera liquida consentendo e sostentando lo sviluppo di un ecosistema ricco di biodiversità in grado di innescare, favorire e promuovere lo sviluppo della vita, financo cosciente.
Ci sono degli umani su Ilmatar: fanno parte di una spedizione scientifica (e quindi pervasa dai militare, e quindi infestata dallo star system) che staziona s’una base sottomarina poggiata sul fondo abissale calata lì per studiare la xeno-civiltà ivi recentemente scoperta.
Poi un umano fa la figura dello scemo e viene dissezionato da(l) vivo.
Ed ecco che a quel punto fa la comparsa una TERZA specie aliena!
E con essa entra prepotentemente in scena – ché fino ad allora era sempre rimasta sullo sfondo, automaticamente accettata e data per scontata, ma senza fondamentalismi – una sorta di Prima Direttiva di startrekiana memoria, una legge che lo stesso autore ha citato come influenza diretta per la genesi del sua prima prova letteraria sulla lunga distanza, definendola “una regola che può essere inventata solo da persone che non ne hanno bisogno”.

A Darkling Sea” è un ottimo romanzo (e la traduzione di Fabio Feminò è come al solito molto buona) in cui l’ecosistema e le dinamiche comportamentali degli ilmatariani (così come quelle degli sholen, la terza specie che compone questo triello interplanetario, protagonisti di un’inconsapevole tentativo di stupro da parte di un’aliena di sesso femminile somigliante a una lontra con 6 zampe lunga 3 metri ed alta 2 al garrese nei confronti di un maschio umano, che successivamente, di conseguenza, compirà vendetta) vengono portate alla luce attraverso i dialoghi e le interazioni, e sono integrate nella narrazione senza alcun bisogno di spiegoni. Ad esempio quando, con un semplice stratagemma semantico-sintattico, in vece di “penso”, “credo” e “immagino” l’autore fa esprimere i suoi tolkeniani (la loro società ricorda vagamente - soprattutto dal PdV delle unità abitative e per l’uso del termine “Compagnia” - quella degli hobbit) “crostacei” – grossi come trichechi che cadono addormentati di colpo, anche nel bel mezzo di una conversazione, a causa di una forma di narcolessia che li affligge, dovuta alla fame, e che al contempo li rigenera, e che catturano i figli cresciuti selvaggi (se da uova disperse o da cos’altro lo si saprà solo nel seguito in via di stesura: per il momento un paragone sufficientemente valido è quello con lo sviluppo eterometabolico delle neanidi degli ortotteri) divorando i meno addomesticabili e salvandone altri, i più promettenti, allevandoli prima come bestie e poi come alunni di una scuola del campo di concentramento d TheresienStadt (se catturati dai “maestri” e non dai banditi”, ché allora crescono come bambini-soldato), prima di essere elevati al grado di adulti e persone libere – con “ricordo”, “ho scoperto” e “so”, come se il processo deduttivo fosse in parte distaccato dall’io cosciente, attraverso domande assertive e postulati interrogativi.

Il volume si conclude come fosse un racconto a chiave, con una scoperta, precipitata in una parola (♦), che getta una nuova... luce sull'origine della civiltà ilmatariana (situazione che probabilmente verrà esplorata nel seguito dell'opera che James L. Cambias è in procinto di scrivere).
A latere, poi, è anche, credo, il primo romanzo che abbia letto ad incorporare un feed come parte (spassosamente comica) della struttura del racconto.
Per la commovente voglia, necessità e piacere di ricerca, conoscenza e sapere che anima gli ilmatariani (e anche alcuni umani) non si possono non citare autori contemporanei di Hard/Speculative SF quali Paolo Bacigalupi (l’indimenticabile e potente racconto “Pump Six”), Robert J. Sawyer (la seminale e proverbiale Quintaglio Ascension Trilogy), Ted Chiang (l’impressionante e meravigliosa novella breve “Exhalation”) e Greg Egan (tanto lo splendido e struggente racconto “Zero in Condotta” quanto la dura e pura Orthogonal Trilogy).
Infine, un suo corollario potrebbe essere il racconto di Rich Larson, pubblicato due anni dopo, “Innumerable Glimmering Lights”, di cui ho parlato qui: “Mio dio… È pieno di stelle!”  

(***¾) ****                       

 

Volumi precedenti della sezione “Libri A(ni)mati”:
- #39: “Olive, Again” (Olive, Ancora Lei) di Elizabeth Strout (2019)
- #38: the Flame Alphabet” (l’Alfabeto di Fuoco) di Ben Marcus (2012)
- #37: I’m Thinking of Ending Things” (Sto Pensando di Finirla Qui) di Iain Reid (2016)
- #36: If It Bleeds” (Se Scorre il Sangue) di Stephen King (2020)

Playlist collegata: Alieni degli Abissi.  

Playlist film

2010 - L'anno del contatto

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 114'

Titolo originale 2010

Regia di Peter Hyams

Con Roy Scheider, John Lithgow, Helen Mirren, Bob Balaban

2010 - L'anno del contatto

In streaming su Amazon Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

The Abyss

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 138'

Titolo originale The Abyss

Regia di James Cameron

Con Ed Harris, Mary Elizabeth Mastrantonio, Michael Biehn, Leo Burmester, Todd Graff

The Abyss

In streaming su Amazon Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

2001. Odissea nello spazio

  • Fantascienza
  • Gran Bretagna
  • durata 141'

Titolo originale 2001: A Space Odyssey

Regia di Stanley Kubrick

Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter

2001. Odissea nello spazio

In streaming su Now TV

vedi tutti

 

L’autore utilizza uno scambio di battute fra due personaggi (umani ospiti di un esopianeta - abitato da esseri intelligenti, senzienti e coscienti - che parlano di una terza ulteriore specie senziente estranea alle altre due) di cultura tecnico-scientifica buona, ma non specialistica, per stendere un bignami entry level su di un argomento molto interessante e di importanza rilevante per quanto riguarda la colonizzazione di un pianeta alieno da parte di una specie alloctona.

    “Ucciderei, per avere del burro da metterci” disse Bob. “Vero burro, e magari un po’ di panna.”
    “Non parlare di queste cose. E poi, non ti piacciono i grassi artificiali?”
    “Vorrei solamente che avessero il gusto di qualcosa. Ehi, quando gli sholen partiranno, vediamo se riusciamo a fregargli l’elaboratore di cibo. Può produrre roba di ogni genere, non solo grassi sintetici e zucchero.”
    “Sarebbe un modo interessante di suicidarsi.”
    “E in che modo? Mangiano cibo regolare, giusto? Non è come se fosse basato sul cloro, o roba simile.”
    “Oh, vero… il loro DNA è diverso, ma nel tuo tratto gastrointestinale si decomporrebbe tutto ugualmente. No, stavo pensando a tossine e allergie. Un sacco degli insaporitori che mettiamo nel cibo sono in realtà veleni che le piante producono per difendersi. Ci siamo evoluti per tollerarne alcuni, ma solo provenienti da piante terrestri.”
    “Be’, magari potremmo usarlo per produrre solo roba insipida. Niente gusti tossici.”
    “C’è anche la questione degli zuccheri destrogiri e levogiri, ottenere i giusti amminoacidi, vitamine…”
    “Guastafeste” disse lui.

Il romanzo già mi aveva intrigato, ma a questo punto - lo scambio di battute è posto a ¼ del percorso - l’ho amato. Ah!, la chiralità! Che tanto già aveva affascinato e inquietato Primo Levi. In natura vengono prodotte in egual misura molecole sinistrorse e destrorse, ma tutti i mattoncini della vita - gli amminoacidi - così come la conosciamo sono levogiri: all'alba del brodo primordiale il caso volle la svolta a sinistra...

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Post Tenebras Lux

  • Drammatico
  • Messico, Francia, Paesi Bassi
  • durata 100'

Titolo originale Post Tenebras Lux

Regia di Carlos Reygadas

Con Adolfo Jimenez, Natalia Acevedo, Willebaldo Torres, Eleazar Reygadas, Rut Reygadas

Post Tenebras Lux

 

“È un bene incontrare un adulto istruito. Una persona della mia professione non ne incrocia molti. Bambini che sanno appena parlare e contadini che si tengono strette le parole come perline. Ho un mio libro, se sei interessato a guardarlo… una nuova forma di dizionario, in effetti. Ridispongo le parole in base a uno schema più logico, cominciando da importanti idee quali esistenza e continuità, piuttosto che cose ordinarie come pietra e cibo e morte.”

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Alla ricerca di Nemo

  • Animazione
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale Finding Nemo

Regia di Andrew Stanton, Lee Unkrich

Alla ricerca di Nemo

In streaming su Disney Plus

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   Forte Chela estrae l’artiglio dal corpo del giovane e attende che le zampe smettano di agitarsi.

   “Qualcuno più grande che si nasconde tra le rocce?” esclama a Gambe Deboli.

   “Nessuno, tranne neonati.”

   Forte Chela comincia a tagliare e aprire il lato inferiore per raggiungere i carnosi organi del torace. Il suo piano è un fallimento. Non ci sono altri giovani più cresciuti, pronti per l’addestramento. Solamente piccoletti, buoni giusto da mangiare.

   “Ci sono dei morti, qui” lo informa SchiantaGusci. “Piuttosto grossi.”

   Forte Chela spezza le pinze per cibarsi mentre nuota fin laggiù. Ci sono due morti, entrambi fatti a pezzi e mangiucchiati dai divoratori di carogne, ma ciascuno ha un netto foro proprio dietro la corazza della testa, esattamente delle dimensioni della chela di un adulto. Esamina con attenzione i corpi. Uno ha tenaglie difettose, la testa dell’altro è piccola e malformata. Fallimenti.

   Ricorda quando era a scuola: adulti che abbattevano i deboli e deformi, lasciando i corpi ai sopravvissuti. Ricorda la propria contentezza nel rendersi conto di essere forte.

   “Ci sono maestri di scuola nei dintorni” dice. “Gustate l’acqua attentamente, e scoprite da che parte sono andati.”

   Forte Chela spera di mantenersi fedele al suo piano. Gli insegnanti possono dominare i giovani, ma sono deboli e codardi quando hanno a che fare con gli adulti. Ha in mente di sfoggiare tutta la sua violenza per intimidirli. Isolati in acqua fredda tra giovani solo parzialmente istruiti, gli stessi maestri sono spesso semiselvaggi. Nonostante le loro ciance sull’insegnamento, rispettano la forza e la crudeltà. Forte chela è possente, e sa come essere crudele.

 

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Il ragazzo selvaggio

  • Drammatico
  • Francia
  • durata 85'

Titolo originale L'enfant sauvage

Regia di François Truffaut

Con Jean-Pierre Cargol, Françoise Seigner, François Truffaut

Il ragazzo selvaggio

 

   I due seguono il goffo animale a quattro arti mentre nuota controcorrente. Rallenta quando raggiunge un grande oggetto. È grosso quanto una casa, ma suona come soffice fango. È difficile, per Coda Larga, farsi una chiara impressione della sua forma o di cosa sia fatto.

   Riesce a fatica a trattenere la sua eccitazione. Così tanto da apprendere! Parla sottovoce con Tiene Duro. “Desideri essere mia apprendista?”

   “Sì” risponde lei senza esitare.

   “Bene. Cominceremo subito le lezioni. Resta qui, ascolta e prendi nota. Impareremo tutto su queste creature.”

   “Cosa mangiamo?”

   “Mangiare? Abbiamo le rocce da scrostare. Questo è più importante del cibo. Questa è scienza!”

 

https://leganerd.com/2012/06/06/victor-il-ragazzo-selvaggio-dell-aveyron/

 

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Il dottor Stranamore

  • Grottesco
  • Gran Bretagna
  • durata 93'

Titolo originale Dr. Strangelove or How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb

Regia di Stanley Kubrick

Con Peter Sellers, George C. Scott, Sterling Hayden, Peter Bull, Keenan Wynn, Slim Pickens

Il dottor Stranamore

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

 

   “Immaginate di avere un’arma simile” dice Lunga Chela. “In battaglia potete stare lontani dai nemici e massacrarli coi dardi, ma loro non vi possono infilzare perché non riescono a raggiungervi.”

   Tutti riflettono per un po’. I membri della Compagnia che fanno gli artigiani sono affascinati, immaginando una città che si protegga dagli incursori grazie a una manciata di miliziani armati. Quelli che posseggono proprietà remote, come Lunga Chela, pensano a banditi capaci di starsene a distanza e trucidare i difensori.  

 

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