È una parata di titoli italiani quella che la distribuzione schiera in questa settimana. L'occasione è naturalmente il Festival di Venezia che si avvia alla conclusione: si tratta infatti di film present nelle varie selezioni ufficiali della Mostra del Cinema (o presentati nel Fuori concorso). Due in particolare sono i film presenti nel concorso: Le sorelle Macaluso, di Emma Dante, e Notturno, di Gianfranco Rosi.
Quanto agli altri titoli il meglio distribuito è la commedia francese Chiamate un dottore!, che sarà presente su 220 schermi, seguito da Dreambuliders, con una manciata di schermi in meno, e dall'horror The Vigil, su 160 schermi circa.
Salvatore Mereu non cessa di raccontare la Sardegna, sempre presente nei suoi film precedenti: da Sonetàula
a Bellas Mariposas. In questo suo ultimo lavoro, presentato fuori concorso a Venezia, la scena si tinge di giallo ma restano presenti i temi dell'isola, divisa tra modernità e passato, senza che si riesca a trovare una conciliazione tra origini e destinazione.
In "diretta" dalla laguna e dalla selezione principale arriva anche l'ultimo lavoro di Gianfranco Rosi, che il Leone d'Oro lo vinse nel 2013 con Sacro Gra, primo documentario a guadagnarsi l'ambito trofeo. Anche questo è, naturalmente, un documentario. Girato nel corso di tre anni ai confini di Siria, Iraq, Kurdistan e Libano, è un film che non parla necessariamente di guerra, anche se la guerra la si respira in ogni inquadratura, e che si concentra su un'umanità dolente: sulle vite di chi con la guerra convive da troppo tempo.
Arriva dalla selezione della Settimana della critica il film di Mauro Mancini che si intitola con un'ipotetico undicesimo comandamento e fa i conti, attraverso la vicenda del protagonista - interpretato da Alessandro Gassman -, con le conseguenze dell'odio, quello profondo che ha attraversato il Novecento come un uragano e quello sottile che permane nella nostra società come un virus quiescente pronto a farsi epidemia.
Anche il film Emma Dante, la nota regista teatrale che si è già cimentata con successo nel cinema, è in concorso a Venezia. Si tratta della trasposizione per il grande schermo di un suo lavoro che è passato nei teatri d'Italia e che racconta, in tre quadri, la vita di cinque sorelle nate, cresciute e invecchiate in una casa a Palermo, che diviene una sorta di quarto personaggio.
Con Michel Blanc, Hakim Jemili, Solène Rigot, Franck Gastambide, Fadily Camara, Artus
Lo scambio di persona è uno dei meccanismi più collaudati della commedia: è il caso anche di questa, diretta da Tristan Séguéla, regista e sceneggiatore francese. Il plot verte infatti su uno scambio "natalizio" e alquanto improbabile tra un medico di servizio nel giorno della vigilia e un rider: il secondo prenderà il posto del primo e "teleguidato" si troverà preso in un giro di visite a domicilio, con le conseguenze che potete immaginare.
Con Francesco Benigno, Valentina Magazzù, Vincenzo Crivello, Ernesto Maria Ponte
L'attore Francesco Benigno, che iniziò la sua carriera lavorando in Mary per sempre, realizza la sua opera prima da regista con unfilm dichiaratamente autobiografico che rappresenta una sorta di prequel metacinematografico proprio del film di Risi, raccontando di come un ragazzo di strada palermitano abia potuto arrivare al riscatto proprio grazie al cinema.
Opera drammatica italiana di produzione indipendente, esordio per il regista Mario Parruccini: la storia di una giovane donna alle soglie del matrimonio, della sua crisi e delle risposte che troverà in se stessa.
Con Salvatore Esposito, Samuele Carrino, Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe Loconsole
Presentato a Venezia nella selezione della Giornate degli autori l'opera dei due fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio - al loro secondo film di fiction - racconta una storia centrata sul rapporto tra un padre e un figlio e ambientata nel mondo narginale dei braccianti pugliesi. Nel cast Salvatore Esposito.
Horror statunitense che punta - come elemento di novità - sulla demomologia della tradizione ebraica. Dirige l'esordiente Keith Thomas che ambienta il film nella comunità ortodossa di Borough Park, a Brooklyn: la stessa in cui prende le mosse la serie Netflix Unorthodox.
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